ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00651

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 26 del 30/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: SBROLLINI DANIELA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/05/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 30/05/2013
Stato iter:
13/09/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/09/2013
MAURO MARIO MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/09/2013

CONCLUSO IL 13/09/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00651
presentato da
SBROLLINI Daniela
testo di
Giovedì 30 maggio 2013, seduta n. 26

   SBROLLINI. — Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   sono 2.283 i caduti italiani, di cui 868 della prima guerra mondiale e 1.415 della seconda, inumati nel sacrario alla periferia di Varsavia. 493 sono morti nei campi di concentramento polacchi, e di questi 24 a Stargard, e sono ad oggi seppelliti in un ossario al quale si accede attraverso un tombino nel cimitero di Bielany, alla periferia ovest di Varsavia;
   su due lastre di marmo, sulla destra e sinistra dell'ingresso principale, sono incisi i nomi dei 493 caduti. Per vedere i loculi, però, bisogna sollevare un coperchio di cemento e scendere tre metri sotto terra servendosi di una scala metallica non prima di aver indossato un sacchetto di nylon per non lordare gli indumenti. Il cunicolo è profondo e lungo tre metri e largo 80 centimetri;
   il fatto che i caduti italiani siano seppelliti sotto un tombino dimostra insensibilità e trascuratezza;
   il cimitero risulta essere gestito dallo Stato italiano tramite il Ministero degli affari esteri –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto sopra riportato; se e come intendano intervenire per chiarire il motivo per cui 493 caduti italiani siano sepolti in maniera inadeguata e diversa rispetto agli altri commilitoni che trovano posto in due ossari dello stesso cimitero di Bielany; quale sia il motivo per il quale le salme siano state traslate a Bielany fin dal 1958 senza mai avere informato le famiglie dei caduti. (4-00651)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 13 settembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 77
4-00651
presentata da
SBROLLINI Daniela

  Risposta. — Il territorio polacco custodisce le spoglie mortali di oltre 5.800 italiani, militari e civili, deceduti durante la 1a e la 2a guerra mondiale, di cui, più di 2.400 appartengono a connazionali civili e militari dispersi durante i bombardamenti aerei o cremati nei campi di concentramento nazisti (2a guerra mondiale).
  Le operazioni di ricerca e recupero dei resti mortali dei caduti del primo conflitto mondiale, svoltesi nell'immediato primo dopoguerra, non presentarono difficoltà, diversamente, invece, da quanto si verificò nel corso delle operazioni, condotte negli anni dal 1958 al 1969, per il recupero delle salme dei caduti del secondo conflitto, rese difficili a causa della notevole dispersione delle sepolture sul territorio polacco e della irreperibilità di parte dei registri delle sepolture iniziali.
  In particolare, le indagini furono effettuate in 239 luoghi di sepoltura dislocati in 17 province (Voivodati) polacche da una delegazione del Commissariato generale per le onoranze ai caduti in guerra (onorcaduti), coadiuvata dalla Rappresentanza diplomatica italiana in Polonia, dalla Croce rossa polacca, dalle autorità civili e religiose locali, centrali e periferiche, in un contesto, tra l'altro, di non certo facile apertura alle relazioni internazionali con i Paesi occidentali.
  A conclusione di tale iniziativa, furono rinvenute le spoglie di oltre 1.670 caduti italiani della 2a guerra mondiale, di cui:
   135, su richiesta dei familiari, furono rimpatriate nel luogo di origine;
   1.413 furono definitivamente sistemate, a cura di onorcaduti, nel cimitero militare italiano di Varsavia-Bielany;
   20 furono sistemate nel cimitero militare italiano di Breslavia;
   oltre 108 vennero lasciate nei luoghi di prima sepoltura, in quanto irrecuperabili o inumate in fosse comuni.

  In particolare, il cimitero militare italiano di Bielany, costruito nel 1927 appositamente per i caduti italiani della 1a guerra mondiale – vi furono inumati 868 militari, di cui 841 noti e 27 ignoti – custodisce, in maniera costantemente apprezzata dai numerosi visitatori, anche istituzionali, i resti mortali di oltre 2.000 caduti italiani (militari e non) delle due guerre mondiali.
  Le sepolture dei caduti della grande guerra sono individuali e a terra; ciascuna tomba è segnalata da una lapide che riporta grado, cognome e nome, reparto e data di morte del caduto.
  Negli anni dal 1958 al 1959, per attribuire degna e perenne sistemazione monumentale alle spoglie dei militari e dei civili italiani caduti durante l'internamento nei campi di concentramento allestiti dai nazisti in territorio polacco, sono stati realizzati, all'interno del perimetro del Sacrario, altri quattro manufatti sepolcrali (ossari) che accolgono, in cellette, 1.413 resti mortali, di cui 1.239 noti – di cui, 1 non identificato – e 174 ignoti. Tra quelli noti, 106 sono civili morti nei campi di prigionia, tra cui sei donne lavoratrici.
  Due di questi manufatti si trovano ai lati dell'altare posto sul fondo dell'area del sacrario, mentre gli altri due – realizzati sotto il livello del suolo, in ciascuno dei quali vennero sistemate 19 cassette ossario – sono collocati ai lati dell'ingresso.
  Il fatto che i loculi dei due ossari – gli ultimi realizzati in ordine di tempo posti in prossimità dell'ingresso non siano accessibili, ma raggiungibili solo attraverso un vano tecnico, riservato esclusivamente al personale addetto all'ispezione e alla manutenzione, è una circostanza imposta da ineludibili condizionamenti infrastrutturali, ma che, ovviamente, nulla toglie alla cura e al rispetto dovuto ai caduti che sono, infatti, onorati con pari dignità.
  Viene loro assicurata adeguata visibilità e possibilità di essere individuati attraverso le pietre tombali che ne riportano il grado, il nominativo e, per gli ignoti, purtroppo, solo il numero.
  In aderenza alle originarie valutazioni che, a suo tempo, portarono a realizzare le strutture degli ossari, il cimitero militare di Bielany era, ed è tuttora, idoneo a commemorare con pari onore e decoro i caduti italiani, militari e civili, delle due guerre.
  Il complesso architettonico valorizza e rispetta in maniera assolutamente adeguata tutti coloro che, ivi inumati, offrono oggi perpetua testimonianza del sacrificio compiuto e dei valori per i quali hanno offerto la propria vita.
  La manutenzione del sito di Bielany, recintato e di proprietà italiana, è sempre stata curata con la massima attenzione da parte italiana, grazie anche al contributo messo a disposizione da onorcaduti attraverso l'Ambasciata d'Italia a Varsavia; la cura quotidiana è assicurata dal custode che abita in un alloggio contiguo al sito.
  Ai sensi dell'Accordo sulle sepolture di guerra italo-polacco del 30 marzo 2012, dal 1° gennaio 2013 la manutenzione del Cimitero è passata in carico a Varsavia e, allo stesso modo, l'Italia si fa carico di quella dei cimiteri militari polacchi nel nostro Paese.
  Il custode continua, comunque, ad occuparsi della vigilanza, dell'apertura quotidiana del sito e dell'assistenza per visite e traslazioni.
  Negli anni, fra l'altro, si è provveduto a completare lavori di messa in sicurezza e miglioramento dell'accesso all'ossario in questione, con la sostituzione della preesistente apertura in cemento, in pessime condizioni, con una nuova in metallo, con maniglie per consentirne l'apertura, al fine di meglio proteggere dall'acqua il sottostante cunicolo (che è, effettivamente, in terra battuta).
  Anche in ragione delle varie vicissitudini storiche, le sepolture di tali spoglie possono presentarsi tra loro molto diverse, trattandosi spesso di pochi reperti, peraltro, tutti catalogati e registrati dal Commissariato generale in apposita pubblicazione.
  Per quanto riguarda, poi, la presunta mancanza d'informazioni alle famiglie in occasione della campagna di ricerca condotta nell'anno 1958, premesso che negli archivi dell'Ambasciata d'Italia a Varsavia non risultano tracce documentali relative alla traslazione nel 1958 dei resti dei 493 corpi indicati nell'interrogazione in esame, la documentazione, custodita agli atti di onorcaduti, attesta:
   la restituzione ai familiari di oltre 130 caduti, contestualmente alle esumazioni effettuate presso i vari campi di prigionia;
   la necessità d'individuare un termine di accoglimento delle istanze delle famiglie per procedere alla definitiva sistemazione delle spoglie dei loro cari;

   i contatti, anche in epoche successive, con l'Associazione nazionale ex internati, la quale teneva e tiene i contatti con le famiglie.

  Da tale documentazione si evince, dunque, che le famiglie furono informate – ovviamente, con i mezzi di divulgazione all'epoca disponibili – consentendo loro di scegliere la definitiva collocazione del proprio congiunto.
  L'attuale assetto infrastrutturale del cimitero militare di Bielany mette in risalto, di fatto, come l'architettura del manufatto abbia, nel tempo, subito condizionamenti per rispondere all'esigenza di accogliere tutti i caduti italiani in terra polacca, dando loro, indistintamente, adeguata e dignitosa sepoltura, mantenendo inalterati, nel contempo, sia la sacralità del luogo che il carattere commemorativo dell'opera.
  Aggiungo, ancora, che numerose personalità italiane si sono recate, in varie occasioni, in visita al cimitero, dove si svolge l'annuale commemorazione in occasione della festa delle nostre Forze armate (4 novembre), alla quale partecipano anche rappresentanti delle Forze armate polacche e della comunità italiana in Polonia.
  Non sono mai risultate, peraltro, rimostranze sulla conservazione dello stesso, ivi compresi i loculi cui fa riferimento l'interrogante.
  Vorrei precisare, in ultimo, che l'espressione «campi di concentramento polacchi», quale figura nel testo dell'interrogazione, è impropria, trattandosi, invero, di campi di concentramento tedeschi in territorio polacco, come non mancano costantemente di rilevare le autorità di Varsavia.
Il Ministro della difesaMario Mauro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

cimitero

crimine contro l'umanita'