ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03748

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 181 del 27/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 27/02/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/02/2014
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/02/2014
FAVA CLAUDIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/02/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA DIFESA 27/02/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 02/05/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03748
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Giovedì 27 febbraio 2014, seduta n. 181

   SCOTTO, MARCON, DURANTI e FAVA. — Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   uno studio portato avanti dall'istituto di ricerche internazionali «Archivio Disarmo» sul commercio di armi in Africa mostra un quadro complesso ed inquietante;
   si parla di un mercato clandestino incontrollabile, legato soprattutto alle armi leggere, della mancanza di fiducia tra eserciti regolari e governanti e dell'assenza di un apparato legislativo capace di regolarne il commercio;
   i Paesi africani non sono tra i primi acquirenti in questo mastodontico commercio, ma per un intero continente ricchissimo di potenzialità e tra i più affamati in assoluto, il traffico d'armi è uno dei settori più seguiti dai singoli Paesi per quanto riguarda le importazioni;
   secondo le fonti del Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) le spese militari in Africa nel 2012 risultano relativamente modeste rispetto a quelle di aree del mondo: si registra un incremento del 7,8 per cento rispetto al 2011 nel Nord Africa, mentre nell'area subsahariana per la prima volta si assiste a una riduzione del 3,2 per cento, con Uganda (che ha completato i suoi programmi di acquisizione di armamenti) e Sud Sudan (per problemi finanziari legati alla chiusura dell'oleodotto di Port Sudan) come maggiori importatori della zona;
   il Sipri, però, tiene conto esclusivamente dei maggiori sistemi d'arma (aerei, carri armati, missili), senza prendere in considerazione le cosiddette armi leggere (pistole, fucili, mitra, mitragliatrici, bazooka, mine, bombe a mano, munizioni), nuove o acquistate sul mercato dell'usato e impiegate sia da forze armate regolari che da gruppi ribelli;
   Egitto, Algeria, Libia e Sudafrica e Etiopia da soli totalizzano oltre la metà della spesa militare africana, risultando tra i migliori acquirenti dei sistemi d'arma più sofisticati, mentre la restante parte del continente sconta gravi deficienze in termini di equipaggiamenti, automezzi, addestramento e comunicazioni;
   l'esiguità del personale militare (in Mali vi sono 46 militari ogni 100.000 abitanti ed in Nigeria 48, mentre in altre zone la cifra cresce esponenzialmente, come in Senegal, dove ve ne sono 105 ogni 100.000 abitanti, in Ciad, dove la cifra raggiunge i 155, ed in Algeria, che vanta uno dei più numerosi eserciti africani, con addirittura 408 militari ogni 100.000) si riflette negativamente sulla capacità di molti Paesi a controllare le proprie frontiere;
   ad esempio nel caso del Mali, che condivide 6.500 chilometri di confine con 7 Stati, la carenza di personale è stata tra le cause principali che hanno favorito la circolazione incontrollata e l'insediamento di svariati gruppi di criminali dediti al contrabbando, al traffico di droga e armi leggere e ai sequestri a scopo di riscatto;
   altro aspetto di criticità tale da rendere impossibile la stabilità dei Paesi africani è costituito dai sospetti di abusi di potere o di colpi di Stato da parte degli eserciti sulle autorità delle singole nazioni, con i rapporti tra Governi e forze militari caratterizzati da estrema diffidenza, poiché il timore è che il rafforzamento di questi ultimi possa rappresentare una minaccia alla sicurezza interna e alle istituzioni, anziché una risorsa;
   il Trattato internazionale sul commercio di armi del 2013, l'ATT, non è ancora entrato in vigore, e quindi la mancanza di un adeguato complesso legislativo che determini le regole sul commercio di armi rende l'Africa una regione ancora debole e sottomessa a quelle nazioni che l'hanno dominata fino ad un secolo fa, insieme con i nuovi poteri dell'Oriente;
   in questo contesto, infatti, Russia, Cina e Stati Uniti d'America sono i principali esportatori di armi, con le loro multinazionali che perpetrano una politica colonialista in una terra già devastata dalla sua storia;
   il tutto si complica ulteriormente nell'incontrollato mercato d'armi leggere, dove la Convenzione Ecowas (Economic Community of West African States) è l'unico trattato sulle armi leggere veramente vincolante per i firmatari, perché prevede un meccanismo sanzionatorio in caso di violazione delle sue norme;
   ciò spiega l'estrema pericolosità dei traffici transfrontalieri, che sfuggono al controllo delle istituzioni;
   al loro arrivo in Africa le armi vengono vendute come merce comune dalle multinazionali, che stipulano contratti di compravendita in un libero scambio che solo in un secondo tempo diviene ingestibile ed irregolare;
   le armi trafficate in modo illegale e clandestino vengono, dunque, solo inizialmente vendute attraverso contratti ufficiali e regolari;
   i fatti narrati sono riportati anche nell'articolo «L'Africa spende 34 miliardi in un anno per comprare armi da Russia, Cina e Stati Uniti» pubblicato dall'edizione online de La Repubblica il 25 febbraio 2014 –:
   se l'Italia sia coinvolta in questo mercato di armi e con quale ruolo;
   se i Ministri non ritengano opportuno, per quanto di competenza, mettere in atto tutti i meccanismi di controllo per evitare che, alla fine del ciclo, queste armi vengano utilizzate contro i nostri soldati, magari inviati in missioni di peacekeeping, come già successo in Iraq. (4-03748)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

commercio di armi

Africa

regolamentazione commerciale

controllo alla frontiera

trasporto transfrontaliero

traffico illecito

armi da fuoco e munizioni

esercito

personale militare