ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06553

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 316 del 23/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: PRATAVIERA EMANUELE
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 23/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'INTERNO 23/10/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 05/03/2015
Stato iter:
08/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/09/2015
LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/09/2015

CONCLUSO IL 08/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06553
presentato da
PRATAVIERA Emanuele
testo di
Giovedì 23 ottobre 2014, seduta n. 316

   PRATAVIERA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   in numerosi Paesi europei, tra i quali la Francia e la Gran Bretagna, ed extraeuropei, come gli Stati Uniti, l'epidemia di Ebola che ha colpito l'Africa occidentale ha determinato l'adozione di misure preventive significative;
   tra le misure preventive, tese ad impedire la propagazione del contagio, spiccano i controlli sanitari alle frontiere aeroportuali, effettuati da team specializzati con l'ausilio di apposita strumentazione, come i termometri a distanza, già in uso al John Fitzgerald Kennedy di New York;
   tra i Paesi che stanno ricorrendo a questo genere di misure non figura al momento l'Italia;
   le compagnie aeree del Belgio, della Francia e del Marocco continuano ad effettuare voli negli Stati maggiormente colpiti dall'epidemia;
   tra gli aeroporti del nostro Paese maggiormente a rischio, oltre a quello di Fiumicino, dove le misure preventive consistono al momento solo nel pre-posizionamento di un'autoambulanza attrezzata, ed agli scali di Malpensa e Linate, vi è il Marco Polo di Venezia, destinatario di un volume di traffico passeggeri assolutamente rilevante;
   il polo aeroportuale di Venezia, che comprende anche lo scalo di Treviso, ha avuto oltre 10,5 milioni di passeggeri nel 2013;
   a dispetto dell'ingente flusso turistico diretto a Venezia, al Marco Polo sarebbe operativa soltanto una task-force, di cui sono ignote dimensioni, capacità ed attività, e comunque non risulta che sia attivo alcuno screening dei passeggeri in arrivo da aree a rischio Ebola –:
   quale siano le ragioni per le quali il Governo italiano non ha finora adottato misure di controllo e di profilassi agli aeroporti simili a quelle deliberate dai Paesi dimostratisi più prudenti nel fronteggiare l'emergenza e cosa si attenda ancora a proteggere almeno gli scali interessati dai più grandi volumi di traffico, come il Marco Polo di Venezia, con precauzioni più significative ed incisive.
(4-06553)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 8 settembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 477
4-06553
presentata da
PRATAVIERA Emanuele

  Risposta. — Si risponde all'interrogazione parlamentare in esame, a seguito di delega della Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Il Ministero della salute, in relazione al diffondersi dell'epidemia di malattia da virus ebola nei Paesi dell'Africa occidentale, ha emanato, fin dal 4 aprile 2014, una serie di circolari per il rafforzamento della vigilanza sanitaria in corrispondenza dei punti di ingresso internazionali (porti ed aeroporti) e all'interno del territorio nazionale.
  Le misure di sorveglianza adottate in Italia sono in linea con quelle adottate negli altri Stati membri dell'Unione europea, e sono state ripetutamente oggetto di confronto e discussione nell'ambito sia del Comitato per la sicurezza sanitaria dell'Unione europea sia della rete comunitaria per la sorveglianza e risposta rapida.
  Nei Paesi dell'Unione europea, anche sulla base dell'avviso del Centro europeo controllo malattie, non vengono effettuati in maniera generalizzata «screening» in ingresso sui viaggiatori provenienti dai Paesi affetti da Ebola.
  Gli aeroporti italiani non sono destinatari di voli diretti dai Paesi affetti da malattia da virus ebola: pertanto, non è fattibile, presso gli aeroporti italiani, la messa in atto delle misure di sorveglianza attuate presso hub internazionali quali l'Aeroporto «J.F. Kennedy» di New York o l'aeroporto «Heathrow» di Londra, in cui è possibile individuare i voli provenienti direttamente dai Paesi affetti.
  Non a caso, negli altri aeroporti del Regno Unito e nella quasi totalità degli scali aeroportuali degli Stati Uniti d'America, in cui arrivano solo voli indiretti dalle zone affette, non viene effettuata vigilanza sanitaria all'arrivo.
  D'altra parte, però, anche in Italia, nel periodo in cui la Nigeria è stata affetta da malattia da virus Ebola (fino al 19 ottobre 2014), i voli provenienti direttamente da quel Paese sono stati sottoposti, al loro arrivo presso l'Aeroporto di Fiumicino, a controlli sanitari da parte dell'Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera di Fiumicino.
  In ogni caso, il Ministero della salute, per mezzo dei propri Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf), effettua le attività di sorveglianza sanitaria al momento dell'arrivo presso gli aeroporti nazionali nei confronti delle persone provenienti dai Paesi affetti da ebola segnalate dalle organizzazioni non governative impegnate in loco in progetti di supporto sanitario ed umanitario, dal Ministero degli affari esteri e da Agenzie delle Nazioni Unite.
  Tali controlli riguardano gli operatori, sia sanitari che di altre professionalità, impegnati nelle aree affette in progetti di organizzazioni non governative, attivati sotto l'egida e con il finanziamento del Ministero degli affari esteri, ma vengono effettuati anche su personale di Agenzie delle Nazioni Unite (ad esempio FAO e World Food Program) con sede in Italia, nonché su altre persone in arrivo dalle aree affette segnalate dal Ministero degli affari esteri o da altre istituzioni, quali Università o Agenzie di formazione.
  I controlli, peraltro, eccedono le raccomandazioni temporanee per l'epidemia di malattia da virus ebola in Africa occidentale emanate dal direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità l'8 agosto 2014, e successivamente aggiornate il 22 settembre 2014, il 23 ottobre 2014, il 21 gennaio 2015 e 10 aprile 2015, che prevedono l'effettuazione di screening dei viaggiatori internazionali in uscita dalle aree affette, ma di fatto sconsigliano, per lo sfavorevole rapporto costo-beneficio e la dubbia utilità, l'applicazione di screening in ingresso.
  Sulla base delle segnalazioni pervenute dalle citate organizzazioni ed amministrazioni, alla data del 5 maggio 2015, oltre 430 persone sono state sottoposte a controlli al momento dell'arrivo presso gli aeroporti italiani da personale degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera.
  Tutte queste persone, asintomatiche al momento del controllo, sono state segnalate per la successiva sorveglianza sul territorio nazionale alle strutture del Servizio sanitario nazionale competenti per il loro luogo di residenza/domicilio.
  Le procedure sono state costantemente oggetto di affinamento e standardizzazione, da ultimo con la circolare del 13 febbraio 2015.
  La maggior parte delle attività di controllo al momento dell'arrivo ha riguardato gli aeroporti internazionali di Roma-Fiumicino (65,8 per cento) e di Malpensa (17,3 per cento), mentre gli altri scali aeroportuali nazionali sono stati interessati in maniera del tutto marginale.
  Per quanto riguarda gli aeroporti del Veneto, la procedura di sorveglianza all'arrivo di persone segnalate è stata attivata 6 volte presso l'aeroporto di Venezia e 1 volta presso quello di Verona; nessuna segnalazione ha riguardato l'aeroporto di Treviso.
  In tutti i casi in cui è stato necessario, il personale dell'Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera di Trieste, unità territoriale di Venezia, competente per i punti di ingresso internazionali situati nel Veneto, è intervenuto per la messa in atto delle attività di propria competenza (profilassi internazionale).
  Presso l'ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera-Trieste, unità territoriale di Venezia, prestano al momento servizio 18 unità di personale, incluso il direttore dell'Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera (dirigente di II fascia), di cui 5 medici, 5 tecnici della prevenzione e 8 unità afferenti ai settori amministrativo e tecnico dei servizi, per un territorio che comprende l'intera Regione del Veneto, le Province autonome di Trento e Bolzano e i punti di ingresso internazioni (porti, aeroporti e interporti) in queste presenti.
  Nonostante le molteplici richieste avanzate, anche in sede di predisposizione di provvedimenti normativi, il blocco delle assunzioni non ha finora permesso un rafforzamento del contingente di personale in servizio, come sarebbe opportuno non solo presso l'unità territoriale di Venezia, ma anche negli altri uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, che continuano ad assicurare lo svolgimento dei compiti istituzionali, a fronte di grandi e costanti sforzi per ottimizzare le risorse a disposizione.
  Per gli aspetti di competenza, l'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac) ha inteso precisare che, in merito alle misure di rafforzamento dei controlli presso gli aeroporti nazionali ed al potenziamento della campagna di informazione sul virus ebola rivolta ai passeggeri, ha provveduto a raccomandare agli operatori del settore l'applicazione scrupolosa, per gli aspetti di competenza, delle procedure indicate dal Ministero della salute, in merito alla prevenzione e alla gestione di eventuali casi sospetti.
  A tal fine, il direttore generale dell'Enac ha inviato una lettera ad Assoaeroporti, ai gestori aeroportuali, ai vettori nazionali e ai vettori stranieri operanti in Italia, dandone informazione anche al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministero della salute, e chiedendo alle proprie direzioni aeroportuali e alle direzioni «operazioni» di vigilare attentamente affinché tali misure siano messe in atto.
  In particolare l'Enac, ha evidenziato la necessità di rispettare le procedure di contact tracing (schede di individuazione dei passeggeri ai fini di sanità pubblica) e, soprattutto per gli aeroporti, di curare gli aspetti relativi alle informazioni da fornire ai passeggeri in arrivo e in partenza, mediante l'esposizione di poster e la consegna di flyer informativi forniti dal Ministero della salute.
  Le indicazioni del Ministero della salute, inoltre, devono essere rese disponibili anche per i passeggeri di eventuali altre tipologie di traffico presenti nello scalo.
  Nella lettera vengono allegati i documenti e il materiale da affiggere negli aeroporti e da distribuire ai passeggeri, materiale già da tempo pubblicato sul portale dell'Ente www.enac.gov.it.
  L'Enac ha invitato i passeggeri con eventuali dubbi o necessità di ulteriori informazioni relative alle procedure da seguire, a rivolgersi preventivamente sia ai vettori aerei al momento dell'acquisto del biglietto, sia ai punti di informazione presso gli scali nazionali se già in aeroporto.
La Ministra della saluteBeatrice Lorenzin.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

controllo alla frontiera

controllo sanitario

regolamentazione doganale