ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06122

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 297 del 24/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 24/09/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 24/09/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 24/09/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 14/11/2014
Stato iter:
08/04/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2015
DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/04/2015

CONCLUSO IL 08/04/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06122
presentato da
MELILLA Gianni
testo di
Mercoledì 24 settembre 2014, seduta n. 297

   MELILLA e RICCIATTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   a Sulmona la SNAM prevede la costruzione di una centrale di compressione e spinta su una superficie di circa 12 ettari, con 3 turbo compressori alimentati a gas di 11 megawatt termici, un camino alto 14 metri e tre caldaie con camini alti 6,5 metri;
   il metanodotto e la centrale si collocano in un'area ad alto rischio sismico nei pressi della faglia attiva del Monte Morrone, il sito è incompatibile con il piano regolatore generale di Sulmona che prevede una zona a verde agricolo escludendo ogni impianto industriale;
   inoltre, la centrale sarebbe in un contesto ambientale di grande pregio naturalistico, praticamente la porta d'accesso al parco nazionale della Majella-Morrone, su cui poggiano tanti progetti di sviluppo turistico in una zona tra le più depresse dal punto di vista occupazionale d'Abruzzo;
   proprio in questi giorni in una grande assemblea pubblica a Sulmona, gli enti locali e la regione Abruzzo hanno manifestato netta contrarietà a questo progetto, in piena sintonia con un grande movimento sociale e dei cittadini, chiedendo il rinvio della conferenza dei servizi convocata dal Ministero dello sviluppo economico per il 30 settembre 2014;
   per questo sarebbe necessario;
    a) revocare i decreti ministeriali relativi al metanodotto rete adriatica e alla costruzione della centrale di compressione e spinta della Snam a Sulmona stante ad avviso dell'interrogante il palese contrasto con le disposizioni comunitarie e nazionali che impongono la valutazione complessiva degli interventi proposti;
    b) rinunciare all'impugnativa della legge della regione Abruzzo n. 14 del 7 giugno 2013 per l'assoluta irragionevolezza di questa scelta avendo la regione Abruzzo recepito una prescrizione della commissione nazionale VIA in merito alla necessità di studi sismici di dettaglio, in una zona ad alto rischio sismico come è Sulmona nel quadro della catena montuosa degli Appennini Abruzzesi –:
   se non ritengano necessario e doveroso fermare ogni procedura autorizzativa in atto e disporre, come peraltro indicato dalla Commissione ambiente della Camera dei deputati con una risoluzione approvata nel 2011, la modifica del tracciato escludendo la dorsale appenninica, sconvocando la riunione del 30 settembre 2014, stante la richiesta in questo senso della regione Abruzzo. (4-06122)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 8 aprile 2015
nell'allegato B della seduta n. 404
4-06122
presentata da
MELILLA Gianni

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo si rappresentano i seguenti elementi.
  La Rete Adriatica è un'iniziativa di potenziamento del sistema di trasporto del gas dal Sud Italia verso il Nord, progettata in base ai programmi di utilizzo dei punti di entrata esistenti ed alle iniziative in atto o previste dagli operatori del settore gas per crearne di nuovi (ad esempio Tap e nuovi impianti di Gnl).
  Tale Rete ha, indubbiamente, una valenza strategica per il sistema di trasporto nazionale per diverse ragioni:
   in primo luogo, perché l'incremento delle capacità dei punti di entrata della rete italiana garantirà la copertura del fabbisogno energetico del Paese nel medio-lungo termine;
   in secondo luogo, perché permetterà la realizzazione di capacità in esportazione dai punti di uscita del Nord Italia verso l'Europa settentrionale ed orientale, consentendo una reale integrazione delle reti di trasporto dei diversi Paesi europei;
   in terzo luogo, perché consentirà di diversificare i corridoi di attraversamento del Paese, conferendo maggiore sicurezza e affidabilità al sistema di trasporto del gas.

  La Rete Adriatica è costituita dai seguenti cinque tratti di gasdotti funzionalmente autonomi:
   1) Massafra-Biccari, autorizzato, costruito ed in esercizio;
   2) Biccari-Campochiaro, autorizzato ed in fase di costruzione;
   3) Sulmona-Foligno, procedimento in corso;
   4) Foligno-Sestino, procedimento in corso;
   5) Sestino-Minerbio, procedimento chiuso con esito favorevole, decreto di autorizzazione in fase di emissione.

  È inoltre prevista la realizzazione a Sulmona (Aquila) di un «impianto di compressione del gas» della potenza di circa 33 MW, la cui ubicazione è posta in corrispondenza della rete esistente dei metanodotti di Snam Rete Gas che già oggi confluiscono a Sulmona.
  Ogni tratto è funzionalmente autonomo e quindi può esistere indipendentemente dagli altri e garantisce quota parte degli obiettivi complessivi della Rete Adriatica.
  Infatti, oltre alle finalità generali descritte in precedenza, i diversi tratti consentono di raggiungere anche una serie di obiettivi parziali, in particolare, il potenziamento delle reti regionali esistenti, l'aumento della flessibilità e della affidabilità del sistema locale di trasporto. Tutti i tratti hanno ottenuto la pronuncia di compatibilità ambientale favorevole dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  Per quanto concerne la scelta del tracciato e l'ubicazione dell'impianto di compressione a Sulmona, la ricerca di un corridoio idoneo ad ospitare la Rete Adriatica è stata in prima battuta indirizzata in prossimità della linea di costa adriatica. Una volta, però, constatata la preclusione di questa fascia territoriale, per cause ambientali e/o geologiche e/o urbanistiche, la ricerca del tracciato si è progressivamente spostata nell'entroterra, fino ad individuare, in prossimità dello spartiacque appenninico, la direttrice migliore in termini di continuità, sicurezza e compatibilità ambientale.
  Per la parte sud della Rete Adriatica, il posizionamento del tracciato non ha incontrato ostacoli fino a Biccari (Foggia). Successivamente, la scelta del corridoio è stata condizionata dall'impossibilità di trovare una via percorribile, che da Biccari (Foggia) si spingesse in prossimità della fascia costiera, risalendo verso nord, in direzione di Pescara. Ciò a causa delle criticità geologiche presenti, soprattutto nel tratto Biccari-San Salvo, e per l'elevato grado di urbanizzazione che caratterizza tutta la linea di costa.
  Per i suddetti motivi, in corrispondenza di Biccari (Foggia), si è dovuta abbandonare l'ipotesi di un tracciato prossimo alla costa e puntare verso l'interno, in direzione di Campochiaro (Campobasso). Qui, la presenza di un altro metanodotto e quindi un corridoio allo stesso collegato ha, di fatto, obbligato la prosecuzione del nuovo tracciato, lungo questa direttrice, fino a Sulmona (Aquila). Questo tratto di metanodotto (denominato Campochiaro-Sulmona) è già stato realizzato ed è in esercizio.
  La Rete in progetto è frutto di una attenta analisi eco-sistemica di dettaglio che ha portato alla scelta di un tracciato che assicura la maggiore compatibilità ambientale possibile. Tale assunto si basa sul presupposto fondamentale che l'opera è totalmente interrata e al termine dei lavori le aree interessate saranno oggetto di accurate opere di ripristino, sia relativamente alle aree agricole, che alle aree incolte, alle aree boschive e in generale in tutte le aree naturali.
  In particolare il tracciato del metanodotto «Sulmona-Foligno» è stato individuato dopo una dettagliata analisi di campo, di geologia, geomorfologia e idrogeologia del territorio, con particolare attenzione ai bacini fluviali principali ed a tutti i corsi d'acqua, anche minori, interferiti, alla natura dei terreni ed alle stratigrafie, elaborando specifiche schede per ogni corso d'acqua progettando le più opportune modalità di attraversamento fluviale e di ripristino morfologico.
  Sono stati analizzati i piani paesistici delle regioni Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche ed è stata posta particolare attenzione a dispositivi di legge a carattere regionale previsti per la tutela dell'assetto idrogeologico.
  Il tracciato del metanodotto in progetto è stato quindi individuato secondo una direttrice che riduce il più possibile le interferenze con aree sottoposte a vincolo idrogeologico e fenomeni gravitativi.
  Un altro dei motivi di preoccupazione che sono stati sollevati nell'interrogazione riguarda l'interferenza con parchi nazionali e regionali.
  Tale interferenza si riscontra effettivamente nel lotto funzionale relativo al metanodotto «Sulmona-Foligno»: quest'ultimo, nella prima ipotesi di progetto, prevedeva l'attraversamento di due parchi nazionali e di uno regionale.
  A seguito di alcune varianti di progetto, la condotta non attraversa più il parco nazionale dei Sibillini, originariamente intersecato in corrispondenza della piana di Norcia, e il parco regionale Sirente-Velino, inizialmente interessato nei pressi del comune di Prata D'Ansidonia. Il metanodotto interesserà territorialmente il parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga, ma in misura molto limitata, circa 1 km e, comunque, nei settori più antropizzati.
  Ulteriore motivo di preoccupazione più volte richiamato dagli oppositori al progetto afferisce al rischio sismico delle aree della aree attraversate dal metanodotto.
  Per vero, il tracciato dei metanodotti è stato definito scegliendo i lineamenti morfologici e geologici più sicuri (fondovalle, terrazzi, dorsali, eccetera) e comunque lontani dalle aree interessate, anche solo potenzialmente, da dissesti idrogeologici. Nello specifico, le principali strutture sismogenetiche, quali per esempio quelle presenti nel territorio aquilano attivatesi in occasione dell'evento sismico del 6 aprile 2009, non vengono mai interessate dall'opera in progetto.
  In sede progettuale, inoltre, sono stati presi in considerazione dalla società proponente gli effetti diretti di un sisma potenziale sulle tubazioni interrate, sottoponendo il metanodotto in progetto a verifica strutturale allo scuotimento sismico (
shaking) seguendo le indicazioni della normativa americana Asce (American Society of Civil Engineers) guidelines for the seismic design of oil and gas pipeline systems 1984.
  Da essa si evince che, nelle aree ad elevata sismicità, le dimensioni di progetto adottate per la trincea di posa della condotta, unitamente alle caratteristiche di duttilità e flessibilità delle tubazioni in acciaio permettono alla tubazione di sopportare agevolmente le eventuali deformazioni indotte dal sisma. I risultati di tali verifiche hanno, di fatto, evidenziato l'idoneità dello spessore della tubazione a sopportare le sollecitazioni trasmesse dal movimento transitorio del terreno durante l'evento sismico.
  Conferma della sostanziale correttezza di quanto emerso dalle verifiche condotte dalla società proponente, è data da una valutazione di tipo storicistico.
  Anche in letteratura tecnica internazionale non sono riportati casi di danni a tubazioni integre in acciaio, saldate e controllate con le attuali tecniche, per effetto dello scuotimento sismico del terreno.
  Le condotte sono comunque periodicamente controllate dalla Società gestore della rete nazionale gas dall'interno, con apparecchiature automatiche che rilevano qualsiasi variazione di spessore dell'acciaio e fenomeni corrosivi eventualmente in atto.
  Per quanto attiene alla presunta concentrazione di «sostanze inquinanti» emesse dall'impianto di compressione, in ragione della particolare conformazione orografica della valle su cui verrebbe ad insistere l'impianto, si fa presente che le emissioni prodotte sono costituite dagli ossidi di azoto (NOx) e dal monossido di carbonio (CO) e provengono sostanzialmente dal processo di combustione del gas naturale nelle turbine a gas; nello studio di impatto ambientale la Snam Rete Gas ha effettuato idonee simulazioni sulla dispersione di codeste emissioni in atmosfera.
  Le simulazioni, che hanno tenuto in considerazione la conformazione del territorio e le caratteristiche meteoclimatiche dell'area (compresi i ristagni dell'aria), hanno confermato che i livelli di concentrazione delle emissioni sono molto bassi e comunque circoscritti alle immediate vicinanze dell'impianto. I risultati delle simulazioni sono da considerarsi conservativi in quanto è stato ipotizzato l'esercizio più gravoso dell'impianto con un funzionamento contemporaneo di due unità di compressione alla massima potenza.
  Al riguardo giova ricordare inoltre che il funzionamento dell'impianto di Sulmona, così come per tutti gli altri 11 impianti di compressione di Snam Rete Gas in esercizio, sarà a carico variabile e di tipo intermittente in funzione dell'assetto di trasporto, determinando pertanto quantitativi emessi inferiori ai risultati delle simulazioni.
  In particolare, sono garantiti valori limite di emissione di 50 mg/Nm3 di NOx e di 100 mg/Nm3 di CO. Tali livelli di concentrazione rispettano ampiamente i valori limite prescritti dalla normativa vigente (25 volte inferiore per NOx e 100 volte inferiore per CO).
  In ogni caso, è con il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale di competenza della regione Abruzzo, attraverso la quale l'autorità amministrativa vicina alle popolazioni delle aree interessate dall'impianto di compressione, verifica la compatibilità dell'attività con i limiti di tutela e salvaguardia, prescrivendo misure puntuali a tutela dei corpi ricettori.
  Infine si vuole ricordare, il tavolo tecnico-istituzionale sul gasdotto Sulmona-Foligno e l'impianto di spinta di Sulmona che si è tenuto presso il MISE il 12 settembre 2014. Nel corso dell'incontro sono state approfondite da Snam Rete Gas su richiesta della regione e del comune di Sulmona la alternativa a mare del tracciato del gasdotto e l'ubicazione a Cupello dell'impianto di spinta.
  Il tavolo di confronto si è chiuso dopo aver appreso le criticità insuperabili delle alternative presentate dalla società con le seguenti indicazioni emerse in tale sede:
   1) evitare qualsiasi ipotesi che porti alla riapertura
ex novo delle procedure autorizzative che allungherebbero i tempi di altri sei anni;
   2) evitare che si moltiplichino i centri di conflitto e soluzioni che non servono al potenziamento della rete energetica delle regioni interessate (Umbria ed Abruzzo);
   3) conferma che i costi aggiuntivi ammonterebbero a 650 milioni euro di cui non potrebbe farsi carico lo Stato, ma potrebbero essere caricati sulle bollette degli utenti;
   4) riguardo la centrale di compressione è da confermarsi il sito di Sulmona quale scelta migliore per la funzione di spinta all'interno delle condotte che si snodano lungo il tratto Sulmona-Foligno.

  In conclusione si è constatata l'impossibilità sia di modificare il tracciato spostandolo dalla dorsale appenninica alla costa adriatica sia di collocare l'impianto di spinta in un sito all'interno del comune di Cupello spostandolo da Sulmona.
  Entrambi i procedimenti di autorizzazione e dell'impianto di spinta e del metanodotto Sulmona-Foligno sono stati avviati dal Ministero dello sviluppo economico: il primo ha chiuso la conferenza dei servizi con la determinazione del responsabile del procedimento sul prosieguo dell’
iter istruttorio presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ai sensi dell'articolo 14-quater della legge n. 241 del 1990 per il superamento del dissenso con la regione Abruzzo; nell'ambito del secondo procedimento concernente il metanodotto Sulmona-Foligno è stata indetta una riunione istruttoria di conferenza dei servizi il 24 febbraio 2015.
  Si fa presente, infine, che la regione Abruzzo ha emanato nell'arco di due anni, il 19 giugno 2012 la legge regionale n. 28, e il 7 giugno 2013 legge regionale n. 14 che, in via generale sul proprio territorio, nelle aree sismiche classificate di prima categoria, vietavano la localizzazione e la realizzazione di oleodotti e gasdotti con diametro superiore o uguale a 800 mm e lunghezza superiore a 40 chilometri (caratteristiche dei metanodotti della Rete nazionale gas) e di impianti termoelettrici e di compressione a gas naturale connessi ai metanodotti nelle zone di area sismica. Su entrambe le leggi il Ministero dello sviluppo economico ha sollevato l'eccezione di costituzionalità e su entrambe le leggi la Corte ha sentenziato, il 3 luglio 2013 e l'8 aprile 2014, sulla illegittimità delle leggi regionali medesime condividendo le motivazioni addotte dal Ministero.

Il Viceministro dello sviluppo economicoClaudio De Vincenti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

violazione del diritto comunitario

sismologia

sisma