ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05250

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 251 del 24/06/2014
Trasformazioni
Trasformato il 26/03/2015 in 5/05163
Firmatari
Primo firmatario: CIPRINI TIZIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 24/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 24/06/2014
Stato iter:
26/03/2015
Fasi iter:

TRASFORMA IL 26/03/2015

TRASFORMATO IL 26/03/2015

CONCLUSO IL 26/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05250
presentato da
CIPRINI Tiziana
testo di
Martedì 24 giugno 2014, seduta n. 251

   CIPRINI e GALLINELLA. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   nella relazione annuale della Direzione nazionale antimafia (Dna) per il periodo 1 luglio 2011 – 30 giugno 2012, si legge quanto segue: «È [...] evidente l'elevata appetibilità che le aree del centro nord d'Italia, caratterizzate da contesti ricchi e sedi di importanti crocevia per lo spaccio delle sostanze stupefacenti (emblematico è, a tale proposito, il caso di Perugia)»;
   in effetti, pur se non paragonabile alle grandi città (Roma, Milano, Torino), il capoluogo perugino, con il suo relativo benessere e un'ampia popolazione universitaria, come emerge dal dossier «La droga in Umbria» del 2014 dell'Associazione Libera, è una piazza interessante per le organizzazioni criminali che trovano nella città un mercato «ricco» per la cessione degli stupefacenti ma anche per «avviare» altre attività illecite;
   il fenomeno ormai non è nuovo: come è evidenziato nella Relazione della Commissione d'inchiesta della regione Umbria su «Infiltrazioni mafiose in Umbria, metodologie di controllo, prevenzione e lotta alla criminalità organizzata» del 27 settembre 2012 «emerge con chiarezza che la situazione umbra manifesta i segni di infiltrazioni criminali di stampo mafioso nell'economia legale e si ricollega pienamente a quanto è affermato nell'ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) (febbraio 2012), laddove si sottolinea che la nuova strategia delle organizzazioni criminali di stampo mafioso è la espansione delle attività al di fuori del contesto territoriale del mezzogiorno, non nella forma classica del controllo pieno, di dominio, del territorio ma nella ricerca di impieghi ed attività utili al riciclaggio di enormi quantità di denaro liquido provenienti dal traffico di droga, armi ed esseri umani.»;
   la criminalità organizzata, a detta della Commissione d'inchiesta, agisce in Umbria, non con le forme note dell'organizzazione mafiosa volta al controllo del territorio, quanto piuttosto «nel contesto di una finanziarizzazione dell'economia»;
   la relazione della Commissione precisa che: «L'Umbria, sotto tale aspetto, non ha anticorpi sviluppati e un vigile controllo sociale nei confronti del fenomeno criminale mafioso, e nemmeno l'abitudine a tenere alta la guardia dell'attenzione e del sospetto. Perciò l'Umbria corre il rischio di essere un campo fertile in cui infiltrarsi, acquisire patrimoni, attività con forte flusso di cassa, per operare il riciclaggio dei proventi delle attività mafiose condotte in altre parti (audizione n. 1). Emerge dalle audizioni che l'assenza di comprovati fenomeni di radicamento ingenera nell'opinione pubblica, nelle organizzazioni sociali ed economiche e anche nel sistema istituzionale, un atteggiamento di sottovalutazione del fenomeno delle infiltrazioni malavitose. Di fronte alle inchieste giudiziarie che evidenziavano un fenomeno in espansione, davanti alle stesse segnalazioni giornalistiche, è prevalsa a lungo l'idea di considerarli episodi isolati, intrusioni in un contesto sano che restava totalmente refrattario all'infiltrazione. Alcuni dei soggetti auditi, pur senza giungere a posizioni negazioniste, hanno manifestato un'esplicita sottovalutazione del rischio di infiltrazione»;
   proprio nel 2011 si sono verificati alcuni eventi comprovanti infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto perugino: è nota l’«Operazione Apogeo» del 14 settembre 2011 condotta nelle province di Perugia, Caserta, Ancona, Firenze, Padova e Pesaro nel corso della quale i carabinieri del R.O.S e i militari del G.I.C.O della Guardia di finanza di Perugia e Firenze hanno concluso un importante intervento nei confronti di un'organizzazione criminale dedita alla truffa aggravata, al riciclaggio, alla bancarotta fraudolenta, all'emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, con l'aggravante del metodo mafioso;
   l'organizzazione, che si presume collegata al clan dei Casalesi, aveva sede a Perugia. Secondo gli investigatori, questo gruppo criminale disponeva di ingenti capitali con i quali, attraverso società inesistenti o con sede all'estero, acquisiva attività commerciali nel settore alberghiero, della ristorazione ed edilizio, penetrando nel tessuto economico locale anche attraverso l'acquisizione di imprese in crisi;
   anche dal rapporto Ecomafie 2014 emerge un quadro poco rassicurante sulla penetrazione delle associazioni criminali nel tessuto economico e sociale umbro;
   tuttavia recentemente il prefetto di Perugia Antonio Reppucci, nell'ambito di una conferenza convocata per «difendere» Perugia e ridimensionare l'allarme droga e criminalità, ha accollato alle famiglie la responsabilità della diffusione degli stupefacenti presente nel capoluogo con toni e frasi pesanti che sono state trasmesse anche dai telegiornali nazionali del 22 giugno 2014;
   con una nota pubblicata sul quotidiano La Nazione e Il Giornale dell'Umbria del 21 giugno 2014 il procuratore della procura perugina dottoressa Antonella Duchini si è dissociato in maniera netta dalle affermazioni del prefetto, rilevando che «le tematiche afferenti al consumo ed alla cessione di sostanze stupefacenti, che indubbiamente investono anche il nostro territorio, sono complesse e riguardano sia l'aspetto della repressione (proprio delle forze dell'ordine e della magistratura) che quello della prevenzione attraverso politiche sociali rivolte alle famiglie, che non devono sentirsi isolate ma piuttosto supportate e coinvolte» e, si legge ancora nella nota, «Sotto altro diverso profilo, quanto alle affermazioni del signor prefetto circa l'assenza di evidenze certe di infiltrazioni della criminalità organizzata nel territorio umbro, rilevo, quale procuratore Distrettuale Antimafia, che il fenomeno è attuale ed in corso da oltre un decennio, come risulta dalla relazione della Procura Nazionale Antimafia» (da Il Giornale dell'Umbria del 21 giugno 2014);
   secondo il Procuratore Antimafia «solo l'efficace attività di contrasto tuttora in corso, ha impedito (...) lo sviluppo endemico di forme di criminalità organizzata»;
   come si è appreso dai telegiornali nazionali del 22 giugno 2014, il Ministro dell'interno avrebbe provveduto alla «rimozione» del prefetto di Perugia Antonio Reppucci;
   la vicenda ha fatto emergere, ad avviso dell'interrogante, una sostanziale sottovalutazione nonché scarsa conoscenza del fenomeno e del suo impatto sulla società e sul tessuto economico del territorio umbro che per le sue caratteristiche appare fortemente «appetibile» dalle organizzazioni criminali –:
   se il Ministro sia al corrente dei risultati della Relazione della Commissione d'inchiesta della regione Umbria su «Infiltrazioni mafiose in Umbria, metodologie di controllo, prevenzione e lotta alla criminalità organizzata» del 27 settembre 2012 e del dossier 2014 dell'Associazione Libera «La droga in Umbria» che evidenziano importanti elementi di fragilità e di esposizione al rischio infiltrazioni in Umbria e se non intenda promuovere, nell'ambito delle proprie competenze, azioni informative non solo di controllo e repressione del fenomeno, ma anche di prevenzione;
   quali misure, alla luce delle vicende di questi ultimi giorni, il Ministro interrogato abbia assunto o intenda mettere in atto, nell'ambito delle proprie competenze, per rafforzare l'azione di contrasto, anche con ulteriori «strumenti di controllo, alla penetrazione e alla diffusione delle associazioni criminali sul territorio umbro, in particolare nei settori degli investimenti immobiliari, delle operazioni finanziarie e dei traffici illeciti. (4-05250)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

traffico di stupefacenti

stupefacente