ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05350

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 255 del 02/07/2014
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/01464
Firmatari
Primo firmatario: ARLOTTI TIZIANO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 02/07/2014
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 02/07/2014
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 02/07/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 30/07/2014
Stato iter:
30/07/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/07/2014
DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 30/07/2014

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/07/2014

CONCLUSO IL 30/07/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05350
presentato da
ARLOTTI Tiziano
testo di
Mercoledì 2 luglio 2014, seduta n. 255

   ARLOTTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   la provincia di Rimini ha avviato da tempo una sperimentazione per misurare il vento nel mare Adriatico, in particolare davanti alla coste di Rimini sulla piattaforma metanifera dell'Eni Azalea B;
   gli esiti della campagna di misurazione sono la premessa indispensabile per valutare la fattibilità economica ed ambientale di una wind farm in mare, in un'area che presenta caratteristiche che possono concretamente favorire l'installazione di un parco eolico off-shore;
   dal 2012 la provincia di Rimini partecipa inoltre al progetto europeo 4Power, approvato e finanziato nell'ambito della azioni dell'iniziativa Interreg IV C dell'Unione europea, che riunisce 11 partner di 9 diversi Stati dell'Unione europea, prevede l'analisi delle migliori pratiche relative allo sviluppo dell'eolico off shore e lo scambio di esperienze tra partner che hanno già avviato la produzione di energia da fonte eolica, studiando i modelli legislativi e le norme degli incentivi che finanziano, in diversi modi, la crescita delle rinnovabili;
   in occasione del meeting del progetto europeo 4POWER, dal 6 all'8 novembre scorsi, è stato fatto il punto sullo sviluppo dell'eolico off shore in Europa, dove sono già centinaia le turbine istallate che producono quote significative di energia rinnovabile, a costi contenuti e con evidenti vantaggi in materia di ambiente: nei primi 6 mesi si è già installato oltre 1 GW di potenza, circa il doppio rispetto allo stesso periodo del 2012 e quasi quanto si è realizzato nell'intero anno passato;
   l'Italia, però, resta tuttora fuori da questo sviluppo e la situazione è complicata spesso dalle questioni amministrative legate all'iter di approvazione dei progetti: l’iter amministrativo per il rilascio di una valutazione di impatto ambientale arriva a durare tre o quattro anni e poi magari essere rimesso in discussione o fermato da un ricorso al tribunale amministrativo per poi ricominciare di nuovo, senza sapere quando e come verrà definitivamente approvato;
   ad oggi non risulta realizzato ancora un solo parco eolico, ed esiste una sola autorizzazione rilasciata per un parco nelle acque della Sicilia –:
   se il Governo non ritenga opportuno lavorare per ottenere uno schema chiaro del sistema autorizzativo che superi i limiti della legislazione vigente, definisca i tempi delle procedure e approvi specifiche regole per la realizzazione degli impianti eolici offshore, al fine di uscire da una situazione di conflitti e polemiche causata dalla totale assenza di qualsiasi riferimento per la valutazione degli impianti;
   se non sia necessario intervenire sul sistema degli incentivi per le rinnovabili, assumendo iniziative per fissare una durata certa e stabile per un numero significativo di anni (almeno 10) e destinando una quota (10/15 per cento) al territorio su cui gli impianti vengono realizzati, introducendo un vantaggio fiscale e/o economico quale misura equa a vantaggio dello sviluppo delle rinnovabili;
   se non ritenga fondamentale la partecipazione delle comunità locali nei processi di decisione circa i progetti che riguardano l'eolico, con l'approvazione di norme simili a quello che in Francia è il public debat, per cui su un'opera si presenta il progetto, con dati certi e documentati, si discute, si argomenta, si ascoltano i tecnici, chi è favorevole e chi è contrario, si valuta attraverso un organismo autonomo e indipendente e poi si decide tenendo conto dei pareri dei suggerimenti e di quanto è emerso nella fase della discussione. (4-05350)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 30 luglio 2014
nell'allegato B della seduta n. 275
4-05350
presentata da
ARLOTTI Tiziano

  Risposta. — Facendo riferimento all'atto in esame, si riscontra quanto segue.
  L'interrogante pone tre specifici quesiti al Governo:
   
a) se non ritenga opportuno lavorare per ottenere uno schema chiaro del sistema autorizzativo che superi i limiti della legislazione vigente, definisca i tempi delle procedure e approvi specifiche regole per la realizzazione degli impianti eolici offshore, al fine di uscire da una situazione di conflitti e polemiche causata dalla totale assenza di qualsiasi riferimento per la valutazione degli impianti;
   
b) se non sia necessario intervenire sul sistema degli incentivi per le rinnovabili, assumendo iniziative per fissare una durata certa e stabile per un numero significativo di anni (almeno 10) e destinando una quota (10/15 per cento) al territorio su cui gli impianti vengono realizzati, introducendo un vantaggio fiscale e/o economico quale misura equa a vantaggio dello sviluppo delle rinnovabili;
   
c) se non ritenga fondamentale la partecipazione delle comunità locali nei processi di decisione circa i progetti che riguardano l'eolico, con l'approvazione di norme simili a quello che in Francia è il debat public, per cui su un'opera si presenta il progetto, con dati certi e documentati, si discute, si argomenta, si ascoltano i tecnici, chi è favorevole e chi è contrario, si valuta attraverso un organismo autonomo e indipendente e poi si decide tenendo conto dei pareri dei suggerimenti e di quanto è emerso nella fase della discussione.

  Quanto ai quesiti a) e c), si osserva che l'articolo 12, decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, come modificato dall'articolo 2, comma 158, legge 24 dicembre 2007 n. 244, prevede che l'autorizzazione unica alla costruzione e all'esercizio degli impianti a fonti rinnovabili offshore, è rilasciata dal Ministero dei trasporti (ora delle infrastrutture e dei trasporti) sentiti il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e previa concessione d'uso del demanio marittimo da parte della competente autorità marittima.
  Con la circolare 5 gennaio 2012 n. 40, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha, peraltro, predisposto le linee-guida operative per favorire una razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative in questione.
  La predetta circolare ha fornito un quadro normativo preciso per favorire una spedita e uniforme applicazione, sotto l'aspetto amministrativo e procedurale, dell’
iter per l'autorizzazione di impianti offshore di produzione energia elettrica da fonti rinnovabili.
  Al fine di offrire le indicazioni operative necessarie agli enti destinatari, la circolare in parola si sofferma, in particolare:
   sull'oggetto, sulla competenza e sul procedimento per il rilascio della concessione demaniale marittima (articolo 36 del codice della navigazione; articoli da 5 a 40, regolamento esecuzione del codice della navigazione) che è un presupposto e valore pregiudiziale rispetto all’
iter di autorizzazione unica;
   sui caratteri essenziali, la struttura e la competenza del procedimento di autorizzazione unica di cui all'articolo 12, decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387;
   sul procedimento di valutazione di impatto ambientale di competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (articoli 19 e seguenti decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, e successive modificazioni e integrazioni e della legge 23 luglio 2009 n. 99);
   sull'individuazione degli assensi da conseguire e degli enti da convocare nelle conferenze di servizi inerenti ai procedimenti di rilascio della concessione demaniale marittima e dell'autorizzazione unica;
   e sugli ulteriori aspetti – pratici e operativi – dell’
iter autorizzativo degli impianti offshore.

  Ciononostante, non possono sottacersi le problematiche che riguardano i procedimenti per l'autorizzazione degli impianti eolici offshore.
  Le cause vanno indubbiamente ricercate nelle criticità ambientali e paesaggistiche che spesso sono legate a tali installazioni.
  Per affrontare le problematiche evidenziate dall'interrogante è dunque necessario predispone un coinvolgimento pieno, oltre che del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (poiché amministrazione procedente) del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in quanto la mancata autorizzazione dipende spesso da pareri negativi di tale Ministero, fondati, in sintesi, sull'interposizione visiva di tali impianti rispetto alle visuali paesaggistiche, anche promuovendo un confronto istituzionale con le amministrazioni competenti a vario titolo sul piano autorizzativo, al fine di superare definitivamente le criticità emerse nel corso dell'esperienza a oggi maturata.
  In sede di confronto si potrebbe valutare, altresì, la possibilità di introdurre una forma di consultazione allargata sul modello del
debat public francese come suggerito, peraltro, dall'interrogante (anche se il modello della conferenza di servizi, attualmente vigente, consente già una significativa forma di partecipazione anche dei privati) ma soprattutto, un sistema che consenta di individuare ex ante le aree non compatibili (in vigore in Spagna, ma anche in Italia per l'eolico onshore) come, peraltro, proposto dagli operatori del settore.
  Quanto al quesito
c), si osserva che attualmente il decreto ministeriale 6 luglio 2012, che disciplina l'incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diverse dai fotovoltaici, ha previsto l'assegnazione tramite aste di 650 MW di potenza incentivabile da fonte eolica offshore, con un incentivo per la durata di 20 anni che varia, a secondo della potenza dell'impianto, da 176 euro/MWh a 165 euro/MWh. Attualmente è dunque vigente un sistema di incentivazione certo, che garantisce l'equa remunerazione dei costi di investimento.
  Relativamente alla proposta dell'interrogante di introdurre vantaggi fiscali e/o economici quale misura a vantaggio dello sviluppo delle rinnovabili per il territorio su cui gli impianti vengono realizzati, si evidenzia quanto segue.
  La legislazione di settore vigente vieta espressamente la corresponsione di misure compensative a carattere esclusivamente patrimoniale. Sarebbe invece preferibile – sulla base del modello introdotto dalle linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili
on-shore, approvate con decreto del Ministero dello sviluppo economico del 10 settembre 2010 – prevedere la possibilità di individuare misure compensative, a carattere non meramente patrimoniale, da orientare su interventi di miglioramento ambientale, correlati alla mitigazione degli impatti riconducibili al progetto, a favore degli enti interessati.
Il Viceministro dello sviluppo economicoClaudio De Vincenti.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

RIMINI,RIMINI - Prov,EMILIA ROMAGNA

EUROVOC :

Mar Adriatico

detrazione fiscale

produzione d'energia

energia eolica

energia rinnovabile

protezione dell'ambiente

risorse rinnovabili