Legislatura: 17Seduta di annuncio: 69 del 09/08/2013
Primo firmatario: GIORDANO SILVIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/08/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 09/08/2013 CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 09/08/2013 DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 09/08/2013 DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/08/2013 GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/08/2013 LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/08/2013 MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 09/08/2013
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega MINISTERO DELL'INTERNO 09/08/2013 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 11/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 19/11/2014 PINOTTI ROBERTA MINISTRO - (DIFESA)
RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/11/2014
CONCLUSO IL 19/11/2014
SILVIA GIORDANO, BARONI, CECCONI, DALL'OSSO, DI VITA, GRILLO, LOREFICE e MANTERO. —
Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
sarebbe morto per asfissia, in seguito a una procedura di arresto troppo violenta da parte dei carabinieri: Bohli Kayes, l'immigrato tunisino di 35 anni, che ha perso la vita, il 6 giugno 2013, a Riva Ligure, poco dopo la sua cattura, avvenuta al culmine di un'operazione antidroga;
il referto dell'autopsia, eseguita dalla dottoressa Simona Del Vecchio, responsabile del servizio di medicina legale di Imperia, parla di: «arresto cardiocircolatorio neurogenico, secondario ad un asfissia violenta da inibizione dell'espansione della gabbia toracica»;
l'ipotesi che fa il medico legale è che nel momento dell'arresto o del trasporto in auto, dal luogo dell'arresto alla caserma, sia stato in qualche modo impedito a Bohli Kayes di respirare e di espandere la cassa toracica e questo ha determinato, in un individuo che già era in carenza di ossigeno perché proveniva da una violenta colluttazione, un debito di ossigeno notevole questo il commento del procuratore di Sanremo, Roberto Cavallone, titolare delle indagini;
i tre carabinieri che procedettero all'arresto di Kayes rimangono indagati per omicidio colposo;
a detta del procuratore di Sanremo, Roberto Cavallaro, in questa vicenda c’è una grossa responsabilità delle istituzioni dello Stato per la morte di questo cittadino tunisino, perché al di là di quello che poteva aver commesso, la vita è sacra e quando un cittadino, italiano o straniero, è nella disponibilità delle istituzioni, la sua integrità fisica deve essere assolutamente tutelata;
il consolato tunisino in Italia ha chiesto copia del referto medico –:
quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato per quanto di competenza, in merito ai fatti citati in premessa;
quali iniziative intenda intraprendere affinché come affermato dal Procuratore di Sanremo Roberto Cavallaro, sia garantita e tutelata l'integrità fisica di qualsiasi cittadino italiano o straniero, che sia nelle disponibilità delle istituzioni. (4-01683)
Risposta. — La sera del 5 giugno 2013, in Riva Ligure, personale in servizio presso la stazione carabinieri di Santo Stefano al Mare ha tratto in arresto un tunisino di 36 anni, trovato in possesso di un involucro contenente circa 100 grammi di sostanza stupefacente.
Durante le fasi del suo accompagnamento presso la sede della menzionata fazione, l'arrestato ha accusato un malore ed è, purtroppo, deceduto nonostante l'intervento di personale del «118».
Successivamente, è stato effettuato l'esame autoptico, il cui esito è stato reso noto dal procuratore della Repubblica di Sanremo nel corso di una conferenza stampa che ha avuto luogo il 6 agosto 2013.
Lo stesso procuratore ha dichiarato che il decesso del tunisino è attribuibile a un «arresto cardiocircolatorio neurogenico secondario ad asfissia violenta da inibizione dell'espansione della gabbia toracica».
L'autorità inquirente ha, pertanto, instaurato un procedimento penale per omicidio colposo a carico dei tre militari che hanno proceduto all'arresto.
Le indagini preliminari si sono concluse con la richiesta, da parte della procura della Repubblica presso il tribunale di Imperia, di rinvio a giudizio, accolta dal giudice per l'udienza preliminare del tribunale d'Imperia che ha fissato l'udienza preliminare il prossimo 28 novembre.
In attesa della definizione del procedimento penale, i militari sono stati trasferiti presso altri reparti.
Riguardo, poi, alle iniziative da porre in essere per salvaguardare l'integrità fisica «di qualsiasi cittadino italiano o straniero, che sia nelle disponibilità delle istituzioni», già da tempo, le forze di polizia investono cospicue risorse nell'addestramento e nella formazione del proprio personale, al fine di fronteggiare al meglio quelle situazioni nelle quali potrebbe essere messa in pericolo l'incolumità del reo e/o, più in generale, la salute pubblica, evitando che possano in futuro verificarsi simili eventi.
Il Ministro della difesa: Roberta Pinotti.
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