ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02959

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 139 del 17/12/2013
Firmatari
Primo firmatario: GALLINELLA FILIPPO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 17/12/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 17/12/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 17/12/2013
Stato iter:
06/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/12/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 03/07/2014

SOLLECITO IL 31/07/2014

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/12/2016

CONCLUSO IL 06/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02959
presentato da
GALLINELLA Filippo
testo di
Martedì 17 dicembre 2013, seduta n. 139

   GALLINELLA e CIPRINI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   il 17 ottobre 2013 l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato – per la prima volta in maniera ufficiale – che lo smog è uno dei più importanti agenti cancerogeni, ed ha annunciato la decisione di inserire gli inquinanti dell'aria nel gruppo numero 1, quello dei sicuri cancerogeni, insieme a sostanze come amianto e benzene. Si stima che lo smog nel solo 2010 abbia causato 220 mila morti;
   l'Unione europea detta regole precise sulla qualità dell'aria e sui livelli di inquinamento sostenibili, tanto che la Corte di giustizia condanna quegli Stati che non rispettano i limiti imposti dall'Unione europea. L'Italia è stata condannata lo scorso anno perché molte regioni hanno violato i limiti imposti per la qualità dell'aria per gli anni 2005 e 2006 (sentenza 19 dicembre 2012, n. C-68/11);
   tra le regioni in violazione c’è l'Umbria i cui livelli di inquinamento atmosferico stanno aumentando in maniera esponenziale nel corso degli ultimi anni e il cui registro tumori segnala un aumento del cancro ai polmoni in tutta la regione, specialmente a carico della popolazione femminile;
   nella prima settimana di dicembre 2013 – come si evince da diverse segnalazioni dell'associazione Italia Nostra – lo smog ha soffocato tutta l'Umbria. Non solo Terni, città dell'acciaio e delle polveri, ma Perugia, Città di Castello, Foligno, Magione, Gubbio, Spoleto, Narni e perfino Torgiano hanno superato i limiti di legge per le polveri sottili;
   nella stessa settimana il consiglio regionale dell'Umbria ha discusso del nuovo piano della qualità dell'aria che però appare, agli occhi degli interroganti, poco incisivo per tutelare la salute dei cittadini, in quanto non prevede misure stringenti né per quanto riguarda l'obbligo di riduzione dell'inquinamento atmosferico per le imprese, né per la necessaria riduzione dell'inquinamento dovuto al traffico. Nel frattempo la regione continua a sostenere il progetto di trasformare la E45 in autostrada, che non farà certo diminuire l'inquinamento dell'aria;
   è importante segnalare che in Umbria continuano a sorgere centrali a biomasse, come, ad esempio, quella legnosa ad Umbertide, che contribuiscono ad accrescere i livelli di inquinamento dell'aria;
   nelle segnalazioni di Italia Nostra si evince inoltre che, grazie al posizionamento strategico dei rilevatori di inquinamento, il fenomeno sembra praticamente ed improvvisamente sparito in alcuni centri urbani: gli sforamenti a Perugia sono passati da 69 nel 2009 a 6 nel 2013 –:
   se i Ministri interrogati, in base a quanto esposto in premessa, specie in relazione alla recente comunicazione dell'organizzazione mondiale della sanità, non ritengano fondamentale prevedere dei piani stringenti per il contenimento dell'inquinamento atmosferico in tutto il territorio italiano, al fine di evitare una nuova condanna da parte dell'Unione europea, ma soprattutto per tutelare la salute pubblica;
   se non intendano avviare, avvalendosi eventualmente del supporto tecnico-scientifico dell'ISPRA e dell'Istituto superiore di sanità, studi dettagliati sulle modalità di misurazione dell'inquinamento atmosferico, valutando anche l'opportunità ed il corretto posizionamento dei sistemi di rilevamento dello stesso. (4-02959)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 6 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 711
4-02959
presentata da
GALLINELLA Filippo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa all'inquinamento atmosferico della Regione Umbria e agli interventi su scala nazionale per la tutela della salute pubblica, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, sulla base della normativa nazionale di settore (decreto legislativo n. 155 del 2010 e successive modificazioni e integrazioni) le regioni e le province autonome sono le autorità competenti in materia di gestione e valutazione della qualità dell'aria, tali amministrazioni sono pertanto competenti nella zonizzazione del territorio (con la relativa classificazione delle zone in funzione dei livelli di inquinamento registrati), nel monitoraggio della qualità dell'aria, nella valutazione annuale dei livelli di inquinamento e nella pianificazione degli interventi di risanamento della qualità dell'aria.
  Ciò premesso, per quanto concerne gli aspetti relativi all'adozione di piani stringenti per il contenimento dell'inquinamento atmosferico in tutto il territorio italiano, si evidenzia che lo scrivente Ministero ha avviato da tempo una strategia condivisa con gli altri ministeri aventi competenza sui settori emissivi quali trasporti, energia, inclusi gli usi civili, attività produttive ed agricoltura, per l'individuazione di misure da attuare congiuntamente nel territorio nazionale al fine di contrastare i reiterati superamenti delle concentrazioni limite di materiale particolato PM10 e di biossido di azoto NO2 registrati in ampie zone del territorio nazionale.
  In tale contesto, il 18 dicembre 2013, è stato sottoscritto un accordo di programma tra i Ministri dell'ambiente, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti, delle politiche agricole e della salute e le regioni e province autonome del Bacino padano (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta, provincia autonoma di Trento e provincia autonoma di Bolzano), finalizzato all'individuazione e attuazione di misure coordinate e congiunte per il miglioramento della qualità dell'aria nel Bacino padano. In particolare tale accordo ha previsto l'istituzione di appositi gruppi di esperti con il compito di analizzare i principali settori produttivi (trasporto merci e passeggeri, riscaldamento civile, risparmio energetico, industria e agricoltura) e di individuare, per ogni settore, specifiche misure di intervento analizzate anche in relazione alle ricadute ambientali e agli effetti socio economici. Inoltre si evidenzia, per l'adozione delle misure individuate, l'impegno delle regioni nell'ambito del citato accordo ad adeguare i propri vigenti piani regionali di qualità dell'aria.
  Contestualmente all'attuazione del citato accordo, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha altresì avviato una interlocuzione con le regioni del Centro e Sud Italia finalizzata a porre in essere soluzioni mirate e condivise, sul modello del suddetto accordo di programma delle regioni del Bacino Padano, per l'individuazione di misure congiunte per il miglioramento della qualità dell'aria dei territori di tali regioni.
  Inoltre si segnala che il 30 dicembre 2015 è stato sottoscritto un importante protocollo d'intesa tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la conferenza delle regioni e province autonome e l'Associazione nazionale dei comuni italiani per definire ed attuare misure omogenee su scala di bacino per il miglioramento e la tutela della qualità dell'aria e la riduzione di emissioni di gas climalteranti, con interventi prioritari nelle città metropolitane.
  In particolare tale protocollo prevede tra le misure urgenti, da attivare dopo reiterati superamenti delle soglie giornaliere massime consentite delle concentrazioni di PM10 (di regola 7 giorni) le seguenti: abbassamento dei limiti di velocità di 20 km/h nelle aree urbane estese al territorio comunale e alle eventuali arterie autostradali limitrofe, previo accordo con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; attivazione di sistemi di incentivo all'utilizzo del trasporto pubblico locale e della mobilità condivisa; riduzione di 2 gradi delle temperature massime di riscaldamento negli edifici pubblici e privati; limitazione dell'utilizzo della biomassa per uso civile dove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento.
  In relazione alla situazione della qualità dell'aria ambiente della Regione Umbria si rappresenta che, secondo quanto riferito dalla stessa, nell'anno 2013 si sono registrati in Umbria superamenti del limite di legge per il PM10 soltanto per le città di Foligno e Terni, dove le centraline della rete regionale di monitoraggio hanno rilevato più di 35 giornate con una concentrazione media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/m3.
  Il Piano regionale per la qualità dell'aria, recentemente approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 296 del 17 dicembre 2013, si pone come principale obiettivo proprio l'adozione di misure volte al contenimento delle emissioni dei principali nelle aree individuate come maggiormente critiche, corrispondenti ai territori dei comuni di Corciano, Perugia, Foligno e Terni, per portare le concentrazioni entro gli standard imposti dalla norma.
  Sulla base degli studi e delle simulazioni numeriche realizzati da Arpa Umbria, il piano ha individuato, quali principali misure di intervento nelle aree di superamento, la riduzione del traffico veicolare (leggero e pesante) e il controllo delle emissioni prodotte da sistemi di riscaldamento domestico alimentati a biomassa (stufe e caminetti a bassa efficienza). È anche presente una misura (PIF03) specificamente finalizzata alla limitazione delle emissioni prodotte da attività energetiche e produttive.
  In ogni caso si fa presente che l'attuazione del piano prevede l'istituzione di un «Comitato di gestione del piano» che, tra le sue funzioni, ha anche quella rimodulare le misure di risanamento introducendo ulteriori misure aggiuntive qualora, a seguito della costante attività di monitoraggio, si verifichi che non vengono raggiunti gli obiettivi di riduzione delle concentrazioni al suolo attesi.
  Infine, per quanto riguarda le modalità di misurazione dell'inquinamento atmosferico sul territorio nazionale, per la valutazione dell'opportunità e del corretto posizionamento dei sistemi di rilevamento esistenti, si rappresenta quanto segue.
  Il decreto legislativo n. 155 del 2010 ha previsto dalla sua entrata in vigore l'attivazione di un processo di revisione di tutte le reti regionali di monitoraggio. Tale processo, che attualmente è stato svolto da quasi tutte le regioni e province autonome, vede il coinvolgimento a vario titolo di istituti ed enti di ricerca quali Ispra, Enea e Cnr.
  Nello specifico la norma citata prevede che tutte le regioni e le province autonome siano tenute a riesaminare le preesistenti reti di monitoraggio della qualità dell'aria in conformità alla precisione legislativa ed agli indirizzi espressi dal coordinamento
ex articolo 20 del decreto legislativo n. 155 del 2010. A tal fine le regioni sono tenute a predisporre degli appositi progetti di revisione delle reti da trasmettere al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per una preventiva valutazione, prima dell'adozione formale. Si precisa che la valutazione di tali progetti regionali viene svolta, come previsto dalla norma, dal Ministero dell'ambiente con il diretto supporto di Ispra ed Enea. Infine si evidenzia che il formato per la trasmissione dei citati progetti al Ministero all'Ispra ed all'Enea è stato individuato con il decreto ministeriale 22 febbraio 2013 che è basato direttamente sugli indirizzi maturati nel coordinamento ex articolo 20 del decreto legislativo n. 155 del 2010 a proposito delle attività di razionalizzazione delle reti regionali da condurre sul territorio nazionale. Tali indirizzi sono recepiti dalla «linea guida per l'individuazione della rete di monitoraggio della qualità dell'aria» elaborata tra il 2010 ed il 2011 con la partecipazione di esperti regionali, delle Arpa, di Ispra, Enea e Cnr.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, questo Ministero continuerà a tenersi informato nonché a svolgere un'attività di sollecito nei confronti degli enti territoriali competenti.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

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EUROVOC :

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