ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00734

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 29 del 05/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: MIGLIORE GENNARO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 05/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 05/06/2013
Stato iter:
09/08/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 09/08/2013
PATRONI GRIFFI FILIPPO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 09/08/2013

CONCLUSO IL 09/08/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00734
presentato da
MIGLIORE Gennaro
testo di
Mercoledì 5 giugno 2013, seduta n. 29

   MIGLIORE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
   la crisi finanziaria del 2008 ha messo in evidenza alcune carenze strutturali dell'economia europea;
   la risposta dell'Unione europea è stata quella di elaborare un nuova strategia politico-istituzionale che desse un nuovo abbrivio per il rilancio dell'economia europea, cercando di allentare il gap tecnologico, fissare nuovi obiettivi in materia di occupazione, produttività e coesione sociale;
   a tal proposito è stata elaborata dalla Commissione europea la strategia «Europa 2020» che fissa obiettivi ben precisi per l'occupazione e la crescita dell'Europa da raggiungere entro il 2020;
   per stimolare la crescita e l'occupazione sono state individuate dall'Europa sette iniziative prioritarie: agenda digitale europea, unione dell'innovazione, youth on the move (all'interno del pacchetto «Crescita Intelligente»), un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse, una politica industriale per l'era della globalizzazione (all'interno del pacchetto «Crescita Sostenibile»), un'agenda per le nuove competenze e i nuovi lavori e la piattaforma europea contro la povertà (all'interno del pacchetto «crescita solidale»);
    l'agenda digitale europea si propone si sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) per favorire l'innovazione – abbattendo il cosiddetto «divario digitale», digital divide – la crescita economica e il progresso;
   tutte queste linee programmatiche sono state riassunte in una comunicazione (COM(2010)245) del 19 maggio 2010 indirizzata al Parlamento europeo, Consiglio europeo, Comitato economico e sociale, Comitato delle regioni;
   il titolo della comunicazione è: «Un'agenda digitale europea», il cui obiettivo principale è quello di voler sviluppare un mercato unico digitale con cui condurre l'Europa verso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;
   in data 22 giugno 2012 il Governo Monti ha emanato il decreto-legge n. 83 del 2012: «Misure urgenti per la crescita del Paese» (cosiddetto decreto sviluppo»), convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134 del 2012;
   l'articolo 19 del decreto prevede l'istituzione dell'Agenzia digitale per Italia, nata dalla soppressione di DigitPA e dall'Agenzia per la diffusione delle tecnologie e per l'innovazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
   l'Agenzia per l'Italia digitale, sottoposta alla vigilanza del Presidente del Consiglio o del Ministro da lui delegato, opera sulla base dei principi di autonomia organizzativa, tecnico-operativa, gestionale, di trasparenza, economicità e persegue gli obiettivi di efficacia, efficienza, imparzialità, semplificazione e partecipazione dei cittadini e delle imprese;
   l'Agenzia per l'Italia digitale è preposta alla realizzazione degli obiettivi dell'Agenda digitale italiana, in coerenza con gli indirizzi elaborati dalla cabina di regia di cui all'articolo 47 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, e con l'Agenda digitale europea;
   l'articolo 21 del decreto-legge n. 83 del 2012 disciplina «organi e statuto» dell'Agenzia. Gli organi dell'Agenzia sono: il direttore generale, il comitato di indirizzo e il collegio dei revisori dei conti;
   il direttore generale dell'Agenzia viene nominato entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del decreto, previo avviso pubblico, è il legale rappresentante dell'Agenzia, la dirige e ne è responsabile, e resta in carica tre anni;
   a conclusione dell'avviso pubblico e dopo aver vagliato i curricula dei candidati, nella riunione del 30 ottobre 2012, il Consiglio dei ministri ha preso atto dell'avvenuta nomina del direttore generale dell'Agenzia nella persona dell'ingegnere Agostino Ragosa;
   in una nota di Palazzo Chigi si legge che: «...la nomina è il frutto di una valutazione collegiale, a cui si è giunti attraverso una procedura innovativa e aperta, per l'individuazione della figura professionalmente più adatta, sui principali siti dei Ministeri competenti è stato infatti pubblicato per 15 giorni un apposito avviso, al quale hanno risposto oltre 200 candidati...»;
   l'articolo 21, comma 4, del decreto-legge dispone che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, o del Ministro delegato, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, del Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca e del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, viene approvato lo statuto dell'Agenzia entro il termine di quarantacinque giorni dalla nomina del direttore generale;
   in data 18 ottobre 2012 il Governo Monti ha emanato il decreto-legge n. 179 del 2012: «Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese (cosiddetto decreto sviluppo bis o decreto crescita 2.0) convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221 del 2012, con cui è stata approvata l'Agenda digitale;
   l'Agenzia per l'Italia digitale è lo strumento cardine per la realizzazione dell'agenda digitale;
   nel mese di marzo 2013 il Governo ha spedito alla Corte dei Conti per la registrazione lo statuto dell'Agenzia per l'Italia digitale;
   da notizie di stampa si è appreso che in data 24 aprile 2013 il Governo ha chiesto alla Corte dei Conti di avere indietro lo statuto dell'Agenzia per l'Italia digitale;
   da notizie di stampa emergerebbe che lo statuto sia stato ritirato, perché presentava più di un punto debole, quindi, per evitare la bocciatura dalla Corte dei Conti il Governo ha ritirato l'atto per poterlo modificare;
   la parte dello Statuto che andrebbe riscritta è quella relativa alla dotazione organica; precisamente, lo statuto fissa il tetto in 150 unità, mentre la norma istitutiva, articolo 22 del decreto-legge n. 83 del 2012, parla di un organico che dovrà essere formato dall'accorpamento del personale della soppressa DigitPA (circa 120 unità) e dall'Agenzia per la diffusione delle tecnologie e per l'innovazione della Presidenza del Consiglio dei ministri (due unità);
   il comma 6 dell'articolo 22 del decreto-legge n. 83 del 2012 recita che: «...entro quarantacinque giorni dalla nomina del Direttore Generale dell'Agenzia, è determinata l'effettiva dotazione delle risorse umane, nel limite del personale effettivamente trasferito ai sensi dei commi 3 e 4, con corrispondente riduzione delle dotazioni organiche delle amministrazioni di provenienza, fissate entro il limite massimo di 150 unità, nonché la dotazione delle risorse finanziarie e strumentali necessarie al funzionamento dell'Agenzia stessa, tenendo conto del rapporto tra personale dipendente e funzioni dell'Agenzia, in un'ottica di ottimizzazione delle risorse e di riduzione delle spese per il funzionamento e per le collaborazioni esterne...»;
   la cifra di 150 unità è la cifra massima, che non necessariamente deve essere raggiunta, mentre lo Statuto afferma che la dotazione dell'Agenzia è fissata in numero di 150 unità;
   alla Corte dei Conti ha destato seri dubbi la situazione relativa alla composizione del comitato di indirizzo che è presieduto dal direttore generale, una situazione questa che potrebbe creare un cortocircuito dato che nel ruolo amministrativo apicale della struttura, che deve fornire le linee di operatività, e, dunque, allo stesso direttore, sieda lo stesso direttore;
   l'ultimo articolo dello statuto, il quale prevede, in via transitoria, la copertura in posti dirigenziali per garantire la piena operatività al nuovo organismo, assegna al direttore generale la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato, per un massimo di due anni non rinnovabili, a persone di comprovata professionalità, da assumere con qualifiche dirigenziali, di cui tre di livello generale. Anche quest'aspetto è stato oggetto di dubbi di legittimità da parte della Corte dei Conti a causa di possibili spese eccessive e fuori luogo;
   alla luce di quanto descritto al punto precedente il direttore generale, ingegner Agostino Ragosa, sempre secondo notizie di stampa, vorrebbe carta bianca sulle assunzioni dei dirigenti e dell'organico di 150 persone, non tenendo conto che il cosiddetto decreto crescita 2.0 stabilisce che l'Agenzia ha diritto a circa 28 unità in meno alle attuali 150, cioè lo stesso numero di dipendenti provenienti dagli altri due enti soppressi e accorpati nell'Agenzia, questo anche nell'ottica di un risparmio dei costi per le casse dello Stato, così come previsto dallo stesso decreto istitutivo dell'Agenzia;
   le organizzazioni sindacali con una missiva indirizzata al direttore generale, ingegner Agostino Ragosa, hanno protestato rispetto alla stesura dello Statuto, fatta da un Governo dimissionario, e al tentativo dell'approvazione dello statuto, venuto meno grazie all'atteggiamento accorto della magistratura contabile, il quale contiene «previsioni» che appaiono in assoluto contrasto con la stessa norma di risparmio e contenimento della spesa pubblica, si pensi al decreto-legge n. 95 del 2012, cosiddetto decreto spending review, e al decreto istitutivo dell'Agenzia stessa;
   altre notizie di stampa affermano che lo statuto è stato ritirato per evitare una bocciatura da parte della Corte dei Conti;
   il direttore generale, ingegner Agostino Ragosa, ha affermato su quotidiani nazionali che lo statuto è stato ritirato dal Governo per un vizio di procedura: è stato spedito alla Corte dei Conti dal Ministero dello sviluppo economico, mentre sarebbe dovuto arrivare direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri;
   risulta da notizie di stampa e, precisamente, da un virgolettato del direttore generale dell'Agenzia, che si starebbe lavorando ad un programma per gli anni 2013-2015 da 26 miliardi di euro che saranno assegnati con gare pubbliche;
   la prima gara pubblica sarà di 2,5 miliardi di euro e verrà assegnata entro ottobre 2013 con lo scopo di creare il sistema pubblico di connettività (SPC);
   a tutt'oggi si è accumulato un gravissimo ritardo rispetto ai decreti attuativi del decreto-legge n. 83 del 2012, l'unico decreto attuativo emanato è soltanto quello della nomina del direttore generale dell'Agenzia, e del decreto-legge n. 179 del 2012 per il quale sono stati emanati tre decreti attuativi a fronte di 36 decreti attuativi mancanti;
   da un articolo pubblicato in data 4 maggio 2013 sul quotidiano Il Sole24ore, il direttore generale dell'Agenzia, ingegner Agostino Ragosa, ha affermato che: «...rispetto alla partenza dell'Agenda Digitale andrebbe individuato un meccanismo di semplificazione tant’è che la governance del sistema digitale italiano è un capolavoro di bizantinismo. Da un lato si è fatto ordine nelle varie strutture tecniche – DigitPa, Agenzia per l'innovazione, Dipartimento per la digitalizzazione della Presidenza del Consiglio – accorpandole in un ’unica agenzia, dall'altro si è scelto di non scegliere affidando la vigilanza e il coordinamento politico della stessa Agenzia a quattro ministeri, oltre che alla Presidenza del Consiglio e a due rappresentati della Conferenza Unificata. Oltretutto, il Comitato di indirizzo che dovrebbe essere espressione di questo mostro burocratico non si è ancora insediato, in attesa che vengano nominati i membri regionali...»;
   secondo le dichiarazioni rese dal direttore generale dell'Agenzia l’impasse in cui versa lo stesso ente sarebbe da imputare al «...capolavoro di bizantinismo...» partorito dalle leggi istitutive. Sempre secondo le sue stesse affermazioni ci sarebbero degli impedimenti oggettivi per far partire i primi step dell'Agenda digitale italiana;
   da una lettura della legge istitutiva dell'Agenzia, emergono evidenti gli adempimenti che il direttore generale dell'Agenzia, avrebbe dovuto e potuto porre in essere per consentire un normale svolgimento della sua attività ossia: definire le risorse finanziarie, strumentali e professionali propedeutiche all'elaborazione e, successiva emanazione dello statuto;
   pur in assenza dello statuto dell'Agenzia, il direttore generale avrebbe potuto agire in base da quanto stabilito dal comma 2 dell'articolo 22 del decreto-legge n. 83 del 2012 che così recita: «... Il Direttore Generale esercita in via transitoria le funzioni svolte dagli enti soppressi e dal Dipartimento di cui all'articolo 20, comma 2, in qualità di Commissario Straordinario, fino alla nomina degli altri organi dell'Agenzia per l'Italia Digitale...»;
   emerge dalla lettura dello statuto e, in relazione alla legge istitutiva, la dubbia legittimità dell'articolo 6, comma 3, dello statuto (attribuzione del direttore) perché è in palese contrasto con i princìpi normativi enunciati dal decreto legislativo n. 165 del 2001 (Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), nella parte in cui si fa confusione tra gestione e indirizzo dell'Agenzia;
   l'articolo 11, commi 1 e 2, dello statuto (princìpi generali di organizzazione e di funzionamento) a giudizio degli interroganti non è in linea l'articolo 22, comma 8, della legge istitutiva dell'Agenzia che così recita: «...All'attuazione degli articoli 19, 20, 21 e 22 si provvede con le risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica...»;
   desta sorpresa e preoccupazione l'inserimento all'articolo 15 dello statuto (norma transitoria per la copertura provvisoria di posizioni dirigenziali e in materia di assunzioni) di una norma transitoria per la copertura provvisoria di posizioni dirigenziali, senza che ci sia una espressa previsione legislativa di rango superiore ed, inoltre, in evidente contrasto con i princìpi enunciati dal decreto legislativo n. 165 del 2001;
   da ultimo, è opportuno tenere in debita considerazione quanto affermato da recenti analisi macroeconomiche fatte da esperti di economia e dall'OCSE, che individuano nell'Agenda digitale europea un importante moltiplicatore della crescita economica dell'Unione europea –:
   quali siano stati i criteri di selezione «innovativi» per individuare i candidati che avessero i requisiti necessari a ricoprire l'incarico di direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale;
   se non si ritenga, alla luce di quanto suddescritto, di rimuovere l'organo di gestione dell'Agenzia per l'Italia digitale, ossia il direttore generale, ingegner Agostino Ragosa, dall'incarico che ricopre in base alla normativa prevista in materia;
   quali siano stati i pregiudizi di natura economico-patrimoniale cagionati al «sistema Paese» da quella che agli interroganti appare l'inefficienza del management dell'Agenzia digitale per l'Italia;
   se il Governo non ritenga opportuno valutare preventivamente e concordemente con lo spirito della legge che istituisce l'Agenzia e dà avvio all'Agenda digitale per l'Italia, le opportune iniziative che rispettino in modo cogente i crismi stabiliti dalle norme in materia. (4-00734)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 9 agosto 2013
nell'allegato B della seduta n. 69
4-00734
presentata da
MIGLIORE Gennaro

  Risposta. — L'interrogante chiede di conoscere le valutazioni del Presidente del Consiglio sull'attuazione dell'agenda digitale italiana e sulla situazione organizzativa dell'agenzia digitale italiana.
  Il Governo, sin dal suo insediamento, è fortemente impegnato nel sostegno allo sviluppo delle tecnologie della comunicazione e della informazione del Paese ben comprendendo, in linea con l'agenda digitale europea, i vantaggi economici e occupazionali derivanti.
  A riprova dell'attenzione verso la maggiore diffusione ed utilizzazione delle tecnologie, si evidenzia che il decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, articolo 10, in corso di conversione ha, tra l'altro, agevolato la diffusione dell'uso di
internet, con l'introduzione della norma che consente il cosiddetto wi-fi libero.
  Non si limita al predetto intervento, ovviamente, la strategia complessiva volta alla modernizzazione dei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese, alla riduzione del digital divide esistente in Italia e al coinvolgimento del più ampio numero di cittadini-utenti nell'uso continuo degli strumenti che la moderna tecnologia mette a disposizione.
  Tra le prime questioni sulle quali questo Governo si è impegnato spicca certamente la
governance complessiva dell'agenda digitale italiana: il sistema previsto dalla vigente legislazione, dimostratosi troppo farraginoso, anche a causa del coordinamento politico affidato alla concertazione tra più Ministri, è stato semplificato e reso più efficiente con alcune emblematiche modifiche introdotte dall'articolo 13 del citato decreto, che si richiamano brevemente.
  Al fine di rafforzare e accelerare la realizzazione degli obiettivi dell'agenda digitale, la cabina di regia sarà presieduta dal Presidente del Consiglio che rimane l'unico vigilante sull'agenzia digitale italiana.
  Nell'ambito della cabina di regia è stato istituito il tavolo permanente per l'innovazione e l'agenda digitale italiana, organismo consultivo permanente composto da esperti in materia di innovazione tecnologica e da esponenti delle imprese private e delle università, presieduto dal commissario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Per semplificare l'attuazione dei progetti dell'agenda digitale sono state apportate modifiche legislative, ad esempio, in materia di fascicolo sanitario elettronico, sistema pubblico di connettività e diffusione del domicilio digitale.
  È stata introdotta, in sede di conversione e con il parere favorevole del Governo, anche una norma che consente di velocizzare i procedimenti di adozione dei regolamenti e decreti di attuazione previsti da vari articoli del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221.
  Per quanto concerne la gestione e l'organizzazione dell'agenzia digitale italiana, sulla quale l'interrogante si sofferma diffusamente, si rappresenta quanto segue.
  L'attuale direttore generale, ingegner Agostino Ragosa, è stato nominato nel rispetto dei criteri per il conferimento degli incarichi dirigenziali definiti dall'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, tra i candidati che hanno risposto all'avviso pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 217 del 17 settembre 2012 e aventi una particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di innovazione tecnologica, in possesso di una comprovata esperienza di elevato livello nella gestione di processi di innovazione, tanto nel settore pubblico quanto nel settore privato.
  Relativamente alle notizie di stampa, riportate dall'interrogante, si rappresenta che agli atti dell'ufficio risulta che la Corte dei conti ha ritenuto che lo Statuto dovesse essere vistato dall'ufficio di bilancio della Presidenza del Consiglio e non dall'Ufficio di bilancio del Ministero dello sviluppo economico, come erroneamente accaduto in una prima fase, e per questo motivo è stato restituito.
  Nelle more del visto della Corte si è insediato l'attuale Governo che, avendo compiuto ulteriori valutazioni sull'organizzazione dell'agenzia, ha ritenuto necessario rimodulare sia la dotazione organica, prevedendo il limite complessivo a 130 unità (rispetto alle 150 iniziali) sia le correlate risorse finanziarie e strumentali necessarie al funzionamento dell'agenzia, sia, infine, la vigilanza dell'agenzia stessa affidata al solo Presidente del Consiglio. Le suddette modifiche sono state apportate con il citato decreto-legge n. n. 69 del 2013.
  Conseguentemente la Presidenza del Consiglio ha ritenuto di ritirare lo Statuto per una rielaborazione alla luce dello
ius superveniens.
  Le preoccupazioni espresse dall'interrogante sulla spesa per il personale possono essere fugate poiché si provvederà con decreto del Presidente del Consiglio alla determinazione delle risorse umane, dirigenziali e non, nell'ottica di ottimizzazione delle risorse e di riduzione delle spese per il funzionamento e per le collaborazioni esterne.
  Vengono attribuiti, inoltre, alla Corte dei conti alcuni dubbi circa la composizione del comitato di indirizzo, fermo restando che la stessa non si è mai espressa in merito, si richiama l'attenzione dell'interrogante, sul fatto che il direttore dell'agenzia non è ricompreso tra i membri del comitato, ai sensi dell'articolo 21 del decreto-legge n. 83 del 2012.
  Infine, con riferimento alle scelte politiche generali in materia di agenda digitale si rende noto che il Commissario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale è, comunque, già al lavoro per predisporre una
roadmap relativa a tutti i progetti in essere e dare il contributo adeguato del nostro Paese al prossimo Consiglio europeo di ottobre che verterà, tra l'altro, proprio sui temi dell'agenda digitale europea.
  A livello nazionale, la cabina di regia presenterà, a breve, al Parlamento una relazione sullo stato dei programmi di digitalizzazione e si può già ora anticipare, all'interrogante, che non si sono verificate significative interruzioni al regolare processo di realizzazione degli obiettivi, grazie all'impegno operativo delle strutture che sono ora riunite nell'agenzia digitale italiana e delle altre amministrazioni coinvolte nella realizzazione dell'agenda digitale italiana.

Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministriFilippo Patroni Griffi.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

nomina del personale

politica occupazionale

rilancio economico

soppressione di posti di lavoro

tecnologia digitale