ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00427

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 15 del 14/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: NICCHI MARISA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 13/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NARDI MARTINA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/05/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 13/05/2013
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 23/05/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00427
presentato da
NICCHI Marisa
testo di
Martedì 14 maggio 2013, seduta n. 15

   NICCHI e NARDI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   presso l'assessorato alle attività produttive della regione Toscana, si è svolta una riunione, giovedì 9 maggio 2013, in merito alla crisi della società Mabro sita in Grosseto, la quale produce capi di abbigliamento di alta sartoria (le 230 lavoratrici della ditta hanno per anni prodotto abiti maschili per Armani, Prada, Vuitton e altri), un aspetto tra i più significativi del made in Italy. Da ben 5 mesi le lavoratrici sono senza stipendio;
   la riunione si è conclusa con un verbale firmato da tutti i presenti: il sindaco del comune di Grosseto, Emilio Bonifazi, il presidente della provincia di Grosseto, Leonardo Marras, l'assessore provinciale Chelini, e il proprietario dell'azienda abbigliamento Grosseto, Barontini;
   la proprietà Mabro ha presentato il 3 maggio 2013 al tribunale di Grosseto la domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo «in bianco» (di cui all'articolo 33 del decreto-legge n. 83 del 2012, il cosiddetto «decreto crescita»). Un'iniziativa che ha contrariato le autorità, visto che per giovedì 9 maggio la regione aveva già convocato comune e provincia per un incontro che sarebbe dovuto servire a spingere l'azienda verso l'amministrazione straordinaria di cui alla cosiddetta «legge Prodi-bis»;
   nel corso della riunione del 9 maggio, le istituzioni hanno sollecitato l'azienda a predisporre rapidamente tutti gli atti necessari per l'accesso alla «Prodi-bis» (l'amministrazione straordinaria di cui al decreto legislativo n. 270 del 1999), impegnandosi ad affiancarla in questo percorso;
   infatti, secondo l'assessore regionale alle attività produttive, Gianfranco Simoncini: «L'azienda è di qualità, riesce ancora a lavorare su misura, servirà trovare una capacità finanziaria che ne sostenga gli investimenti»;
   per l'applicazione della «Prodi-bis» si richiede un piano industriale e di conseguenza l'ingresso di un nuovo socio che ne avvii l'attuazione; le lavoratrici e le loro rappresentanze hanno molti dubbi che l'azienda possa effettivamente garantire tutto ciò;
   l'azienda si è impegnata a presentare la domanda di accesso alla procedura della «Prodi-bis» entro il 30 giugno 2013, ritenendo – si legge nel verbale – «che ciò tuteli meglio i lavoratori come creditori privilegiati». L'amministrazione straordinaria di cui alla legge «Prodi-bis» al posto del concordato «in bianco» è quanto le operaie auspicano. È stato posto, dunque, fine all'occupazione della fabbrica, ma esse, non fidandosi della buona fede della proprietà, continuano lo sciopero che avevano iniziato a fine aprile fintanto che non vedranno la richiesta della «Prodi-bis» sul tavolo del tribunale;
   la mancanza di fiducia delle maestranze deriva dalla scarsa affidabilità della proprietà che ha accumulato debiti per 7-8 milioni di euro, che proprio il 7 maggio 2013 si è vista respingere la richiesta di concordato preventivo per un'altra azienda di famiglia, la Marcolana di Prato. La stessa proprietà è stata autrice di una vicenda oscura lo scorso anno quando ha cercato di rilevare, grazie agli incentivi pubblici, la ex Miroglio di Ginosa, in Puglia. Il Ministero dello sviluppo economico lo bloccò spiegando che «a seguito di un'attenta valutazione degli atti, le strutture tecniche del Ministero dello sviluppo economico hanno riscontrato incongruenze nella documentazione presentata a sostegno del piano industriale da parte di un'azienda candidatasi al subentro. Il fascicolo è stato dunque inoltrato alle competenti autorità giudiziarie per le verifiche e gli esami necessari»;
   è stato anche chiesto all'azienda che vengano compiuti tutti gli atti necessari a ottenere il massimo delle garanzie sull'utilizzo degli ammortizzatori sociali;
   la Regione e le altre istituzioni locali, nel corso dell'incontro, hanno chiesto garanzie sui tempi di riscossione degli stipendi, convinte che solo il pagamento delle retribuzioni costituisca una dimostrazione concreta della volontà di ripristinare le normali relazioni sindacali (si ricorda che, da parte della Cgil, è in atto un ricorso nei confronti dell'azienda ex articolo 28 dello statuto dei lavoratori per comportamento antisindacale) e il presupposto per un percorso che riapra prospettive di ripresa;
   anche le lavoratrici e le loro rappresentanze hanno dunque sollecitato l'azienda a predisporre rapidamente gli atti necessari per l'accesso alla «Prodi-bis», impegnandoci ad affiancarla. Lunedì 13 maggio 2013 è prevista l'assemblea dei lavoratori che deciderà le prossime forme di protesta;
   la crisi della società Mabro è solo uno degli aspetti più generale della crisi economica e occupazionale che negli ultimi anni ha colpito la provincia di Grosseto. «Sono i dati peggiori degli ultimi dieci anni». Così il presidente della Camera di Commercio, Giovanni Lamioni, definisce i numeri sulla congiuntura economica riferiti al primo semestre del 2012 ed elaborati in collaborazione con l'Istituto Tagliacarne di Roma. Dati che mostrano una situazione molto difficile per l'economia maremmana che sta attraversando, dice Lamioni, «da due anni a questa parte una crisi profonda». A testimoniare lo stato di recessione dell'economia della provincia di Grosseto due dati su tutti: rispetto allo stesso periodo del 2011 il fatturato cala del 6,5 per cento e la produzione del 6,7 per cento. «I settori più colpiti – spiega Lamioni – sono il commercio e l'edilizia». Il comparto del commercio fa segnare una diminuzione del fatturato del 15 per cento, mentre per le costruzioni il calo si attesta sul 10 per cento;
   in Maremma, sono circa 24 mila i disoccupati, un dato ben peggiore di quello del 2012, considerato l'anno orribile in fatto di perdita di posti di lavoro e licenziamenti. Inoltre, la siccità che ha interessato il territorio provinciale nel corso del 2012 e le piogge alluvionali che si sono abbattute nell'autunno dello stesso anno e nell'inverno 2013, hanno messo in ginocchio l'intero comparto agricolo, aggravando uno stato di crisi che aveva già dovuto registrare, dal 2000 ad oggi, una forte contrazione delle aziende (-25 per cento) e delle superfici coltivate (-10 per cento). Tale situazione è accentuata nella zona a sud della provincia di Grosseto dove sono scomparse molte attività nei settori del commercio, degli agriturismi, dei campeggi e altre attività tipiche di quello territorio come quelle del settore ittico. Anche il settore delle costruzioni in provincia di Grosseto ha perso 1557 operai producendo la cancellazione dalla stessa cassa edile di 283 imprese –:
   quali iniziative di sua competenza il Governo intende porre in essere per dare uno sbocco positivo alla situazione della Mabro, facilitando l'accesso dell'azienda alla procedura di amministrazione straordinaria di cui al decreto legislativo n. 270/199 (cosiddetto «Prodi-bis»), e più in generale per rispondere alla grave crisi occupazionale che coinvolge il territorio della provincia di Grosseto. (4-00427)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

GROSSETO - Prov,TOSCANA

EUROVOC :

industria dell'abbigliamento

soppressione di posti di lavoro

politica industriale

attivita' non salariata