ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02106

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 590 del 15/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: BALDELLI SIMONE
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 15/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 15/03/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 18/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02106
presentato da
BALDELLI Simone
testo di
Martedì 15 marzo 2016, seduta n. 590

   BALDELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il cosiddetto «decreto IRPEF» (decreto-legge 4 aprile 2014, n. 66) ha previsto l'introduzione del «bonus 80 euro» a favore dei lavoratori dipendenti e assimilati: nello specifico, l'articolo 1 stabiliva che, «in attesa dell'intervento normativo strutturale da attuare con legge di stabilità per l'anno 2015», era riconosciuto un credito d'imposta, che non concorre alla formazione del reddito, di importo pari a 640 euro, purché il reddito complessivo, rapportato al periodo di lavoro nell'anno, non sia superiore a 24.000 euro;
   successivamente, la legge di stabilità 2015 ha confermato e reso strutturale la misura: la medesima legge ha stabilito che, a partire dal 1o gennaio 2015, il credito d'imposta a favore dei lavoratori dipendenti e assimilati, in rapporto al periodo di lavoro nell'anno, è di importo pari a 960 euro, se il reddito complessivo non è superiore a 24.000 euro; nel caso in cui il reddito complessivo è superiore a 24.000 euro ma non a 26.000 euro, il credito spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l'importo di 26.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l'importo di 2.000 euro;
   nello specifico, il bonus Irpef per il 2014 era pari a 640 euro annuali, mentre il credito d'imposta per il 2015 ammonta a 960 euro: infatti, essendo stato introdotto solo a maggio 2014, il bonus finale di 80 euro circa mensili, era pari a un totale di 640 euro; con la legge di stabilità, il bonus è stato dunque ricalcolato sull'interno anno, e per questo che ha raggiunto la cifra totale di 960 euro;
   i contribuenti che stanno usufruendo del bonus degli 80 euro sono circa 10 milioni: il dato, abbastanza approssimativo, è l'unico riportato dalle maggiori testate giornalistiche, in assenza di statistiche ufficiali pubblicate dal Governo;
   dal 15 aprile 2015, in via sperimentale, l'Agenzia delle entrate ha messo a disposizione dei titolari dei redditi di lavoro dipendenti e assimilati, il modello 730 precompilato, che può essere accettato o modificato; la dichiarazione precompilata è disponibile in un'area autenticata del sito internet dell'Agenzia delle entrate in cui il contribuente, attraverso delle credenziali personali, può accedere e visualizzare non solo la dichiarazione dei redditi precompilata, ma anche l'elenco dei dati inseriti nella dichiarazione e di quelli che l'Agenzia non ha potuto, inserire perché non completi o incongruenti;
   per ottenere il bonus degli 80 euro, i lavori dipendenti o assimilati nella precompilazione della dichiarazione semplificata hanno dovuto inserire anche il dato concernente il cosiddetto « bonus IRPEF»; lo spazio per inserire il bonus Irpef è esattamente il rigo C14, contenuto nella quinta sezione del quadro c, dedicato ai redditi da lavoro dipendente e assimilati;
   una certa quantità di contribuenti si è ritrovata nelle condizioni di dover restituire il bonus degli 80 euro, soprattutto a causa della scarsa attendibilità del modello compilato dagli uffici delle imposte, in particolare per quanto riguarda le detrazioni; il nuovo modello precompilato, infatti, non le contempla e, se le prevede, non garantisce sul corretto inserimento, che ovviamente è a svantaggio del contribuente e a vantaggio del fisco;
   in particolare, gli utenti hanno più volte segnalato che nel sistema di precompilazione vi erano dati parziali o addirittura errati; nello specifico, mancando l'indicazione dei giorni lavorati, il software ha rilevato più di 365 giorni lavorativi, azzerando dunque il numero e facendo in modo che il contribuente perda il diritto a detrazioni e bonus;
   in pratica, se con deduzioni e detrazioni è possibile beneficiare del bonus degli 80 euro, senza di esse c’è il rischio di finire fuori dai parametri e di doverlo addirittura restituire; stando ad alcuni dati, riportati da alcune testate giornalistiche, con questo errore lo Stato avrebbe potuto ricavare circa dieci miliardi di euro di tasse in più, ma non è stato ancora fornito un dato certo riguardo al numero dei contribuenti che sarebbero risultati svantaggiati dalla compilazione del 730;
   in origine, come più volte affermato dal Presidente del Consiglio Renzi, il «nuovo» 730 precompilato avrebbe dovuto essere recapitato a casa di ogni contribuente; alla prova dei fatti, invece a quanto consta all'interrogante nessun lavoratore si è visto consegnato direttamente all'indirizzo di residenza tale modello, e, per pagare le tasse, i contribuenti si sono dovuti connettere ad internet e scaricare il documento;
   va altresì rilevato che, a gennaio 2015, l'Istat ha diffuso i dati sui consumi nel terzo trimestre, quello che a detta del Governo avrebbe cominciato a registrare gli effetti del bonus di 80 euro; i consumi delle famiglie sono risultati invariati rispetto agli ultimi dati, mostrando dunque la totale inefficienza del famoso bonus;
   in data 19 novembre 2015, l'allora sottosegretario Enrico Zanetti aveva dichiarato che non era ancora in grado di comunicare i dati su eventuali casi di restituzione del bonus e che tali informazioni sarebbero state disponibili entro marzo 2016  –:
   quanti siano ufficialmente i beneficiari del bonus di 80 euro e quanti di questi, a causa degli innumerevoli errori dovuti alla compilazione della dichiarazione semplificata dei contribuenti, siano stati costretti a restituire tale bonus.
(3-02106)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

detrazione fiscale

consumo delle famiglie

salariato