ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06031

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 291 del 16/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: BUSTO MIRKO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/09/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2014
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2014
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2014
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2014
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2014
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2014
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 16/09/2014
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI 16/09/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 19/11/2014
Stato iter:
12/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/03/2015
DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 12/03/2015

CONCLUSO IL 12/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06031
presentato da
BUSTO Mirko
testo di
Martedì 16 settembre 2014, seduta n. 291

   BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, SEGONI, TERZONI, ZOLEZZI e MICILLO. — Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   i rifiuti radioattivi attualmente presenti in Italia derivano, prevalentemente, dal pregresso programma nucleare, e si trovano nelle installazioni gestite dalla Sogin spa — Centrali nucleari di Trino, del Garigliano, di Latina e di Caorso, definitivamente spente negli anni ottanta, degli impianti EUREX di Saluggia ed ITREC della Trisaia (MT) dell'ex ENEA, degli impianti Plutonio ed OPEC presso il Centro della Casaccia (Roma), nel Deposito Avogadro di Saluggia (VC), della Deposito Avogadro S.p.A. — e nelle installazioni del Centro Comune di Ricerche di Ispra (VA) della Commissione Europea;
   a questi rifiuti si aggiungono i rifiuti prodotti dalle installazioni militari, quelli di origine medica, industriale e di ricerca, per i quali si registra una produzione di alcune centinaia di metri cubi l'anno. Tali rifiuti trovano collocazione presso le installazioni di alcuni operatori nazionali, le più rilevanti delle quali sono le installazioni della Nucleco, presso il Centro ENEA della Casaccia;
   in Italia, i rifiuti radioattivi sono classificati in tre categorie, secondo il grado di pericolosità radiologica:
    a) I categoria: rifiuti radioattivi la cui radioattività decade fino al livello del fondo naturale in tempi dell'ordine di mesi o al massimo di qualche anno. A questa categoria appartengono una parte dei rifiuti da impieghi medici o di ricerca scientifica;
    b) II categoria: rifiuti radioattivi a bassa/media attività o a vita breve, che perdono quasi completamente la loro radioattività in un tempo dell'ordine di qualche secolo;
    c) III categoria: rifiuti radioattivi ad alta attività o a vita lunga, per il decadimento dei quali sono necessari periodi molto più lunghi, da migliaia a centinaia di migliaia di anni;
   i rifiuti radioattivi, classificati in relazione alla tipologia dei radionuclidi presenti secondo i criteri di classificazione definiti nella guida tecnica n. 26 dell'ISPRA, ammontano, al dicembre 2012, secondo la banca dati dell'ISPRA predisposta sulla base dei dati forniti annualmente dagli esercenti, a circa 27.000 metri cubi per la prima e seconda categoria e 1.700 metri cubi per la terza;
   a tali rifiuti andranno ad aggiungersi circa 30.000 metri cubi, prevalentemente di seconda categoria, derivanti dalle operazioni di disattivazione delle installazioni;
   come è noto, non esiste in Italia un deposito centralizzato per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi di seconda categoria e per lo stoccaggio a lungo termine di quelli di terza. I rifiuti radioattivi già prodotti e quelli che continuano ad essere prodotti nelle attività di mantenimento in sicurezza degli impianti, o propedeutiche allo smantellamento, dovranno pertanto continuare ad essere stoccati presso gli stessi siti;
   il combustibile estratto (scaricato) dai reattori contiene ancora una grandissima quantità di elementi fertili (torio, uranio 238) e fissili (uranio 233, 235, plutonio) potenzialmente utilizzabili. In particolare le scorie degli attuali reattori seconda e terza generazione funzionanti ad uranio) contengono una grandissima quantità di U238 (94 per cento), una piccola quantità di U235 e di plutonio (2 per cento) una ancor minore quantità di altri nuclei pesanti (attinoidi) mentre un 3-4 per cento è dato dagli atomi «spezzati» cioè dai prodotti di fissione;
   benché il plutonio sia radiotossico, il suo recupero insieme all'uranio 233 e 235 è talvolta, attuato; il problema è che tali atomi sono frammisti ai prodotti di fissione (anch'essi altamente radiotossici) e vanno dunque separati. Tale processo è detto ritrattamento o riprocessamento delle scorie e produce da un lato nuovi elementi fertili e fissili, dall'altra delle scorie inutilizzabili ed estremamente pericolose che devono essere collocate in luoghi sicuri. Per quanto riguarda i costi, dovendo operare sul «combustibile irraggiato» cioè «spento» ovvero altamente radioattivo, il ritrattamento è una operazione estremamente onerosa e non è detto che sia sempre economicamente conveniente effettuarla;
   va considerato inoltre sottolineato che gli impianti di ritrattamento (così come quelli di arricchimento) sono ovviamente a rischio di incidente nucleare; lo stesso trasporto dei materiali da e per questi impianti è soggetto a rischi. Alcuni degli incidenti più gravi oggi noti sono infatti avvenuti in queste installazioni. Per tali motivi non è detto che il ritrattamento venga attuato (alcuni paesi come gli USA hanno deciso di non ritrattare il combustibile esausto): pertanto con «scorie» si può intendere sia il combustibile scaricato dai reattori, sia lo scarto inutilizzabile dei processi di ritrattamento. Nei due casi i volumi da smaltire (così come i rischi e le problematiche citate) sono molto differenti;
   per quanto riguarda il combustibile nucleare italiano irraggiato derivante dall'esercizio delle centrali nucleari, esso è in gran parte (circa 1630 tonnellate) stato trasferito negli anni passati nel Regno Unito. Nel 2006 è stato stipulato un accordo intergovernativo con la Francia per il riprocessamento delle 235 tonnellate restanti (190 nella centrale di Caorso e 45 nel deposito Avogadro e nella centrale di Trino). Tale accordo prevede il completamento delle operazioni di trasferimento entro il 2015 ed il rientro dei residui in Italia tra il 2020 ed il 2025. Va detto che a seguito del complesso delle operazioni di riprocessamento all'estero dovranno rientrare in Italia alcune decine di metri cubi di rifiuti condizionati ad alta attività;
   nell'audizione dell'ISPRA avvenuta presso le Commissioni VIII e X della Camera dei deputati il 30 ottobre 2013 si è appreso che nell'ambito del suddetto accordo con la Francia è stato completato nel 2010 il trasferimento delle 190 tonnellate di Caorso. Risultavano ancora da trasferire circa 30(t). Va detto che negli anni recenti il trasferimento del combustibile dai siti piemontesi, ripreso nello scorso anno, è proceduto con notevoli difficoltà anche per le note vicende della Val di Susa. Il programma sarebbe attualmente sospeso per il diniego espresso dalle autorità francesi al trasferimento dei rimanenti quantitativi in relazione, da un lato, all'assenza di una specifica autorizzazione per l'impianto di ricezione di La Hague a trattare il combustibile ad ossidi misti presente nel deposito Avogadro, e dall'altro, ed è quello più importante, sul piano più politico, alla necessità, sempre da parte francese, di avere evidenza di concreti progressi in merito alla realizzazione del deposito nazionale, destinato a ricevere i residui derivanti dalle operazioni di ritrattamento;
   la notizia della sospensione del trasferimento dei combustibili italiani in Francia è stata ripresa dalla stampa in questi giorni a seguito di una mozione presentata in consiglio regionale del Piemonte;
   la Stampa di Vercelli in data 11 settembre 2014 riportava un'intervista rilasciata dal neo Presidente di regione Sergio Chiamparino il quale afferma che i vertici SOGIN, da lui interpellati, lo avrebbero assicurato che «i viaggi riprenderanno», intendendo i vincoli oggetto dell'accordo italo francese sul riprocessamento;
   in vista della realizzazione del deposito unico nazionale, anche a seguito dell'emanazione del decreto legislativo n. 45 del 2014 di attuazione della direttiva 2011/70/EURATOM afferente alla «gestione responsabile e sicurezza del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi», pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 71 del 26 marzo 2014 che ha sancito la nascita dell'ISIN: ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, permangono dubbi e incertezze sull’iter previsto, anche in considerazione della mancata nomina dei vertici dell'ISIN stessa, tema sulla quale il primo firmatario del presente atto ha presentato già un'interrogazione (4-05411) –:
   se i Ministri interrogato non ritengano opportuno comunicare con massima trasparenza la situazione inerente l'accordo tra Francia e Italia sul trattamento di 235 tonnellate di combustibili nucleari usati italiani firmato il 24 novembre 2006 e attualmente in vigore;
   in vista della realizzazione del deposito unico nazionale ed in attesa delle nomine dell'ISIN, così come previsto dal decreto legislativo n. 45 del 2014, se il Governo non ritenga opportuno stilare e rendere pubblico un cronoprogramma certo riguardo le decisioni da adottare per configurare una policy nazionale che individui gli attori istituzionali necessari affidando loro compiti complementari e congruenti in conformità agli standard Ue ed internazionali. (4-06031)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 12 marzo 2015
nell'allegato B della seduta n. 390
4-06031
presentata da
BUSTO Mirko

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, per quanto di competenza, si rappresenta quanto segue.
  L'accordo intergovernativo tra Francia e Italia, siglato a Lucca il 24 novembre 2006, prevede il riprocessamento nell'impianto francese di La Hague di 235 tonnellate di combustibile nucleare, utilizzato presso gli impianti nucleari italiani.
  Ai sensi di tale accordo, in data 27 aprile 2007 la Società gestione impianti nucleari ha stipulato un contratto con la società francese AREVA, per il riprocessamento di combustibile nucleare irraggiato proveniente da Caorso (PC), Trino (VC), Garigliano (CE) e dal Deposito Avogadro di Saluggia (VC).
  Nel luglio 2013, il Governo francese ha rifiutato a So.G.I.N. il consenso alla spedizione dal deposito Avogadro. Le ragioni della mancata concessione dell'autorizzazione al trasporto sono state da un lato, il fatto che la licenza di esercizio dell'impianto di La Hague non consentisse di ricevere la tipologia di combustibile oggetto del trasporto e, dall'altro, che non ci fossero indicazioni chiare in merito alle prospettive di rientro del materiale riprocessato, in considerazione dello stato di avanzamento ancora embrionale della procedura di localizzazione del deposito unico nazionale in Italia.
  Nell'ottobre 2013 si è tenuto presso il Ministero dello sviluppo economico un incontro bilaterale tra Italia e Francia sul tema. La delegazione francese ha rilevato la notevole valenza politica del programma di spedizione per il proprio Governo, sostenendo che lo stesso potrà riprendere solo se saranno fornite idonee garanzie dal Governo italiano in merito al rientro del materiale riprocessato a La Hague.
  In considerazione dell'apprezzamento comunque espresso dalle autorità francesi circa gli sforzi del Governo italiano sulla questione, So.G.I.N., d'intesa con Areva ha proposto una nuova spedizione da Trino (VC) di materiale differente e compatibile con l'attuale licenza di esercizio dell'impianto di La Hague.
  Nel gennaio 2014 il Governo francese ha, tuttavia, nuovamente rifiutato il consenso alla spedizione, in ordine al fatto che è stata ritenuta prematura la ripresa dei trasporti prima del raggiungimento di tappe significative nel processo di individuazione e realizzazione del deposito unico nazionale in Italia.
  Nel novembre 2014 il Ministro Guidi ha comunicato al Ministro Royal il raggiungimento di una prima tappa significativa con l'emanazione, da parte dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, dei criteri tecnici di identificazione delle aree idonee ad accogliere il deposito nazionale e il conseguente avvio, da parte di So.G.I.N., delle attività di elaborazione della Carta nazionale dei siti, la cui consegna alle autorità italiane è prevista a breve. Essendo stato così intrapreso il procedimento che porterà alla localizzazione del deposito, secondo quanto normativamente stabilito dall'articolo 27 del decreto legislativo n. 31 del 2010, si confida in una risposta da parte del Governo francese che consenta di riprendere i trasporti del materiale da avviare a trattamento, contestualmente definendo il cronoprogramma di rientro.
  Per quanto concerne il secondo interrogativo posto dagli interroganti si evidenzia che la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi è una priorità per il Governo, come si può rilevare dalle previsioni di cui agli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 45 del 2014, ove è fornita specifica disciplina per la definizione del «programma nazionale» per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.
  L'articolo 8 del succitato decreto legislativo dispone che il programma nazionale comprenda una serie di elementi tra i quali gli obiettivi generali della politica nazionale riguardante la gestione dei combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, le tappe più significative e chiari limiti temporali per l'attuazione di tali tappe, nonché le responsabilità per l'attuazione del programma nazionale. In quella sede, pertanto, il Governo fornirà le indicazioni richieste in merito alla configurazione di una policy nazionale in materia nucleare.
  Quanto poi all'individuazione degli attori istituzionali nella materia nucleare si evidenzia che, in attesa dell'operatività dell'Isin (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione), le funzioni di Autorità di regolamentazione competente continuano a essere svolte, ai sensi dell'articolo 9 del decreto legislativo n. 45 del 2014, dal Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale dell'Ispra.
Il Viceministro dello sviluppo economicoClaudio De Vincenti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

scorie radioattive

combustibile irraggiato

combustibile nucleare