ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03977

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 188 del 12/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: SORIAL GIRGIS GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 12/03/2014
Stato iter:
04/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/06/2014
PISTELLI LAPO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/06/2014

CONCLUSO IL 04/06/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03977
presentato da
SORIAL Girgis Giorgio
testo di
Mercoledì 12 marzo 2014, seduta n. 188

   SORIAL. — Al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   secondo i dati diffusi in questi giorni da Save the Children con il rapporto Ending Newborn Deaths, nell'ambito della campagna globale Every One, il primo giorno della vita di un bambino è il più pericoloso e purtroppo diventa anche l'ultimo per più di due milioni di bambini nel mondo che perdono la vita poco dopo essere nati, anche a causa dei 40 milioni di donne nel mondo abbandonate a loro stesse durante la delicata fase del parto;
   il rapporto spiega che vi sono ancora 6,6 milioni di bambini che muoiono nei primi 5 anni di vita, a dimostrazione che il percorso per la lotta alla mortalità infantile è ancora lungo e sembra anche essere oramai giunto ad una fase di stallo, per cui occorre intervenire al più presto, come dichiarato dal direttore generale di Save the Children, Valerio Neri, nonostante nell'ultimo decennio siano stati fatti molti passi, grazie a un intervento globale di vaccinazioni, trattamenti per polmonite, diarrea e malaria, così come di pianificazione familiare e lotta alla malnutrizione;
   sono circa 2,9 milioni i bambini che perdono la vita nei primi 28 giorni dalla nascita e più di 1 milione di loro muoiono nel primo giorno di vita, il più pericoloso per nascite premature e complicazioni durante il parto, spesso fatali anche perché le madri partoriscono senza aiuto qualificato, mentre un milione e 200 mila bambini nascono già morti ogni anno perché il loro cuore smette di battere durante il travaglio stesso;
   la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, approvata nel 1959 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite e revisionata nel 1989 con l'approvazione della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, afferma che ogni bambino, senza discriminazione alcuna, deve godere degli stessi diritti, compreso il diritto alla tutela sanitaria;
   nel settembre del 2000 i 191 membri delle Nazioni Unite, tra cui l'Italia, hanno sottoscritto e dunque adottato gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM), impegni per la comunità internazionale che rappresentano il più importante quadro di orientamento per la cooperazione internazionale allo sviluppo: 8 obiettivi generali che l'intera comunità internazionale si è impegnata a raggiungere entro il 2015, come sradicare la povertà estrema e la fame o garantire l'educazione primaria universale, tra i quali vi è anche quello di ridurre la mortalità infantile;
   il raggiungimento degli obiettivi del millennio entro la scadenza del 2015, non è solo un imperativo etico di solidarietà verso chi è più svantaggiato ma anche un investimento di fondamentale importanza a favore della pace, della stabilità e sicurezza a livello globale;
   mentre in Europa, nel periodo neonatale, muore un bambino su 1.000, in Africa o in alcune parti dell'Asia, il rapporto è almeno 5 volte tanto, mentre a detenere il terribile primato è il Pakistan, con il più alto tasso di neonati che muoiono durante il travaglio o comunque nel primo giorno di vita (40,7 su 1.000 nati), seguito dalla Nigeria (32,7) e dalla Sierra Leone (30,8);
   circa il 50 per cento della mortalità neonatale e il 45 per cento delle morti intra partum si potrebbero prevenire con l'assistenza specializzata durante travaglio e parto, come sottolinea il rapporto di Save the Children, ma purtroppo nell'Africa Subsahariana il 51 per cento dei parti non è assistito, nell'Asia sudorientale la percentuale è del 41 per cento e vi sono zone rurali dove la percentuale di assistiti è ancora minore come in Etiopia, ad esempio, dove solo il 10 per cento delle nascite avvengono in presenza di personale specializzato, mentre in Afghanistan c’è solo 1 ostetrica ogni 10.000 persone;
   spesso il problema è prettamente economico e le cure mediche sono a pagamento, come in India, dove il tasso di mortalità neonatale riferito alla parte ricca della popolazione è la metà di quello dei più poveri, o come in Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centrafricana dove le cure di emergenza legate al parto spesso hanno lo stesso costo del cibo di un mese: ciò indica come vi sia bisogno di una reale volontà politica per dare a questi bambini una possibilità di sopravvivere, che agisca innanzitutto sulle disuguaglianze socio-economiche;
   tra le misure necessarie alla risoluzione del problema della mortalità infantile, Save the Children ha indicato la necessità di impegno chiaro affinché ogni nascita nel mondo sia seguita da operatori formati ed equipaggiati che possano offrire interventi sanitari essenziali ai neonati e alle loro madri, aumentando la spesa destinata alla salute per arrivare all'obiettivo di almeno $ 60 a persona previsto dall'Organizzazione mondiale della sanità per assicurare la gratuità degli interventi ostetrici di emergenza, e l'investimento di risorse nella formazione, l'equipaggiamento e il sostegno di operatori sanitari –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali misure e strategie stia approntando o intenda adottare per contribuire maggiormente alla riduzione della mortalità infantile, in particolare in Africa e in Asia;
   se stia promuovendo l'applicazione dei principi di coerenza ed efficacia degli aiuti, relativi agli obiettivi del millennio, monitorando gli interventi, l'analisi dei risultati e dell'impatto effettivo sullo sviluppo e se non ritenga necessario assicurare, allo stesso tempo, comunicazioni periodiche al Parlamento sull'andamento degli aiuti pubblici allo sviluppo attraverso un puntuale rendiconto delle risorse stanziate e dei risultati operativi conseguiti, anche al fine di innalzare l'ancora insufficiente grado di trasparenza e accountability dell'aiuto pubblico internazionale.
(4-03977)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 4 giugno 2014
nell'allegato B della seduta n. 239
4-03977
presentata da
SORIAL Girgis Giorgio

  Risposta. — Degli otto Obiettivi di sviluppo del Millennio (MDG), due sono dedicati in maniera specifica alla salute materno-infantile: il «4» che si propone di ridurre di 2/3, tra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità infantile al di sotto dei cinque anni e il «5» che mira a migliorare la salute materna (target 1: ridurre di 3/4, fra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità materna; target 2: raggiungere, entro il 2015, l'accesso universale ai sistemi di salute riproduttiva).
  Nel 2010, a fronte dei gravi ritardi nel settore della salute materna-infantile, la Presidenza canadese del G8 aveva lanciato al vertice di Muskoka l'iniziativa volta a colmare il divario nel raggiungimento dei 2 MDGs. Il progetto, basato su un approccio integrato agli Obiettivi «4» e «5» e correlato agli Obiettivi «1» (nutrizione) e «6» (HIV/AIDS, malaria e altre malattie), si proponeva di conseguire un rafforzamento degli impegni in materia di salute. Per il quinquennio 2011-2015, quindi aveva previsto un impegno collettivo a stanziare 5 miliardi di dollari nel settore. In quel contesto, l'importo addizionale indicato dall'Italia fu di 75 milioni di dollari (ripartibile in 15 milioni annui). Per tale motivo, i finanziamenti a favore di azioni mirate agli Obiettivi «4» e «5» sono stati sostenuti dalla cooperazione italiana in seno agli
Executive Board dei programmi e Fondi Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali sui temi collegati alla salute delle donne e dei bambini (UNFPA, UNICEF, OMS e UN Women).
  La cooperazione italiana sostiene la politica della salute delle donne e dei bambini sotto forma di interventi bilaterali e multilaterali. Nel corso del 2013 sono state impegnate risorse pari a complessivi euro 18.890.449,01 (in dettaglio: per l'obiettivo n. «4», sono stati impegnati euro 13.412.161,98 pari al 71 per cento dell'intero stanziamento; per l'obiettivo n. «5», sono stati impegnati euro 5.478.287,03, pari al 29 per cento dello stanziamento, di cui per il
target 1 sono stati impegnati euro 3.154.462,57 e per il target 2 euro 2.323.824,46). In particolare, in Asia e in Africa sono stati stanziati euro 14.381.478,1 che rappresentano il 76 per cento dello stanziamento totale.
  In generale, per gli Obiettivi «4» e «5» si è registrato un miglioramento della situazione in base al
Human Development Report 2013 dell'UNDP. Dal 1990 il tasso di mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni è diminuito del 41 per cento circa; tuttavia in Africa sub-sahariana un bambino su 9 muore prima di aver raggiunto l'età di 5 anni (15 volte in più rispetto alla media delle regioni «sviluppate») e in Asia meridionale la situazione stenta a migliorare in maniera consistente. La cooperazione italiana con iniziative bilaterali e attraverso il ricorso all'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica n. 177 del 1988 ha contribuito alla riduzione della mortalità infantile tramite un'azione a sostegno dei servizi sanitari e di formazione del personale sanitario in Etiopia, Uganda, Mozambico, Sudan e Burkina Faso.
  In relazione, poi all'efficacia degli aiuti e dello sviluppo, giova ricordare il forte impegno dell'Italia su questo fronte, confermato anche dalla recente partecipazione della delegazione, guidata dal Vice Ministro, On. Lapo Pistelli, al primo
High Level Meeting della Global Partnership for Effective Development Cooperation, tenutosi a Città del Messico lo scorso aprile (che segue il Foro di Roma 2003, Parigi 2005, Accra 2008 e Busan 2011). Sono stati sottoscritti, da parte dei donatori e dei Paesi partner, una serie di impegni volti a rendere più efficaci le politiche e gli strumenti di cooperazione allo sviluppo. Inoltre, in osservanza ad una direttiva OCSE, pubblicata lo scorso dicembre, è stato introdotto un nuovo marker sulla «Salvaguardia della salute riproduttiva, materna, infantile e neonatale» nell'ambito dell'elaborazione dei dati sull'aiuto pubblico allo sviluppo che la Farnesina riporta annualmente nel Creditor Reporting System (CRS), sul quale si fonda il database online dell'OCSE.
  In ambito più strettamente interno, si evidenzia che dal 2009 sono in vigore le linee guida sulla cooperazione sanitaria e che, anche grazie ad una recente iniziativa della ONG
African Medical and Research Foundation (AMREF), si è fatto il punto sull'applicazione dei principi guida, decidendone un aggiornamento in vista della scadenza degli Obiettivi del Millennio e dei risultati finora ottenuti. Inoltre, nel contesto dell'impegno di maggiore efficacia e trasparenza delle iniziative di cooperazione e in linea con i principi fissati dai Fori di Roma 2003, Parigi 2005 e Accra 2008, è stato dapprima (nel 2009) elaborato e applicato il cosiddetto «Marker Efficacia» e successivamente (nel 2011) ideato il cosiddetto «Marker Unico (o integrato)». Questo Marker consiste in una griglia composta di 12 criteri di scrutinio che viene regolarmente utilizzata nell'istruttoria e nella valutazione delle iniziative di cooperazione, ivi comprese quelle socio-sanitarie.
  Da ultimo, per quanto riguarda le comunicazioni al Parlamento sull'andamento degli aiuti pubblici allo sviluppo (APS), si segnala che il Ministero degli affari esteri provvede a elaborare annualmente una relazione, a rendiconto, relativa alle iniziative di cooperazione allo sviluppo, all'interno della quale è presente una specifica sezione sugli aiuti pubblici allo sviluppo. Tale sezione attinge all'elaborazione dei dati effettuata dalla Farnesina anche sulla base di quanto fornito da tutti gli attori della cooperazione allo sviluppo, seguendo le precise tempistiche individuate dall'OCSE-DAC per la notifica dei elementi (a metà marzo il rapporto preliminare e a metà luglio il
memorandum definitivo con i dati di dettaglio ricompresi nel sopra richiamato CRS).
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteriLapo Pistelli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

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malattia

aiuto allo sviluppo

aiuto internazionale

diritti del bambino

morte

prima infanzia

fanciullo