ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01194

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 343 del 02/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: BRUNETTA RENATO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 02/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 02/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 02/12/2014
Stato iter:
03/12/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/12/2014
Resoconto BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 03/12/2014
Resoconto RENZI MATTEO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 03/12/2014
Resoconto BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 03/12/2014

SVOLTO IL 03/12/2014

CONCLUSO IL 03/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01194
presentato da
BRUNETTA Renato
testo presentato
Martedì 2 dicembre 2014
modificato
Mercoledì 3 dicembre 2014, seduta n. 344

   BRUNETTA e PALESE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri . — Per sapere – premesso che:
   la proposta del piano di investimenti da 315 miliardi di euro del Presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, si è rivelato secondo gli interroganti un vero e proprio «imbroglio», finalizzato a coprire, come un'inutile mascheratura, l'egoismo egemonico tedesco e i tragici errori di politica economica nella gestione della crisi della Commissione europea dal 2008 a oggi;
   come dice con grande onestà intellettuale anche l'ex Ministro Pd Vincenzo Visco: «Sarebbe necessario che qualcuno si alzasse a dire esplicitamente che la linea di politica economica seguita in Europa negli ultimi anni è sbagliata e autolesionistica e che bisogna effettivamente cambiare verso. (...) Il semestre italiano è stato un'occasione perduta»;
   insomma, per coprire la non reflazione tedesca (più domanda, più investimenti, meno surplus), Juncker lancia il suo piano di investimenti ad avviso degli interroganti ridicolo. E il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, e il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, presidenti di turno dell'Unione europea, a dirsi sostanzialmente soddisfatti;
   purtroppo, non c’è nulla di cui essere soddisfatti: i 315 miliardi di euro di cui si parla sono costituiti solo da 21 miliardi «veri», a carico degli Stati, versati in un fondo apposito che dovrebbe a sua volta emettere obbligazioni per ottenere dal mercato le risorse mancanti, con una leva finanziaria di 1 a 15 assolutamente poco credibile;
   si ipotizza che gli investimenti da finanziare, essenzialmente infrastrutture, siano in grado di produrre un reddito sufficiente a remunerare gli investitori privati, anch'essi coinvolti nel meccanismo della leva finanziaria. Questo significa che i privati, per realizzare redditi dall'operazione, selezioneranno con grande cura i progetti da finanziare, riducendone drasticamente il numero possibile. Resteranno, pertanto, escluse tutte le opere pubbliche non suscettibili di produrre un reddito direttamente quantificabile, per esempio quelle relative al recupero del territorio, mentre i progetti che verranno sostenuti dai privati, in quanto remunerativi, sarebbero comunque stati finanziati dal mercato, anche senza l'intervento del fondo della Commissione europea, che si rivela, pertanto, del tutto inutile;
   la vera risposta per superare la crisi nell'eurozona è una e una sola: la reflazione in Germania. Vale a dire rilancio della domanda interna; stimolo a consumi e investimenti; aumento dei salari; aumento dell'inflazione fino al suo livello fisiologico (2 per cento), con conseguente aumento dei rendimenti dei titoli del debito pubblico tedesco; relativa svalutazione dell'euro, troppo forte nei confronti delle altre monete –:
   quali iniziative in sede europea il Governo intenda adottare, al fine di sollecitare la Germania a ridurre i suoi squilibri macroeconomici, in particolare il surplus della bilancia dei pagamenti, e reflazionare, cosa che l'Italia in Europa finora, nonostante il semestre di presidenza dell'Unione europea, non ha fatto, tutta preoccupata di farsi perdonare la sua politica economica secondo gli interroganti fallimentare. (3-01194)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica economica

infrastruttura economica

presidente della Commissione