ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04957

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 235 del 28/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: CARINELLI PAOLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 28/05/2014
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 28/05/2014
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 28/05/2014
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 28/05/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 28/05/2014
Stato iter:
06/08/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/08/2014
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/08/2014

CONCLUSO IL 06/08/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04957
presentato da
CARINELLI Paola
testo di
Mercoledì 28 maggio 2014, seduta n. 235

   CARINELLI, COLONNESE, NESCI, MANLIO DI STEFANO e SIBILIA. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   da diverse fonti di stampa si apprende dell'espulsione di numerosi cittadini europei dal Belgio, fra cui alcuni italiani, perché privi di mezzi sufficienti a mantenersi e quindi considerati un «peso eccessivo» per il sistema sociale;
   nel 2013 sono quasi 2.712 i cittadini dell'Unione che si sono visti recapitare un decreto di espulsione dalle autorità belghe;
   non solo il Belgio, ma anche il Regno Unito, La Francia, l'Olanda e la Germania tentano di allinearsi nel rinchiudere i confini intra-europei;
   le ristrettezze economiche hanno portato, infatti, alcuni Stati a rafforzare un diritto riconosciuto in modo ambiguo dalla legislazione dell'Unione europea, nella fattispecie la direttiva 2004/38;
   in base alla suddetta direttiva le persone inattive, devono disporre, per se stessi e per i propri familiari, di risorse economiche sufficienti, affinché non divengano un onere a carico dell'assistenza sociale dello Stato membro ospitante durante il periodo di soggiorno, e di un'assicurazione di malattia che copra tutti i rischi nello Stato membro;
   la stessa direttiva però riconosce il diritto di soggiorno del cittadino dell'Unione il quale, dopo avere esercitato un'attività lavorativa, si trovi in stato di disoccupazione o sia iscritto presso un ufficio di collocamento;
   l'interpretazione di questa direttiva ha distorto e reso di fatto inesistente la cittadinanza europea;
   negli ultimi anni la Corte di giustizia europea ha fatto acquisire al diritto di muoversi liberamente nel territorio dell'Unione europea una valenza nuova, non più strettamente economica, ma politica;
   la Corte ha svincolato il diritto di libera circolazione e soggiorno, spettante al solo cittadino europeo «economicamente indipendente», che disponga cioè di risorse sufficienti e di un'assicurazione medica, dai riferimenti di ordine economico, elevando tale diritto a categoria inerente lo status di cittadino europeo in quanto tale e facendo sì che il lavoro salariato stabile non restasse la principale modalità di accesso alla circolazione nello spazio europeo;
   con un'altra pronuncia in materia di cittadinanza la Corte ha stabilito il principio secondo cui un cittadino europeo, qualsiasi siano le sue risorse economiche, «durante il suo soggiorno lecito» (Trojani C-456/02 del 2004), «non può non fruire del principio fondamentale relativo alla parità di trattamento»;
   il diritto alla libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea, riconosciuto dall'articolo 21 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e dalla Carta dei diritti fondamentali, costituisce l'essenza stessa della cittadinanza dell'Unione;
   questi provvedimenti di allontanamento di cittadini europei snaturano radicalmente la cittadinanza europea, permettendo la circolazione solo a chi dichiara un reddito vicino a quello europeo e sia in grado di mantenersi e quindi mettono in discussione il progetto d'integrazione europea da parte dei suoi stessi fondatori;
   è diventato quasi emblematico il caso della cittadina italiana Silvia Guerra, musicista, legalmente residente in Belgio dal 2010 e dal 2012, con un piccolo contratto di inserimento professionale, in parte erogato dallo Stato belga e, nonostante il suo contratto non costituisse un onere irragionevole per lo Stato sociale belga, è stata invitata a lasciare il Belgio;
   diventano incerti i fondamenti stessi dell'Unione e l'Europa rischia di diventare uno spazio di libertà per i capitali, le multinazionali e le merci, ma non per alcuni cittadini: i lavoratori precari e i disoccupati –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di cittadini italiani regolarmente residenti in Belgio ed illecitamente espulsi e quali iniziative intenda assumere, con la massima urgenza, per garantire ai cittadini europei il diritto di circolazione e soggiorno così come previsto dalla Carta dei diritti fondamentali e dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
(4-04957)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 6 agosto 2014
nell'allegato B della seduta n. 280
4-04957
presentata da
CARINELLI Paola

  Risposta. — Tra la fine dello scorso anno e l'inizio del 2014 sono giunte all'Ambasciata d'Italia a Bruxelles segnalazioni relative a provvedimenti di revoca del diritto di soggiorno adottati dalle autorità belghe nei confronti di cittadini italiani, il caso della signora Silvia Guerra era stato esposto alla nostra Rappresentanza dalla stessa connazionale, incontrata personalmente dall'ambasciatore Bastianelli. Sulla base di quanto segnalato, l'Ambasciata aveva rivolto al Governo belga una richiesta di chiarimenti in ordine all'esatta natura dei provvedimenti in questione.
  Nel febbraio 2014, la segretario di Stato belga per l'asilo e l'immigrazione, Maggie De Block, ha chiarito che i provvedimenti segnalati non configurano fattispecie di espulsione (possibile solamente per motivi di ordine pubblico), ma si tratta piuttosto di procedimenti amministrativi in forza dei quali i cittadini europei, pur non essendo obbligati a lasciare il Paese, perdono il diritto a beneficiare di prestazioni di assistenza sociale.
  Più in generale, è stato riferito all'Ambasciata che il numero totale dei cittadini dell'Unione Europea ai quali nel 2013 è stata notificata l'adozione di misure del tipo descritto è di 2712. Si tratterebbe di meno dell'1 per cento dei cittadini dell'Unione che beneficiano delle prestazioni dell'assistenza sociale in Belgio. In particolare, gli italiani che nel 2013 sono stati oggetto di misure di revoca del diritto di soggiorno sono in totale 265. In 171 casi la revoca è stata motivata da costi assistenziali a carico dello Stato belga ritenuti eccessivi, mentre negli altri 94 casi si è rilevata un'incoerenza tra la posizione lavorativa dichiarata al momento di stabilirsi nel Paese e la successiva richiesta di un sussidio di disoccupazione. Tutti gli interessati possono in ogni caso ripresentare domanda di soggiorno in Belgio dimostrando di volersi stabilire nel Paese per cercare un lavoro, o comunque nel rispetto della pertinente disciplina di legge.
  L'11 febbraio 2014, l'ambasciatore Bastianelli ha incontrato, insieme all'ambasciatore di Francia in Belgio, la segretario di Stato De Block, per rappresentare le perplessità e il malumore che i provvedimenti in parola, adottati nei confronti di cittadini italiani e francesi, avevano suscitato nei rispettivi Paesi. La segretario di Stato ha ribadito quanto già illustrato dai suoi collaboratori in occasione del precedente incontro, sottolineando come la finalità delle misure prese dalle autorità amministrative belghe sia quella di regolamentare l'indiscusso principio della libera circolazione dei cittadini all'interno dell'Unione Europea. In nessun caso, tuttavia, siffatti provvedimenti implicano – ha precisato la segretario di Stato – un allontanamento fisico dei cittadini europei coinvolti da parte delle locali autorità, a meno che non sussistano ragioni di ordine pubblico. Il provvedimento non preclude la possibilità di ripresentare la domanda di soggiorno. In merito alla procedura seguita dalle singole autorità per arrivare alle proprie determinazioni, la segretario di Stato belga ha precisato che le valutazioni richieste vengono formulate caso per caso, sulla base di una serie di parametri quali la durata del soggiorno, l'età, il grado di integrazione e il legame con il Paese d'origine. D'altro canto, per gli stessi cittadini belgi esiste un limite all'erogazione del sussidio di disoccupazione. Non apparirebbe quindi giustificato riservare un diverso trattamento ai cittadini stranieri, seppur europei. La segretario di Stato De Block ha assicurato la sua piena disponibilità a consultazioni periodiche di aggiornamento sulle linee guida ed i criteri applicati nei procedimenti amministrativi finalizzati all'adozione dei provvedimenti.
  Alla luce di quanto sopra esposto, si assicura che il Governo continua a seguire con attenzione la questione.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteriBenedetto Della Vedova.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

libera circolazione delle persone

Belgio

inserimento professionale

risorsa economica

cittadinanza europea

diritto di soggiorno

espulsione