ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00171

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 8 del 09/04/2013
Firmatari
Primo firmatario: RUOCCO CARLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/04/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 08/04/2013
Stato iter:
03/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/10/2013
GUERRA MARIA CECILIA VICE MINISTRO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 20/08/2013

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/10/2013

CONCLUSO IL 03/10/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00171
presentato da
RUOCCO Carla
testo di
Martedì 9 aprile 2013, seduta n. 8

   RUOCCO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   il problema dell'esecuzione dei provvedimenti di rilascio per finita locazione di immobili ad uso abitativo è un fenomeno in continua crescita;
   dopo svariati anni in cui tale problematica ha assunto i tratti di vera e propria emergenza, è necessario che l'Esecutivo preveda un intervento, per impedire che molte famiglie in difficoltà con il pagamento degli affitti, viste anche le richieste degli aumenti dei canoni, che eccedono in alcuni casi aumenti del 100 per cento, si trovino a perdere irrimediabilmente l'uso di un'abitazione;
   secondo il sito asia.usb.it, nella pagina «Bloccare gli sfratti subito per dare voce alla politica per il diritto alla casa, molti sarebbero gli inquilini che non hanno accettato il rinnovo dei contratti di affitto con aumenti che vanno da un minimo dell'80 per cento fino ad arrivare anche al 300 per cento dei canoni pagati;
   questi nuovi canoni, sempre secondo lo stesso sito, sarebbero stati richiesti applicando prezzi che vanno oltre il libero mercato, anche in base agli accordi sottoscritti dai sindacati concertativi, gli stessi sindacati che siedono nei consigli di amministrazione di molti enti previdenziali e non (Enpaia, Enasarco e altri);
   la legge 24 dicembre 2012, n. 228, ha inteso sanare per l'ennesima volta in modo solo provvisorio e del tutto parziale la problematica sopra esposta;
   il comma n. 412 proroga al 31 dicembre 2013 il termine per l'esecuzione dei provvedimenti di rilascio per finita locazione di immobili ad uso abitativo prevista dall'articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 158 del 2008, come da ultimo modificato dall'articolo 29, comma 16, del decreto-legge n. 216 del 2011;
   la proroga riguarda gli immobili adibiti ad uso abitativo situati nel comuni di cui all'articolo 1, comma 1, della legge n. 9 del 2007, cioè comuni capoluoghi di provincia, comuni con essi confinanti con popolazione superiore a 10.000 abitanti e comuni ad alta tensione abitativa di cui alla delibera CIPE n. 87/03 del 13 novembre 2003;
   è impossibile, inoltre, non collegare l'attuale situazione di criticità relativa agli sfratti anche alla crisi economica che ha approfondito le problematiche che già nel 2008 avevano portato alla normativa prorogata con la suddetta iniziativa dal Governo Monti;
   secondo alcuni documenti pubblicati su internet dall'Unione inquilini, nel nostro Paese sono 56 mila le famiglie che nel 2011 sono state colpite da un provvedimento di sfratto per morosità, un dato in linea con l'andamento del 2010 che negli ultimi cinque anni è aumentato costantemente con un balzo complessivo dal 2006 alle rilevazioni attuali del 64 per cento;
   la crisi nel 2013, secondo il sopra citato articolo di asia.usb.it, starebbe producendo effetti ancora più drammatici sulla condizione abitativa in Italia: oltre 250.000 sono gli sfratti esecutivi (quasi il 90 per cento per morosità), centinaia di migliaia sono le famiglie insolventi con i mutui per la casa, altrettante vivono in situazione di precarietà abitativa;
   è oggi fondamentale dare risposte attendibili e definitive ai cittadini, in un periodo in cui la mancanza di una casa potrebbe accompagnarsi alla mancanza di lavoro, facendo finire molte famiglie in mezzo alla strada –:
   se il Governo intenda, attraverso lo studio di misure concordate con gli inquilini, pervenire a una o più iniziative normative che riescano a definire in modo organico una soluzione per la cosiddetta «emergenza casa», andando oltre i provvedimenti di semplice proroga degli sfratti;
   se sia intenzione dell'Esecutivo avviare un piano organico di housing sociale tale da contribuire a risolvere in via definitiva una questione che affligge il nostro Paese da troppo tempo. (4-00171)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 3 ottobre 2013
nell'allegato B della seduta n. 90
4-00171
presentata da
RUOCCO Carla

  Risposta. — Con l'atto in esame, l'interrogante porta all'attenzione la questione della cosiddetta «emergenza casa» e dell'aumento dei provvedimenti di rilascio per finita locazione di immobili adibiti ad uso abitativo.
  In proposito, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Direzione generale per le politiche abitative ha rappresentato che la situazione di difficoltà dovuta all'aumento degli sfratti è nota all'amministrazione che si sta attivamente adoperando per trovare un'idonea soluzione.
  Un primo intervento in tal senso, come riportato anche dall'interrogante, è stato attuato tramite la proroga, disposta dall'articolo 1, comma 412, della legge n. 228 del 2012, del termine di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 158 del 2008.
  Con tale disposizione si è stabilita la sospensione fino al 31 dicembre 2013 delle esecuzioni dei provvedimenti di rilascio per finita locazione degli immobili adibiti ad uso abitativo nei comuni capoluoghi di provincia, nei comuni con essi confinanti con popolazione superiore a 10 mila abitanti e nei comuni ad alta tensione abitativa di cui alla delibera CIPE n. 87103 del 13 novembre 2003, nei confronti dei conduttori con reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a 27 mila euro, che siano o abbiano nel proprio nucleo familiare persone ultrasessantacinquenni, malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66 per cento, purché non siano in possesso di altra abitazione adeguata al nucleo familiare nella regione di residenza. La sospensione si applica, alle stesse condizioni, anche ai conduttori che abbiano, nel proprio nucleo familiare, figli fiscalmente a carico.
  Si evidenzia, inoltre, che il tema del disagio abitativo è stato trattato nell'ambito di uno dei tavoli di partenariato istituzionale promossi dal Ministro della coesione territoriale nell'ambito delle consultazioni per la definizione della programmazione dei fondi comunitari 2014-2020.
  In particolare, con riferimento all'obiettivo tematico «Inclusione e lotta alla povertà» è stata definita, di comune accordo fra le regioni e le amministrazioni centrali competenti, una proposta di misure volte alla riduzione del disagio abitativo da finanziare attraverso il Fondo sociale europeo (Fse) e il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr).
  La citata proposta include, nell'ambito del risultato atteso sovraordinato intitolato «Contrastare il disagio abitativo» il risultato/obiettivo specifico «Riduzione del numero di famiglie in condizione di disagio abitativo» da misurare attraverso appositi indicatori.
  Per raggiungere il risultato atteso specifico, la proposta mette in campo le seguenti azioni:
   interventi di potenziamento del patrimonio pubblico e privato esistente per incrementare la disponibilità di alloggi sociali e servizi abitativi per categorie fragili per ragioni economiche e sociali (giovani fra i 25 e i 35 anni con lavoro precario, famiglie monoparentali, anziani, separati, disoccupati);
   recupero di alloggi di risulta di proprietà dei comuni o ex istituti autonomi case popolari di rapida fattibilità da destinare a categorie fragili per ragioni economiche e sociali con priorità per lavoratori disoccupati sottoposti a sfratto per morosità incolpevole o per persone sfrattate per finita locazione;
   sperimentazione di modelli innovativi sociali e abitativi (quali, a titolo esemplificativo,
cohousing, borgo assistito), finalizzati a soddisfare i bisogni di specifici soggetti-target (ad esempio residenzialità delle persone anziane, l'inclusione per gli immigrati, la prima residenzialità di soggetti in uscita dai servizi sociali, donne vittime di violenza);
   promozione di attività di mediazione e supporto alla costituzione delle cooperative per l'autocostruzione e ristrutturazione e riutilizzo;
   promozione di appalti sociali per la ristrutturazione di alloggi sfitti e degli spazi comuni, che consentano un
social return;
   misure a sostegno dei costi dell'abitare (
fuelpoverty, morosità incolpevole);
   adeguamento infrastrutturale per il miglioramento dell'offerta a favore di persone con disabilità;
   potenziamento dell'anagrafe degli assegnatari dell'edilizia residenziale per contrastare le frodi, migliorare i processi di gestione e favorire l'accesso agli alloggi sociali da parte delle categorie deboli.

  Tali misure saranno indirizzate a specifici soggetti appartenenti alle cosiddette categorie deboli, in particolare persone disabili, anziani soli, giovani con lavoro precario, disoccupati, donne vittime di violenza, immigrati, famiglie monoparentali.
  La proposta sarà oggetto di negoziato con la Commissione europea in vista della definizione dell'Accordo di partenariato con il quale andranno concordate le strategie di impiego dei Fondi comunitari per il settennio 2014-2020.
  Per quanto attiene, invece, agli immobili di proprietà degli enti previdenziali privatizzati (Enpaia, Enasarco eccetera), si specifica che pur essendo i margini di intervento del legislatore nazionale limitati in quanto gli immobili in questione sono di proprietà privata, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha stabilito un contatto con i vertici dell'Aepp (associazione degli enti previdenziali privati) con incontri programmati al fine di individuare una soluzione concordata.
  In conclusione, si evidenzia che il tema del disagio abitativo è all'attenzione delle varie amministrazioni competenti che, tramite una serie di strumenti non solo di carattere normativo, sono attivamente impegnate nella ricerca di una soluzione che permetta di ottenere risultati durevoli.

Il Viceministro del lavoro e delle politiche socialiMaria Cecilia Guerra.

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