ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06565

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 316 del 23/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 23/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 23/10/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06565
presentato da
RICCIATTI Lara
testo di
Giovedì 23 ottobre 2014, seduta n. 316

   RICCIATTI. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   con decreto ministeriale del 27 marzo 2014 il Ministero della giustizia ha disposto la soppressione della casa mandamentale di Macerata Feltria (Pu);
   la struttura, un piccolo istituto realizzato negli anni Settanta a circa 50 chilometri da Pesaro, è considerata unanimemente una delle esperienze di politica penitenziaria più avanzate dal punto di vista dell'attività rieducativa e riabilitativa dei detenuti;
   la casa mandamentale di Macerata Feltria, infatti, è un istituto a vigilanza attenuata che ospita detenuti a fine pena impegnati in lavori agricoli, assegnati al lavoro esterno ex articolo 21 O.P., e impiegati nel settore vitivinicolo con contratti a tempo indeterminato;
   nel corso degli ultimi anni sono stati fatti importanti investimenti al fine di potenziare le attività agricole nelle quali sono impegnati i soggetti ristretti, attività che vanno dalla florovivaistica in serra, all'apicoltura, alla coltivazione e produzione di zafferano;
   tali attività, che si svolgono in un'area di due ettari, sono il frutto di una intensa collaborazione tra diversi soggetti, pubblici e privati, a partire dal comune di Macerata Feltria – che si è, peraltro, reso disponibile ad estendere la concessione di terreni da adibire ad uso agricolo per tale progetto –, ma anche diversi enti locali, la direzione della casa circondariale di Pesaro, la cooperativa «La Mimosa» – che ha maturato nel tempo una grande esperienza di lavoro con soggetti svantaggiati –, la magistratura di sorveglianza – che ha favorito il progetto –, gli operatori di Pesaro, educatori, assistenti sociali e psicologi che si sono attivati per la riuscita dell'iniziativa, nonché il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria – che ha finanziato il progetto occupandosi dell'impianto delle attività –, e la provincia di Pesaro con il FAI che hanno finanziato la formazione dei detenuti;
   la notizia della soppressione della casa mandamentale ha suscitato nel territorio marchigiano una reazione di incredulità che ha spinto le istituzioni territoriali ad intervenire pubblicamente al fine di salvare la struttura e l'esperienza maturata;
   si citano, in particolare, due mozioni a firma del presidente del consiglio regionale delle Marche Vittoriano Solazzi e del consigliere regionale dei verdi Adriano Cardogna;
   nella stessa direzione il Garante dei diritti dei detenuti delle Marche, Italo Tanoni, che ha inviato una lettera al Ministro interrogato, nella quale auspica il mantenimento della casa mandamentale di Macerata Feltria;
   il Ministro interrogato all'indomani del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa che accoglieva positivamente «l'impegno delle autorità italiane a risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri in Italia»; dichiarava agli organi di stampa la sua soddisfazione, ammonendo però che «il fatto che non si parli più di condizioni degradanti non significa che siamo ancora ai livelli auspicabili nel sistema della pena e soprattutto è un'occasione per cambiarla, per utilizzare pene alternative, introdurre più lavoro in carcere»;
   la funzione Pubblica CGIL, preoccupata per i riflessi sui livelli occupazionali della chiusura della casa mandamentale e per la sorte dei 9 custodi civili, aveva caldeggiato, anche a livello nazionale, soluzioni capaci di garantire la continuità del sistema penitenziario nelle Marche anche mediante riconversione in struttura per detenuti-semiliberi o in lavoro all'esterno o, in alternativa – come proposto dal provveditore dottoressa Ilse Runsteni – in istituto a custodia Attenuata (ICAM) dedicata alle detenute madri di cui alla legge 21 aprile 2011 n. 62, che prevede «a decorrere dal 1o gennaio 2014, la permanenza di madri con prole sino a 6 anni in custodia cautelare o detenzione, presso Istituti dedicati a custodia attenuata per detenute madri» al fine di evitare ai bambini l'esperienza durissima della vita in carcere –:
   se non ritenga il Ministro, coerentemente con quanto dichiarato circa la necessità di introdurre più lavoro in carcere, di rendere in considerazione possibili ipotesi di riconversione della casa mandamentale di Macerata Feltria, evitando di smantellare una esperienza considerata dallo stesso Ministero un esempio a cui ispirarsi nel percorso di recupero dei detenuti, non disperdendo gli importanti investimenti effettuati negli anni nell'azienda agricola costituita nella struttura e salvaguardando i livelli occupazionali del territorio. (4-06565)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

detenuto

terreno agricolo

piano di finanziamento