ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04788

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 226 del 12/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: CAPELLI ROBERTO
Gruppo: MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 12/05/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 12/05/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04788
presentato da
CAPELLI Roberto
testo di
Lunedì 12 maggio 2014, seduta n. 226

   CAPELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   un gruppo di studiosi statunitensi della University of Texas Health Science Centre (Usa) ha sperimentato, tramite due studi, che un nuovo farmaco è in grado di curare il 90 per cento dei pazienti in 12 settimane e il 96 per cento in 24 settimane dall'infezione del virus dell'epatite C. I risultati rappresentato, per la comunità mondiale, un punto di svolta nella cura di questa patologia cronica in quanto il farmaco agisce bloccando una proteina indispensabile per la replicazione del virus;
   la Commissione europea ha già concesso l'autorizzazione per l'immissione in commercio delle compresse di sofosbuvir, in tutti i 28 Paesi dell'Unione europea dove circa nove milioni di persone hanno contratto l'HCV, che è tra le principali cause di cancro al fegato e trapianto di fegato. Il peso sociale, clinico ed economico dell'HCV è notevole, con costi sanitari direttamente correlati alla gravità della patologia. Gli attuali standard di trattamento per l'HCV prevedono fino a 48 settimane di terapia con peg-IFN/RBV, regime non adatto a determinate categorie di pazienti;
   il dato italiano, anche se non se ne parla molto è allarmante: oltre un milione e mezzo i malati, mille nuovi casi all'anno e 13 mila morti nell'arco dello stesso periodo. I virus della epatite C, inoltre non sono tutti uguali: ceppi diversi in base ai loro geni. Il genotipo 1 è quello dominante in Italia e il genotipo 1 è proprio tra quelli più sensibili ai nuovi farmaci;
   per questo la cura con il nuovo farmaco potrebbe ridare una speranza di vita a tanti malati. Ma il problema sono i costi. Il prezzo in Italia non è ancora stato contrattato dall'AIFA, ma sembra che si aggirerà intorno agli 80mila euro per un ciclo di trattamento. E quello che desta preoccupazione non è tanto il costo per il singolo paziente, quanto il numero di pazienti. Le stime ipotizzano che nel nostro Paese potrebbero aver bisogno della terapia tra le 200 e le 500mila persone, per una spesa massima di 25-30 miliardi di euro;
   il 6 maggio 2014 il Ministro della salute in visita lo stabilimento della Abbvie, azienda in predicato di ricevere le autorizzazioni per questo costosissimo prodotto ha affermato che: «Lo Stato finanziera le nuove cure ... Non possiamo accettare che queste cure siano date con criteri selettivi. Tratteremo con le aziende sul prezzo» annunciando un piano nazionale per l'eradicazione di questa malattia attraverso l'utilizzo dei nuovi farmaci;
   il problema che si deve evitare è proprio quest'ultimo cioè la somministrazione della cura con criteri selettivi che determinerebbe non solo una discriminazione tra malati ma anche la probabilità di andare all'estero per farsi curare. A tal proposito, il Ministro interrogato, a Campoverde di Aprilia, in provincia di Latina, in occasione di una visita allo stabilimento italiano della multinazionale Abbvie, azienda in corsa per ottenere le certificazioni per la produzione e la commercializzazione di questo farmaco ha affermato: «Dobbiamo far comprendere ai cittadini che stanno arrivando farmaci che salvano vita delle persone con grande impatto anche umano – ha spiegato – che però sono decisamente costosi. Ma io non posso accettare che questi medicinali, proprio perché costosi, siano dati seguendo criteri selettivi come succede in altri Paesi. Noi abbiamo una cultura che non dobbiamo perdere, che pone al centro l'uomo, e una sanità uguale per tutti. Non posso perciò accettare il fatto che i farmaci vengano dati con politiche selettive, solo ad alcuni malati. Il criterio di sussidiarietà resta fondamentale. Bisognerà saper scegliere e porterò queste scelte al consiglio dei ministri anche se – ha concluso Lorenzin – naturalmente cercheremo di trattare il più possibile sul prezzo»;
   trattativa che dovrà avvenire tra lo Stato e le aziende produttrici in quanto secondo il Ministro, sui farmaci innovativi bisogna trovare un compromesso: «Da una parte le aziende fanno scoperte, ma dall'altra gli stati non possono andare falliti, bisogna trovare un modo di convivenza che oggi vale per l'epatite c, domani per l'Alzheimer, dopodomani per il Parkinson»;
   il problema sarà il livello di quel compromesso e, di riflesso, dove si andrà a tagliare (su quale assistenza e su quali patologie) per finanziare il piano anti-epatite C. Perché è certo, lo ha ricordato anche il Ministro interrogato, per pagare a tutti una terapia che, nella migliore delle ipotesi, costerà comunque 30-40 mila euro, «da qualche parte bisognerà fare qualche sacrificio» –:
   quali iniziative concrete, al di là dell'annuncio di questi giorni, il Ministro interrogato abbia avviato al fine di rendere disponibile in tempi brevi la commercializzazione del farmaco «sofosbuvir» in Italia. (4-04788)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

prodotto farmaceutico

malattia

servizio sanitario nazionale

autorizzazione di vendita

commercializzazione

terapeutica

trattamento sanitario