ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00982

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 38 del 21/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: IMPEGNO LEONARDO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 21/06/2013
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 21/06/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 22/07/2013
Stato iter:
17/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/12/2013
FADDA PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 17/12/2013

CONCLUSO IL 17/12/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00982
presentato da
IMPEGNO Leonardo
testo di
Venerdì 21 giugno 2013, seduta n. 38

   IMPEGNO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   i medici in servizio presso le strutture penitenziarie hanno stipulato un contratto di convenzione, con proroga automatica, con il Ministero della giustizia ai sensi della legge n. 740 del 1970, che prevede che per tali medici non si applicano incompatibilità e limitazioni rispetto ad altre attività lavorative;
   nel 2008, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1o aprile 2008 è stato disposto il passaggio della gestione della medicina penitenziaria dal Ministero della giustizia alle aziende sanitarie locali;
   non avendo, fino al mese di marzo di quest'anno, la regione Campania deliberato sulle modalità applicative del passaggio predetto, le convenzioni con le figure professionali mediche e laureate non mediche transitate dal Ministero della giustizia alle ASL (da ora in poi definite «transitanti») sono state prorogate mantenendo inalterate le convenzioni, quindi alle stesse condizioni contrattuali;
   nel giugno 2009 la Conferenza Stato-Regioni determinava le linee guida da applicare per il passaggio delle competenze alle ASL, linee guida recepite anche dalla regione Campania nel settembre dello stesso anno, che richiamavano l'importanza del mantenere al lavoro le professionalità preesistenti, vista la particolare delicatezza del compito da esse stesse svolte;
   a fine novembre del 2011 la ASL Napoli 1 Centro, a firma del commissario Scoppa, unica nel panorama nazionale, prorogava con scadenza ultima il 31 dicembre 2011 le convenzioni in essere, alcune portate avanti da oltre 20-30 anni;
   il 1o gennaio 2012 a tutti i «transitanti» convenzionati con l'ASL Napoli 1 Centro, veniva bloccato l'accesso negli istituti di pena;
   nel marzo 2012 la regione Campania si è pronunciata a favore del reintegro immediato con il decreto del commissario ad acta n. 28, che proroga le convenzioni in essere al 31 dicembre 2011 fino alla definitiva regolamentazione di tutta la materia riguardante la sanità penitenziaria che non potrà far a meno di prevedere, per le succitate linee guida, l'impiego dei medici «transitanti»;
   il 20 dicembre 2012 il TAR Campania con sentenza 5290/2012, nel dare ragione a 46 medici ricorrenti, rendeva nulle tutte le delibere adottate all'epoca dal commissario Scoppa per la ASL, relative all'allontanamento dei medici. L'ASL pur manifestando disponibilità alla reimmissione in servizio dei medici, con le delibere n. 314 di febbraio e n. 565 di aprile 2013, mentre ha provveduto a sanare la situazione del comparto (personale infermieristico, OSA e altro), sta di fatto ritardando quanto stabilito dal TAR per quanto riguarda il personale medico e laureato non medico. Per tale motivo i medici «transitanti» sono stati costretti ad opporre altro ricorso al TAR chiedendo l'annullamento delle ultime due delibere con condanna alle spese;
   l'ASL, con la delibera 314 del 2013, incurante di quanto sancito per sentenza dal TAR, riconferma la disparità di trattamento intercorso tra i medici e laureati non medici ed il comparto dando, con tale atto, continuità al rapporto di lavoro solo con i lavoratori appartenenti a quest'ultima categoria. Inoltre, stabilisce un'ulteriore disparità tra i medici e i laureati non medici ed i medici incaricati allorquando stabilisce che il decreto 26 si pone come ostacolo alla riammissione in servizio dei primi, ma non ritiene che lo stesso decreto interferisca con il proseguimento del rapporto di lavoro dei medici incaricati, pur essendo questi maggiormente interessati dall'atto pubblico;
   nel frattempo anche la regione, con decreto n. 26 del 2013, rivedendo il decreto n. 28 del 2012, ha definito le modalità di utilizzo dei medici transitanti inserendoli in una apposita lista ad esaurimento, fino ad apposita normativa nazionale inclusa negli Accordi collettivi nazionali. Quest'ultimo decreto ha però inserito una limitazione oraria ai medici transitanti, contrariamente a quanto stabilito dalla legge n. 740 del 1970 che non impone alcuna limitazione né incompatibilità ai medici penitenziari, come già chiarito da cospicua precedente giurisprudenza. Per questo motivo i medici penitenziari della regione Campania hanno presentato ulteriore ricorso di sospensiva contro il decreto regionale nel punto che determina limitazioni orarie;
   tutta questa vicenda sta comportando notevoli disagi nell'assistenza sanitaria dei soggetti detenuti, come più volte segnalato dal provveditore regionale del Ministero della giustizia e da interventi della stampa cittadina;
   attualmente nei penitenziari gravitanti nella sfera dell'ASL Napoli 1 Centro (Poggioreale, Secondigliano, Nisida, OPG e Istituto dei Minori) non viene assicurata l'assistenza di base ed in alcuni casi nemmeno l'emergenza. Tale situazione è stata pubblicamente segnalata dal provveditore regionale del Ministero della giustizia, da alcuni direttori delle case di pena e dal garante per i detenuti. Si prevede che l'allargamento della problematica a tutti i medici penitenziari regionali comporterà un ulteriore aggravamento della situazione;
   tutta l'operazione condotta dalle ASL non si giustifica nemmeno, come precedentemente asserito dai direttori generali in un'ottica di risparmio di risorse. Il presunto e non provato risparmio ha di fatto comportato un enorme aumento dei costi nelle traduzioni dei detenuti che oggi, nelle carceri del napoletano, per effettuare anche una semplice visita medica specialistica devono essere accompagnati con scorta in uno degli ospedali cittadini, allungando tra l'altro le già insopportabili liste di attesa. Senza contare i maggiori rischi di evasione;
   interpellata a proposito più volte la ASL non si è riusciti a venire a conoscenza del perché non si sia, a tutt'oggi proceduto ad ottemperare ad una sentenza del TAR che prevedeva il reintegro dei medici precedentemente in servizio. A tutt'oggi, per oltre 100 medici è stato fatto ulteriormente slittare al 2 luglio il termine del presunto reintegro senza motivazione alcuna e senza la certezza che quella data non venga ulteriormente spostata come sta accadendo da oltre sei mesi, epoca della sentenza TAR –:
   quali iniziative, nei limiti delle loro prerogative e senza ledere quelle che sono le competenze regionali, i Ministri interrogati intendano adottare al fine di ripristinare, nell'immediato, una situazione di piena funzionalità della medicina penitenziaria stessa intervenendo su una inaccettabile sperequazione nei fatti determinatesi tra i medici della ASL Napoli 1 centro e tutti gli altri medici penitenziari italiani. (4-00982)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 17 dicembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 139
4-00982
presentata da
IMPEGNO Leonardo

  Risposta. — Si risponde all'interrogazione in esame, per delega della Presidenza del Consiglio dei ministri.
  In esito al passaggio della gestione della medicina penitenziaria dal Ministero della giustizia alle ASL, disposto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008, la struttura commissariale della regione Campania ha adottato i due decreti del commissario
ad acta (DCA) n. 28/2012 e n. 26/2013.
  Con il decreto del commissario
ad acta n. 28/2012 la regione Campania ha fornito indirizzi per portare a compimento la riconduzione dei rapporti di lavoro del personale operante presso gli istituti penitenziari nell'ambito delle tipologie dei rapporti di lavoro del Servizio sanitario nazionale (SSN), specificando che, per i medici incaricati dall'amministrazione penitenziaria, l'attuale rapporto contrattuale continuerà ad essere assicurato ai sensi della legge n. 740 del 1970, fino alla naturale scadenza, mentre per i medici addetti al servizio integrativo di assistenza sanitaria (SIAS), il rapporto di lavoro sarà ricondotto nell'ambito dell'Accordo collettivo nazionale (ACN) di medicina generale, settori della continuità assistenziale e medicina dei servizi. Per i medici specialisti è previsto l'inquadramento all'interno dell'ACN degli specialisti ambulatoriali e dei professionisti. Per il personale del comparto sono programmate procedure concorsuali e, nelle more dell'espletamento di dette procedure, è previsto il ricorso a contratti libero professionali ovvero ad assunzioni a tempo determinato.
  Il decreto n. 28 del 2012, in data 5 febbraio 2013 è stato oggetto di osservazioni da parte dei Ministeri affiancanti, in particolare si è ritenuta non condivisibile la disposizione secondo cui i rapporti di lavoro del personale sanitario, instaurati ai sensi della legge n. 740 del 1970 e trasferiti dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e dal dipartimento della giustizia minorile del Ministero della giustizia alle aziende sanitarie locali del Servizio sanitario nazionale, devono continuare ad essere disciplinati dalla citata legge n. 740 del 1970 fino alla relativa scadenza. Per quanto riguarda la prevista adozione dei provvedimenti necessari a realizzare la continuità di tutte le tipologie di rapporti convenzionali del personale, trasferito in base all'ex decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008, i Ministeri affiancanti hanno richiesto informazioni in merito alle specifiche modalità attraverso cui tale continuità verrebbe garantita. È stato, inoltre, richiesto di evidenziare che l'onere per la trasformazione dei rapporti di lavoro sia compatibile con le risorse a tale scopo previste dall'articolo 6 del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008.
  Per quanto concerne il personale del comparto, si è evidenziato che, in ragione del previsto percorso dell'inquadramento nell'ambito del personale dipendente Ssn, non appare congruo il ricorso all'utilizzo dei contratti libero professionali in luogo di assunzioni a tempo determinato effettuate con le modalità stabilite dal decreto del Presidente della Repubblica n. 220 del 2001.
  Con il decreto del commissario
ad acta n. 26/2013 la struttura commissariale ha provveduto ad integrare il precedente decreto n. 28 del 14 marzo 2012, accogliendo le indicazioni formalizzate in merito alla necessità di garantire che i rapporti di lavoro del personale trasferito alle Asl dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e dal dipartimento della giustizia minorile del Ministero della giustizia continuino ad essere disciplinati, fino alla loro naturale scadenza, in base alle previsioni di cui alla legge n. 740 del 1970.
  In relazione al decreto del commissario
ad acta n. 26/2013 i Ministeri affiancanti, in data 2 luglio 2013, hanno richiesto alla struttura commissariale di verificare che il trasferimento al servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie afferenti alla medicina penitenziaria avvenga senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica (rispetto all'ammontare delle risorse trasferite) e hanno ribadito la richiesta di fornire un quadro analitico relativo all'impegno ed al relativo costo. Hanno, inoltre, rilevato che nel decreto non viene riportata alcuna ulteriore previsione in merito alle modalità di gestione/inquadramento contrattuale del personale di comparto, chiedendo chiarimenti in merito.
Il Sottosegretario di Stato per la salutePaolo Fadda.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Campania

servizio sanitario

medico

stabilimento penitenziario

medicina convenzionata

detenuto