ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06955

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 335 del 20/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: SORIAL GIRGIS GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/11/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 20/11/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 25/11/2015

SOLLECITO IL 26/07/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06955
presentato da
SORIAL Girgis Giorgio
testo di
Giovedì 20 novembre 2014, seduta n. 335

   SORIAL. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   secondo il rapporto sulla stabilità finanziaria di Bankitalia, nel 2015 i prestiti alle imprese saranno ancora in calo «seppur con un'intensità progressivamente decrescente» e colpiranno soprattutto le piccole e medie imprese, che costituiscono tutt'ora il tessuto produttivo del nostro Paese;
   dai primi mesi del 2014 la contrazione dei prestiti sarebbe stabile intorno al 3 per cento su base trimestrale infatti «i prestiti a famiglie e imprese hanno continuato a contrarsi a causa della debolezza della domanda di credito e di un aumento dei fattori di rischio»;
   secondo il Centro Studi «ImpresaLavoro», che ha elaborato i dati raccolti nell'ultimo Global Entrepreneurship Monitor (GEM), il monitoraggio dello stato dell'imprenditoria nelle principali economie avanzate che viene condotto ogni anno sotto la guida della London Business School and Babson College, l'Italia è agli ultimi posti come Paese adatto alla nascita e crescita delle imprese;
   nel suo «Indice dell'Imprenditorialità», che misura il dinamismo e la propensione a fare impresa di ogni singolo Paese, premiando quei territori in cui gli imprenditori percepiscono migliori possibilità nell'intraprendere e ottengono migliori risultati, «ImpresaLavoro» avrebbe collocato l'Italia al 23o posto sui principali Paesi dell'Europa a 28, dimostrando che ha perso il confronto con tutti i suoi principali competitor;
   secondo «ImpresaLavoro» in Italia «l'ambiente in cui sono chiamati a muoversi gli imprenditori è infatti particolarmente penalizzante rispetto a quello dei competitor europei in tema di tasse, regole, burocrazia. Concretamente questo si traduce in un bassissimo tasso di nuove imprese (siamo ultimi in Europa) e in un dato preoccupante sul fronte occupazionale: solo la Grecia fa peggio di noi in quanto a imprese che hanno intenzione di ampliare la propria base occupazionale nei prossimi cinque anni»;
   le imprese italiane, tra novembre e dicembre, sono chiamate a versare 91 miliardi di euro di imposte: come sottolineato dalla Cgia di Mestre le aziende dovranno onorare 25 scadenze fiscali che spaziano dal versamento delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori familiari, alle ritenute in capo ai lavoratori autonomi, dall'Iva, agli acconti Irpef, Ires e Irap, fino al versamento dell'ultima rata dell'Imu e della Tasi, e «con il perdurare della crisi – dice Giuseppe Bortolussi della Cgia – questo impegno diventa un vero stress test»;
   la domanda interna sta restando al palo, come dimostra anche il mancato funzionamento del mercato del credito e, come sottolineato dal Cerved, stanno iniziando a chiudere anche imprese sane, che hanno bilanci in ordine ma che, vista la crisi, non hanno più fiducia nel futuro e non vedono prospettive;
   secondo Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved Group, negli ultimi anni si è assistito ad una drammatica caduta della profittabilità delle imprese, con un grave calo dei fatturati e la minor redditività si colloca in un contesto di leva finanziaria già tirata, di difficoltà di incasso dei crediti e di credit crunch da parte del sistema bancario –:
   se i Ministri interrogati siano al corrente della situazione descritta in premessa;
   se i Ministri interrogati non intendano assumere con urgenza iniziative, e di che genere, affinché il mondo martoriato delle piccole e medie imprese italiane, che sostengono da sempre l'economia del nostro Paese, possa essere sostenuto e possa accedere più facilmente al credito da parte delle banche. (4-06955)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cessazione d'attivita'

conseguenza economica

credito industriale