ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01287

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 374 del 10/02/2015
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/05752
Firmatari
Primo firmatario: GALLO LUIGI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE 09/02/2015
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/02/2015
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 09/02/2015
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 09/02/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 09/02/2015
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 09/02/2015
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 09/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI 09/02/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 10/04/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01287
presentato da
GALLO Luigi
testo di
Martedì 10 febbraio 2015, seduta n. 374

   LUIGI GALLO, BATTELLI, MARZANA, FICO, LUIGI DI MAIO, SIBILIA, COLONNESE e DI BENEDETTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   il giorno 13 luglio 2014, il quotidiano Il Mattino titola quanto segue: «La villa di Poppea concessa per feste private, scoppia la rivolta. (...) Una festa privata in giardino sponsorizzata da una nota azienda con tanto di catering di un famoso ristorante di Pompei, e oltre duemila invitati in rigoroso abito da sera. In attesa di un serio piano di rilancio e di promozione del sito, mortificato da degrado e da abbandono, la villa di Poppea, esclusa dalle visite serali, si trasforma con la benedizione del direttore Lorenzo Fergola e della Soprintendenza di Pompei, per una sera, in una location elegante e suggestiva e per l'affitto del “locale”, nelle casse della Soprintendenza vanno cinquemila euro»;
   in conformità con l'articolo 9 della Costituzione («La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione»), il codice dei beni culturali e del paesaggio ha fissato i concetti guida relativi al pensiero e alle attività sul patrimonio culturale italiano. I principi ispiratori di tale codice sono: la tutela, la conservazione e la valorizzazione. La tutela è ogni attività svolta con lo scopo di mantenere l'integrità, l'identità e l'efficienza funzionale di un bene culturale, in maniera coerente, programmata e coordinata. Si esplica pertanto in studio, inteso come conoscenza approfondita del bene culturale di prevenzione, intesa come limitazione delle situazioni di rischio connesse al bene culturale nel suo contesto di manutenzione, intesa come intervento finalizzato al controllo delle condizioni del bene culturale per mantenerlo nel tempo di restauro, inteso come intervento diretto su un bene culturale per recuperarne l'integrità materiale. La conservazione è ogni attività svolta con lo scopo di mantenere l'integrità, l'identità e l'efficienza funzionale di un bene, in maniera coerente, programmata e coordinata. La valorizzazione è ogni attività diretta a migliorare le condizioni di conoscenza e di conservazione del patrimonio culturale e ad incrementarne la fruizione pubblica, così da trasmettere i valori di cui tale patrimonio è portatore;
   la tutela è di competenza esclusiva dello Stato, che detta le norme ed emana provvedimenti amministrativi necessari per garantirla; la valorizzazione è svolta in maniera concorrente tra Stato e regione, e prevede anche la partecipazione di soggetti privati; inoltre, la conservazione del patrimonio culturale è assicurata mediante una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro;
   quanto accaduto nella Villa di Poppea non sembra coerente con l'articolo 106 del Codice dei beni culturali, in quanto è sancito quanto segue: lo Stato, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali possono concedere l'uso dei beni culturali che abbiano in consegna, per finalità compatibili con la loro destinazione culturale, a singoli richiedenti. L'utilizzo di questi beni, dunque, pone diversi interrogativi rispetto ai criteri adottati per stabilire le royalties la cui finalità non è chiaro se sia per riparare eventuali danni e assicurare specifica tutela del bene;
   il vero problema di questo sito archeologico è lo stato di abbandono in cui versa; in questi scavi, ormai, si procede solo con interventi straordinari di manutenzione, che dovrebbero essere sostituiti da quelli ordinari fatti da uno staff qualificato. Ciò nonostante tale sito sia stato inserito dall'Unesco nella lista del patrimonio mondiale che comprende ad oggi 981 siti;
   l'Italia è il Paese che conta più siti in assoluto: 49 in totale. Per essere inserito all'interno della lista, un sito deve dimostrare di possedere un eccezionale valore universale. Sono selezionati, infatti, per le loro specifiche caratteristiche che li rendono il miglior esempio possibile del patrimonio culturale e naturale di tutto il mondo. Entrare a far parte della lista costituisce un riconoscimento a livello globale dello straordinario valore culturale del luogo candidato, che deve essere conservato e trasmesso alle generazioni future;
   il rilancio del sito archeologico di Torre Annunziata passa anche dalla creazione di infrastrutture in grado di accogliere in modo valido i turisti, anche mediante operazioni di «archeologia industriale» alcune strutture industriali, infatti, del passato appaiono come decisamente artistiche, interessanti, ardite e particolari, come La Reale fabbrica d'armi di Torre Annunziata che è stata la più grande fabbrica d'armi del Regno delle Due Sicilie, declassata a spolettificio ed ora gestita dall'Agenzia industrie difesa come struttura di demolizione degli automezzi dell'Esercito italiano e delle forze armate in genere, essa potrebbe essere destinata a creare aree di parcheggio ed un museo con i reperti conservati in un deposito presso gli scavi, quindi a realizzare un'integrazione tra l'area dismessa e la città che la circonda creando «un indotto turistico, culturale, economico e sociale –:
   in che modo si intenda valorizzare gli scavi di Oplonti che vivono in uno stato di degrado e di abbandono e che risultano esclusi dalle visite serali estive;
   in che modo si intendano disciplinare i lavori di manutenzione del sito;
   in che modo si intendano tutelare gli scavi da un eventuale utilizzo da parte di privati e come si intendano stabilire il pagamento e le finalità di eventuali royalty.
(3-01287)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

bene culturale

protezione del patrimonio

struttura industriale