ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00640

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 25 del 29/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: AIRAUDO GIORGIO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 29/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI SALVO TITTI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/05/2013
PLACIDO ANTONIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/05/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 29/05/2013
Stato iter:
15/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/11/2013
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/11/2013

CONCLUSO IL 15/11/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00640
presentato da
AIRAUDO Giorgio
testo di
Mercoledì 29 maggio 2013, seduta n. 25

   AIRAUDO, DI SALVO e PLACIDO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   il mercato dell'acciaio in Europa vive una lunga crisi dovuta alla riduzione dei consumi, a fronte di una sovraccapacità produttiva: i quattro principali produttori di acciaio in Europa producono 4,5 milioni di tonnellate, mentre i consumi europei, ad oggi, si attestano su 3,2 milioni di tonnellate di LAF;
   la sovraccapacità del mercato europeo è aggravata dall'aumento delle importazioni extra-Unione-europea, che ad oggi è di circa 700 mila tonnellate;
   altri fattori che incidono negativamente sono l'oscillazione dei costi delle materie prime, la sovraccapacità asiatica, i bassi consumi degli utilizzatori finali e, infine, il cambio euro-dollaro, che spinge i gruppi europei a praticare politiche di prezzi a ribasso;
   l'indice di produzione dell'acciaio in Europa, prima di questa grande crisi, era a livelli molto più alti degli attuali, pur dimostrando di essere tornato ad aumentare;
   Inoxum, la divisione «acciaio inossidabile» della tedesca ThyssenKrupp Inoxum, che produce e distribuisce prodotti di acciaio inossidabile e ad alta lega, detiene in Europa una quota di mercato del 37,7 per cento, di cui la TK-AST di Terni produce il 3,4 per cento; mentre in Italia la quota di mercato è del 40,7 per cento di cui il 33,7 per cento è prodotto all'AST di Terni;
   a fronte di una capacità produttiva del sito TKL-AST di Terni, anche a seguito degli investimenti effettuati, di 1,5 milioni di tonnellate, nell'anno 2011/2012 sono state prodotto 1265 mila tonnellate e nel 2010/2011 1005 tonnellate, pari al 9 per cento in meno dell'anno 2009/2010;
   a fronte di tale situazione produttiva, il gruppo AST di Terni ha chiuso l'anno scorso con una perdita di circa 100 milioni di euro, salita quest'anno a 110 milioni di euro;
   del gruppo AST fanno parte anche le società controllate Titania, Società delle Fucina, Tubificio, Aspasiel, Terninox;
   tutto il gruppo AST, ad esclusione delle società controllate sopra elencate, è dal giugno 2008 in regime di cassa integrazione. AST ha usufruito di tutte le settimane della cassa integrazione guadagni ordinaria ed anche dell'anno di cassa integrazione guadagni straordinaria legata a crisi di mercato. Ad oggi AST ha a disposizione circa 13 settimane di cassa integrazione guadagni ordinaria. La cassa integrazione guadagni sia ordinaria che straordinaria ha consentito di gestire il calo di ordini legato alla crisi che in questi anni, ed ancora oggi, è stato articolato sia per reparti che per impianti in modo differente;
   il gruppo AST oggi occupa 2862 lavoratori, di cui 2322 unità in AST, 211 unità in S.d.F.,156 unità in Tubificio, 63 unità in Aspasiel, 110 unità in Terninox;
   l'attività dell'AST ternana è strategica per l'Italia: oltre a costituire la fonte principale per l'economia del territorio (20 per cento del prodotto interno lordo umbro) è, nel sistema siderurgico nazionale, il gruppo che conserva il primato nella produzione di acciai speciali che sono insostituibili per il sistema italiano; l'Italia da sola, nonostante la crisi, oggi consuma circa 900 mila tonnellate di acciaio inox;
   nel 2012 la tedesca ThyssenKrupp ha raggiunto un accordo di massima per la cessione ai finlandesi del colosso Outokumpu della controllata Inoxum (creata appositamente per l'operazione di scorporo dell'inossidabile e di cui fa parte la Acciai Speciali Terni) a un prezzo di 2,7 miliardi di euro, con la ThyssenKrupp che manterrebbe una quota di minoranza del 29,9 per cento;
   la considerazione positiva è che Ast finisce nelle mani di un gruppo industriale leader nel mondo e non in quelle di un fondo americano, come poteva accadere, la cui vocazione era ovviamente prettamente finanziaria;
   con l'acquisto di Inoxum, Outokumpu diventa il nuovo numero uno mondiale dell'inossidabile con un fatturato annuale di circa dieci miliardi di euro e una quota che gira intorno al 50 per cento del mercato europeo;
   l'originale piano industriale della fusione Inoxum-Outokumpu prevedeva che il gruppo avrebbe avuto due grandi centri fusori uno in Finlandia (Tornio) e l'altro in Italia (Terni) che dovranno produrre circa 3 milioni di tonnellate e alimenteranno tutti gli impianti a freddo in Europa. Dopo l'avvenuta fusione sarebbero state verificate le relative quote di mercato e la relativa rete commerciale ivi compreso i centri servizio;
   le prospettive sul sito di Terni erano interessanti, ma il piano industriale originario è stato modificato (il nuovo non si conosce) dopo che Outokumpu per ottenere il parere favorevole all'operazione industriale da parte della commissione Antitrust ha previsto la messa in vendita del sito di Terni, che rimarrebbe fuori dal progetto di fusione iniziale Inoxum-Outokumpu;
   infatti, il 1o ottobre 2012 il gruppo ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni ha annunciato l'intenzione, da parte delle società Outokumpu e Inoxum, di cedere l'intero asset del sito di Terni come soluzione finale in risposta alle richieste pressanti e vincolanti della Commissione Antitrust dell'Unione europea per veder superata la posizione di dominanza scaturita dal nuovo assetto societario determinatosi dopo l'acquisto di Outokumpu dell'intero settore inox detenuto da ThyssenKmpp attraverso Inoxum;
   dopo il pronunciamento dell'Antitrust, avvenuto il 7 novembre 2012, sono iniziati i 6 mesi entro i quali la nuova società Outokumpu avrebbe dovuto vendere l'impianto di Terni;
   le segreterie provinciali e le rappresentanze sindacali unitarie del gruppo AST si sono espresse in maniera ferma su quanto sta avvenendo, dichiarando inaccettabile che le multinazionali interessate hanno escluso i sindacati territoriali e nazionali dalle decisioni e discussioni in materia di progetti, strategie e decisioni, coinvolgendo nella discussione dell'accordo preliminare solo il sindacato tedesco della Ig Metal;
   le organizzazioni sindacali sono molto preoccupate per il nuovo e mutato scenario di prospettive e assetti industriali che si sta delineando ritenendolo peggiorativo rispetto a quanto presentato in precedenza per l'intero asset di Terni. A prescindere da qualsiasi assetto societario presente e futuro, per mantenere e accrescere la competitività del sito di Terni, richiedono che vengano mantenuti gli impegni assunti a partire dall'accordo del 2005 in materia di energia, infrastrutture, viabilità;
   le organizzazioni sindacali si oppongono alla cessione degli asset del sito di Terni verso fondi speculativi, richiedendo in maniera irrinunciabile il confronto, al tavolo ministeriale, con la società cedente per sancire, non solo i criteri di vendita, ma che il progetto di cessione sia vincolato al mantenimento occupazionale, delle capacità impiantistiche del sito, degli accordi di miglior favore e della trasformazione dei contratti di lavoro non a tempo indeterminato; invece, al medesimo tavolo governativo, con la società acquirente intendono condividere il nuovo piano industriale perché venga mantenuta la strategicità del sito di Terni e la sua competitività e siano indicate chiaramente le risorse, i modi e i tempi per diventare, con sicurezza, il quarto competitor europeo, come richiesto dalla Commissione Antitrust, comprensiva dell’asset del sito di Terni;
   infine, le organizzazioni sindacali richiedono che nell'arco temporale occorrente alla definizione della cessione e dell'acquisizione, i piani operativi e i volumi produttivi previsti per Terni siano mantenuti, così come devono essere assolutamente e irrinunciabilmente mantenuti tutti gli impianti collocati nel sito di Terni senza procedere a smantellamenti o trasferimenti che possano indebolire il concetto industriale attuale e impedirne, di fatto, la vendita annunciata;
   in un recente comunicato stampa pubblicato dall'Ansa, Outokumpu affermava, con riguardo agli impianti ternani che «le offerte che abbiamo ricevuto finora non sono accettabili: stiamo lavorando con la Commissione Ue per una soluzione che rispetti sia gli interessi di Outokumpu sia le richieste dell'Antitrust di Bruxelles»;
   il termine ultimo per finalizzare la vendita degli impianti umbri, inizialmente previsto per inizio maggio 2013, è stato esteso e la Outokumpu precisa di aver concordato con Bruxelles e con le parti coinvolte nel processo di non rendere noto alcun dettaglio del percorso. L'ambiguità da parte di Outokumpu penalizza le acciaierie di Terni;
   intanto nell'attesa che la vicenda della cessione trovi un epilogo, lo stabilimento ternano nei fatti non rifornisce più i semilavorati agli stabilimenti in Cina, Messico e Stati Uniti con una diminuzione di circa il 20 per cento dei volumi, mettendo a rischio il ruolo di perno che il polo temano riveste nel sistema industriale nazionale;
   per consentire al sito di rimanere competitivo e produrre utili è indispensabile mantenere immutato il rapporto tra le capacità di acciaio fuso (1.500.000 tonnellate) e le capacità di acciaio spedito (600.000 tonnellate minimo) –:
   quali iniziative concrete il Governo abbia intenzione di approntare, anche nei confronti delle istituzioni dell'Unione europea coinvolte nella cessione del polo sidenergico di Terni, per impedire che la situazione rimanga in un limbo particolarmente pericoloso che potrebbe creare danni industriali, occupazionali e sociali irreversibili. (4-00640)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 novembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 119
4-00640
presentata da
AIRAUDO Giorgio

  Risposta. — Il Ministero dello sviluppo economico segue le vicende della «Acciai Speciali Terni – AST», da ben prima che questo importante stabilimento italiano fosse acquisito da Thyssen Krupp e, in più occasioni, é stato determinante nell'evitare che le difficoltà si trasformassero in crisi irreversibili.
  Un momento molto critico é stato senza dubbio anche quello che ha coinvolto AST nel processo di dismissione della produzione di acciai speciali (raggruppata nella subholding «Inoxium») messo in atto nel 2010 da Thyssen Krupp.
  Come noto, l'acquisizione assai onerosa di «Inoxium» ha visto prevalere «Outokumpu», ovvero la principale concorrente europea della casa tedesca.
  Con questa acquisizione, «Outokumpu» si é trovata in posizione dominante sul mercato europeo (oltre 50 per cento), ma non su quello mondiale, dove occupa una quota attorno al 20 per cento.
  La posizione dominante di Outokumpu ha indotto la Commissione Europea alla concorrenza a richiedere alla casa finlandese la cessione di alcuni asset, fra i quali il più importante é senza dubbio AST. La procedura di cessione é stata avviata a novembre 2012 e, a partire da quella data, è stato prescritto ad «Outokumpu» di portarla a compimento entro i successivi 6 mesi.
  Molte sono state le manifestazioni di interesse, ma poche società hanno formulato, al momento opportuno, una offerta vincolante. Fra queste va citata certamente «Aperam» che, in accordo con due importanti gruppi siderurgici italiani (Marcegaglia ed Arvedi), ha formulato una offerta economica corredata da un piano industriale.
  «Aperam», controllata da componenti della famiglia indiana Mittal, è anche un'impresa industriale che detiene, prima della acquisizione di AST, una quota attorno al 15 per cento del mercato europeo dell'acciaio inossidabile: tale quota, sommata alla capacità produttiva della nuova acquisizione, la porterebbe verso un market share di circa il 25 per cento.
  Outokumpu ha però valutato non adeguate (principalmente per ragioni strettamente economiche) le offerte ricevute e, mentre continua a confrontarsi con più soggetti, ivi compresi anche i fondi di investimento, ha richiesto continui spostamenti del termine iniziale di 6 mesi entro il quale concludere la cessione. Si é così creata una situazione assai critica dal momento che AST si trova continuamente in uno stato di incertezza nell'ambito di un mercato già di per se difficile e non bastano, a questo proposito, le continue rassicurazioni della proprietà finlandese sul rispetto degli obblighi imposti dalla Commissione europea a garantire sostegno finanziario e a non interferire sulla azione commerciale della azienda ternana.
  È evidente che AST é nella pratica impossibilità di svolgere adeguate e autonome iniziative per fare investimenti, acquisire nuove quote di mercato e adeguare la propria struttura organizzativa.
  Per queste ragioni il Governo italiano é più volte intervenuto in tutte le sedi ed ai diversi livelli della Unione europea con una costante azione finalizzata a sollecitare la conclusione di una operazione che sta creando molti problemi ad una parte molto importante della nostra siderurgia. In questo contesto il Governo, come richiamano gli interroganti, ha ricordato nelle forme adeguate la necessità non solo che la vendita sia effettuata senza ulteriore indugio, ma ha indicato l'auspicio che avvenga in favore di una realtà industriale, possibilmente europea, che possa favorire una operazione di consolidamento della nostra industria siderurgica, già esposta alla competizione molto aggressiva dei produttori asiatici.
  Nei recentissimi incontri con i vertici della Comunità europea, il nostro Presidente del Consiglio ed il Ministro dello sviluppo economico sono tornati a richiamare la necessità che Outokumpu concluda la vendita ed espliciti le ragioni dei continui rinvii; il Presidente della Commissione europea ha confermato l'impegno a favorire una rapida soluzione.
  È evidente che in mancanza di fatti concludenti, il Governo italiano solleverà la questione in modo sempre più energico, dal momento che il nostro Paese non può permettere che AST, una impresa di grande valore economico e strategico, sia logorata da un comportamento non accettabile e determinato da scelte che hanno fin qui coinvolto aziende di altri Paesi.
Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economicoClaudio De Vincenti.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

TERNI,TERNI - Prov,UMBRIA

EUROVOC :

importazione comunitaria

cassa integrazione

industria siderurgica

acciaio

legislazione antitrust

fusione d'imprese

ribasso dei prezzi