ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02550

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 119 del 15/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/11/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 15/11/2013
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 18/11/2013

SOLLECITO IL 10/12/2013

SOLLECITO IL 23/12/2013

SOLLECITO IL 08/01/2014

SOLLECITO IL 05/02/2014

SOLLECITO IL 24/03/2014

SOLLECITO IL 05/05/2014

SOLLECITO IL 05/06/2014

SOLLECITO IL 02/07/2014

SOLLECITO IL 01/08/2014

SOLLECITO IL 01/09/2014

SOLLECITO IL 03/10/2014

SOLLECITO IL 05/11/2014

SOLLECITO IL 05/12/2014

SOLLECITO IL 08/01/2015

SOLLECITO IL 02/02/2015

SOLLECITO IL 05/03/2015

SOLLECITO IL 01/04/2015

SOLLECITO IL 05/05/2015

SOLLECITO IL 11/06/2015

SOLLECITO IL 09/07/2015

SOLLECITO IL 03/08/2015

SOLLECITO IL 07/09/2015

SOLLECITO IL 01/10/2015

SOLLECITO IL 02/11/2015

SOLLECITO IL 01/12/2015

SOLLECITO IL 11/01/2016

SOLLECITO IL 03/02/2016

SOLLECITO IL 03/03/2016

SOLLECITO IL 04/04/2016

SOLLECITO IL 02/05/2016

SOLLECITO IL 01/06/2016

SOLLECITO IL 04/07/2016

SOLLECITO IL 01/08/2016

SOLLECITO IL 12/09/2016

SOLLECITO IL 10/10/2016

SOLLECITO IL 08/11/2016

SOLLECITO IL 14/12/2016

SOLLECITO IL 09/01/2017

SOLLECITO IL 01/02/2017

SOLLECITO IL 06/03/2017

SOLLECITO IL 03/04/2017

SOLLECITO IL 09/06/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02550
presentato da
REALACCI Ermete
testo di
Venerdì 15 novembre 2013, seduta n. 119

   REALACCI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per gli affari europei . — Per sapere – premesso che:
   come riportato da numerosi articoli sulla stampa nazionale, internazionale e sui media della rete dopo esattamente 11 anni dal gravissimo incidente della petroliera aframax Prestige occorso a largo della coste galiziane non è stato paradossalmente possibile individuare alcun responsabile per il naufragio;
   era il 13 novembre 2002 quando la petroliera Prestige della società greca Universe Maritime Ltd affondò al largo della costa della Galizia, in Spagna. Quel giorno finirono in mare 77 mila tonnellate di greggio, causando il più grave disastro ambientale d'Europa. Oltre 2.000 spiagge invase dalla marea nera, specie rarissime di uccelli con le piume impastate di petrolio, intere coltivazioni di mitili distrutte, danni ambientali per miliardi di euro – ancora riscontrabili;
   come riporta il Corriere della Sera, in un articolo del 13 novembre 2013, al termine del processo, i tre principali imputati: il comandante, l'armatore e la Marina mercantile spagnola sono stato assolti da tutte le accuse legate al disastro ambientale eccetto che per il comandante per disobbedienza grave per aver ritardato le operazioni di soccorso;
   l'incidente che mandò a picco la supernave fu causato semplicemente da un «cattivo stato di manutenzione e conservazione». Ma nessuno può sapere con certezza, «quale avrebbe dovuto essere la risposta appropriata nella situazione di emergenza creata dalla grave avaria del Prestige», ha detto il giudice Juan Luis Pia, leggendo la sentenza nell'aula del tribunale della Coruna. Assolvendo dunque il capitano Apostolos Mangouras, il capo macchinista Nikolaos Argyropoulos e l'ex direttore generale della Marina mercantile José Luis Lopez-Sors dall'accusa di crimini contro l'ambiente, «danni alle aree naturali protette» e «danni causati dal naufragio»;
   grave è stata anche l'inadeguatezza della gestione dell'emergenza da parte delle autorità iberiche: avendo fatto peraltro allontanare lo scafo della Prestige già compromesso dall'incidente;
   resta ancora senza risposte anche il problema del risarcimento del danno ambientale. In questa circostanza è stato dimostrato dalla consuetudine che eventuali risarcimenti escludono rigidamente qualsiasi tipo di danno ambientale;
   anche il nostro Paese, nel 1991, ha pagato il prezzo di gravissimi danni ambientali a causa del naufragio dell'enorme petroliera Haven a largo della coste liguri di Arenzano. Anche in questo caso gli armatori della petroliera risarcirono una cifra irrisoria per la bonifica ambientale, cinquanta volte inferiore rispetto a quanto la Esso sborsò al Governo americano per il disastro della petroliera Exxon Valdez –:
   quali iniziative urgenti intendano mettere in campo i Ministri interroganti affinché per il trasporto in mare di sostanze pericolose nelle acque dell'Unione europea sia previsto con chiarezza dal diritto del mare il risarcimento del danno ambientale magari novellando quanto ora regolato dagli Stati;
   se non si intenda altresì assumere iniziative per ampliare la platea dei responsabili in caso di naufragio e danno alla flora e alla fauna marine comprendendo anche i proprietari del carico della stessa nave, obbligando così i grandi noleggiatori ad individuare i vettori non più in base ai costi di noleggio, ma piuttosto in base all'affidabilità e alla sicurezza che questi sono in grado di offrire, posto che una soluzione di questo tipo potrebbe contrastare in parte il meccanismo del noleggio delle «carrette del mare», cambiando l'attitudine degli armatori di servirsi di navi vecchie e logore, loro stesse capacità, e farli optare per navi più affidabili e sicure. (4-02550)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

principio chi inquina paga

inquinamento da idrocarburi

degradazione dell'ambiente

impresa di trasporto

mare

specie protetta