ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04785

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 226 del 12/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 12/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 12/05/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 12/05/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04785
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Lunedì 12 maggio 2014, seduta n. 226

   PALAZZOTTO e NICCHI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   a dieci anni dall'approvazione della legge n. 40 del 2004, non si può non confermare che a fronte di un intervento legislativo rilevante in merito a divieti e sanzioni, scarso e inadeguato è stato l'impegno per dare un effettivo sostegno alle persone con problemi di infertilità e sterilità, che ha prodotto nei fatti un abbandono delle coppie a intraprendere il percorso della procreazione medicalmente assistita, discriminazioni a seconda della regione di appartenenza e soprattutto la creazione di una modalità di erogazione delle prestazioni dal punto di vista economico caratterizzata, ad avviso degli interroganti, da poca trasparenza, opacità della condotta di molte regioni e spreco di denaro pubblico;
   nonostante la procreazione medicalmente assistita (PMA) non sia inserita nei livelli essenziali di assistenza nazionali (LEA), in realtà le prestazioni sono erogate dal servizio pubblico e privato-convenzionato;
   un dato grave che emerge rispetto alla procreazione medicalmente assistita è quello in relazione alla mobilità passiva e cioè alle somme che vengono sostenute dalle regioni i cui pazienti si rivolgono ai centri di altre regioni. I dati sulla migrazione (Ministero della salute 2013) rilevano che nel 2011 le coppie che hanno effettuato i trattamenti in centri ubicati in regioni diverse da quella di residenza sono state 11.642 rappresentano il 25 per cento del totale delle coppie che effettuano le prestazioni;
   le regioni di accoglienza sono quelle del Centro-nord che hanno un forte sistema di pubblico-convenzionato che attrae la maggior parte dei pazienti essendo le prestazioni offerte con un costo ridotto o quasi nullo. Le regioni del Sud invece sono quelle oggetto di migrazione perché è assente e ridotto il sistema pubblico ed è forte la presenza dei centri privati, come risulta dai dati del Ministero della salute relativi al 2011 (relazione del 2013);
   dagli studi fatti emerge che complessivamente la stessa prestazione costa il doppio alla regione che invia le coppie in un'altra regione rispetto al costo che dovrebbe sostenere se queste rimanessero nel proprio territorio di residenza. Infatti, ogni ciclo di fecondazione in vitro può costare dai 1.800,00 euro fino a 5.219,86 euro;
   il 28 febbraio 2014 in Sicilia è stato emanato il decreto regionale «concernente riordino e razionalizzazione dei Centri di procreazione medicalmente assistita (PMA) sul territorio della Regione siciliana» che di fatto conferma definitivamente e in tutte le sue parti il precedente decreto del 26 ottobre 2012;
   attraverso questo decreto in pratica viene eliminata qualsiasi forma di assistenza sanitaria gratuita per le coppie infertili, in tutte le strutture, pubbliche e accreditate della regione siciliana;
   vengono così disattese le aspettative di decine di migliaia di coppie infertili siciliane che speravano di vedere tutelato il loro diritto alla salute e risolto il problema dell'accesso alle cure per l'infertilità in Sicilia;
   invece con il decreto regionale del 28 febbraio 2014 non sarà più possibile avere assistenza gratuita nei pochi centri pubblici funzionanti e neppure nei centri privati che saranno accreditati;
   di conseguenza le coppie infertili siciliane dovranno continuare a migrare in altre regioni e soprattutto nei centri privati convenzionati del Nord se vorranno usufruire della procreazione medicalmente assistita. Infatti, solo in questo caso l'assessorato regionale siciliano pagherà parte delle spese, in caso contrario, qualora volessero curarsi in Sicilia, dovranno pagare di tasca propria;
   il decreto in questione inoltre conferma tutti i limiti di accesso per le coppie al contributo della regione, utilizzando criteri incomprensibili sul piano clinico e privi di ogni ragionevolezza sul piano scientifico, ad esempio sono escluse le donne con età superiore a 42 anni ed FSH> a 18 (parametro ormonale) e sono consentiti solo tre tentativi considerati anche quelli eseguiti retroattivamente negli ultimi due anni. Il decreto conferma il costo dei trattamenti imposto a carico delle coppie, pari a 3200 euro sia nelle strutture pubbliche sia in quelle accreditate e infine conferma la mancata individuazione di un DRG (rimborso) specifico per i trattamenti di riproduzione assistita, nonostante sia stato previsto nel piano sanitario regionale e indicato dallo stesso assessorato fra gli obiettivi prioritari da realizzare entro il 2013;
   questo intervento sarebbe servito a evitare la migrazione di coppie siciliane verso altre regioni che rappresenta una delle maggiori voci di mobilità sanitaria extraregionale con un impatto negativo non indifferente sui conti sanitari regionali;
   la regione siciliana quindi, a giudizio degli interroganti, incomprensibilmente, preferisce pagare circa 10 milioni di euro l'anno alle regioni del Nord piuttosto che istituire un DRG regionale come tutte le altre regioni italiane;
   si segnala inoltre che il precedente decreto regionale, quello emanato nel 2012 è già stato avversato con 5 ricorsi al TAR promossi da operatori e coppie siciliane, che hanno visto nei limiti imposti, una grave lesione del diritto alla salute. È molto probabile che la stessa cosa accadrà anche per il decreto approvato lo scorso febbraio;
   non si può non constatare che in Sicilia si preferisce lasciare migrare al Nord le coppie infertili e pagare i trattamenti come mobilità passiva piuttosto che investire le stesse risorse economiche nell'isola;
   si è di fronte ad una legislazione che non serve ad aiutare le coppie nel progetto genitoriale e non tutela il loro diritto alla salute avendo inserito oltre alle cose già descritte anche numerosi criteri di esclusione e previsto un sostegno solo per due anni e per un numero di cicli di fecondazione in vitro insufficienti per il fabbisogno regionale. Così facendo la Sicilia, secondo gli interroganti, perderà ogni anno non solo 10 milioni di euro circa, ma depaupererà il servizio pubblico, oltre che centri di eccellenza che pur esistono;
   considerando che quanti accade determina incertezze gravi e un danno economico al servizio sanitario nazionale e a quelli regionali dovrebbe essere onere del Ministero della salute e della Conferenza Stato-regioni intervenire immediatamente per trovare le opportune soluzioni –:
   se il Ministro intenda assumere iniziative per inserire la procreazione medicalmente assistita nei LEA nazionali così da dare chiarezza, appropriatezza e trasparenza al sistema con l'immediata codificazione delle prestazioni della procreazione medicalmente assistita nel suo complesso;
   se non ritenga indispensabile intervenire al fine di dare soluzione al discriminatorio e non equo sistema della mobilità sanitaria tra regioni, con particolare riferimento alla procreazione medicalmente assistita, attivandosi tra l'altro, nell'ambito delle proprie competenze, per implementare un sistema adeguato e appropriato in grado di garantire un sostegno reale per le coppie che intendono ricorrere alla procreazione medicalmente assistita. (4-04785)

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 2004 0040

EUROVOC :

procreazione artificiale

Sicilia