ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00151

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 7 del 03/04/2013
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 03/04/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOSSA LUISA PARTITO DEMOCRATICO 03/04/2013
FORMISANO ANIELLO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 03/04/2013
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 03/04/2013
PICCOLO GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 03/04/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 03/04/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00151
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Mercoledì 3 aprile 2013, seduta n. 7

   SCOTTO, BOSSA, FORMISANO, LUIGI GALLO e GIORGIO PICCOLO. — Al Ministro della salute, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
   il commissario ad acta del piano di rientro del settore sanitario con decreto n. 49 del 27 settembre 2010 ha approvato il riassetto della rete ospedaliera territoriale, disponendo, che i direttori generali ed commissari straordinari delle aziende sanitarie locali procedessero alla presentazione di un piano attuativo aziendale di riorganizzazione, di riconversione, di riallocazione e/o di dismissione dei propri presidi, ovvero di concentrazione di funzione specifiche come quelle relative alle attività di emergenza e di pronto soccorso;
   il suddetto piano individuava tra le strutture da riconvertire il presidio ospedaliero A. Maresca di Torre del Greco per trasformarlo da emergenza ed urgenza di II livello a centro di lungodegenza e riabilitazione;
   l'applicazione di tale piano si palesava da subito incongrua con le reali necessità del territorio su cui insiste l'ospedale Maresca provocando l'impossibilità di una totale applicazione delle richieste e delineando una situazione ibrida tra le funzioni che svolgeva la struttura inizialmente, e quelle alle quali avrebbe dovuto assolvere;
   per garantire il servizio sanitario nella fascia territoriale della provincia sud di Napoli si procedeva all'individuazione di due plessi distinti su cui distribuire i servizi e nella fattispecie procedendo alla formazione degli ospedali riuniti del Golfo comprendenti il presidio ospedaliero A. Maresca e il presidio ospedaliero Sant'Anna&SS. Madonna della Neve di Boscotrecase nonché imponendo alle stesse unità operative di coprire entrambi i presidi e trasferendo in completo alcuni reparti;
   la riconversione stessa del presidio ospedaliero Maresca era subordinata all'attivazione dell'emergenza ed urgenza all'ospedale del Mare di Ponticelli, struttura polifunzionale che tuttora è in costruzione e interessata da provvedimenti legali e contrattuali che ne inficiano il completamento e la apertura;
   nonostante le difficoltà già palesi, con un decreto del 31 dicembre 2012, la regione Campania ha determinato il blocco per un anno di qualsiasi tipo di assunzione, mobilità e trasferimento di personale all'interno delle Asl, provocando in sintesi l'impossibilità totale di sopperire a mancanze, carenze, pensionamenti e stati di malattia del personale stesso;
   il piano di rientro non ha tenuto conto dell'utenza che usufruiva dei servizi dell'ospedale A. Maresca che insiste su un territorio comprendente le città di Torre del Greco, Ercolano, Portici, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio per un totale di trecentocinquantamila (350.000) abitanti;
   i disagi e le criticità provocate hanno allertato la cittadinanza al punto tale da promuovere la formazione di comitati civici spontanei di protesta sostenuti da operatori sanitari, forze politiche e sindacali, amministrazioni ed enti che da anni sottopongono ai vertici politici ed istituzionali che hanno compito decisionale la grave situazione in cui versa il territorio;
   la cittadinanza e le amministrazioni dei comuni interessati, gli organi di stampa e di informazione anche nazionali hanno più volte avuto rassicurazione da parte dei vertici di Asl e regione sull'inapplicabilità del decreto n. 49 del 2010 per la parte riguardante l'ospedale Maresca ma tuttora, tale decreto è di riferimento per la redazione dei piani attuativi;
   le innumerevoli ed esasperate proteste cittadine, nonché le vibranti richieste delle amministrazioni che si sono succedute e le innumerevoli denunce ad organi competenti hanno prodotto incontri pubblici, tavoli tecnici, audizioni, conferenze dei sindaci, conferenze di servizi commissioni consiliari, consigli comunali monotematici, commissioni regionali e innumerevoli documentazioni ed atti formali ed informali che vanno tutti verso la risoluzione di assicurare l'emergenza e urgenza al presidio ospedaliero Maresca e l'attivazione dei reparti utili a sostenere tale fine, senza che mai nessuno si assumesse le responsabilità di scelte che il proprio ruolo nonché gli impegni presi gli consegnavano;
   dall'incontro ottenuto da comitati e amministrazione di Torre del Greco con il sub commissario Morlacco e il presidente Stefano Caldoro, del giorno 29 luglio 2011 si è ottenuta la stesura della delibera 830 contenente:
    16 posti letto destinati al reparto di chirurgia;
    22 posti letto destinati al reparto di medicina;
    10 posti letto destinati al reparto di gastroenterologia;
    16 posti letto destinati al reparto di S.P.D.C.;
    70 posti letto per la riabilitazione e la lungodegenza in conformità allo stesso decreto n. 49 del 2010;
   ciò al fine di garantire definitivamente il servizio di emergenza e urgenza unitamente alla destinazione d'impiego indicata dal piano di rientro;
   tale delibera non è mai stata resa realmente attuativa a discapito di impegni ufficialmente sottoscritti;
   la dismissione dell'emergenza e urgenza viene subordinata nel decreto n. 49 del 2010 alla costruzione e abilitazione ai servizi dell'ospedale del Mare di Ponticelli nonostante quest'ultimo non fosse stato ancora strutturalmente completato e la cui situazione versi tuttora in uno stato di criticità all'attenzione della prefettura;
   le criticità del servizio sanitario pubblico hanno provocato innumerevoli disagi alla popolazione, provocando casi gravissimi di malasanità tra cui decessi annunciati ed evitabili che continuano a verificarsi sempre più numerosi;
   le forze e il numero del personale medico e sanitario diviso su due plessi sono ormai esigue e insufficienti a garantire anche il minimo servizio di sanità pubblica al territorio con conseguente rischio per la salute dei lavoratori e la vita dei cittadini;
   l'incapacità di assolvere adeguatamente da parte dell'ospedale Sant'Anna alle necessità dell'utenza, costringe a continui spostamenti in ambulanza tra i due plessi anche in situazioni di estrema urgenza, producendo quello che agli interroganti appare un ulteriore cattivo uso delle risorse economiche e ponendo il personale in condizioni di operatività al limite della legalità;
   buona parte dei dati acquisiti dalla regione per la valutazione degli sprechi forniscono, ad avviso degli interroganti, una rappresentazione lontana dalla realtà e, tra l'altro, non risulta che siano stati effettuati idonei riscontri da parte delle autorità competenti;
   la normativa nazionale in materia di sanità prevede 3,6 posti letto per 1000 abitanti e attualmente la Asl Na3sud è in grado di coprire un fabbisogno per 0,3 posti letto per 1000 abitanti consegnando una situazione drammatica e palesemente al di sotto delle necessità e dei fabbisogni del cittadino;
   la città di Napoli conta un alto numero di posti letto per 1000 abitanti dovuto, anche alla volontà di tenere aperte tutte le sedi dei policlinici universitari, mentre la provincia versa in una situazione insostenibile relativamente alla semplice necessità di emergenza e urgenza;
   un piano di rientro economico, a giudizio degli interroganti non può essere applicato senza tener conto dei danni effettivi che provoca alla cittadinanza, dismettendo una struttura ospedaliera funzionante senza valutare il gran numero di abitanti (350.000) che vengono lasciati senza assistenza sanitaria pubblica, rafforzando strutture isolate e fatiscenti con conseguenti perdite in termini monetari e di diritto alla salute pubblica;
   non può consentirsi una riorganizzazione tale della sanità pubblica da permettere che a fronte dei 3,6 posti letto per 1.000 abitanti che prevede la legge nazionale se ne garantiscano nel territorio interessato della Asl Na3sud solo 0,3;
   infine non si può permettere l'applicazione, tra l'altro manchevole e a singhiozzi, di un piano di rientro economico che ad avviso dell'interrogante, quasi scientificamente, mette in conto contestualmente al risparmio economico la perdita di vite umane;
   a giudizio dell'interrogante, il presidente della regione Campania, il sub-commissario ad acta nella regione Campania, il presidente della provincia, il direttore generale della Asl Na3sud, che dovrebbero da anni essere a conoscenza di tali problematiche e che non hanno preso, secondo gli interroganti, adeguati provvedimenti, stanno producendo quello che agli interroganti appare un disastro in termini di servizio al cittadino, salute pubblica e vite umane nonostante le innumerevoli e vibranti richieste di intervento da parte di amministrazioni comunali, forze politiche e sindacali, comitati cittadini e di quartiere, associazioni di commercio, culturali e di volontariato, nonché da parte di dipendenti delle strutture e degli operatori sanitari tutti; va aggiunto il rischio di un forte danno all'erario dello Stato non essendo razionale la gestione della spesa perché fondata su dati di spreco ed economici, ad avviso degli interroganti, errati e mai realmente comparati o riscontrati –:
   se non si ritenga doveroso, con ogni consentita urgenza, verificare, nell'ambito del monitoraggio sull'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari regionali, il rispetto dei livelli essenziali di assistenza e, in particolare, lo stato dei servizi di assistenza, emergenza ed urgenza forniti al cittadino, nonché la legittimità di tutti gli atti che il commissario ad acta ha già posto formalmente in essere e tendenti, secondo le motivazioni e le documentazioni, a rientrare economicamente sugli sprechi, senza valutare l'incidenza in termini di forti rischi che si provoca sui territori;
   se non si ritenga opportuno, per quanto di competenza, rivalutare, con coerenza e razionalità, le reali disponibilità complessive in termini di unità operative, strutture, materiali, beni mobili ed immobili al fine di una corretta ridistribuzione sull'intero territorio regionale a beneficio della cittadinanza tutta;
   quante unità operative in forza agli ospedali militari attualmente in parte inoperosi, potrebbero essere impiegate a sostegno di quella che è una vera è propria area di crisi sanitaria, il territorio della Asl Na3sud. (4-00151)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

CAMPANIA

EUROVOC :

sanita' pubblica

rischio sanitario

diritto alla salute

spese sanitarie

istituto ospedaliero

amministrazione locale