ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05467

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 260 del 09/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 09/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 09/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 09/07/2014
Stato iter:
05/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/02/2015
PINOTTI ROBERTA MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/02/2015

CONCLUSO IL 05/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05467
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Mercoledì 9 luglio 2014, seduta n. 260

   SCOTTO e DURANTI. — Al Ministro della difesa, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   risulta all'interrogante che il 7 marzo 2012 si sarebbe verificato, presso il tribunale militare di Verona, un comportamento palesemente discriminatorio nei confronti di un dipendente civile del Ministero della difesa;
   tale dipendente avrebbe ricevuto un richiamo perché la sua scelta di portare i capelli lunghi e di dotarsi di un abbigliamento informale non era consono all'ufficialità dell'ente in questione;
   una nota del 9 maggio 2012 del presidente del tribunale militare di Verona afferma che non risultano esistere ordini di servizio e/o direttive scritte dell'ente in tal senso;
   il dipendente del Ministero in questione ha deciso di non sottostare all'ordine, ritenendolo illegittimo;
   successivamente egli è stato fatto oggetto di una serie di azioni disciplinari, tra cui la privazione di un'autonoma postazione di lavoro per oltre un mese;
   si è trattato, a quanto pare, di presunto mobbing, finalizzato al pieno e totale isolamento del dipendente;
   tutto ciò ha provocato il manifestarsi di patologie psicologiche nel soggetto, tali da costringerlo a rassegnare le dimissioni per giusta causa, con le conseguenti azioni risarcitorie nei confronti dell'ente tipiche di questi casi;
   si veda in merito la motivazione della nota di dimissioni per causa di servizio del 3 febbraio 2013, nonché l’excursus degli eventi quali ripercorsi in dettaglio nelle istanze del dipendente del 3, 13 e 23 febbraio 2013 alla medesima amministrazione ai fini dell'attivazione del procedimento per il riconoscimento di infermità per causa di servizio, dichiarato inammissibile con nota del 3 aprile 2013 per sopravvenuta abrogazione dell'istituto;
   sull'argomento è già stata presentata il 26 settembre 2013 interrogazione a risposta scritta alla Commissione da un eurodeputato italiano del gruppo ALDE, l'onorevole Andrea Zanoni;
   a tale interrogazione rispose il 21 novembre 2013 Viviane Reding a nome della Commissione, spiegando che la questione se sia legittimo da parte di un datore di lavoro pubblico discriminare o molestare un dipendente sulla base del suo abbigliamento e della lunghezza dei capelli, come pure del suo aspetto generale, deve essere trattata nell'ambito del diritto nazionale –:
   quali iniziative abbiano intenzione di adottare, per quanto di competenza, per far sì che non verifichino più casi di discriminazione di questo tipo presso i tribunali militari italiani. (4-05467)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 5 febbraio 2015
nell'allegato B della seduta n. 372
4-05467
presentata da
SCOTTO Arturo

  Risposta. — Non risulta che il dipendente civile menzionato nell'interrogazione in esame sia mai stato sottoposto, durante il servizio svolto presso il tribunale militare di Verona, a trattamenti discriminatori per ragioni attinenti all'abbigliamento o al taglio di capelli.
  Tanto si evince da quanto rappresentato dalla corte militare di appello che, a seguito della disamina di esaurienti, motivate e documentate relazioni di servizio trasmesse dal suindicato tribunale, ha ritenuto di poter constatare l'insussistenza di comportamenti vessatori o l'attuazione di condotte persecutorie da parte dei dirigenti giudiziari e amministrativi nei confronti dell'interessato.
  La medesima corte militare ha anche constatato che le uniche iniziative adottate nei confronti del personale in servizio sono state sempre fondate su circostanze attinenti alle modalità di adempimento delle dovute prestazioni lavorative e al rispetto del dovere di presenza in ufficio.
  Con riferimento, poi, all'asserita «privazione di un'autonoma postazione di lavoro per oltre un mese», risulta agli atti che, alla sua presentazione in servizio presso il tribunale militare di Verona, in assenza in quel momento di diversa possibilità di materiale sistemazione, all'interessato fu assegnata provvisoriamente una postazione di lavoro, nell'attesa dell'imminente collocamento a riposo di altro dipendente più anziano.
  Per ciò che concerne le azioni disciplinari, di cui pure è cenno nell'interrogazione in esame, si evidenzia che le stesse traggono origine da gravi comportamenti del dipendente, al vaglio anche delle competenti autorità giudiziarie penali.
  L'acquisizione di compiuti ed esaustivi elementi istruttori sulle circostanze evidenziate nell'atto induce a ritenere non percorribile l'adozione di iniziative come quelle suggerite dall'interrogante.

Il Ministro della difesaRoberta Pinotti.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

VERONA,VERONA - Prov,VENETO

EUROVOC :

personale civile

giurisdizione militare

procedura disciplinare

abbigliamento