ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01627

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 67 del 07/08/2013
Firmatari
Primo firmatario: QUARANTA STEFANO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 07/08/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FARINA DANIELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/08/2013
PILOZZI NAZZARENO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/08/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 07/08/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01627
presentato da
QUARANTA Stefano
testo di
Mercoledì 7 agosto 2013, seduta n. 67

   QUARANTA, DANIELE FARINA e PILOZZI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   in data 5 giugno 2013, nell'ambito di un'operazione antidroga, Bohli Kayes, un pusher tunisino di 36 anni, veniva arrestato da tre carabinieri per spaccio a Riva Ligure, nel parcheggio di un supermercato;
   questi, deceduto dopo l'arresto, avrebbe perso la vita per asfissia violenta dovuta a una pressione sulla cassa toracica, come da risultanze della perizia autoptica, condotta dal medico legale, dottoressa Simona Del Vecchio, e consegnata in tribunale a Sanremo;
   in particolare, si sarebbe trattato di «arresto cardiocircolatorio neurogenico secondario ad asfissia violenta da inibizione dell'espansione della gabbia toracica»;
   nell'illustrare gli esiti dell'autopsia, il procuratore Roberto Cavallone ha confermato che i tre carabinieri che hanno partecipato all'operazione antidroga nel corso della quale è stato arrestato Kayes rimangono indagati per omicidio colposo;
   nei giorni scorsi i militari erano stati sentiti dallo stesso procuratore Cavallone e dal sostituto, Francesca Scarlatti; nel corso dell'interrogatorio, tuttavia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere;
   come riferito in data odierna dal procuratore Cavallone in un articolo dell’Huffington Post: «Una cosa è certa: qualcuno ha fatto un uso eccessivo della forza (...) C’è una grossa responsabilità da parte dello Stato. Al di là di quello che il soggetto ha commesso la vita è sacra, ed è una morte di cui lo Stato deve farsi carico e deve chiedere scusa alla famiglia»;
   ipotizzando che la morte cerebrale possa essere avvenuta già lungo il percorso dal luogo dell'arresto alla caserma, Cavallone ha lanciato un appello ad eventuali testimoni affinché contribuiscano alla ricostruzione delle fasi dell'arresto di Bohli Kayes, assolutamente indispensabile per accertare le eventuali responsabilità dei carabinieri. Ha quindi aggiunto – come riportato nell'articolo citato –: «Si tratterà di un brutto processo»;
   i contorni della vicenda potrebbero essere così ricostruiti: il 5 giugno scorso Kayes era stato visto tra gli scaffali di un supermercato di Riva Ligure, dove si ipotizzava che avvenisse spaccio di droga. I carabinieri hanno provato a bloccarlo, lui nel fuggire sarebbe caduto e, a quel punto, i militari gli si sarebbero lanciati addosso. A seguito della colluttazione, i carabinieri ne sono usciti contusi, e lo spacciatore (con addosso pochi grammi di eroina e cocaina) è stato bloccato. In questa fase potrebbe essere maturata la tragedia: una stretta troppo forte al torace che gli ha impedito di respirare;
   i carabinieri riferirono che l'uomo si era sentito male arrivando in caserma, e dunque è stato chiamato subito il 118; gli inquirenti, tuttavia, ora ritengono che Kayes possa essere stato in sofferenza già lungo il tragitto dal luogo di arresto alla caserma –:
   come il Ministro giudichi la vicenda illustrata in premessa, che non può non richiamare alla mente recenti e drammatici episodi consumati in danno di persone tratte in arresto;
   se non ritenga necessario assumere iniziative ispettive al riguardo, per quanto di competenza;
   se non ritenga doverosa l'introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura, in caso affermativo, quali iniziative intenda intraprendere per agevolarne la definitiva approvazione. (4-01627)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

regime penitenziario

tortura

trattamento crudele e degradante

arresto

morte

personale militare