ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06570

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 316 del 23/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: FEDRIGA MASSIMILIANO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 23/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 23/10/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06570
presentato da
FEDRIGA Massimiliano
testo di
Giovedì 23 ottobre 2014, seduta n. 316

   FEDRIGA. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   sta venendo alla luce in questi giorni una situazione finanziaria finora inimmaginabile nel sistema patrimoniale delle cooperative operaie di Trieste: una enorme bolla fatta di cessioni di immobili a società controllate dalle stesse cooperative operaie, che avrebbe determinato ad oggi un passivo di 37 milioni di euro, ponendo le cooperative in condizione di fallimento con la conseguenza non solo di mettere a rischio 600 posti di lavoro nel capoluogo giuliano ma anche di lasciare sul lastrico decine di migliaia di risparmiatori (sarebbero 17 mila) che hanno affidato al sistema delle cooperative i loro soldi;
   il trucco contabile – per il quale è indagato l'ex presidente Livio Marchetti – ha consentito, secondo le indagini dei pm di «gonfiare il patrimonio netto e di rientrare – solo fittiziamente – nei parametri per il prestito sociale, la cui entità non deve superare il quintuplo del patrimonio netto stesso». Sono quattro le operazioni accertate dal consulente della procura attraverso le quali le cooperative di Trieste avrebbero conferito ad altre cooperative dello stesso sistema immobili di proprietà, in cambio di mutui ipotecari; queste operazioni hanno consentito alle Coop di realizzare due importanti plusvalenze – meramente cartacee – pari a oltre 15 milioni di euro;
   le Coop si sono addossate anche l'onere di pagare (a se stesse) gli affitti degli immobili. Il dissesto dei conti è iniziato fin dal 2007. In quell'anno il buco è ammontato a 2,8 milioni. L'anno successivo ha raggiunto 5,5 milioni di euro. E poi nel 2010, 3 milioni dei euro; nel 2011, 4,5 milioni di euro, nel 2012 6,9 milioni di euro e nel 2013 è esploso a oltre 9 milioni di euro. Nei primi mesi del 2014 sono stati persi altri 6 milioni di euro;
   con questo sistema, secondo la procura, sono stati realizzati i bilanci falsi. Rendiconti corretti solo formalmente che in realtà erano appoggiati alla cassaforte del prestito sociale. La bolla immobiliare è stata scoperta nel novembre 2013 da un socio, che in un esposto alla procura aveva evidenziato alcune operazioni di compravendita non chiare;
   a questo buco, si legge nel provvedimento in cui la procura chiede al tribunale civile il fallimento delle cooperative operaie e l'immediata adozione di provvedimenti per tutelare il patrimonio con la nomina di un amministratore giudiziario, «si aggiunge l'emorragia del prestito sociale sceso da 122 a 103 milioni nei primi mesi del 2014». Ma, continua il provvedimento, «questi 103 milioni di euro le Coop non li hanno. Si reggevano sulla speranza che i prestatori se ne rimanessero buoni a casa e non venisse a quasi nessuno in mente di recarsi allo sportello di via Gallina a chiedere di ritirare il proprio denaro». Ieri lo sportello era chiuso per «guasto tecnico»;
   le Coop Nord Est hanno un'ipoteca pesantissima sull'immobile delle Torri d'Europa. Lo ha rivelato ai pm Federico Frezza e Matteo Tripani l'ex direttore generale Pier Paolo Della Valle. Nell'interrogatorio come persona informata sui fatti Della Valle ha spiegato quale è la posta in gioco dietro al prestito complessivo di 8 milioni di euro concesso con la garanzia delle Coop Nord Est dal Consorzio cooperativo finanziario per lo sviluppo, la holding di Reggio Emilia riconducibile alla LegaCoop di Bologna e all'universo delle cooperative «rosse», di cui interpreti primarie sono appunto le Coop Nordest;
   si tratta di un prestito che deve essere restituito entro la fine dell'anno. «Nel contratto – ha spiegato Della Valle c’è una clausola per cui in caso di mancata restituzione del denaro, il garante Coop Nord Est ha una prelazione sull'immobile delle Torri d'Europa». L'articolo 3 del contratto infatti prevede che il finanziamento iniziale di 5 milioni di euro debba essere restituito, maggiorato degli interessi, in un'unica soluzione decorsi 6 mesi dalla data della prima erogazione, il 27 giugno. Quindi entro il 26 dicembre le cooperative operaie dovrebbero reperire altri 5 milioni di euro da restituire con gli interessi. Un'ipotesi difficile dal momento che il 25 settembre 2014 le Coop Operaie hanno chiesto al medesimo consorzio altri 3 milioni di euro;
   il presidente delle cooperative Nord Est, Paolo Cattabiani nel suo interrogatorio non ha fatto mistero dei piani della holding, della LegaCoop. «Il nostro proposito – ha detto il manager durante l'interrogatorio in Procura – è di costituire una società immobiliare che acquisti dalle cooperative) operaie 25 negozi, poco più della metà degli esistenti. Con il denaro che le cooperative operaie percepirebbero (circa 60 milioni di euro) dovrebbero far fronte ai debiti con i fornitori e al prestito sociale. I negozi verrebbero affittati dalla società immobiliare alle cooperative operaie che quindi proseguirebbero con la gestione ordinaria. Gli altri negozi (in tutto sono 45) verrebbero venduti a terzi o chiusi» –:
   di quali elementi disponga in relazione alla vicenda esposta in premessa e se intenda promuovere un'iniziativa ispettiva in relazione alla situazione patrimoniale delle citate cooperative;
   se sia noto a cosa sia dovuta la riduzione da 122 a 103 milioni di euro, all'inizio del 2014, del capitale versato dai soci, e in particolare quali componenti siano venute a mancare. (4-06570)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cooperativa

holding

locazione immobiliare