ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00596

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 24 del 28/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: PRODANI ARIS
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE 28/05/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 28/05/2013
Stato iter:
17/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/12/2013
FADDA PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 17/12/2013

CONCLUSO IL 17/12/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00596
presentato da
PRODANI Aris
testo di
Martedì 28 maggio 2013, seduta n. 24

   PRODANI e RIZZETTO. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   nel mese di marzo e aprile 2013 numerosi cinghiali presenti nella zona montana della Val Sesia e della Val d'Ossola, in Piemonte, hanno mostrato segni di avvelenamento da radiazioni legate al cesio 137;
   quest'isotopo ha contaminato buona parte del vecchio continente 27 anni fa, a seguito dell'incidente avvenuto nella centrale nucleare di Chernobyl (Ucraina) il 26 aprile del 1986, durante il quale si è sprigionata una nube radioattiva che, anche a seguito delle ripetute precipitazioni, ha determinato un fall out non trascurabile soprattutto nelle regioni dell'arco alpino del nostro Paese;
   secondo recenti studi dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPA) del Piemonte, la contaminazione dei cinghiali non può essere legata alla presenza di scorie nucleare nei due siti di Trino e Saluggia, in provincia di Vercelli;
   segni di contaminazione da cesio 137 sono presenti anche negli animali selvatici che vivono nel territorio austriaco, come riportato dall'articolo, pubblicato il 23 maggio 2013, del quotidiano Il Piccolo di Trieste dal titolo «Cinghiali radioattivi a ventisette anni da Chernobyl». Come si apprende dal giornale, il Ministro austriaco della salute Alois Stöger ha recentemente risposto a un'interpellanza parlamentare affermando che negli ultimi cinque anni su 350 esami effettuati dall'Agenzia nazionale per la salute e la sicurezza alimentare (Ages) per verificare la presenza di cesio 137 su cervi e cinghiali, in due circostanze sono stati riscontrati valori superiori ai 600 becquerel per chilogrammo, una soglia oltre la quale la carne non può più essere consumata;
   nella vicina Baviera, in Germania, tre anni fa l'ufficio per la salute e la sicurezza alimentare ha riscontrato la presenza di cesio 137 in 9 dei 56 esemplari presi in esame e in alcuni campioni è stata rilevata la concentrazione di 1300 becquerel per chilogrammo, una quantità molto superiore ai 600 becquerel consentiti per gli alimenti –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della presenza, nel territorio nazionale, di animali selvatici contaminati da radiazioni nucleari e se intendano avviare, di concerto con le regioni, tutti gli accertamenti del caso per comprendere l'estensione e l'origine di detta contaminazione, a tutela della salute dei cittadini. (4-00596)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 17 dicembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 139
4-00596
presentata da
PRODANI Aris

  Risposta. — Il Ministero della salute, non appena venuto a conoscenza della problematica delineata nell'interrogazione parlamentare in esame, ha immediatamente indetto una riunione di coordinamento con i carabinieri dei nuclei antisofisticazioni e sanità (NAS) e del nucleo operativo ecologico (NOE) che, in seguito, si sono coordinati con la procura della Repubblica di Vercelli.
  Inoltre, il Ministero ha convocato una riunione con le regioni e province autonome (assessorati alla Salute), l'istituto superiore di sanità (ISS), gli istituti zooprofilattici sperimentali e le altre amministrazioni ed enti facenti parte delle reti di monitoraggio della radioattività (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, agenzie regionali per la protezione ambientale).
  Dalle informazioni acquisite, risulta che le regioni dell'arco alpino, area maggiormente esposta alla nube radioattiva legata all'incidente di Chernobyl del 1986, effettuano specifici piani di monitoraggio sulla contaminazione radioattiva da Cesio, sia in selvaggina che in altri prodotti di raccolta spontanei.
  Questo Ministero ha ritenuto necessario costituire un gruppo di lavoro ristretto con tutti i soggetti istituzionali coinvolti nella tematica della radioattività ambientale ed alimentare, al fine di:
   raccogliere tutti i dati disponibili, sia su campioni ambientali che alimentari;
   valutare i dati a disposizione, compresi i dati sulla distribuzione territoriale del Cesio, individuando, in particolare, le zone dell'arco alpino in cui si è verificato il maggiore «fall-out» di radionuclidi;
   valutare i diversi fattori di rischio per la popolazione (per esempio consumo di carne di selvaggina o prodotti spontanei nella dieta, altitudine, densità della popolazione, presenza di insediamenti zootecnici ed attività agricole, comportamenti della popolazione selvatica), nonché individuare l'eventuale dose assorbita di radiazione.

  Sulla base di quanto è emerso dal gruppo di lavoro, sono state definite delle procedure operative per approfondire la conoscenza del livello regionale di radioattività ambientale da Cesio degli ecosistemi naturali e semi-naturali, quali foreste e superfici boschive, attraverso l'utilizzo di indicatori biologici, quali funghi, bacche e cinghiali selvatici.
  Tali procedure, concordate con le regioni e le province autonome dell'arco alpino, hanno come punto di partenza l'individuazione di aree territoriali presumibilmente a maggiore contaminazione da radiocesio, a seguito dell'incidente di Chernobyl del 1986, in cui eseguire il prelievo, accuratamente georeferenziato, di cinghiali, funghi ipogei ed epigei e frutti di bosco.
  Il monitoraggio dei prodotti coinvolge, in primis, le aree dell'arco alpino, ad altitudini variabili dai 400 metri ai 1.600 metri.
  Campionamenti supplementari sono lasciati alla discrezionalità delle autorità regionali e provinciali, quali attività di sorveglianza a lungo termine, da programmare nell'ambito del piano nazionale integrato.
  Per gli aspetti di rilievo regionale, la prefettura di Trieste ha segnalato che, nella regione Friuli Venezia Giulia, dal 2007 nel piano regionale di campionamento alimenti per il controllo della radioattività ambientale è stata inserita la matrice «prodotti di raccolta spontanea e selvaggina».
  Tale piano prevede il campionamento da parte delle aziende di matrici alimentari al consumo.
  Il piano prevede il prelievo di 2 campioni a trimestre per ciascuna delle 6 aziende sanitarie presenti nel territorio regionale (in totale 48 campioni all'anno).
  Le misure di questi campioni alimentari di prodotti di raccolta spontanea e selvaggina prelevati al consumo non hanno mai fornito risultati superiori al limite di commercializzazione di 600 Bq/Kg.
  La presenza di cesio-137, dell'ordine al massimo di qualche decina di Bq/Kg, è stata riscontrata, oltre che nella carne di cinghiale, anche nella carne di altra selvaggina, quale per esempio il capriolo.
  Oltre alle misure sulle matrici alimentari al consumo, l'azienda regionale per la Protezione dell'Ambiente del Friuli Venezia Giulia effettua da anni campionamenti su varie matrici ambientali, al fine di avere una fotografia aggiornata dell'impatto che la ricaduta, avvenuta a seguito dell'incidente di Chernobyl, ha ancora sul territorio.
  In particolare, vengono misurati annualmente un centinaio di campioni di funghi, commestibili e non, prelevati in una decina di stazioni sparse nel territorio regionale.
  Ad anni alterni, vengono prelevati in una decina di stazioni campioni di suoli indisturbati, sia boschivi che di prato, al fine di determinare la concentrazione superficiale di cesio 137 e la sua migrazione in profondità.
  Tutti questi campionamenti nel corso degli anni hanno permesso di avere un quadro realistico ed aggiornato della contaminazione da cesio 137 del territorio regionale, evidenziando alcune zone con contrazione ancora elevata.
  A seguito del rinvenimento di cinghiali contaminati da cesio 137 in Val Sesia, l'ARPA ha proceduto immediatamente, in collaborazione con gli assessorati caccia e pesca, al reperimento di campioni di cinghiali locali.
  I risultati delle misure effettuate su questi campioni sono contenuti nella tabella che si allega alla risposta (disponibile presso il Servizio Assemblea) due campioni superano il valore di 600 Bq/Kg.
  Tuttavia, nonostante le elevate concentrazioni riscontrate in uno dei due campioni risultati superiori al limite, dal punto di vista dell'impatto dosimetrico la situazione non desta eccessive preoccupazioni per la popolazione. Infatti, per raggiungere il limite di legge anche ipotizzando il caso peggiore, cioè una contaminazione di 5000 Bq/Kg, sarebbe necessario consumare un quantitativo annuale di 10-15 Kg di carne, corrispondente a circa 50-70 porzioni: una circostanza decisamente improbabile per la popolazione.
  Inoltre, in aggiunta a quanto già previsto dal piano regionale di campionamento alimenti per il controllo della radioattività ambientale, è stato chiesto alle aziende sanitarie di consegnare 2 ulteriori campioni di selvaggina prelevati sempre al consumo.
  Per quanto riguarda la situazione in Piemonte, la prefettura di Torino ha comunicato che, ad integrazione di quello previsto dalla programmazione annuale, l'agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte ha promosso una campagna di monitoraggio straordinario per acquisire una migliore conoscenza della sussistenza dell'isopo radioattivo Cs 137.
  I risultati completi della campagna, tuttora in corso, saranno disponibili entro la fine del 2013: sono stati presi in esame campioni ambientali (suolo ed acqua) ed alimentari (latte di alpeggio, funghi, frutti di bosco). Al momento attuale, peraltro, non sono stati rilevati dati anomali rispetto ai valori di contaminazione già noti.
Il Sottosegretario di Stato per la salutePaolo Fadda.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

regione alpina

inquinamento radioattivo

fauna

scorie radioattive

incidente nucleare

centrale nucleare

sanita' pubblica