Legislatura: 17Seduta di annuncio: 425 del 12/05/2015
Primo firmatario: GIGLI GIAN LUIGI
Gruppo: PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 12/05/2015
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 12/05/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 13/05/2015 Resoconto GIGLI GIAN LUIGI PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO RISPOSTA GOVERNO 13/05/2015 Resoconto DELRIO GRAZIANO MINISTRO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI) REPLICA 13/05/2015 Resoconto GIGLI GIAN LUIGI PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE IL 13/05/2015
SVOLTO IL 13/05/2015
CONCLUSO IL 13/05/2015
GIGLI. —
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti
. — Per sapere - premesso che:
alcuni giorni fa il Presidente Renzi ricordava che trenta porti italiani (con trenta autorità portuali, trenta autorità marittime, trenta società di rimorchio ed altro) non fanno, tutti insieme, la metà di Rotterdam. Le nostre principali città portuali, sempre più provinciali, attraversano una crisi inarrestabile da declino e da impoverimento;
tuttavia, analizzando i numeri riportati nei rapporti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sulle attività delle port authority italiane si rileva che negli ultimi anni, nonostante la crisi globale e quella, più lunga profonda, strettamente italiana, le spese correnti delle autorità portuali sono aumentate notevolmente, quasi del 43 per cento;
il dato che comprende le uscite per il funzionamento, per il personale, per prestazioni istituzionali e così via (e non quelle per investimenti e opere) mostra che, nonostante le operazioni di spending review e maggiori entrate dai canoni, i porti continuano ad avere spese crescenti;
nel periodo 2006-2013, a fronte di una flessione del totale delle merci movimentate sui terminal, pari a -8,1 per cento, e di una diminuzione dei passeggeri (-10,8 per cento), si rileva un aumento dei canoni di concessione e autorizzazione del 31,4 per cento;
non solo dal 2007 in poi, inoltre, le authority incassano il gettito della tassa erariale sulle merci e della tassa di ancoraggio, senza contare che tra il 2007 e il 2013 le tasse portuali hanno subito un ulteriore aumento del 30,5 per cento, dovuto anche all'adeguamento Istat del 2012;
nel rendiconto 2013, appare la voce «uscite per prestazioni istituzionali» che non compariva nel 2006 e che ammonta a 68,47 milioni. Alla fine, il totale delle uscite correnti del 2006 è pari a 193,47 milioni, contro i 276,19 del 2013 (+42,8 per cento);
il comparto marittimo è, nell'ambito dei trasporti, quello che dal punto di vista della logistica sta soffrendo di più la concorrenza dei porti del nord Europa ed è necessario avviare una politica che inverta tale tendenza anche con interventi mirati a favorire il rilancio dei traffici e dei passeggeri –:
se non ritenga opportuno avviare una razionalizzazione della governance portuale secondo criteri di efficienza, verificando se sia stata applicata una vera spending review, atteso che i dati contabili non mostrano un'inversione di tendenza dal lato del contenimento dei costi a fronte di un costante incremento delle tasse portuali che gravano in maniera insostenibile sulle imprese. (3-01491)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):concorrenza
politica della concorrenza
impianto portuale