ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06344

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 306 del 09/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: BRAMBILLA MICHELA VITTORIA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 09/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 09/10/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06344
presentato da
BRAMBILLA Michela Vittoria
testo di
Giovedì 9 ottobre 2014, seduta n. 306

   BRAMBILLA. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   è noto che la produzione di mozzarella di bufala, praticata in molte zone del Paese, vanta una lunga tradizione soprattutto nella provincia di Caserta, tra Aversa, Mondragone, Cancello ed Amone e il litorale Domizio (di competenza del distretto Asl veterinario n. 40) persista il fenomeno dell'uccisione deliberata e anche dell'abbandono dei cuccioli maschi vivi di bufalo che non sono inseriti nella filiera della produzione zootecnica della mozzarella e privi di marchio auricolare;
   la filiera della «mozzarella di bufala», riconosciuta come prodotto DOP, richiede il latte delle bufale le quali devono essere ingravidate regolarmente per poterlo produrre;
   è evidente che, dal punto di vista statistico, il numero delle nascite di cuccioli maschi può essere agevolmente stimato sulla base del numero delle bufale inserite nel registro zootecnico obbligatorio, i cui dati sono pubblici e conosciuti sia dalle Asl territorialmente competenti che dalle autorità di polizia;
   in ragione delle circa 40.000 bufale regolarmente iscritte nell'anagrafe territoriale e conseguentemente munite di marchio auricolare, negli allevamenti dovrebbero essere presenti anche 15.000 bufali maschi all'incirca;
   considerando la natalità registrata e la presenza nettamente prevalente di esemplari femmina negli allevamenti, c’è da chiedersi che fine facciano, ad ogni stagione di riproduzione, circa 15 mila bufali maschi, domanda che lo stesso veterinario Asl e qualunque autorità territoriale sanitaria e di polizia, dovrebbe porsi, verificando quale sia stata la sorte di questi animali e se lo smaltimento delle carcasse sia stato debitamente certificato;
   poiché l'abbattimento a norma di legge e il relativo smaltimento hanno i loro costi, è consuetudine, nella zona, ricorrere a metodi illegali. Ciò è facilmente verificabile, anche per ammissione di molti allevatori che, considerando la nascita dei bufali maschi del tutto inutile ed indesiderata, perché non sfruttati nella filiera di produzione, provvedono senza troppe remore all'eliminazione, anche con metodi crudeli, e allo smaltimento degli stessi. In tal modo non soltanto si compiono i reati di maltrattamento e uccisione di animali, ma l'interramento illegale delle carcasse o l'abbandono in prossimità dei tanti canali di scolo e piccoli fiumi locali, pratiche ampiamente diffuse, mettono in serio pericolo la salute pubblica;
   tali sistemi sono ben noti e diffusi sul territorio e non risulta all'interrogante che sia mai stata svolta un'indagine approfondita né tantomeno vi sia stato un intervento sistematico su questa specifica e grave problematica, mentre controlli «puntuali» effettuati dei Nas e dal Noe hanno consentito di evidenziare, a carico di moltissime aziende di produzione e trasformazione, seri problemi igienico-sanitari: dalla brucellosi presente negli allevamenti (patologia zoonosica e quindi trasmissibile all'uomo) fino alla adulterazione dei prodotti caseari –:
   quali iniziative ordinarie o straordinarie, i Ministri interrogati intendano adottare per garantire che non siano reiterate le condotte di maltrattamento e uccisione di animali, sia azzerato il rischio di inquinamento delle falde acquifere a causa dello smaltimento illegale delle carcasse, sia tutelata l'immagine di un prodotto alimentare, apprezzato all'estero e collegato all'Italia nella mente dei consumatori di tutto il mondo, che non dovrebbe causare, né direttamente né indirettamente, tali sofferenze e danni al territorio. (4-06344)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

certificato sanitario

legislazione veterinaria

inquinamento idrico