ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00025

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 1 del 15/03/2013
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 15/03/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 16/03/2013
Stato iter:
16/07/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 16/07/2013
CANCELLIERI ANNA MARIA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 16/07/2013

CONCLUSO IL 16/07/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00025
presentato da
PILI Mauro
testo di
Venerdì 15 marzo 2013, seduta n. 1

   PILI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   in data 25 settembre 2012 è stato consegnato il nuovo carcere di Oristano-Massama;
   la struttura – secondo quanto recita una nota del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria – riportata dall'agenzia ADN Kronos – «la cui consegna è avvenuta perfettamente nei tempi previsti, ospiterà 250 detenuti (125 di media sicurezza e 125 di alta sicurezza) che cominceranno ad affluire dal prossimo 11 ottobre»;
   il nuovo carcere di Oristano sorge a Massama, località Is Argiolas;
   la data di inizio lavori per la realizzazione della casa circondariale di Massama (Oristano) riportata negli atti di affidamento lavori era quella del 12 aprile 2007;
   la data di ultimazione e consegna dei lavori il 29 settembre 2009;
   il nuovo carcere costato quaranta milioni di euro sorge su un'area estesa 23 mila metri quadrati per 86 mila metri cubi di volume, ha una capienza di progetto di circa 240 detenuti nella sezione circondariale e dieci in stato di semilibertà;
   l'importo complessivo dei lavori per la costruzione del complesso di circa 40 milioni di euro è stato suddiviso tra prima (24 milioni) e seconda fase (16 milioni);
   la struttura prevede una caserma per gli agenti di polizia con 30 posti e 4 alloggi;
   alla data del 28 settembre risultavano aver aderito al trasferimento al carcere di Massama, 56 agenti sugli 80 destinati alla struttura, oltre a quelli già in carico alla casa circondariale di Oristano;
   tale numero di agenti risultava non sufficiente nemmeno per coprire le ordinarie esigenze di una struttura carceraria ampia e articolata e con un carico di detenuti rilevante;
   a questo elemento fondamentale nell'organizzazione e nella sicurezza della struttura e dello stesso personale operante si aggiunge che secondo la comunicazione del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria sarebbero destinati alla nuova struttura di Massama ben 125 detenuti di Alta sicurezza;
   in particolar modo risulta al sottoscritto, e nessuna smentita è giunta da parte del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria stesso, che subito dopo il trasferimento dei 117 detenuti del carcere vecchio di piazza Mannu si procederà a trasferire nel carcere di Massama, dal resto d'Italia, i detenuti appartenenti alle categorie AS 1 e AS 3;
   secondo le informazioni in possesso dell'interrogante sarebbero settanta tra camorristi, mafiosi, trafficanti internazionali di droga i detenuti che già dalla settimana successiva all'undici di ottobre prossimo giungeranno nel carcere di Oristano;
   si tratterebbe secondo l'interrogante di un vero e proprio blitz del Ministro della giustizia che avrebbe dato disposizioni alle strutture periferiche per un trasferimento senza precedenti di detenuti pericolosissimi legati alle più pericolose organizzazioni criminali in Sardegna;
   la decisione del Ministero, resa pubblica attraverso una nota ufficiale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria costituisce un atto gravissimo predisposto nel più totale silenzio a conferma dell'intenzione di trasformare la Sardegna in una vera e propria prigione di Stato;
   si tratta di un trasferimento che deve essere respinto in tutti i modi proprio perché si tratterebbe di una deportazione malavitosa in Sardegna ingiustificata e spropositata rispetto alla originaria destinazione delle carceri sarde;
   il carcere di Massama sarà, dunque, aperto nella prima decade di ottobre con una decisione che sarebbe già trasmessa con atti interni alle rispettive carceri di provenienza dei detenuti mafiosi, camorristi e trafficanti internazionali di droga;
   la destinazione ad Oristano di settanta detenuti di alta sicurezza, dei livelli 1 e 3, contrasta palesemente con il nuovo carcere nato come casa circondariale e non certo come carcere destinato a questo elevato grado di sicurezza;
   si tratta di un problema non solo logistico ma di una scelta inopportuna, grave e non gradita dalla Sardegna e dai sardi proprio per le possibili infiltrazioni della malavita organizzata nella società sarda;
   trasferire ad Oristano i detenuti più pericolosi in circolazione nel nostro Paese, ai quali si aggiungerà oltre un terzo di detenuti del 41-bis, con i 180 posti che saranno ricavati tra Sassari, Cagliari e Nuoro significa aver assegnato alla Sardegna un ruolo di collettore principale nello scacchiere penitenziario nazionale;
   sin dall'inizio si era percepita la posizione inopportuna e anacronistica del Ministro che ha ripetutamente attribuito alla condizione insulare una condizione positiva per la gestione detentiva dei carcerati;
   a giudizio dell'interrogante questa idea di carcere di Stato alla quale si ispira questo Ministro per rifunzionalizzare le carceri sarde è una visione fuori luogo e destituita del più elementare senso della logica, basti pensare ai trasferimenti dei detenuti per i processi dalla Sardegna al resto d'Italia;
   l'articolazione naturale sarebbe quella che ognuno governi il proprio quantitativo di detenuti, senza steccati, ma nemmeno con la dislocazione massiccia in un'unica regione come si sta verificando in questo caso;
   ad Oristano è stato previsto, contro le indicazioni progettuali e iniziali, un braccio di alta sicurezza al quale sono destinati 70 detenuti appartenenti ai sottocircuiti di alta sicurezza 1 e 3;
   il primo, A.S. 1, accoglierà i detenuti e internati appartenenti alla criminalità organizzata di tipo mafioso, nei cui confronti sia venuto meno il decreto di applicazione del regime di cui all'articolo 41-bis;
   si tratta della soglia di sicurezza prossima al 41-bis, quella riservata ai capi mafiosi e camorristi;
   a questi si aggiungono i detenuti del circuito A.S. 3 detenuti per mafia, sequestro di persona, traffico internazionale di sostanze stupefacenti;
   ciò che è più grave è la ratio di questo abnorme trasferimento di detenuti mafiosi, camorristi e trafficanti internazionali di droga considerato che l'alta sorveglianza è riservata più che alla pericolosità individuale, all'appartenenza degli stessi ad una organizzazione, e dunque – come recita la circolare istitutiva dei tre livelli di alta sorveglianza – alla potenzialità di interagire con le compagini criminali operanti all'esterno della realtà penitenziaria, ovvero di determinare fenomeni di assoggettamento e reclutamento criminale;
   secondo la circolare «A meritare una attenzione maggiore e dunque una “elevata” o “maggiore sicurezza” non è quindi solo l'individuo in sé, ma la compagine cui egli appartiene, con la sua capacità di condizionare, dentro e fuori il circuito penitenziario, l'ordinario svolgersi dei rapporti sociali, e di fungere da moltiplicatore dei fenomeni criminali»;
   per la Sardegna è un rischio senza precedenti di infiltrazioni delle più pericolose organizzazioni malavitose, da quelle mafiose a quelle camorristiche, sino alle organizzazioni internazionali di traffico di droga;
   ad avviso dell'interrogante, si rende indispensabile e urgente fermare questo nefasto utilizzo delle carceri sarde perché non si può e non si deve pensare al sistema carcerario sardo come contenitore delle criminalità più pericolose e fare della Sardegna una vera e propria concentrazione delinquenziale della più pericolosa;
   a questo si aggiunge una carenza di organico del personale penitenziario che già oggi è in gravissime condizioni con vacanze in organico tra il 30 e 40 per cento –:
   se il Ministro sia a conoscenza e abbia disposto un piano di trasferimenti di 125 detenuti di alta sicurezza nel carcere di Oristano Massama a partire dalla prima decade di ottobre;
   se non ritenga necessario anche dinanzi alle dure prese di posizione delle istituzioni a partire dal presidente della provincia di Oristano, il presidente della Confindustria, le organizzazioni sindacali territoriali, cittadini e associazioni varie revocare tale disposizione eventualmente adottata dagli organi del Ministero;
   se non ritenga necessario aprire le nuove carceri sarde attraverso il riempimento sino e non oltre la soglia della capienza, consentendo alle altre di non trovarsi in regime di tollerabilità, ovvero con un numero di detenuti quasi il doppio rispetto alla capienza;
   se non ritenga di predisporre un piano straordinario che consenta di dotare le nuove carceri di un numero di agenti adeguato con il trasferimento in Sardegna dei tantissimi agenti sardi dislocati nelle carceri del nord d'Italia che da tempo manifestano il desiderio di ritornare a lavorare nella loro terra. (4-00025)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 16 luglio 2013
nell'allegato B della seduta n. 54
4-00025
presentata da
PILI Mauro

  Risposta. — La destinazione d'uso degli istituti e dei padiglioni penitenziari viene pianificata dall'amministrazione penitenziaria tenendo conto della conformazione logistica e degli standard di sicurezza delle strutture, al fine di valutare l'assegnazione dei detenuti in relazione alla pericolosità sociale connessa ai reati loro ascritti (comuni/alta sicurezza) ed alla posizione giuridica (imputati/definitivi).
  In particolare, per le strutture sarde di recente e prossima apertura, detta pianificazione è stata partecipata al provveditore regionale anche in funzione della riorganizzazione dei circuiti regionali.
  Orbene, il progetto regionale della regione Sardegna prevede che il nuovo istituto di Oristano – entrato in funzione nel mese di ottobre dello scorso anno – sia destinato ad ospitare anche detenuti appartenenti al circuito dell'alta sicurezza.
  Va tuttavia rilevato che tale configurazione è subordinata all'entrata in funzione del nuovo istituto di Sassari, prevista per la fine del corrente mese.
  Pertanto, nelle more dell'operatività di quest'ultimo istituto penitenziario, non è stato eseguito alcun trasferimento di detenuti alta sicurezza all'istituto di Oristano che, ad oggi, ospita esclusivamente detenuti del circuito di media sicurezza, presenti, alla data del 10 giugno 2013, in numero di 194 a fronte di una capienza regolamentare di 212 posti detentivi.
  Proprio riguardo alle possibilità ricettive della regione, si forniscono ampie rassicurazioni all'interrogante in ordine al rispetto, negli istituti della Sardegna, della soglia della capienza cosiddetta regolamentare, atteso che, a fronte degli attuali 2.257 posti di detenzione disponibili (che saranno incrementati con l'apertura dei nuovi penitenziari di Sassari e di Cagliari), attualmente risultano presenti in regione 2.029 detenuti.
  Quanto, poi, al timore che l'invio di detenuti alta sicurezza presso la regione Sardegna sia destabilizzante per il territorio, preme evidenziare che sarà cura del locale provveditorato dell'amministrazione penitenziaria, attraverso le direzioni degli istituti che ospiteranno tale tipologia di ristretti, intensificare – come già avvenuto ad opera dello staff direzionale della casa di reclusione di Tempio Pausania – i rapporti con le Istituzioni, con i rappresentanti della società civile e con l'associazionismo locale, al fine di sviluppare la necessaria sinergia con il territorio e di «rassicurare» gli interlocutori locali, ed attraverso essi, la popolazione.
  Si ritiene, infatti, che la conoscenza ed il dialogo con il territorio consentiranno di individuare e di monitorare le risorse esistenti all'esterno dell'ambito penitenziario, cui fare riferimento per la programmazione delle attività trattamentali e per promuovere ogni iniziativa volta a riempire di contenuti il periodo di detenzione, con l'obiettivo di assicurare la funzione rieducativa della pena.
  Relativamente, infine, alla situazione del personale appartenente al Corpo di polizia penitenziaria, si osserva che la competente direzione generale del D.A.P., nel 2012, ha provveduto a rinforzare il contingente di polizia penitenziaria inviando in Sardegna complessivamente 277 unità.
  Va, altresì, evidenziato che, in considerazione delle accresciute esigenze operative della regione Sardegna conseguenti all'apertura di nuovi istituti penitenziari, il nuovo decreto ministeriale 22 marzo 2013 di ripartizione delle dotazioni organiche del Corpo di polizia penitenziaria ha incrementato l'organico della regione di oltre 500 unità di personale, passando dalle 1.324 unità previste dal precedente decreto ministeriale del 2001 alle attuali 1.834 unità.
  Tale incremento consentirà di poter assegnare nuove unità di polizia penitenziaria mediante provvedimenti di mobilità ordinaria a domanda, che saranno adottati in concomitanza con il completamento dei percorsi formativi in atto presso le scuole dell'amministrazione, che si concluderanno nei prossimi mesi.
  A tale riguardo, in relazione alla proposta avanzata dall'interrogante di adottare «un piano straordinario» per il personale originario della Sardegna ed attualmente assegnato ad istituti di altre regioni, si rappresenta che, alla luce delle vigenti disposizioni, i trasferimenti degli interessati potranno avvenire esclusivamente mediante le procedure di scorrimento delle graduatorie definitive di merito predisposte per ciascuna delle sedi comprese nell'apposito interpello nazionale.

Il Ministro della giustiziaAnna Maria Cancellieri.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

SARDEGNA

EUROVOC :

detenuto

trasferimento di detenuti

stabilimento penitenziario

carcerazione

personale carcerario