ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00564

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 22 del 23/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/05/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 23/05/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00564
presentato da
OLIVERIO Nicodemo Nazzareno
testo di
Giovedì 23 maggio 2013, seduta n. 22

   OLIVERIO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   è trascorso più di un decennio dall'entrata in vigore, nel 2002, del bando europeo contro le reti derivanti, cosiddette spadare, che, per la prima volta nella storia delle politiche della pesca, sull'altare di una moratoria globale dell'ONU voluta dagli USA, ha segnato la fine di un mestiere, con impatti socio-economico devastanti per l'economie costiere del Tirreno e delle regioni meridionali, ed in particolare per la regione Calabria, dove questo mestiere ha rappresentato storicamente una delle principali vocazioni produttive;
   come dimostrano le recenti iniziative di protesta a Villa San Giovanni del 19 maggio 2013, che si aggiungono alle ripetute grida di allarme lanciate dalla marineria di Bagnara Calabra, a distanza di 11 anni, mentre le flotte dei Paesi terzi continuano indisturbate la loro attività per la mancata armonizzazione del divieto a livello di bacino, si trascina ancora senza soluzione, fino ad assumere ormai il carattere di una vera e propria emergenza socio-economica, il problema lasciato aperto dal fallimento degli interventi di riconversione che con l'obiettivo di arginare il tracollo dei livelli occupazionali hanno concesso agli ex-spadaroti l'utilizzo dell'attrezzo «ferrettara» come alternativa alla fuoriuscita e all'abbandono dell'attività;
   con un accanimento imputabile alla devianza di operatori che continuano ad operare con reti derivanti illegali, si è assistito ad una progressiva ed inesorabile restrizione dell'uso dell'attrezzo «ferrettara», che ha reso di fatto economicamente insostenibile l'attività degli operatori che intendono esercitare il proprio lavoro nel pieno rispetto delle regole. La normativa europea ha già previsto una lunghezza massima delle reti di 2,5 chilometri e il divieto di pesca di tutte le specie dell'allegato 8 del Reg. (CE) 894/97: un elenco in cui figura una grande varietà di specie, dalle meno remunerative costardelle, calamari e totani, lampughe, palamite, squali, tombarelli, aguglie imperiali, fino alle specie economicamente più importanti come i tonni (rosso, alalunga) e tonnetti e pesci spada. A questa si è aggiunta una normativa italiana, molto più restrittiva di quella europea che ha introdotto nel tempo ulteriori limitazioni: sulla dimensione delle maglie, fino a 10 centimetri e sulla distanza dalla costa, non oltre le 3 miglia. Dal 2011 è, inoltre, vietata la contemporanea detenzione a bordo di ferrettare e palangari. Si tratta di una emergenza che a livello nazionale coinvolge una flotta di 463 imbarcazioni autorizzate all'uso dell'attrezzo ed iscritte in diversi Compartimenti marittimi delle regioni Liguria, Lazio, Sardegna, Sicilia, Campania, Calabria e Puglia;
   aver reso di fatto antieconomico l'utilizzo di un attrezzo inizialmente concesso in permuta come strumento per la tutela del reddito e del lavoro rappresenta un manifesto ed evidente fallimento della strategia che ha ispirato questo intervento di riconversione, e non è ulteriormente rinviabile da parte di tutte le Istituzioni competenti l'impegno ad un diretta assunzione di responsabilità per farsi carico di ricercare e mettere in campo soluzioni in grado di dare risposta alle legittime aspettative degli operatori di questo segmento;
   in particolare, la legge regionale sulla pesca della regione Calabria, legge regionale n. 27/2004, prevede interventi utili ad attivare misure di sostegno socio-economico per gli operatori delle ferrettare;
   l'articolo 7 contempla interventi per la riconversione volti a sostenere azioni di diversificazione dell'attività e per lo sviluppo della multifunzionalità dell'impresa, nonché per la realizzazione di progetti pilota innovativi nel campo dell'ambiente, dei servizi ambientali, del miglioramento della qualità e valorizzazione dei prodotti;
   il Partito democratico ha elaborato, con il supporto delle associazioni di rappresentanza del movimento cooperativo della pesca, una serie di linee guida contenenti una articolata strategia di interventi realisticamente attuabili per avviare a soluzione questo problema, tenendo conto della sostenibilità socio economica, accanto a quella ambientale. Tale strategia è basata sulla integrazione di misure nazionali e regionali, tra cui si ipotizza il varo di un piano nazionale per la compensazione economica della restituzione volontaria dell'attrezzo, o per la concessione di un attrezzo sostitutivo, e l'attivazione, da parte delle regioni, di misure socioeconomiche da definire nell'ambito dei piani di gestione locali finanziabili dal FEP e dal futuro FEAMP, di un binario privilegiato negli interventi per il miglioramento della selettività degli attrezzi, di interventi emergenziali volte all'integrazione del reddito per attività di salvaguardia e monitoraggio ambientale;
   in presenza di una tensione sociale crescente e sempre meno controllabile e che costituisce terreno fertile al proliferare di posizioni populiste che, lungi dal contribuire a risolvere il problema, non fanno che aggravarlo, si ritiene urgente tornare a sollecitare l'attenzione di tutte le istituzioni, nazionali e regionali, sulla necessità di predisporre interventi concreti a favore delle diverse comunità di pesca interessate, a partire da quelle calabresi dove l'emergenza si riflette oggettivamente con maggiore peso sulla tenuta dell'economia ittica regionale –:
   quali interventi intenda assumere il Ministro interrogato per fronteggiare l'emergenza del comparto ferrettare ed in particolare se e in quali tempi intende convocare una conferenza dei servizi come sede di confronto istituzionale più opportuna per predisporre necessarie ed urgenti politiche di intervento destinate ad operatori di questo segmento;
   quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato a livello europeo per dare una risposta ai quesiti lasciati aperti da quello che, con riferimento al bando spadare, che nel Mediterraneo solo le flotte dell'Unione sono vincolate a rispettare mentre continuano indisturbate le attività di pesca e le esportazioni dei Paesi terzi, è stato giustamente da più parti definito un «maledetto imbroglio».
(4-00564)

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