Legislatura: 17Seduta di annuncio: 127 del 28/11/2013
Primo firmatario: GUIDESI GUIDO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 28/11/2013
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 28/11/2013
RITIRATO IL 29/11/2013
CONCLUSO IL 29/11/2013
GUIDESI. —
Al Ministro dello sviluppo economico
. — Per sapere – premesso che:
la crisi che, a livello europeo, ha colpito il settore della raffinazione ha avuto ricadute importanti sull'industria di raffinazione in Italia, generando gravi ricadute sul fronte dell'occupazione;
rispetto ai principali competitor mondiali, il sistema della raffinazione in Italia appare estremamente debole e poco competitivo. L'industria presenta costi di produzione notevolmente alti a causa degli oneri connessi alle normative in favore dell'ambiente e della tutela del lavoro ed è sottoposta a pesanti oneri legati all'obsolescenza degli impianti, al trasporto, e alla complessità del sistema amministrativo;
il settore è da tempo sottoposto alla forte concorrenza delle raffinerie statunitensi, mediorientali ed asiatiche, quest'ultime sempre più competitive perché prive di obblighi e vincoli ambientali, sottoposte a minori costi del lavoro e sussidiate direttamente dallo Stato;
negli ultimi dieci anni, dal 2002 al 2012, i consumi di prodotti petroliferi italiani sono scesi di più del 30 per cento; contemporaneamente, sono aumentate le importazioni di prodotti petroliferi finiti e diminuite le esportazioni, soprattutto verso gli Stati Uniti dove sembra siano in costruzione nuove raffinerie;
l'Unione europea non ha adottato una strategia in merito alla salvaguardia del settore della raffinazione, limitandosi ad introdurre dazi all'importazione di biodiesel prodotto in Argentina ed in Indonesia per dumping;
in questo scenario, molte raffinerie in Italia sono ormai prossime alla chiusura. È notizia di questi giorni dell'imminente chiusura dell'impianto IES di Mantova, che dal 1° gennaio 2014 si trasformerà in deposito petrolifero. I lavoratori occupati presso l'impianto sono circa 390 e secondo le prime stime, nel passaggio a deposito, si perderebbero circa 350 posti di lavoro;
il sistema della raffinazione italiano è costituito da 16 raffinerie presenti sull'intero territorio nazionale per una capacità complessiva di poco superiore ai 100 milioni di tonnellate/anno. Da anni i profitti delle aziende che operano nel settore della raffinazione e distribuzione si sono notevolmente ridotti con gravi conseguenze per l'occupazione;
l'industria della raffinazione in Italia impiega 100 mila addetti. Come confermato dallo stesso Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, in Italia gli impianti a rischio di chiusura sono quattro o cinque con il pericolo imminente di lasciare senza lavoro circa 8 mila addetti;
le aziende di raffinazione rappresentano un punto di riferimento importante per l'economia locale dei territori che le ospitano e la loro chiusura avrebbe ripercussioni su tutto il territorio nazionale, privandolo di ricchezza e di occupazione;
dall'indagine conoscitiva sulla crisi del settore della raffinazione in Italia, condotta nella scorsa legislatura, è emerso che il settore presenta un eccesso di capacità produttiva pari a circa 15-20 milioni di tonnellate che il mercato interno non riesce ad assorbire; da qui la proposta di un intervento che miri, da un lato a preservare un settore strategico dell'industria nazionale (connesso a molteplici comparti produttivi) e dall'altro a salvaguardare l'occupazione;
la crisi dell'industria della raffinazione, senza l'adozione di efficaci interventi, potrebbe degenerare in un quadro ancora più drammatico, con conseguenze disastrose per il futuro dei lavoratori impiegati nel settore e delle loro famiglie;
i processi di riconversione di impianti industriali non più competitivi potrebbero aprire la strada alla realizzazione di importanti progetti industriali ed occupazionali di grande impatto per l'economia del Paese;
alcune regioni hanno sperimentato con successo l'adozione di accordi di sviluppo territoriale per favorire l'insedia- mento di nuove attività di impresa nelle aree industriali dismesse, realizzando diversi interventi, sia di carattere finanziario che di semplificazione amministrativa, per attrarre e mantenere sul territorio le attività e le risorse necessarie alla crescita e allo sviluppo dello stesso –:
quali sia la strategia che il Governo intenda perseguire ai fini dell'adozione di un'organica politica industriale di rilancio della raffineria italiana, in primo luogo a garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali nel settore;
se intenda concordare, con le regioni e gli enti locali, l'adozione di specifici percorsi, da attuare anche attraverso lo strumento dell'accordo di programma, per la riconversione industriale delle aree inquinate collegata con le attività di bonifica o messa in sicurezza delle stesse. (4-02713)
EUROVOC :soppressione di posti di lavoro
raffinazione del petrolio
impresa in difficolta'
prodotto petrolifero
licenziamento
politica occupazionale
importazione
politica industriale