ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06727

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 324 del 04/11/2014
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/02753
Firmatari
Primo firmatario: CRIPPA DAVIDE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/11/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 04/11/2014
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 04/11/2014
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 04/11/2014
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 04/11/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 10/11/2014
Stato iter:
04/12/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/12/2014
DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/12/2014

CONCLUSO IL 04/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06727
presentato da
CRIPPA Davide
testo di
Martedì 4 novembre 2014, seduta n. 324

   CRIPPA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   in data 14 novembre 2013, durante l'audizione presso la Commissione attività produttive della Camera dei deputati sulla risoluzione n. 7-00023 del deputato Benamati sui rifiuti radioattivi, gli esponenti di Nucleco S.p.A., società del gruppo Sogin S.p.A. (interamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze), hanno affermato che la stessa azienda è al momento impegnata nello smantellamento di alcuni sommergibili nucleari russi a spese italiane;
   il progetto summenzionato si inserisce nell'ambito dell'accordo di cooperazione internazionale del 2003 stipulato fra il Governo russo e quello italiano per lo smantellamento di sommergibili nucleari, la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare irraggiato, definito nel quadro del progetto Global Partnership avviato in occasione della riunione del G8 nel 2002 a Kananaskis (Canada). L'accordo prevederebbe un impegno economico dell'Italia di 360 milioni di euro;
   secondo un'inchiesta de L'Espresso del 6 maggio 2010 a firma di Stefania Maurizi l'impegno economico internazionale, tra cui quello italiano, fu giustificato durante la firma degli accordi del 2003 in quanto «[...] la Russia di Eltsin era ancora in piena crisi economica [...]»;
   l'agenzia di stampa russa Ria Novosti del 1o gennaio 2011 titolata «Russian ship builder, Defence Ministry agree nuclear sub prices» riporta che «Nel 2010, la Russia ha lanciato un ambizioso programma di modernizzazione militare, investendo 20.000 miliardi di rubli (circa 730 miliardi di dollari) per i prossimi 10 anni»;
   l'agenzia Adnkronos del 28 luglio 2008 riportava la firma da parte di Fincantieri, controllata da Fintecna, finanziaria del Ministero dell'economia e delle finanze, di «un contratto per la costruzione negli stabilimenti liguri del gruppo di una nave destinata al trasporto di combustibile irraggiato e rifiuti radioattivi derivanti dallo smantellamento di sommergibili nucleari russi»;
   secondo un comunicato stampa congiunto di Fincantieri spa e Sogin spa datato 16 dicembre 2010 si apprende che: «È stata varata [...] “Rossita”, la nave per il trasporto di materiali radioattivi derivanti dallo smantellamento dei sommergibili nucleari russi [...] del valore di circa 70 milioni di euro [...]». Quest'ultima cifra rientrerebbe nell'impegno di spesa di 360 milioni di euro assunto dal Governo italiano;
   secondo l'articolo de L'Espresso sopracitato «Il contratto [per la costruzione della “Rossita”] è stato assegnato senza gara, con una dichiarazione di congruità del prezzo sottoscritta dalla Marina militare, principale cliente della stessa Fincantieri»;
   sempre dall'inchiesta giornalistica emerge che «L'Italia ha deciso di creare un comitato per sorvegliare l'operazione [lo smantellamento dei sommergibili russi]: una struttura che ha costi faraonici, poco meno di 3 milioni l'anno. Solo con gli stanziamenti per il suo mantenimento si sarebbero potuti togliere di mezzo altri tre vascelli nucleari»;
   sarebbe quantomeno inopportuno se i fondi necessari allo svolgimento delle operazioni di smantellamento provenissero dalle componenti A2 (copertura costi di smantellamento centrali nucleari e riprocessamento ciclo del combustibile nucleare) e MCT (Misure di Compensazione Territoriale) presenti sulle bollette energetiche;
   la componente MCT trova origine nella legge n. 868 del 2003 e fu istituita come misura compensativa per i territori che avrebbero dovuto ospitare centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile (articolo 4). Questa componente è stata introdotta nel sistema tariffario dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas (AEEG) con delibera n. 231 del 2004 attraverso il comma 298 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2005 (legge 311 del 2004), in cui il Governo, stabilisce che una parte del gettito di questa componente (70 per cento) entri nel bilancio dello Stato e solo il 30 per cento destinato a Sogin spa per lo svolgimento delle funzioni proprie –:
   se non sia il caso di rivalutare l'impegno dell'Italia in operazioni di questo tipo in Russia in quanto oggi appare chiaro che la crisi, che non poteva permettere investimenti alla stessa Russia fino a pochi anni fa, non risulterebbe essere ora così acuta considerando l'enorme cifra che sarebbe stata stanziata nel 2010 per il progetto di ammodernamento del proprio arsenale militare;
   da dove provengano i fondi stanziati per sovvenzionare le operazioni di smantellamento dei sommergibili nucleari russi e si possa escludere l'impiego delle componenti energetiche A2 e MCT;
   nel caso sia previsto tale impiego, se non si ritenga che si tratti di un utilizzo improprio dei fondi delle componenti A2 e MCT e, nel caso ciò si sia già verificato, se non si intenda trarne le dovute conseguenze quali la revoca degli incarichi di direzione;
   in caso negativo, se il Governo intenda chiarire da dove provengano le somme stanziate nell'ambito dell'accordo di cooperazione internazionale sottoscritto da Italia e Russia nel 2003;
   in base a quali criteri la costruzione della nave «Rossita» sarebbe stata affidata in via diretta a Fincantieri spa senza ricorrere a un regolare bando di gara.
(4-06727)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 dicembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 345
4-06727
presentata da
CRIPPA Davide

  Risposta. — Come ricordato dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione per quanto di competenza, il progetto Global Partnership è stato varato dal G8 in occasione della riunione di Kananaskis (Canada) del 2002, con lo scopo di supportare il disarmo nucleare e chimico in Russia.
  In tale contesto, il 5 novembre 2003 è stato sottoscritto tra Italia e Russia «l'accordo di cooperazione per lo smantellamento dei sottomarini a propulsione nucleare radiati dalla Marina militare russa e la gestione sicura dei residui radioattivi e del combustibile nucleare esaurito». L'accordo è stato ratificato dalla Duma russa nel giugno del 2005 e dal Parlamento italiano con la legge n. 160 del 2005, con la quale l'Italia si è impegnata a erogare fino a 360 milioni di euro in dieci anni per finanziarne le relative attività.
  In circa otto anni di lavoro sono stati firmati 46 contratti, 69 addenda contrattuali e un accordo esecutivo per un valore complessivo di 260 milioni di euro, già trasferiti a Sogin per effettuare i relativi pagamenti.
  È opportuno ribadire che i fondi allocati dall'Italia per il progetto hanno determinato significative ricadute economiche per le imprese italiane coinvolte, visto che una parte cospicua dei fondi finora impegnati è rimasta in Italia. I risultati finora raggiunti si misurano con quanto fatto dagli altri donatori internazionali della «Global Partnership» per il numero di sottomarini smantellati e per il contributo alla risoluzione dei problemi di sicurezza ambientale, di non proliferazione, di protezione dei lavoratori.
  Riassumendo brevemente i quesiti contenuti nell'atto in esame e al fine di rendere più puntuali le risposte del Governo, l'interrogante chiede, al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze e al Ministro degli affari esteri, di sapere:

   a) se non sia il caso di rivalutare l'impegno dell'Italia in operazioni di questo tipo in Russia in quanto oggi appare chiaro che la crisi, che non poteva permettere investimenti alla stessa Russia fino a pochi anni fa, non risulterebbe essere ora così acuta considerando l'enorme cifra che sarebbe stata stanziata nel 2010 per il progetto di ammodernamento del proprio arsenale militare;
   b) da dove provengano i fondi stanziati per sovvenzionare le operazioni di smantellamento dei sommergibili nucleari russi e si possa escludere l'impiego delle componenti energetiche A2 e MTC;
   c) nel caso sia previsto tale impiego, se non si ritenga che si tratti di utilizzo improprio dei fondi delle componenti A2 e MTC e, nel caso ciò si sia già verificato, se non s'intenda trarne le dovute conseguenze quali la revoca degli incarichi di direzione;
   d) in caso negativo, se il Governo intenda chiarire da dove provengano le somme stanziate nell'ambito dell'accordo di cooperazione internazionale sottoscritta da Italia e Russia nel 2003;
   e) in base a quali criteri la costruzione della nave «Rossita» sarebbe stata affidata in via diretta a Fincantieri spa senza ricorrere a un regolare bando di gara.

  Premesso quanto sopra, si rappresenta quanto segue.
  Relativamente al punto sub lettera
a), un eventuale ripensamento unilaterale da parte italiana in ordine al completamento del programma, comporterebbe la necessità di una rinegoziazione dell'accordo tra Italia e Federazione russa, che deve essere valutato in termini di opportunità politica. Ciò anche in relazione ad eventuali ulteriori attività che il nostro Paese potrebbe essere interessato a sviluppare con il partner russo. Si evidenzia inoltre che le conseguenze di un'eventuale sospensione non sarebbero solo bilaterali ma multilaterali, visto che l'Italia è parte di un programma che coinvolge altri Paesi. Peraltro appare utile rilevare che tutti gli altri Paesi interessati stanno continuando ad operare nelle attività già programmate.
  Sono, comunque, in corso di definizione interventi riguardanti le modalità di realizzazione, orientate ancora di più a contenere i costi di gestione, con particolare riferimento a quelle sostenute dalla Ugp (Unita di gestione progettuale), alla quale è demandato il compito di svolgere le attività tecnico-gestionali e la risoluzione delle questioni operative, riguardanti la realizzazione dei progetti nell'ambito dell'accordo (articolo 4, comma 2). Tali spese, erroneamente attribuite dalla riferita inchiesta giornalistica al «comitato», ammontano infatti a circa 3 milioni di euro l'anno.
  Diversamente il comitato, la cui costituzione è prevista dall'articolo 4 comma 1, dell'accordo, ha, tra l'altro, il compito di favorire la cooperazione, vigilare sulla realizzazione dell'Accordo stesso e sul rispetto delle disposizioni ivi stabilite, garantire il necessario controllo sull'andamento complessivo della collaborazione, approvare progetti, dirimere questioni, monitorare sull'attività di Ugp, etc. Allo scopo il comitato, composto da due rappresentanti per parte, si riunisce in genere due volte l'anno. Le spese per il funzionamento del comitato – marginali rispetto a quelle di Ugp – sono limitate principalmente alle esigenze logistiche degli incontri, alla redazione degli atti, al servizio di interpretariato.
  Quanto ai quesiti sub lettera
b), c) e d) si rappresenta che il combinato disposto degli articoli 1 e 3 della citata legge n. 160 del 2005 – con la quale, come detto, si è provveduto alla ratifica dell'accordo in parola – ha autorizzato a tale fine la spesa complessiva di euro 360 milioni per il periodo 2005-2013, di cui euro 8 milioni per l'anno 2005 ed euro 44 milioni annui a decorrere dal 2006, per consentire la partecipazione italiana all'accordo nel campo dello smantellamento dei sommergibili nucleari radiati dalla marina militare russa e della gestione sicura dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito.
  L'articolo 3, comma 2, della citata legge n. 160 del 2005 prevede inoltre che «All'onere di cui al comma 1 si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2005-2007, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2005, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri».
  Pertanto i fondi stanziati per le attività dell'Accordo non derivano da componenti tariffarie della bolletta elettrica.
  Quanto, infine, al quesito sub lettera
e) si fa presente che l'articolo 5 dell'accordo prevede che la realizzazione dei progetti avviene in base a contratti stipulati dal committente russo e dal fornitore principale scelto di comune accordo in base a una gara, conformemente alla legislazione, alle norme e alle regole della Federazione russa.
  Per la realizzazione della nave «Rossita», il lavoro è stato affidato direttamente a Fincantieri, per ragioni legate ad esigenze di urgenza, riservatezza e conservazione confidenziale dei documenti progettuali, competenza specifica, esperienza di collaborazione con imprese russe. Ciò con riferimento all'articolo 55 comma 6 della legge della Federazione russa del 21 luglio 2005, che contempla i casi di possibile assegnazione diretta. In ogni modo l'offerta è stata sottoposta da parte italiana ad un giudizio di congruità effettuato da Navarm – Direzione generale degli armamenti navali del Ministero della difesa –, che è il principale ente tecnico-finanziario della Marina militare e, pertanto, l'organo nazionale più autorevole in materia.
  Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm), comunica, per quanto di competenza, che le risorse stanziate annualmente dal Cipe a valere sull'articolo 4, comma 1-
bis, della legge 24 dicembre 2003, n. 368 – «Disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, dei rifiuti radioattivi» – (così come modificata dall'articolo 7-ter della legge 27 febbraio 2009, n. 13) e trasferite dalla cassa conguaglio per il settore elettrico ai comuni e alle province nel cui territorio sono ospitate le centrali elettronucleari e le altre installazioni del ciclo del combustibile nucleare, sono state da sempre vincolate (a partire dall'annualità 2004) alla realizzazione di «interventi mirati all'adozione di misure di compensazione in campo ambientale».
  L'ultima delibera Cipe di riparto dei fondi in parola per l'annualità 2011 (delibera n. 41/2013) ha altresì individuato in maniera puntuale i settori ambientali oggetto di intervento (tutela delle risorse idriche, bonifica dei siti inquinati, gestione dei rifiuti, difesa e assetto del territorio, conservazione e valorizzazione delle aree naturali protette e tutela della biodiversità, difesa del mare e dell'ambiente costiero, prevenzione e protezione dall'inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico, interventi per lo sviluppo sostenibile).
  Alla luce di quanto evidenziato, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare esclude che i fondi per sovvenzionare gli interventi di smantellamento di sommergibili nucleari previsti dall'accordo internazionale sopra citato provengano da tale fonte di finanziamento.

Il Viceministro dello sviluppo economicoClaudio De Vincenti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

combustibile nucleare

scorie radioattive

risoluzione