ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00909

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 35 del 18/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PORTA FABIO PARTITO DEMOCRATICO 18/06/2013
MORANI ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 18/06/2013
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 18/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 18/06/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 22/07/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00909
presentato da
VILLECCO CALIPARI Rosa Maria
testo di
Martedì 18 giugno 2013, seduta n. 35

   VILLECCO CALIPARI, PORTA, MORANI e GRASSI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   nel territorio del comune di Galatone (Lecce) e precisamente in prossimità della zona industriale di Galatone/Nardò, su un terreno agricolo ubicato in località «Le Rose» esteso per circa 18.000 metriquadri, sono in corso i lavori di realizzazione di una centrale a biogas;
   il nuovo impianto avrebbe una potenza elettrica di 854 kW e potenza termica di 2.094 kW;
   tale centrale dovrebbe creare energia elettrica sfruttando il metano che si sprigiona dalla decomposizione di particolari vegetali (mais, loietto, triticale) che verrebbero appositamente coltivati su 260 ettari di terreno (ubicati tra i comuni di Nardò, Galatone, Galatina);
   i vegetali, fatti confluire nell'impianto di Galatone, saranno decomposti con l'ausilio di «letame-liquame bovino-suino», come si legge nella relazione tecnica presentata al comune di Galatone;
   l'impianto in questione è dotato di apparecchiatura di potenza nominale superiore ad 1 MW (1086 Kw) e avrebbe dovuto essere sottoposto ad autorizzazione unica ambientale e non a procedura semplificata;
   ma anche a voler dar credito all’iter seguito dal comune, cioè la procedura semplificata (poiché ha ritenuto sufficiente l'indicazione a pagina 12 della relazione tecnico-illustrativa ove si afferma che il cogeneratore ha sì una potenza elettrica di 1.063 kWe ma sarà «depotenziato a 854 kWe») si evidenziano comunque diverse anomalie procedimentali, in particolare:
    in sede di autorizzazione edilizia appaiono completamente trascurate le preoccupanti problematiche inerenti a queste tipologie di impianto e soprattutto le normative urbanistico-edilizie nazionali e regionali vigenti (in particolare sarebbe stata completamente disattesa una parte del comma 5 dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 28 del 3 marzo 2011, nel punto in cui recita: «Qualora l'attività di costruzione e di esercizio degli impianti di cui al comma 1 sia sottoposta ad atti di assenso di competenza di amministrazioni diverse da quella comunale, e tali atti non siano allegati alla dichiarazione, l'amministrazione comunale provvede ad acquisirli d'ufficio ovvero convoca, entro venti giorni dalla presentazione della dichiarazione, una conferenza di servizi ai sensi degli articoli 14 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni». Infatti a quanto risulta agli interroganti il comune di Galatone non avrebbe acquisito tutti i pareri necessari, in particolare quelli – preventivi ante operam prima del rilascio dell'autorizzazione a procedere con i lavori – dell'Arpa (per una verifica delle emissioni e del loro effetto cumulativo con altri elementi inquinanti), quelli della provincia di Lecce (per l'emungimento di acqua dalla falda per irrigazione dei 260 ettari di mais in un territorio fortemente caratterizzato da fenomeni di siccità), dell'asl (per gli aspetti igienico sanitari relativi all'uso di liquame-letame, delle emissioni inquinanti, del potenziale uso indiscriminato di pesticidi e concimi visto che le coltivazioni non sono destinate all'alimentazione umana), della regione Puglia (per una verifica che l'impianto sia correttamente inserito nel rispetto del piano energetico regionale);
    inoltre, che la provincia di Lecce ha approvato con deliberazione del consiglio provinciale n. 36 del 23 aprile 2004, il «Programma di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico» (PEP), in attuazione del decreto legislativo n. 112 del 1998 ed espressamente in tale atto si valuta come «allo stato attuale, in assenza di strumenti di pianificazione e persistendo un esubero di produzione (...) appare ingiustificato ogni ulteriore insediamento di centrali elettriche sul territorio provinciale e regionale. Possono richiedere una deroga a tale indirizzo gli impianti che fanno ricorso a fonti rinnovabili, per il notevole valore aggiunto, in termini socio-economici ed ambientali, che si associa a tali produzioni; ciò però a patto che tali fonti vadano a sostituire equivalenti fonti fossili, e non ad aggiungersi ad esse, perpetuando una scriteriata politica di esuberanza dell'offerta»;
   nella zona interessata vi sono anche insediamenti residenziali a distanza inferiore di 1 chilometro, come prescritto dalla legge;
   nel progetto non sembra sufficientemente illustrato come avvenga il trattamento dei reflui dell'impianto;
   rilevante in termini di aggravamento del traffico e di emissione di CO2, sarebbe il flusso dei mezzi di trasporto speciale da e per l'impianto in questione;
   l'impianto è collocato in un'area frequentata da un alto numero di personale addetto ad attività produttive (zona industriale di Galatone-Nardò);
   il consiglio comunale della città di Galatone nella seduta del 21 aprile 2013 ha rigettato a maggioranza la richiesta fatta da altri consiglieri comunali di indire una conferenza di servizi, come previsto dalla legge (DGLS 28 del 3 marzo 2011, articolo 6);
   dalla discussione in consiglio comunale è emersa la possibilità che in futuro si possano usare altri scarti vegetali e liquami, in palese contraddizione con il progetto presentato al comune di Galatone;
   contro il nuovo impianto e per le ragioni evidenziate si è costituito un comitato spontaneo di cittadini che ad oggi ha raccolto ben 523 sottoscrizioni ad un esposto presentato alla procura della Repubblica di Lecce;
   questo Comitato spontaneo ha già avanzato più volte istanza urgente al Sindaco per la sospensione dei lavori, ad oggi completamente disattesa;
   occorrerebbe chiarire:
    a) se l’iter procedimentale, tecnico e autorizzativo, relativo alla centrale in questione sia conforme al dettato normativo e regolamentare in materia;
    b) se siano state predisposte analisi chimico-fisiche del terreno ospitante la centrale e dell'acqua in falda, prima che l'impianto entri in funzione, in modo da confrontare periodicamente le eventuali alterazioni dei valori chimico-fisici durante il ciclo di vita della centrale stessa;
    c) se siano state realizzate analisi, al fine di valutare l'impatto della centrale sulla falda freatica interessata in relazione alle conseguenze sulla disponibilità della risorsa idrica;
    d) se si sia esaminato l'effetto delle dispersioni in aria delle emissioni di varia natura prodotte dalla centrale, in ogni situazione meteorologica, ed il loro impatto in un contesto già grandemente compromesso quale quello della provincia di Lecce;
    e) se siano noti tipologia, uso, gestione finale di tutti gli scarichi e i residui dei processi produttivi della centrale;
   coltivare 260 ettari a mais, loietto, triticale, in un territorio caratterizzato da forte siccità (si ricorda che il Salento in diversi studi scientifici è indicato a rischio desertificazione) e da un gravissimo abbassamento della falda freatica, comporta un enorme consumo di acqua (si calcola che per irrigare un solo ettaro di mais occorrono oltre tre quintali di acqua al minuto – con il sistema a gocciolatoio che è il più dispendioso in termini economici da realizzare, ma il meno dispendioso dal punto di visto del consumo idrico – ed il doppio con un sistema di irrigazione a pioggia, meno costoso da realizzare);
   allo stato attuale non vi è alcuna certezza sull'uso o meno di concimi chimici e pesticidi (poiché il prodotto non è destinato all'alimentazione umana), al fine di aumentare la produzione per ettaro della biomassa con un potenziale rischio di inquinamento delle falde acquifere sottostanti;
   nella relazione tecnica non è specificata la percentuale di «letame-liquame bovino-suino» che andrebbe miscelata con i vegetali e la filiera dei controlli necessari di natura igienico-sanitaria;
   appaiono agli interroganti sostanzialmente disattesi alcuni princìpi che ispirano la normativa e l'intero nuovo testo unico ambientale (decreto legislativo n. 152 del 2006) che tutela l'ambiente salubre come fondamentale diritto dell'individuo, prevalente anche rispetto alle esigenze della produzione e del profitto: «la tutela dell'ambiente e degli ecosistemi naturali e del patrimonio culturale deve essere garantita da tutti gli enti pubblici e privati e dalle persone fisiche e giuridiche pubbliche o private, mediante un'adeguata azione che sia informata ai princìpi della precauzione, dell'azione preventiva, della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all'ambiente» (articolo 3-ter); nel testo legislativo si fa riferimento più volte all'impiego delle «migliori tecniche disponibili» come presupposto di qualsivoglia procedura amministrativa (articolo 271, commi 2, 3, 4);
   a giudizio degli interroganti viene trascurato, per gli elementi oggettivi come risultano dalle indicazioni tecnico-progettuali, il diritto tutelato dal disposto dell'articolo 674 del codice penale, che punisce chiunque «provochi emissioni di gas, di vapori a di fumo, atti a cagionare...» ed infatti sotto questo aspetto l'impianto presenta aspetti molto critici, considerando che la biomassa in arrivo (15.000 mc) dovrebbe essere depositata per 30-40 giorni nelle trincee, semplicemente coperta con teli in pvc non stagni, prima del convogliamento nei fermentatori (relazione tecnico-agronomica dell'impianto, pagina 4) e che il digestato (4,200 mc), costituito dagli scarti che derivano dall'intero ciclo produttivo e utilizzabili in agricoltura come concimi, dovrebbe sostare per almeno 6 mesi in una vasca scoperta (relazione tecnico-agronomica dell'impianto, pagina 9);
   un ulteriore grave problema presente nelle centrali alimentate a biogas è rappresentato dalla circostanza che i digestori non riescono a neutralizzare completamente i batteri ed in modo particolare quelli termoresistenti (come testimoniato da numerose ricerche scientifiche e addirittura pervenendo, alcuni ricercatori, ad associare l'epidemia di escherichia coli dell'estate del 2011 in Germania – causa di 18 morti e migliaia di casi di botulismo animale – con l'uso del digestato delle centrali a biogas come fertilizzante per le colture destinate all'alimentazione umana e animale);
   sarebbe scorretto, sotto l'aspetto scientifico prima che ambientale, ignorare o sottovalutare l'impatto delle emissioni che fuoriescono da queste tipologie di impianto; pur trattandosi di biogas, infatti, si deve mettere in conto un sensibile peggioramento della qualità dell'aria dovuto a: formaldeide, idrocarburi e metano, diossine in tracce, polveri PM 10. L'oggettivo peggioramento della qualità dell'aria è poi da valutare – per l'effetto cumulativo – in correlazione con la già drammatica situazione epidemiologica del Salento, con riferimento in particolare alle patologie polmonari (si ricorda in proposito l'affermazione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare pro tempore che ebbe ad affermare in relazione al caso Ilva di Taranto, la ben più grave situazione della provincia di Lecce –:
   di quali elementi disponga in merito al progetto descritto in premessa, con specifico riferimento alla conformità alle linee guida per l'autorizzazione alla costruzione degli impianti di energie rinnovabili di cui al decreto ministeriale 10 settembre 2010, ai fini della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini delle aree interessate. (4-00909)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

GALATONE,LECCE - Prov,PUGLIA

EUROVOC :

energia rinnovabile

inquinamento atmosferico

inquinamento da idrocarburi

inquinamento idrico

protezione dell'ambiente

consumo idrico

acque sotterranee