ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00041

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 1 del 15/03/2013
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 15/03/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/03/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 24/06/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00041
presentato da
PILI Mauro
testo di
Venerdì 15 marzo 2013, seduta n. 1

   PILI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la coesione territoriale, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   l'insediamento di un nuovo Parlamento comporta sempre il rischio di ulteriori e gravi ritardi sulla già complessa questione sarda;
   questioni di rilevanza strategica per la questione sarda nelle prossime settimane andranno incontro a scadenze inderogabili per le quali non sarà ammissibile alcun tipo di rinvio;
   l'esigenza di affrontare con urgenza tali problemi riveste priorità assoluta al fine di evitare il rischio di pregiudicare i risultati perseguiti sinora;
   la questione sarda è caratterizzata dalle seguenti tematiche:
    a) la definizione della continuità territoriale aerea e marittima, passeggeri e merci;
    b) l'autorizzazione finale relativa alla realizzazione del metanodotto Algeria – Sardegna – Europa;
    c) la vertenza Equitalia e il rischio fallimento per decine di migliaia di imprese sarde;
    d) la questione insularità e l'esigenza di dare attuazione all'articolo 22 della legge n. 42 del 2009;
    e) le questioni industriali della Sardegna, dalla realizzazione del sistema integrato Miniera Carbosulcis – Centrale, alla definizione della ripresa produttiva della società Eurallumina, alla ripresa produttiva della Vinilys di Portotorres, alla definizione dell'assetto energetico per gli stabilimenti energivori del Sulcis e quelli della Ottana Energia, ex Enichem di Ottana;
    f) la questione infrastrutturale sarda con la definizione degli interventi nell'ambito della piastra logistica euromediterranea;
    g) la definizione di un nuovo assetto del patto di stabilità per la Sardegna in considerazione della sua condizione insulare con l'attuazione dell'articolo 5 del decreto luglio 2011;
    h) la definizione della partita delle entrate oggetto di ricorso alla Corte Costituzionale;
    i) l'individuazione di provvedimenti urgenti tesi ad eliminare vincoli e limitazioni ai settori lattiero caseario e zootecnico sardo già duramente gravati dalla condizione insulare e oggi aggravati da fantomatiche emergenze sanitarie;
    l) la dismissione del patrimonio militare relativo a immobili ubicati in aree strategiche per lo sviluppo delle comunità locali e occupate da servitù militari inutilizzate o sottoutilizzate;
   la definizione della continuità territoriale aerea e marittima, passeggeri e merci costituisce la più delicata e prioritaria questione sulla quale è indispensabile il più urgente intervento del Governo tenendo conto in particolar modo dei seguenti elementi:
    la Commissione Trasporti della Camera dei deputati in data 21 aprile 2010 ha approvato all'unanimità la risoluzione conclusiva relativa alla modifica della continuità territoriale aerea da e per la Sardegna;
   nel dispositivo della richiamata risoluzione si impegna il Governo:
    1) ad avviare un immediato confronto per ridefinire, nell'ambito della conferenza di servizi che il Presidente della Regione Sardegna è stato delegato ad istituire e presiedere dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti; la disciplina della continuità territoriale, superando quella vigente, che risulta inadeguata sia sotto il profilo concettuale che sotto quello dei servizi e dei costi, per pervenire a un modello di continuità territoriale intesa come un fattore di riequilibrio di condizioni permanenti di svantaggio derivanti dall'insularità e di garanzia del diritto alla mobilità per i territori svantaggiati, tenendo conto anche di quanto previsto dalla legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione;
    2)  in particolare, ad assumere le appropriate iniziative per definire e attuare una continuità territoriale che, tenga conto, oltre che degli effetti del processo di liberalizzazione del mercato del trasporto aereo, anche dei seguenti obiettivi:
     a) favorire l'individuazione di un maggior numero di voli e di rotte aeree da e per la Sardegna che consenta, nel contesto dello sviluppo potenziale della domanda, di avere più operatori sulla stessa rotta;
     b) favorire la possibilità di determinare, sulla base del principio di riequilibrio legato alle condizioni insulari della Sardegna, di una tariffa massima a cui si applichi il regime degli oneri di servizio pubblico, applicando, come parametro, le condizioni più favorevoli del costo ferroviario;
     c) favorire la possibilità, per tutte le compagnie aeree di poter viaggiare sulle rotte di collegamento con gli aeroporti della Sardegna, proponendo, nell'ambito di una situazione di concorrenza, ribassi rispetto alla tariffa massima prestabilita in relazione agli oneri di servizio pubblico;
    3) ad assumere le appropriate iniziative volte a verificare, con i competenti organismi comunitari e nel rispetto della normativa dell'Unione europea e degli indirizzi stabiliti dalla Commissione europea, la possibilità di estendere il regime di continuità territoriale a tutti i cittadini, in ottemperanza al principio di non discriminazione riaffermato dalla decisione della Commissione n. 2007/332/CE, del 23 aprile 2007, e, nell'ambito delle competenze attribuite ai singoli soggetti istituzionali dalla normativa vigente, a prevedere che a tutti i cittadini residenti nel territorio nazionale ed europeo che intendano effettuare voli da e per la Sardegna sia applicata la tariffa sottoposta ad onere di servizio pubblico, in modo da garantire il rispetto del princìpio di riequilibrio territoriale in relazione all'insularità della regione;
   i nuovi decreti per la continuità territoriale aerea da e per la Sardegna devono riaffermare procedure già richiamate dalla Commissione trasporti della Camera e in particolar modo, al fine di evitare discriminazioni, l'applicazione della tariffa unica per residenti e non;
   tale obiettivo previsto nei decreti emanati dal Ministro competente nel dicembre 2011 lascia presupporre, se la norma adottata è quella che contempla nel costo complessivo del biglietto indicato nell'onere del servizio pubblico anche un ragionevole utile d'impresa, l'assoluto divieto di compensazioni illogiche e illegittime alle compagnie aeree che farebbero bloccare la continuità territoriale per palese aiuto di Stato;
   per la continuità territoriale marittima è indispensabile, considerata l'apertura di una procedura d'infrazione europea sulla vendita della compagnia Tirrenia, ridefinire entro giugno 2013 le convenzioni relative agli oneri di servizio pubblico con la verifica della congruità del contributo statale;
   la ridefinizione delle convenzioni costituisce elemento imprescindibile al fine di evitare il ripetersi dei gravi danni alla Sardegna dal comportamento irresponsabile della compagnia Tirrenia e degli armatori privati che hanno duramente penalizzato la passata stagione estiva;
   il riesame delle convenzioni deve avvenire tenendo conto dei reali costi di produzione e di un margine limitato di utile d'impresa e della compensazione assegnata per quel tipo di servizio;
   riveste importanza strategica per la Sardegna la definizione dell'iter relativo all'autorizzazione finale relativa alla realizzazione del metanodotto Algeria – Sardegna – Europa considerato che:
    il 9 gennaio 2003 si è costituita la società Galsi spa per sviluppare lo studio di fattibilità di una nuova infrastruttura di importazione di gas naturale dall'Algeria all'Italia, nelle quote azionarie entra a far parte anche la regione Sardegna, attraverso le controllate Sfirs e Progemisa;
    il 31 luglio 2008 la società Galsi presenta l'istanza di autorizzazione alla costruzione e all'esercizio del gasdotto presso i Ministeri competenti dando avvio alla procedura autorizzativa;
    in 25 luglio 2011 il dipartimento per l'energia direzione generale per la sicurezza dell'approvvigionamento e le infrastrutture energetiche divisione VI ha pubblicato l'avviso di procedimento;
   la società Galsi spa ha chiesto al Ministero dello sviluppo economico l'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio, per la parte ricadente nelle aree di giurisdizione italiana, di un metanodotto per l'importazione di gas dall'Algeria. L'istanza è stata presentata ai sensi dell'articolo 52-quinquies, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001, come modificato ed integrato dal decreto legislativo n. 330 del 2004 relativamente alle espropriazioni per la realizzazione di infrastrutture lineari energetiche. L'autorizzazione comprende anche la dichiarazione di pubblica utilità dell'opera, la valutazione di impatto ambientale, la valutazione di incidenza naturalistico ambientale, l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio dei beni interessati e la variazione degli strumenti urbanistici. Il provvedimento finale comprende inoltre l'approvazione del progetto definitivo e determina l'avvio del procedimento di esproprio;
   dopo oltre 5 anni si è concluso l'iter autorizzativo con la convocazione da parte del responsabile del procedimento della conferenza dei servizi per l'autorizzazione finale;
   tale autorizzazione risulta indispensabile agli investitori internazionali per poter avviare entro il mese di gennaio la definizione degli investimenti e nel contempo dall'esigenza di non perdere lo stanziamento di 120 milioni di euro dell'Unione europea il cui termine ultimo fissato ora il 31 dicembre 2011 e per il quale occorre richiedere una proroga;
   la vertenza Equitalia e il rischio fallimento per decine di migliaia di imprese sarde costituisce priorità assoluta per il mantenimento dell'assetto produttivo e per non gravare ulteriormente la già drammatica crisi occupazionale e sociale dell'isola;
   la vertenza Equitalia è sintetizzata con i seguenti dati: sono 70.430 le imprese sarde che risultano gravemente indebitate per complessivi 4.273.745.722 euro; 2.351 le imprese fallite che avevano complessivamente un debito verso lo Stato e gli altri enti pari a 1.216.297.600 euro;
   la situazione complessiva dell'indebitamento delle imprese sarde non ha precedenti nel resto del Paese e il quadro che emerge dalla lettura dei dati analitici rischia di travolgere l'intero sistema economico della Sardegna;
   i dati analitici al 2011 relativi alla Sardegna e alle singole province statali risultano essere i seguenti:
    a) nella provincia di Cagliari il numero delle imprese è pari a 33.956 con un debito pari a 2.232.506.018,92 euro (di cui 215.968.829,76 euro rateizzati) così ripartiti: 1.460.040.661,45 all'erario, 496.564.809,70 all'Inps, e 275.900.547,77 ad altri. Di tali somme 761.223.955,78 euro sono da riferire a 1.192 imprese fallite (500.054.367,62 euro nei confronti dell'erario, 157.401.588,13 nei confronti dell'Inps e 103.768.000,03 euro ad altri creditori);
    b) nella provincia di Nuoro il numero delle imprese e pari a 8.840 con un debito pari a 417.859.431,51 euro (di cui 35.357.635,18 euro rateizzati) così ripartiti: 259.058.923,18 all'erario, 79.517.547,70 all'Inps, e 79.282.960,63 ad altri. Di tali somme 117.833.940,07 euro sono da riferire a 220 imprese fallite (67.798.552,98 euro nei confronti dell'erario, 15.718.110,29 nei confronti dell'Inps e 34.317.276,80 euro ad altri creditori);
    c) nella provincia di Oristano il numero delle imprese e pari a 4.685 con un debito pari a 207.362.065,67 euro (di cui 19.331.868,51 euro rateizzati) così ripartiti: 121.735.683,08 all'erario, 38.655.364,83 all'Inps, e 46.971.017,76 ad altri. Di tali somme 74.127.027,82 euro sono da riferire a 204 imprese fallite (40.124.957,50 euro nei confronti dell'erario, 7.887.374,76 nei confronti dell'Inps e 26.024.695,56 euro ad altri creditori);
    d) nella provincia di Sassari il numero delle imprese e pari a 22.949 con un debito pari a 1.416.018.206,85 euro (di cui 123.972.079,80 euro rateizzati) così ripartiti: 953.107.148,25 all'erario, 300.544.393,31 all'Inps, e 162.366.665,29 ad altri. Di tali somme 263.112.676,48 euro sono da riferire a 735 imprese fallite (194.004.841,67 euro nei confronti dell'erario, 49.002.900,79 nei confronti dell'Inps e 20.104.934,02 euro ad altri creditori);
    e) nella regione Sardegna il numero delle imprese è pari a 70,430 con un debito pari a 4.273.745.722,95 euro (di cui 394.630.413,25 euro rateizzati) così ripartiti: 2.793.942.415,96 all'erario, 915.282.115,54 all'Inps, e 564.521.191,45 ad altri. Di tali somme 1.216.297.600,15 euro sono da riferire a 2.351 imprese fallite (802.072.719,77 euro nei confronti dell'erario, 230.009.973,97 nei confronti dell'Inps e 184.214.906,41 euro ad altri creditori);
   i dati riportati costituiscono il più oggettivo riscontro di una situazione che rischia il tracollo dell'apparato produttivo della Sardegna;
   la definizione di un provvedimento legislativo emergenziale già proposto dal sottoscritto e da decine di parlamentari costituisce la soluzione inderogabile al problema che ha assunto connotati drammatici;
   la questione insularità e il suo pieno ed attuativo riconoscimento rappresenta elemento centrale del rapporto Stato-regione;
   l'articolo 22 (perequazione infrastrutturale) della legge n. 42 del 2009 dispone quanto segue: «In sede di prima applicazione, il Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con il Ministro per le riforme per il federalismo, il Ministro per la semplificazione normativa, il Ministro per i rapporti con le regioni e gli altri Ministri competenti per materia, predispone una ricognizione degli interventi infrastrutturali, sulla base delle norme vigenti, riguardanti le strutture sanitarie, assistenziali, scolastiche nonché la rete stradale, autostradale e ferroviaria, la rete fognaria, la rete idrica, elettrica e di trasporto e distribuzione del gas, le strutture portuali ed aeroportuali. La ricognizione è effettuata tenendo conto, in particolare, dei seguenti elementi:
    (...) g) specificità insulare con definizione di parametri oggettivi relativi alla misurazione degli effetti conseguenti al divario di sviluppo economico derivante dall'insularità, anche con riguardo all'entità delle risorse per gli interventi speciali di cui all'articolo 119, quinto comma, della Costituzione»;
   risulta urgente predisporre un apposito decreto attuativo ai sensi dell'articolo 22 della legge n. 42 del 2009 relativamente al divario insulare, alla sua misurazione e alla conseguente compensazione;
   è indispensabile intervenire sin dalla prossima decisione di finanza pubblica con un piano di recupero sia del divario infrastrutturale, come previsto dall'articolo 22 della legge n. 42 del 2009, sia del grave squilibrio di stanziamenti registrato ed evidenziato nel rapporto decennale sull'infrastrutturazione del Paese e l'attuazione della legge obiettivo;
   risulta indispensabile predisporre con urgenza un piano di riequilibrio da sottoporre al Cipe che preveda l'immediato sblocco dei fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) delle singole regioni, già penalizzate da tale ripartizione; e ad utilizzare i fondi indistinti a disposizione del Governo per colmare i mancati stanziamenti sin qui registrati;
   è necessario definire un criterio parametrato che impedisca nel futuro uno squilibrio economico-finanziario di tale rilevanza, evitando di porre in essere atti che compromettano la coesione nazionale incidendo sull'uguaglianza tra cittadini di uno stesso Stato e sulla stessa unità nazionale;
   le questioni industriali della Sardegna, dalla vicenda Alcoa e dal rilancio dell'alluminio primario alla definizione della ripresa produttiva della società Eurallumina, dalla realizzazione del sistema integrato Miniera Carbosulcis – centrale alla ripresa produttiva della Vinilys di Portotorres, alla definizione dell'assetto energetico per gli stabilimenti energivori del Sulcis e quelli della Ottana Energia, ex Enichem di Ottana rappresentano le questioni prioritarie dell'agenda industriale del sistema Sardegna;
   in particolar modo le relative vertenze sono così articolate:
    ALCOA – la decisione della multinazionale Alcoa di chiudere lo stabilimento di Portovesme costituisce il più grave rischio per il sistema produttivo della Sardegna oltre all'impatto economico sul sistema Italia che vedrebbe scomparire sostanzialmente la produzione di alluminio primario. Appare decisiva la definizione di un accordo bilaterale tra produttori energetici e lo stabilimento Alcoa per consentire la necessaria competitività degli impianti e il rilancio dell'alluminio primario nel nostro Paese con un contratto di programma nella filiera energetico-metallurgica;
    CARBOSULCIS – ciclo integrato miniera centrale – il progetto prevede la realizzazione di un processo di produzione di energia elettrica attraverso l'estrazione del carbone Sulcis e l'utilizzo in una nuova centrale con cattura e stoccaggio di CO2. I termini prevedono una gara d'appalto internazionale che si sarebbe dovuta bandire entro e non oltre il 31 dicembre 2011, termine per il quale è stata prevista una ulteriore proroga nel cosiddetto mille proroghe. A tutt'oggi niente è stato ancora fatto dalla regione Sardegna relativamente al bando di gara internazionale e niente risulta definito con la Commissione europea relativamente alle osservazioni che la stessa ha avanzato sul progetto. È indispensabile un immediato intervento presso la Commissione europea e un'azione decisionale dello Stato relativamente all'indizione della gara d'appalto internazionale da parte della regione sarda;
    VINYLS – lo stabilimento di Porto Torres attende ancora una risposta per la ripresa produttiva interrotta ormai due anni fa. Si rende improcrastinabile intervenire per vagliare nuove offerte di acquisto finalizzate al rilancio produttivo. Il Ministero dello sviluppo economico è chiamato a vagliare in ordine di tempo l'ultima offerta di acquisto da parte della Bp Oil che dovrà garantire non solo la ripresa produttiva ma anche la piena occupazione dei lavoratori Vinyls;
    EURALLUMINA – lo stabilimento di Portovesme che produce allumina, materia prima del ciclo produttivo dell'alluminio, è chiuso da ormai 4 anni. I proprietari della Rusal hanno chiesto garanzie sul fronte dell'approvvigionamento elettrico con la predisposizione di una nuova centrale a servizio dello stabilimento. Occorre individuare il percorso tecnico-amministrativo per rendere fattibile in tempi rapidi il soddisfacimento di quel piano delineato per il rilancio dello stabilimento, non ultimo un processo integrato della metallurgia non ferrosa capace di salvaguardare le produzioni di piombo, zinco e alluminio;
   la questione infrastrutturale sarda con la definizione degli interventi nell'ambito della piastra logistica euromediterranea è fondamentale nella definizione di nuovi assetti di riequilibrio e coesione economica e sociale;
   risulta, quindi decisivo introdurre elementi oggettivi di misurazione e compensazione del divario insulare:
    nel caso delle infrastrutture di trasporto, un indicatore in grado di misurare in maniera soddisfacente la dotazione infrastrutturale di una realtà territoriale come la Sardegna deve necessariamente tenere conto, non solo degli aspetti quantitativi (come ad esempio la lunghezza complessiva della rete viaria e la sua tipologia, o il numero di snodi ferroviari), ma anche degli aspetti qualitativi e prestazionali legati alla qualità della rete, all'orografia del territorio e alla topologia del reticolo di trasporto. In questo modo è possibile ipotizzare e selezionare alcuni indicatori di tipo nuovo in grado di condurre alla costruzione di specifici indici;
   è indispensabile predisporre un sistema di indicatori di dotazione infrastrutturale definito a seguito di un opportuno processo di media, che assuma come riferimento «indici di accessibilità» definiti a livello territoriale;
   in attesa di definire con apposite norme l'individuazione di tali indici sono sufficienti a comprendere il divario insulare che grava sulla Sardegna quelli messi a disposizione dall'atlante infrastrutturale (CNEL e Istituto Tagliacarte), dal quale emergono dati di comparazione assolutamente emblematici dell'assenza di coesione e unità nazionale;
   per quanto riguarda le reti energetiche, l'indice è di 100 per l'Italia; di 64,54 per il Mezzogiorno; di 35,22 per la Sardegna;
   per quanto riguarda le reti stradali, l'indice è di 100 per l'Italia; di 87,10 per il Mezzogiorno; di 45,59 per la Sardegna;
   per quanto riguarda le reti ferroviarie, l'indice è di 100 per l'Italia; di 87,81 per il Mezzogiorno; di 15,06 per la Sardegna;
   per quanto riguarda l'analisi delle infrastrutture economico sociali, l'indice è di 100 per l'Italia; di 84,45 per il Mezzogiorno; di 66,16 per la Sardegna;
   è indispensabile per questo motivo proporre e definire un criterio parametrato che impedisca nel futuro uno squilibrio economico-finanziario di tale rilevanza, evitando di porre in essere atti che compromettano la coesione nazionale incidendo sull'uguaglianza tra cittadini di uno stesso Stato e sulla stessa unità nazionale;
   va definito un nuovo assetto del patto di stabilità per la Sardegna in considerazione della sua condizione insulare con l'attuazione dell'articolo 5-bis del decreto-legge n. 138 inserito dalla legge di conversione 14 settembre 2011, n. 148;
   il decreto-legge n. 138 «Art. 5-bis. – (Sviluppo delle regioni dell'obiettivo convergenza e realizzazione del Piano Sud)» ha previsto al comma 1: «Al fine di garantire l'efficacia delle misure finanziarie per lo sviluppo delle regioni dell'obiettivo convergenza e l'attuazione delle finalità del Piano per il Sud, a decorrere dall'anno finanziario in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, la spesa in termini di competenza e di cassa effettuata annualmente da ciascuna delle predette regioni a valere sulle risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione di cui all'articolo 4 del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 88, sui cofinanziamenti nazionali dei fondi comunitari a finalità strutturale, nonché sulle risorse individuate ai sensi di quanto previsto dall'articolo 6-sexies del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, può eccedere i limiti di cui all'articolo 1, commi 126 e 127, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, nel rispetto, comunque, delle condizioni e dei limiti finanziari stabiliti ai sensi del comma 2 del presente articolo. 2. Al fine di salvaguardare gli equilibri di finanza pubblica, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale e di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano da adottare entro il 30 settembre di ogni anno, sono stabiliti i limiti finanziari per l'attuazione del comma 1, nonché le modalità di attribuzione allo Stato ed alle restanti regioni dei relativi maggiori oneri, garantendo in ogni caso il rispetto dei tetti complessivi, fissati dalia legge per il concorso dello Stato e delle predette regioni alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica per l'anno di riferimento»;
   tale dispositivo, come d'intesa con il precedente Governo, deve essere obbligatoriamente esteso anche alla Sardegna in quanto compresa tra le regioni oggetto delle finalità del piano per il Sud;
   la definizione della partita delle entrate oggetto di ricorso alla Corte costituzionale è questione fondamentale per il rispetto delle norme statutarie e la salvaguardia dell'equilibrio finanziario della regione Sardegna;
   la legge finanziaria per il 2007, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 299 del 27 dicembre 2006, suppl. ord. n. 244 (finanziaria 2007), era intervenuta, all'articolo 1, commi 838 e seguenti, sull'attuazione delle previsioni dell'articolo 8 dello statuto della regione autonoma della Sardegna;
   l'articolo 1, comma 838, della legge finanziaria dello Stato per il 2007 aveva, dunque, inciso su alcune disposizioni relative alle entrate della regione Sardegna come previste dallo statuto speciale della regione. Tale norma prevede altresì che l'attuazione delle previsioni relative alla compartecipazione al gettito delle imposte non possa determinare oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato quantificati in alcune cifre precise per gli anni dal 2007 al 2009 (344 milioni di euro per il 2007, 371 milioni di euro per il 2008 e 482 milioni di euro per l'anno 2009);
   sempre il comma 838 prevede – all'ultimo periodo del comma stesso – che la nuova compartecipazione della regione Sardegna al gettito erariale entra a regime dal 2010;
   il comma 840 stabilisce che per gli anni 2007, 2008 e 2009 gli oneri relativi alle funzioni trasferite alla regione Sardegna – come previsto dal comma 837 – restino a carico dello Stato;
   comparando le norme si evince che tutte le competenze che lo Stato ha previsto di «scaricare» alla regione dal 2010 saranno a totale carico della regione senza che sia stata definita la tempistica, la modalità e la quantità delle risorse che lo Stato deve trasferire in funzione delle nuove competenze alla regione rispetto al nuovo assetto delle compartecipazioni;
   tale accordo recepito nella finanziaria per il 2007 risultava sin dall'inizio non chiaramente compensato tra le risorse che lo stato doveva trasferire alla regione e l'assunzione di nuovi oneri da parte della regione stessa;
   il rinvio al 2010 delle relative compensazioni da parte dello Stato era risultato sin dal primo istante aleatorio e indefinito ai fini di una certezza economica, finanziaria e contabile per le entrate della regione Sardegna;
   l'iscrizione delle somme delle entrate compensative nella proposta di bilancio e nella finanziaria, sin dal 2010, della regione impone una risposta immediata sulle procedure che la ragioneria generale dello Stato intende adottare per compensare quelle risorse;
   avendo Stato e regione deciso di definire attraverso quelle che all'interrogante appaiono ulteriori, inutili e pleonastiche norme attuative la definizione di quelle risorse da trasferirsi e poiché le stesse norme, approvate dalla commissione paritetica, sono state ratificate dalla regione Sardegna ma non dal Governo si rende indispensabile definire una soluzione senza attendere il pronunciamento della Corte costituzionale chiamata a pronunciarsi su ricorso della regione Sardegna;
   le decisioni della commissione europea di bloccare l'esportazione suinicola della Sardegna costituisce il presupposto per un disastro economico sociale gravissimo per il quale si rendono necessari provvedimenti urgenti tesi ad eliminare vincoli e limitazioni al settore zootecnico sardo già duramente gravato dalla condizione insulare e oggi pesantemente condizionato da emergenze sanitarie illogiche e irrazionali;
   occorre definire e attivare quanto prima un corridoio sanitario fattivamente e puntualmente controllato che garantisca la salvaguardia delle 469 aziende suinicole virtuose accreditate come indenni dalla «peste suina» e certificate secondo le regole della biosicurezza. Il blocco delle esportazioni rappresenta un danno gravissimo per la filiera suinicola sarda distogliendo dal libero mercato carni che risultano sotto ogni punto di vista sane e controllate. Sarebbe assolutamente illogico, irrazionale e di dubbia legittimità avere tutte le certificazioni e poi vietare le esportazioni;
   la mancata attuazione di accordi per la dismissione del patrimonio militare già individuato e la dismissione del patrimonio militare relativo a immobili ubicati in aree strategiche per lo sviluppo delle comunità locali e occupate da servitù militari inutilizzate o sottoutilizzate rende indispensabile un nuovo tavolo di concertazione Stato-regione;
   risulta indispensabile attivare con urgenza un tavolo di concertazione tra lo Stato e la regione Sardegna al fine di definire l'attuazione degli accordi già sottoscritti. Nel contempo è indispensabile avviare un confronto sulla dismissione delle aree strategiche nei centri abitati della Sardegna a partire da quelle ubicate sul lungo mare della città di Cagliari. Risultano aree e immobili sottoutilizzati che potrebbero essere facilmente rifunzionalizzati a progetti di sviluppo strategici per l'isola –:
   se il Presidente del Consiglio non ritenga di dover attivare la ripresa di un apposito confronto di verifica e di attuazione relativamente alla questione sarda;
   se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non intenda assumere ogni iniziativa di competenza affinché vi sia l'accettazione degli oneri del servizio pubblico da parte delle compagnie aeree così come previsto nei propri decreti scongiurando il ricorso alla gara internazionale che rischia di compromettere sia la prossima stagione estiva che l'ordinario servizio che verrebbe in quel caso assegnato in regime di esclusiva ad una sola compagnia aerea;
   se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non intenda attivarsi nelle more della definizione del contenzioso europeo sulla vendita di Tirrenia, per una revisione sostanziale delle convenzioni per la continuità territoriale marittima al fine di garantire per il 2012 un servizio di trasporto marittimo commisurato alle sovvenzioni già garantite alla Tirrenia per oltre 72 milioni di euro all'anno;
   se il Ministro dello sviluppo economico dopo la definizione dell'autorizzazione finale relativa alla realizzazione del metanodotto Algeria-Sardegna-Europa non intenda attivarsi con gli operatori internazionali al fine di definire entro il mese di gennaio il planning operativo per l'avvio della realizzazione del metanodotto stesso;
   se il Ministro dell'economia e delle finanze non intenda assumere adeguate iniziative normative in linea con quanto contenuto nella proposta di legge presentata alla Camera dei deputati n. 4702 relativamente alla vertenza Equitalia e al rischio di fallimento per decine di migliaia di imprese sarde;
   se il Ministro della coesione territoriale, di concerto con quello dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti, non ritenga di dover promuovere iniziative normative urgenti al fine di definire la questione insularità con l'esigenza di dare attuazione all'articolo 22 della legge n. 42 del 2009;
   se il Ministro dello sviluppo economico non ritenga indispensabile proporre adeguate soluzioni alle principali questioni industriali della Sardegna, dalia vicenda Alcoa e dal rilancio produttivo dell'alluminio primario alla definizione della ripresa produttiva della società Eurallumina, dalla realizzazione del sistema integrato miniera Carbosulcis – centrale, alla ripresa produttiva della Vinilys di Portotorres fino alla definizione dell'assetto energetico per gli stabilimenti energivori del Sulcis e quelli della Ottana Energia, ex Enichem di Ottana;
   se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non ritenga di adottare iniziative e quali relativamente alla questione infrastrutturale sarda con la definizione degli interventi nell'ambito della piastra logistica euromediterranea;
   se il Ministro dell'economia e delle finanze non ritenga indispensabile e urgente promuovere la definizione di un nuovo assetto del patto di stabilità per la Sardegna, in considerazione della sua condizione insulare con l'attuazione dell'articolo 5-bis della legge n. 148 del 14 settembre 2011;
   se il Ministro dell'economia e delle finanze non ritenga necessario predisporre adeguati e urgenti iniziative necessarie alla definizione della partita delle entrate oggetto di ricorso alla Corte costituzionale;
   se il Ministro della salute non ritenga necessario individuare e proporre iniziative o provvedimenti urgenti tesi ad eliminare vincoli e limitazioni ai settori lattiero caseario e zootecnico sardo già duramente gravati dalla condizione insulare e oggi aggravati da quelle che all'interrogante appaiono inesistenti emergenze sanitarie;
   se il Ministro della difesa non intenda promuovere un processo di dismissione del patrimonio militare relativo a immobili ubicati in aree strategiche per lo sviluppo delle comunità locali e occupate da servitù militari inutilizzate o sottoutilizzate.
(4-00041)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

rilancio economico

Sardegna

azienda lattiera

liberalizzazione del mercato

produzione di latte

regione sfavorita

restrizione all'esportazione

sicurezza d'approvvigionamento