ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00686

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 28 del 04/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: FEDRIGA MASSIMILIANO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 04/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 04/06/2013
Stato iter:
15/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/11/2013
CANCELLIERI ANNA MARIA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/11/2013

CONCLUSO IL 15/11/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00686
presentato da
FEDRIGA Massimiliano
testo di
Martedì 4 giugno 2013, seduta n. 28

   FEDRIGA. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   attualmente il carcere di Pordenone è ospitato nel vecchio Castello, un maniero risalente al 1270 e dunque non in grado ormai di contenere il gran numero dei detenuti ivi presenti, oltre la soglia della sua capienza regolamentare;
   il grave disagio dovuto al sovraffollamento è stato segnalato più volte anche dagli agenti penitenziari che vi lavorano all'interno;
   per affrontare il problema del sovraffollamento carcerario nel 2010 venne redatto un piano carceri che prevedeva lo stanziamento di 675 milioni di euro, e che, successivamente al taglio delle risorse, nella nuova riformulazione era stato comunque ricompreso il nuovo carcere di Pordenone;
   nel frattempo, pare che le risorse del piano carceri siano state utilizzate per altri interventi e che oggi siano rimasti solo 67 milioni spendibili, ma già destinati ad altri interventi, tra i quali non è invece più ricompreso il nuovo carcere di Pordenone;
   infatti dalla relazione sullo stato di attuazione del programma di edilizia penitenziaria indirizzato al Ministro di giustizia il 13 maggio 2013 risulta che non vi siano più risorse economiche sufficienti e che dovranno essere riviste le emergenze e le priorità degli interventi, poiché vi si legge: «Preme evidenziare che tenuto conto delle mutate esigenze dell'amministrazione penitenziaria è prevedibile una rimodulazione dei previsti interventi inseriti nel piano carceri con riferimento alla originaria previsione di nuovi istituti localizzati a Torino, Camerino e Pordenone»;
   secondo gli ultimi dati pubblicati sul sito del Ministero della giustizia, al 31 maggio 2013 la capienza regolamentare dei 5 istituti presenti in Friuli Venezia Giulia è pari a 548 posti e che se, dal totale dei detenuti ivi presenti (808), vengono sottratti quelli stranieri (435), che costituiscono più del 50 per cento, si ottiene un numero di detenuti (373), ben al di sotto della capienza regolamentare (548);
   è noto il costo dei detenuti nelle nostre strutture carcerarie e l'urgenza di risolvere il problema del sovraffollamento carcerario nei nostri istituti –:
   se il Ministro sia a conoscenza di quanto sopra e se, considerata la carenza di risorse disponibili, abbia, dunque, intenzione di avviare degli accordi bilaterali con i Paesi di origine dei detenuti stranieri ivi reclusi, al fine di far scontare a questi ultimi la pena detentiva nella loro madrepatria. (4-00686)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 novembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 119
4-00686
presentata da
FEDRIGA Massimiliano

  Risposta. — Rispondo all'interrogazione in esame facendo preliminarmente presente che la realizzazione di un nuovo penitenziario nella città di Pordenone era già stata prevista nell'ambito del primo elenco di interventi previsti dal Piano carceri approvato il 24 giugno 2010 ed era stata mantenuta anche nella successiva rimodulazione del Piano del 31 gennaio 2012.
  Peraltro, con la recente rimodulazione del Piano, approvata il 18 luglio 2013, è stata decisa la rilocalizzazione della struttura di Pordenone a San Vito al Tagliamento poiché l'amministrazione comunale ha manifestato la disponibilità a concedere gratuitamente l'immobile dismesso della ex caserma «F.lli Dall'Armi». Questo ministero ha ritenuto la fattibilità di un intervento volto a ricavare dai locali già adibiti ad uso militare 300 posti detentivi – a fronte dei 53 posti regolamentari attualmente disponibili presso il carcere di Pordenone – con tempi ridotti di esecuzione delle opere e contenimento della spesa rispetto alle originarie previsioni. Il progetto di trasformazione della caserma è stato approvato nell'ambito della conferenza di servizi che si è tenuta il 22 luglio 2013.
  Per quanto riguarda la specifica questione delle misure volte a far sì che i detenuti stranieri scontino la pena nelle carceri dei Paesi di provenienza, osservo che l'Italia è, sin dal 1989, Stato-parte della convenzione del Consiglio d'Europa sul trasferimento dei detenuti, stipulata il 21 marzo 1983.
  Detta convenzione è attualmente in vigore nei rapporti tra l'Italia e 63 Stati esteri.
  Inoltre, l'Italia, in quanto stato membro dell'Unione europea, ha attuato, con il decreto legislativo n. 161 del 2010, la decisione quadro del Consiglio n. 2008/909/GAI del 27 novembre 2008, che istituisce una procedura per il riconoscimento delle sentenze penali e l'esecuzione delle pene detentive nei paesi dell'Unione europea allo scopo di favorire il reinserimento sociale delle persone condannate. Tale strumento prevede la possibilità di richiedere ed ottenere – in determinati casi anche senza il consenso del detenuto – il trasferimento in un altro Stato membro della persona condannata ai fini di eseguire la pena.
  Infine, ad oggi sono altresì in vigore accordi bilaterali tra l'Italia e Cuba, Hong Kong, India, Perù e Thailandia. Con l'Albania, è stato stipulato nel 2002 un accordo bilaterale aggiuntivo alla citata Convenzione sul trasferimento delle persone condannate del 21 marzo 1983. Sono stati inoltre di recente conclusi a livello tecnico – ma non sono ancora in vigore – altri trattati bilaterali con Kenya, Marocco e Kazakistan.
  Ritengo che da questi dati generali emerga con evidenza l'impegno dell'Italia per la cooperazione giudiziaria anche sul versante dell'esecuzione penale. È comunque mio fermo intendimento aggredire il problema del sovraffollamento carcerario non tralasciando alcuna soluzione. Il Ministero della giustizia non mancherà pertanto di profondere ogni sforzo, sia per rivedere i contenuti degli accordi vigenti al fine di accelerare i tempi di trasferimento dei detenuti stranieri, sia per stipulare nuovi accordi con i restanti Paesi di provenienza di aliquote significative di detenuti stranieri.

Il Ministro della giustiziaAnna Maria Cancellieri.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

PORDENONE - Prov,FRIULI-VENEZIA GIULIA

EUROVOC :

accordo bilaterale

detenuto

risorsa economica

stabilimento penitenziario