ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03842

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 183 del 05/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: RUOCCO CARLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 05/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 05/03/2014
Stato iter:
16/12/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 16/12/2015
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 16/12/2015

CONCLUSO IL 16/12/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03842
presentato da
RUOCCO Carla
testo di
Mercoledì 5 marzo 2014, seduta n. 183

   RUOCCO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della difesa. Per sapere – premesso che:
   le frane e le alluvioni in Italia continuano ad aumentare: da poco più di 100 eventi l'anno tra il 2002 e il 2006 siamo gradualmente arrivati ai 351 del 2013 e ai 110 solo nei primi 20 giorni del 2014;
   negli ultimi 60 anni la corsa all'urbanizzazione del territorio ha indotto a sfruttare anche le aree di pertinenza fluviale o inondabili. Questa rapida espansione urbana quasi mai è stata accompagnata da un adeguamento del reticolo idrografico e delle opere di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, che sono aumentate quantitativamente a causa dell'ampliamento delle superfici impermeabilizzate;
   un'errata gestione del territorio, la mancata manutenzione del reticolo idrografico e l'eccessiva impermeabilizzazione dei suoli hanno fatto si che oggi più dell'80 per cento dei comuni italiani si ritrovi con almeno un'area a rischio di frana o di alluvione. I costi per gli interventi di sistemazione di queste aree superano i 40 miliardi di euro;
   da una stima del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, negli ultimi 60 anni per i danni provocati da frane ed alluvioni è stato speso, in media, più di 1 miliardo di euro all'anno, quasi 3 volte quello che è stato stanziato annualmente dal Governo dal 1991 al 2013 per le opere preventive di messa in sicurezza;
   la Protezione civile qualche anno fa ha quantificato le richieste per la riparazione dei danni causati dalle piogge intense in 8 mesi, cioè da ottobre 2008 a giugno 2009, in circa 4,6 miliardi di euro, una cifra più di 10 volte superiore a quella dei fondi assegnati annualmente dallo Stato per le attività preventive di difesa del suolo;
   intanto con la legge di stabilità 2014, lo stanziamento statale per le opere di prevenzione del rischio idrogeologico è passato da circa 350 milioni di euro all'anno a 30 milioni per il 2014, 50 per il 2015 e 100 per il 2016;
   il costo complessivo dei danni provocati in Italia dai terremoti, frane e alluvioni dal 1994 ad oggi è di 242,5 miliardi di euro, circa 3,5 miliardi l'anno. A rivelarlo è l'ultima indagine del Centro ricerche per l'edilizia e il territorio (Creseme 2012) sul nuovo rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia;
   il nostro Paese attualmente si trova stretto in una morsa. Da un lato l'inadeguatezza delle risorse finanziarie impedisce di realizzare opere strutturali di difesa e dall'altro un quadro normativo ancora fondato sui regi decreti del ’900 – con un groviglio di norme – impediscono la creazione di un disegno unitario volto alla prevenzione delle calamità naturali;
   secondo il rapporto Ance-Cresme un piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio richiederebbe un investimento di 1,2 miliardi di euro per vent'anni che assorbirebbe una consistente manodopera bilanciando il necessario decremento delle nuove fabbricazioni. Invece negli ultimi anni gli investimenti pubblici per la messa in sicurezza del territorio sono diminuiti mediamente del 50 per cento –:
   quali iniziative, in considerazione della gravità degli eventi alluvionali, si intendano assumere per avviare un programma di messa in sicurezza del territorio nazionale rispetto al rischio idrogeologico e infine se si ritenga necessario spostare sulla difesa del territorio e su connesse politiche di occupazione giovanile, una parte dei 26 miliardi di euro di spese militari. (4-03842)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 16 dicembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 537
4-03842
presentata da
RUOCCO Carla

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in oggetto, relativo agli interventi che si intendano assumere per avviare un programma di messa in sicurezza del territorio nazionale rispetto alle opere strutturali di difesa del suolo e al dissesto idrogeologico nel nostro Paese, si rappresenta quanto segue.
  Sull'argomento si fa presente che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, insieme alla struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, ha avviato il piano operativo nazionale degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per il periodo 2014-2020.
  Il piano è stato definito dalle proposte presentate dalle regioni nel corso degli anni 2014 e 2015 attraverso l'utilizzo del sistema
web Rendis del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in collaborazione con Ispra.
  L'insieme degli interventi localizzati sull'intero territorio nazionale comporta un fabbisogno complessivo pari a circa 20,3 miliardi di euro e, rispetto a tale importo, quello relativo alle richieste validate dalle regioni nel sistema Rendis, ammonta, ad oggi, a circa 17,5 miliardi di euro.
  Al riguardo, attesa l'impossibilità di poter finanziare contemporaneamente tutti gli interventi individuati ed al fine di assicurare l'avvio degli interventi più urgenti di contrasto al rischio idrogeologico nelle aree soggette a frequenti esondazioni, è stato individuato, nell'ambito del piano operativo nazionale, un primo piano stralcio costituito da un insieme di interventi di mitigazione del rischio riguardanti principalmente le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposte a rischio di alluvione (l'importo di detti interventi è pari a circa 1,4 miliardi di euro).
  Con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015, proposto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e condiviso con i soggetti istituzionalmente coinvolti nella seduta della conferenza Stato-regioni e province autonome del 25 marzo 2015, sono state altresì individuate le procedure, le modalità ed i criteri di selezione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. La priorità di assegnazione di tali risorse sarà determinata secondo i criteri previsti dal predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, nonché in base alle priorità che saranno espresse dalla regione, attribuendo rilevanza a:
   interventi integrati che, oltre a contrastare/mitigare il dissesto idrogeologico, contribuiscano al miglioramento dello stato ecologico dei corsi d'acqua ed alla tutela degli ecosistemi e della biodiversità;
   interventi ricadenti in aree con un maggior numero di persone esposte a rischio diretto e/o con edifici strategici a rischio grave;
   interventi ricadenti in aree caratterizzati da eventi ad elevata frequenza di accadimento;
   interventi che presentino misure di compensazione e/o mitigazione ambientale, collegati agli impatti dell'opera principale.

  Ad ogni modo, al fine di garantire il rapido avvio degli interventi più urgenti e tempestivamente cantierabili, ricompresi nel piano stralcio, la delibera Cipe n. 32 del 2015 ha assegnato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare l'importo di 450 milioni di euro a valere sulle risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione afferenti alla programmazione 2014-2020.
  Per la medesima finalità sono state individuate risorse disponibili, a legislazione vigente, pari a 150 milioni di euro, di cui 40 milioni costituite da risorse del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a valere sulle disponibilità recate dall'articolo 1, comma 111, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, e la restante quota di 110 milioni a carico delle risorse del fondo di sviluppo e coesione per il periodo 2007-2013 di cui all'articolo 7, comma 8, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164 (cosiddetto sblocca Italia).
  A questi si devono aggiungere, per il biennio 2015-2016, ulteriori 54 milioni di euro circa che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha disposto di destinare al fine di incrementare la copertura del piano stralcio citato, in considerazione della rilevanza e dell'urgenza degli interventi in esso previsti.
  Infine, nel ricordare che è forte l'impegno del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dell'intero Governo su tale questione, auspico senz'altro che le risorse a beneficio di tale settore possano essere incrementate, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, ferme restando le specifiche competenze ed esigenze degli altri Ministeri.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

inondazione

lavoro giovanile

politica occupazionale

idrogeologia

prevenzione dei rischi