ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00012

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 1 del 15/03/2013
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/03/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI 15/03/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 19/11/2014
Stato iter:
19/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/11/2014
FRANCESCHINI DARIO MINISTRO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 27/05/2013

SOLLECITO IL 01/07/2013

SOLLECITO IL 06/08/2013

SOLLECITO IL 02/09/2013

SOLLECITO IL 02/10/2013

SOLLECITO IL 18/11/2013

SOLLECITO IL 10/12/2013

SOLLECITO IL 23/12/2013

SOLLECITO IL 08/01/2014

SOLLECITO IL 05/02/2014

SOLLECITO IL 24/03/2014

SOLLECITO IL 05/05/2014

SOLLECITO IL 05/06/2014

SOLLECITO IL 02/07/2014

SOLLECITO IL 01/08/2014

SOLLECITO IL 01/09/2014

SOLLECITO IL 03/10/2014

SOLLECITO IL 05/11/2014

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 19/11/2014

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/11/2014

CONCLUSO IL 19/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00012
presentato da
REALACCI Ermete
testo di
Venerdì 15 marzo 2013, seduta n. 1

   REALACCI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali . — Per sapere – premesso che:
   la cloaca massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima, in latino, significa letteralmente «la fogna più grande» e rappresenta un unicum nel patrimonio archeologico mondiale: è infatti l'unica opera idraulica del mondo antico, se ben tenuta, ancora perfettamente funzionante;
   fu costruita alla fine del VI secolo a.C. al tempo degli ultimi re di Roma, anche se il re che ne ufficializzò la costruzione fu Tarquinio Prisco. La Cloaca Massima usufruiva dell'esperienza sviluppata dall'ingegneria etrusca, con l'utilizzo dell'arco a volta che la rendeva più stabile e duratura nel tempo. Fu una delle prime grandi opere di urbanizzazione della Roma imperiale;
   la cloaca massima fu accuratamente mantenuta in buono stato per tutta l'età imperiale. Si ha notizia di regolari ispezioni e lavori di drenaggio e spurgo ad esempio, opera di Agrippa nel 33 a.C. Le indagini archeologiche rivelano tracce di interventi di epoche diverse, con diversi materiali e tecniche costruttive. Si hanno notizie certe del suo funzionamento anche molto tempo dopo la data tradizionale della caduta dell'impero romano nel V secolo d.C;
   come lamenta il FAI, Fondo ambiente italiano, ma anche un articolo apparso su La Repubblica l'8 novembre 2012, a minare lo stato di salute del complesso archeologico e funzionante ancora oggi, è lo stato di degrado causato dalla scarsa manutenzione. Fasce di cavi elettrici dismessi e detriti di varia natura che creano un «effetto diga», allacci non autorizzati, scarichi di acque melmose e sfaldamenti in più punti delle strutture delle volte, sono tutti fenomeni che mettono in serio pericolo la tenuta della cloaca. E le ultime recenti ed abbondanti piogge ne hanno svelato tutta la debolezza. Va ricordato che anche nell'alluvione del 20 ottobre 2011 che ha fatto esondare la fogna allagando per oltre due metri d'acqua Colosseo e Foro romano, la situazione di questa condotta aveva mostrato la sua attuale fragilità;
   uno studio su questa opera grandiosa di ingegneria idraulica, ad opera dell'Istituto nazionale di studi romani, rivela come «la Cloaca sia inadeguata di fronte al carico delle acque e soggetta a diffusi intasamenti. Il rischio di inondazioni, allagamenti e smottamenti delle strutture portanti è troppo alto per poter essere tollerato. Per questo è stato avviata nell'ultimo anno una revisione del sistema fognario nell'area archeologica centrale, mettendo in evidenza tutte le criticità e per queste ragioni è stata elaborata per la Cloaca Massima una mappa dei rischi» –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dello stato della cloaca maxima e quali iniziative urgenti intenda assumere per mettere in sicurezza un bene archeologico, non solo di notevole interesse storico, ma anche di estrema utilità per la sicurezza idraulica di Roma e se non ritenga opportuno rendere fruibile turisticamente alcuni tratti di questo complesso archeologico, cosicché possano essere reperite risorse per un suo adeguato mantenimento. (4-00012)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 19 novembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 334
4-00012
presentata da
REALACCI Ermete

  Risposta. — In riferimento all'interrogazione parlamentare in oggetto, relativa a quanto denunciato dal fondo ambiente italiano e dal quotidiano La Repubblica in ordine allo stato di degrado in cui versa la Cloaca Massima, si comunica quanto segue.
  In conseguenza dell'alluvione del 20 ottobre 2011 che ha provocato, tra l'altro, l'allagamento del foro romano con acque nere tracimate dalla Cloaca Massima per l'altezza di 1,50 metri, con grave pericolo per i monumenti archeologici dell'area centrale, la soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma (SSBAR) ha intrapreso controlli e verifiche per individuare le cause di tale esondazione e i rischi reali conseguenti.
  In particolare, in data 13 aprile 2012, si è provveduto a convocare una riunione con l'amministrazione comunale di Roma Capitale – Dipartimento XII – per gli accertamenti del caso. Dall'azione di ricerca e controllo avviata è emersa una condizione di elevatissimo rischio della Cloaca Massima per cedimenti strutturali, reflussi d'acqua, ostruzioni derivanti dalla scarsa manutenzione dell'impianto, presenza di enormi fasci di cavi elettrici abbandonati e in molti punti immersi nell'acqua, che costituiscono importanti ostruzioni della sezione d'uso della fognatura, nonché di scarichi abusivi di acque nere.
  È stata, quindi, elaborata dalla citata soprintendenza, con l'ausilio di ingegneri idraulici consulenti specialisti esterni e la collaborazione dell'Acea ATO2, la Mappa del rischio n. 1, inviata, con nota n. 24609 del 2 agosto 2012, all'amministrazione comunale di Roma Capitale – dipartimento XII – per sollecitare un piano di interventi e di eliminazione dei rischi. Questo documento, che consiste in una planimetria, redatta grazie all'assemblaggio di diversi rilievi, con evidenziazione dei tratti di maggiore problematicità sia dal punto di vista della capacità di flusso che sotto l'aspetto della conservazione del monumento, costituisce lo strumento di riferimento per avviare un piano generale di intervento per la sicurezza dei monumenti archeologici e delle aree urbane corrispondenti.
  Successivamente, in data 27 aprile 2012, la società Acea (Direzione servizi U.O. manutenzione fognature unità lavori fognature) trasmetteva alla soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma la nota n. 3991 con cui declinava ogni responsabilità relativamente ai cavi rinvenuti nel corso dei sopralluoghi. La SSBAR concordava con il XII Dipartimento di Roma Capitale che spettava a detto dipartimento verificare la consistenza e lo stato dei cavi esistenti e che tale controllo era urgente.
  In data 12 novembre 2012, la società Acea comunicava, con nota n. 7767, l'avvio dell'intervento di pulizia straordinaria sul tronco di valle della Cloaca Massima (area prossima allo sbocco nelle vicinanze dell'Arco di Giano), previsto a partire dal 14 novembre 2012.
  In data 16 novembre 2012, con nota n. 37895, la citata soprintendenza sollecitava Roma Capitale – Dipartimento XII – alla realizzazione del piano di interventi e di eliminazione dei rischi già richiesto con la citata nota del 2 agosto 2012, anche in considerazione del prevedibile peggioramento delle condizioni atmosferiche che avrebbe certamente aggravato la situazione di elevato pericolo già evidenziata. Successivamente, congiuntamente ai competenti uffici di Roma Capitale, sono state portate a termine le procedure necessarie per rimuovere i cavi elettrici presenti nei condotti.
  Nel contempo la citata soprintendenza ha portato avanti interventi a carattere d'urgenza di restauro e ripristino della fognatura antica sottostante la via Sacra, che convoglia all'interno della Cloaca Massima le acque che scendono dall'altura di Velia e del Palatino. I relativi lavori sono tuttora in corso. La medesima soprintendenza ha, inoltre, autorizzato il progetto di restauro di un tratto della Cloaca Massima pericolante, presente nell'area dell'Arco di Giano. Le avverse condizioni meterologiche registrate negli ultimi mesi hanno però rallentato le operazioni di rimozione dei sedimenti già avviate.
  Il comune di Roma Capitale, con nota del 7 luglio 2014, su sollecitazione di questo Ministero, ha comunicato di aver concertato attività finalizzate alla manutenzione nonché alla ricostruzione dei condotti che presentano maggiori problemi, come, ad esempio, il tratto a sezione ridotta esistente sotto il foro romano, evitando l'andata in carico del condotto e la fuoriuscita delle acque nell'area archeologica. A tutt'oggi si rileva che i cavi presenti nel ramo fognario sottostante la via Sacra non sono stati ancora rimossi e quindi l'intervento urgente di restauro ad opera della SSBAR non può procedere.
  Nella succitata nota viene precisato che, nel febbraio 2012, è stato possibile avviare un programma interdisciplinare di controllo, bonifica e manutenzione della rete fognaria sottostante le aree archeologiche dei fori imperiali e del foro romano, esteso in seguito al lungo segmento del collettore che prosegue sotto Via di San Teodoro fino al Velabro e al Tevere.
  Una relazione tecnica sullo stato di funzionalità e sulle anomalie di flusso dei diversi tratti della Cloaca Massima e del sistema delle affluenze, antiche e moderne, che interessano tutta l'area archeologica dei fori imperiali, del foro romano e delle pendici del Palatino, ha evidenziato situazioni di pericolo per lo stato di conservazione. La soprintendenza capitolina con la SSBAR ha richiesto al XII Dipartimento di avviare una verifica diffusa dei punti di confluenza delle reti idrauliche per verificarne il corretto funzionamento e la relativa capacità di smaltimento. A tutt'oggi tale verifica non è stata trasmessa alla soprintendenza.
  In particolare, un ostacolo al deflusso delle acque rappresentato da circa 4 chilometri di cavi elettrici ha comportato l'intervento di rimozione di tutti i cavi nella Cloaca Massima da parte di Acea Ato2, ultimato con successo tra gennaio e febbraio 2014. Con questo intervento si è ottenuto l'abbassamento del livello dell'acqua di circa 1 metro.
  Per alcuni crolli, lesioni riscontrate e dissesti strutturali si è richiesto il sopralluogo della commissione stabili pericolanti.
  La presenza di detriti e/o sedimenti che riducevano notevolmente la portata del collettore ha reso necessari interventi di bonifica mediante parziale svuotamento dei condotti; questa complessa operazione ha preso avvio dal tratto terminale conservato sottostante l'Arco di Giano al Velabro; con la rimozione di circa 500 mc di sedimento si è assicurato un serio miglioramento delle condizioni di flusso nella zona del Velabro e si è liberato parzialmente il condotto a sezione ridotta presente sotto il foro romano.
  Nell'ambito dei lavori di recupero è stato prontamente eseguito, sempre da parte di Acea Ato2, sotto la guida di un esperto restauratore con il benestare della soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, un intervento di restauro sulla volta di un tratto della Cloaca sottostante il Giano del Velabro.
  Attualmente la sovrintendenza di Roma Capitale sta elaborando, sulla base della citata Mappa, un'ulteriore relazione tecnica per individuare soluzioni da adottare a tutela e bonifica della Cloaca Massima, che la competente soprintendenza archeologica dovrà esaminare ed approvare ai sensi dell'articolo 21 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
  Per quanto riguarda lo studio di carattere scientifico dell'antica opera idraulica, il responsabile dell'ufficio monumenti Roma centro della sovrintendenza di Roma capitale, in collaborazione con l'associazione Roma sotterranea, ha condotto in questi anni una intensa attività di studio e divulgazione sul monumento, sia a mezzo conferenze e lezioni universitarie, sia con pubblicazioni su riviste archeologiche specializzate.
  Alla luce di quanto sopra, in data 7 novembre 2012 si svolgeva un convegno presso l'istituto di studi romani, condotto direttamente dagli uffici competenti, in cui venivano nuovamente affrontate le problematiche sopra riportate, anche in relazione alla natura di monumento archeologico del sito in argomento.
  Tutto ciò premesso, si ritiene che lo stato di criticità in cui versa tuttora la Cloaca Massima renda indispensabile e non più procrastinabile affrontare un intervento di generale messa in sicurezza e bonifica di tutti i fattori di degrado rilevati nelle aree ispezionabili, ma presumibilmente presenti anche nelle aree attualmente non raggiungibili. In particolare, occorre studiare e prevedere un piano annuale di manutenzioni con le quali proseguire la rimozione dei detriti che creano ostruzione allo scorrimento dell'acqua e impedimento al deflusso nella Cloaca Massima dal condotto passante sotto il foro romano e intervenire per la rimozione dei cavi presenti al di sotto della via Sacra per consentire alla soprintendenza archeologica di Roma la prosecuzione delle opere urgenti di restauro del condotto antico. Per tali interventi, indispensabili per un risanamento dei tratti del condotto così gravemente a rischio, la soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma ritiene indispensabile un investimento pari a circa 1.000.000,00 di euro.
  Alla luce della vicenda sopra esposta, ricostruita in base agli elementi ricevuti dai competenti uffici, si assicura l'impegno di questo Ministero nel continuare a seguire la predetta questione fino alla sua completa risoluzione, esercitando anche, se del caso, funzioni di impulso presso tutti i soggetti istituzionali coinvolti.

Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismoDario Franceschini.

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