ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01977

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 85 del 26/09/2013
Firmatari
Primo firmatario: SERENI MARINA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 26/09/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BALDELLI SIMONE IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 26/09/2013
GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/09/2013
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 26/09/2013
RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/09/2013
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2013
ASCANI ANNA PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2013
BIANCHI STELLA PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2013
CARRESCIA PIERGIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2013
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 26/09/2013
GIULIETTI GIAMPIERO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2013
LAFFRANCO PIETRO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 26/09/2013
LODOLINI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2013
MANZI IRENE PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2013
MARCHETTI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2013
MORANI ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2013
PETRINI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2013
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 26/09/2013
VERINI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2013
VEZZALI MARIA VALENTINA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/09/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 26/09/2013
Stato iter:
12/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/03/2015
DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 12/03/2015

CONCLUSO IL 12/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01977
presentato da
SERENI Marina
testo di
Giovedì 26 settembre 2013, seduta n. 85

   SERENI, BALDELLI, GALGANO, GALLINELLA, RICCIATTI, LUCIANO AGOSTINI, ASCANI, MARIASTELLA BIANCHI, CARRESCIA, CIPRINI, GIULIETTI, LAFFRANCO, LODOLINI, MANZI, MARCHETTI, MORANI, PETRINI, TERZONI, VERINI e VEZZALI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   l'azienda leader del comparto produttivo degli elettrodomestici, Antonio Merloni spa il 14 ottobre 2008 è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria ai sensi del decreto-legge n. 347 del 2003 (cosiddetta «legge Marzano») e i commissari straordinari, una volta verificata e formalizzata l'impossibilità di procedere con una gestione in continuità dell'attività produttiva, hanno formalizzato al Ministero dello sviluppo economico, già nell'aprile 2009, la proposta di un programma di cessione dei complessi aziendali;
   il 21 novembre 2011, presso il Ministero dello sviluppo economico, veniva siglato l'accordo sindacale propedeutico alla cessione del ramo di azienda attivo della Antonio Merloni al gruppo Porcarelli, titolare del marchio QS Group spa, attraverso J.P. Industries spa;
   l'accordo prevedeva l'acquisizione da parte di J.P. Industries Spa, entro dicembre 2011 e con efficacia dal 1° gennaio 2012, degli stabilimenti produttivi situati a Fabriano (Ancona) (Santa Maria e Maragone) e a Nocera Umbra (Perugia) (Gaifana), di 700 rapporti di lavoro del personale dipendente nonché dei marchi Ardo e Seppelfricke;
   il costo della cessione, approvato dal comitato di vigilanza previsto dalla legge Marzano, è stato pari a circa 10 milioni di euro, più 3 milioni di crediti a cui il gruppo Porcarelli ha rinunciato e che vantava nei confronti della precedente gestione della Ardo;
   il 20 febbraio 2012 un gruppo di banche creditrici della precedente gestione A. Merloni (Mps Gestione Crediti Banca spa, Unicredit Management Bank, Banca delle Marche, Banca Popolare di Ancona, Cassa di risparmio di Fabriano e Cupramontana, Banca Cr di Firenze, Banca dell'Adriatico), ha presentato ricorso per chiedere l'annullamento della suddetta cessione;
   sabato 21 settembre 2013 la seconda sezione del tribunale civile di Ancona ha annullato la vendita della Antonio Merloni al gruppo Porcarelli, in quanto la cessione ha «violato un vincolo diretto a salvaguardare, nell'ambito della pluralità degli interessi, quello dei creditori». Il collegio ha rilevato anche varie violazioni delle «norme imperative relative al criterio di determinazione del valore del complesso industriale, tali da inficiare l'intera operazione di vendita per illiceità»;
   la sentenza, attesa da mesi, rischia di avere delle conseguenze drammatiche sulla tenuta del tessuto economico e sociale di una parte consistente del territorio umbro e marchigiano e in particolare di creare una grave situazione occupazionale riguardante non solo i 700 lavoratori ex Merloni che erano stati riassunti dalla J.P. Industries, ma anche i 1300 lavoratori del gruppo Merloni attualmente in cassa integrazione fino al prossimo novembre;
   nei giorni immediatamente successivi alla sentenza i lavoratori della J.P. Industries hanno risposto con una vasta mobilitazione nei territori interessati, che ha visto la solidarietà di tutte le istituzioni locali e regionali di Umbria e Marche;
   dalla stampa locale si apprende che i lavoratori sono intenzionati a chiedere un incontro con Papa Bergoglio nel corso della sua imminente visita ad Assisi del prossimo 4 ottobre 2013 per rappresentare al Santo Padre la situazione di assoluta incertezza e precarietà in cui si verrebbero a trovare a seguito della esecutività della sentenza;
   sulla vicenda il 23 settembre 2013 il consiglio regionale dell'Umbria ha approvato all'unanimità una risoluzione che, esprimendo forte preoccupazione, impegna la giunta regionale, a chiedere al Governo in tempi rapidissimi l'attivazione di una sede di confronto presso il Ministero dello sviluppo economico tesa a individuare urgenti misure per scongiurare gli effetti nefasti della sentenza e mettere in campo tutte le iniziative per garantire il rispetto del progetto e dei contenuti dell'accordo di programma, unitamente alla continuità degli ammortizzatori sociali per il complesso delle maestranze –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopra riportati e quali iniziative intenda adottare, tenendo conto dei possibili effetti della sentenza del tribunale di Ancona, per evitare che i lavoratori e le loro famiglie, già duramente provati da anni di incertezze e precarietà, debbano ancora una volta pagare il prezzo più pesante di una crisi industriale di cui certo non portano le responsabilità. (4-01977)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 12 marzo 2015
nell'allegato B della seduta n. 390
4-01977
presentata da
SERENI Marina

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame si rappresentano i seguenti elementi informativi.
  Alla fine del 2011, i commissari straordinari, a seguito della approvazione del programma di cessione da parte del Ministro dello sviluppo economico (decreto ministeriale 23 maggio 2009 prorogato per due anni ai sensi di legge), erano autorizzati a cedere il ramo d'azienda comprensivo degli stabilimenti di Maragone e Santa Maria in Fabriano in favore della JP industries (controllata da QS group imprenditore Porcarelli) a fronte di un corrispettivo di euro 10.000.000,00 con impegno a proseguire l'attività imprenditoriale ed a garantire il mantenimento di 700 persone per quattro anni (anziché due come da previsioni dell'articolo 63, comma 2, del decreto legislativo 270 del 1999).
  Un pool di banche (UniCredit management bank, in proprio e quale mandataria di Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, Banca delle Marche, Banca Popolare di Ancona, Banca CR Firenze, Banca dell'Adriatico e Monte dei Paschi di Siena), nella qualità di creditrici ipotecarie, impugnavano l'atto di vendita. Insorgeva così un contenzioso tra la Antonio Merloni in amministrazione straordinaria e le medesime banche. I primi due gradi di giudizio (tribunale e corte di appello di Ancona), nell'accogliere le richieste degli istituti di credito, hanno dichiarato la nullità del contratto di vendita con la conseguente disapplicazione delle autorizzazioni amministrative rilasciate, sul presupposto della contrarietà a norma imperativa, essendo stata accettata una offerta inferiore al valore di stima e tenuto conto della redditività negativa all'atto della stima e nel biennio successivo (articolo 63, comma 1, del decreto legislativo sopra citato).
  Nel frattempo sono intervenuti due provvedimenti legislativi recanti novella all'articolo 65, che dispone in materia di impugnativa degli atti di vendita, e una interpretazione autentica dell'articolo 63, comma 1.
  In particolare, con legge del 21 febbraio 2014, n. 9 (conversione in legge del decreto legge «Destinazione Italia»), sono state introdotte le seguenti disposizioni:
  «Art. 65-bis. (Misure per la salvaguardia della continuità aziendale). 1. In caso di reclamo previsto dall'articolo 65, comma 2, sono prorogati i termini di durata del programma di cui all'articolo 54 ed ai commissari straordinari è attribuito il potere di regolare convenzionalmente con l'acquirente dell'azienda o di rami di azienda, sentito il comitato di sorveglianza e previa autorizzazione ministeriale, modalità di gestione idonee a consentire la salvaguardia della continuità aziendale e dei livelli occupazionali nelle more del passaggio in giudicato del decreto che definisce il giudizio.
  2. Le previsioni di cui al comma I si applicano anche alle procedure di amministrazione straordinaria di cui al decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito, con modificazioni dalla legge 18 febbraio 2004, n. 39.
  Articolo 9, comma 2-bis. L'articolo 63 del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, si interpreta nel senso che, fermi restando gli obblighi di cui al comma 2 e le valutazioni discrezionali di cui al comma 5, il valore determinato ai sensi del comma I non costituisce un limite inderogabile ai fini della legittimità della vendita.
  Allo stato, pende il giudizio in Cassazione avverso la sopra citata sentenza di appello, proposto dai commissari, e a quanto è dato sapere, anche dall'acquirente.
  Ciò premesso, nell'ambito del quadro normativo sopra descritto e in considerazione della grande incertezza operativa creatasi, delle paventate ripercussioni della sentenza di nullità (più volte lamentate da parte dell'acquirente ivi compresa la mancanza di supporto finanziario da parte del sistema bancario), e nel superiore interesse della continuità produttiva con conseguente tutela dell'occupazione, è già aperto un tavolo di confronto tra tutte le parti presso questo Ministero.
  Gli incontri in particolare, sono stati orientati a individuare, con il necessario assenso delle banche coinvolte, un percorso idoneo a governare la situazione nell'ipotesi in cui la sentenza di Cassazione dovesse confermare i due precedenti gradi di giudizio, con la conseguente necessità tra la procedura instauratasi e l'offerta dell'acquirente di dare sistemazione alle reciproche pretese restitutorie.
  Attualmente, verificata proceduralmente la fattibilità tecnico giuridica di un eventuale accordo volto alla miglior possibile stabilizzazione dell'attività, con conseguente mantenimento dei livelli occupazionali, i commissari sono in attesa di ricevere dall'acquirente JP industries una valutazione/proposta ai fini della concretizzazione in sede negoziale dell'accordo stesso.
Il Viceministro dello sviluppo economicoClaudio De Vincenti.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

ANCONA,ANCONA - Prov,MARCHE

EUROVOC :

diritto del lavoro

fallimento

giurisdizione giudiziaria

impresa in difficolta'

cassa integrazione