ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00597

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 24 del 28/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/05/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 28/05/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00597
presentato da
OLIVERIO Nicodemo Nazzareno
testo di
Martedì 28 maggio 2013, seduta n. 24

   OLIVERIO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   il piano di rientro dal deficit sanitario della regione Calabria è stato approvato con la delibera della giunta regionale n. 845 del 16 dicembre 2009 ad integrazione e modifica del documento adottato in precedenza dalla stessa regione Calabria con delibera G.R. n. 585 del 10 settembre 2009 e con la delibera G.R. n. 752 del 18 novembre 2009;
   con delibera del Consiglio dei ministri del 30 luglio 2010 si è proceduto alla nomina commissariale nella persona del presidente della Regione Calabria, dottor Giuseppe Scopelliti;
   l'obiettivo strategico del piano è la riqualificazione e il miglioramento dell'intero sistema sanitario regionale con la chiusura dei piccoli ospedali, la riorganizzazione della «rete emergenza» e la riorganizzazione della «continuità assistenziale»;
   con decreto del 18 settembre 2010 il commissario ha proceduto alla predisposizione di un piano integrato sulla rete ospedaliera, sulla rete di emergenza e sulla rete territoriale;
   in quest'ottica di risanamento della sanità calabrese un duro colpo viene dato alla sanità lametina. Francescantonio Mercuri dell'Associazione «Lamezia libera» denuncia che «L'ospedale cittadino “di Lamezia Terme” fra non molto sarà privato di un altro dei tasselli più importanti che un nosocomio, in cui opera il reparto di ostetricia e ginecologia, deve avere: dopo la soppressione e il declassamento di vari reparti, sarà la volta della TIN, Terapia Intensiva Neonatale»;
   la terapia intensiva neonatale dell'ospedale di Lamezia Terme, una vera eccellenza nella sanità calabrese, è stata istituita, tra le prime in Calabria, negli anni settanta ed è dotata di moderne attrezzature per la diagnosi e la cura dei neonati critici (prematuro, di basso peso, con patologie respiratorie o chirurgica toraco-addominale, malformato, e altro) ed ha salvato la vita a tanti neonati;
   la soppressione della terapia intensiva neonatale mette in grave difficoltà anche il reparto di ostetricia e ginecologia che, di fatto, diventa poco attrattivo, specialmente per i parti che potrebbero presentare al nascituro qualche difficoltà;
   dopo la chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia dell'unica clinica privata cittadina e dopo il declassamento, la riduzione dei posti letti, i continui tagli di reparti, l'ospedale di Lamezia Terme è diventato un centro di smistamento per gli ospedali di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria: anche per un banale intervento su un bambino o un minorenne bisogna recarsi a Catanzaro alla chirurgia pediatrica, che tanto costa ai cittadini calabresi per una convenzione, giudicata non indispensabile e dispendiosa, con l'ospedale Bambin Gesù di Roma;
   la garanzia dei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio regionale, ed in particolare sul lametino, non costituisce, ad avviso dell'interrogante, la priorità dell'azione della regione e del suo presidente, commissario della sanità regionale, che appare focalizzata solo ed esclusivamente su un calcolo «di cassa», per mezzo di una politica di tagli lineari. Si tratta di una scelta a giudizio dell'interrogante non comprensibile, con molti dubbi sulla sua ricaduta sociale e sui benefici in termini di maggiore efficienza dei servizi sanitari e di integrazione della rete ospedaliera. Questa impostazione sostituisce alla politica la ragioneria che si presenta lontana e distante dalle istanze del territorio;
   la soppressione della terapia intensiva neonatale nell'ospedale di Lamezia Terme, dopo oltre trenta anni di attività, porterebbe all'esodo dei prematuri nelle terapie intensive neonatali viciniori di Catanzaro, di Cosenza e Reggio Calabria. Tutto ciò recherebbe gravi disagi alle famiglie sia economici sia sociali considerate anche le condizioni orografiche e di viabilità della regione Calabria;
   l'eventuale soppressione della terapia intensiva neonatale di Lamezia Terme incide negativamente sull'insieme del territorio lametino, dell'offerta sanitaria e della garanzia dei livelli essenziali della programmazione sanitaria regionale, vincolo riconosciuto dalla Conferenza Stato-Regioni –:
   se il Governo sia a conoscenza della situazione esposta in premessa e se non ritenga opportuno dover intervenire per garantire i livelli essenziali di assistenza e per tutelare il diritto a nascere in sicurezza e il diritto alla salute, così come sancito dall'articolo 32 della Costituzione;
   se il Governo non ritenga, alla luce di quanto esposto in premessa e in considerazione del piano di rientro del debito sanitario della Calabria, di assumere adeguate ed urgenti iniziative per garantire che ai cittadini calabresi siano garantite le stesse opportunità offerte ai cittadini del resto d'Italia. (4-00597)

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