ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03751

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 181 del 27/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: LAVAGNO FABIO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 27/02/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 27/02/2014
Stato iter:
05/05/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/05/2014
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/05/2014

CONCLUSO IL 05/05/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03751
presentato da
LAVAGNO Fabio
testo di
Giovedì 27 febbraio 2014, seduta n. 181

   LAVAGNO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   il gruppo Askoll Holding consolida un'importante presenza nei mercati delle pompe di scarico per lavabiancheria e lavastoviglie, dei motori elettrici per applicazioni domestiche come lavatrici, asciugatrici e sistemi di aspirazione, ventilazione e refrigerazione attraverso i marchi Askoll, Plaset e Ceset;
   gli stabilimenti del gruppo sono ubicati nei comuni di Sandrigo, Dueville, Cavazzale di Monticello Conte Otto in provincia di Vicenza, e a Castell'Alfero in provincia di Asti. Altre fabbriche sono attive in Slovacchia, Brasile, Messico, Romania e Cina;
   lo stabilimento Askoll di Castell'Alfero ha deciso la cessione dell'attività, con lettere di licenziamento collettivo e con l'apertura della procedura di mobilità, recapitate ai delegati della Rsu aziendale e successivamente alle organizzazioni di categoria dei metalmeccanici di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm;
   la holding vicentina conferma ufficialmente lo stop della produzione dall'8 giugno 2014 nello stabilimento lungo la strada statale 99. La perdita, secondo la comunicazione ufficiale di Askoll, ammonterebbe a 6 milioni di euro, prevista sia per il 2013 che per il 2014, e non ci sarebbero strumenti in alternativa alla mobilità. Con la lettera scattano i 75 giorni previsti dalla normativa per raggiungere l'accordo;
   nel documento, il gruppo sostiene che la crisi economica (in particolare quella del settore degli elettrodomestici) assieme alla concorrenza da parte dei produttori asiatici e al trasferimento dei clienti nei Paesi «low cost» ha ridotto di molto la redditività dell'azienda;
   inoltre, la volontà di cessare l'attività impedisce ai lavoratori l'eventuale rinnovo dei contratti di solidarietà in scadenza;
   la procedura riguarda complessivamente 221 dipendenti: 141 operai, 68 impiegati, 10 quadri e 2 dirigenti –:
   se siano a conoscenza delle problematiche sopra esposte e quali azioni intendano intraprendere per salvaguardare gli attuali livelli occupazionali;
   quali iniziative il Governo intenda porre in essere per dare soluzione alla crisi della società Askoll, e se intenda aprire un tavolo nazionale di confronto con lo scopo di avviare un dialogo finalizzato a tutelare la continuità occupazionale. (4-03751)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 5 maggio 2014
nell'allegato B della seduta n. 222
4-03751
presentata da
LAVAGNO Fabio

  Risposta. — In relazione all'interrogazione in esame, si rappresenta quanto segue.
  La crisi aziendale della Askoll di Castell'Alfero si è manifestata, secondo quanto è stato dichiarato anche dai vertici aziendali, a causa della forte riduzione dei volumi produttivi e del progressivo trasferimento delle produzioni e dei principali clienti, soprattutto clienti, nei Paesi
low cost e della sempre più aggressiva concorrenza da parte di produttori asiatici capaci di produrre il medesimo prodotto a prezzi più bassi rispetto a quelli del sito citato. La società aveva già avviato nel 2009 un piano di ristrutturazione per rendere maggiormente competitiva l'azienda grazie a interventi da realizzare nello stabilimento per oltre sette milioni di euro. Nell'ambito di tale piano, si prevedeva di rendere lo stabilimento piemontese un centro di competenza delle piattaforme a motore destinate alla produzione del motore BPM Askoll Motor. Tuttavia, nonostante i citati investimenti si è mantenuto un perdurante stato di difficoltà. Tale situazione è nota a tutte le parti coinvolte ed è stata affrontata attraverso un accordo sindacale del 3 marzo 2012 e successivamente con un ulteriore accordo sottoscritto in data 5 giugno 2012 presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  Ciò premesso, all'inizio di quest'anno le organizzazioni sindacali hanno interessato il Ministero dello sviluppo economico circa le criticità produttive e occupazionali del sito in questione anche a seguito della comunicazione del licenziamento collettivo il 25 febbraio 2014.
  Di conseguenza, il Ministero ha attivato un confronto istituzionale tra tutte le parti coinvolte. Nell'ambito degli incontri tenutisi al Ministero dello sviluppo economico, l'azienda ha dichiarato che lo stabilimento ha riportato negli ultimi anni perdite costanti.
  Inizialmente, la stessa aveva dato la propria disponibilità ad accogliere la richiesta del Ministero di sospendere la procedura di mobilità purché fosse ripresa la produzione. In seguito, nonostante la disponibilità prospettata dalla regione Piemonte, oltre che dal Ministero, il
management ha confermato la propria decisione di chiusura sottolineando che essa è stata determinata da una situazione di insostenibilità economica dello stabilimento.
  Il Ministero dello sviluppo economico, unitamente alle istituzioni presenti, ribadendo la propria contrarietà alla decisione di chiusura, ha preso atto della decisione aziendale di ritenere vano qualsiasi tentativo di approfondimento alla luce delle disponibilità istituzionali. Il tavolo dunque rimane aperto e verrà aggiornato a breve per seguire l'evolversi della situazione.

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economicoClaudio De Vincenti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

politica industriale

apparecchio elettrodomestico

stabilimento

licenziamento collettivo