ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00476

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 125 del 26/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: PIRAS MICHELE
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 26/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MIGLIORE GENNARO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/11/2013
PIAZZONI ILEANA CATHIA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/11/2013
NARDI MARTINA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/11/2013
ZAN ALESSANDRO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/11/2013
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/11/2013
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/11/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 26/11/2013
Stato iter:
27/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 27/11/2013
Resoconto PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 27/11/2013
Resoconto LUPI MAURIZIO MINISTRO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 27/11/2013
Resoconto PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 27/11/2013

SVOLTO IL 27/11/2013

CONCLUSO IL 27/11/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00476
presentato da
PIRAS Michele
testo presentato
Martedì 26 novembre 2013
modificato
Mercoledì 27 novembre 2013, seduta n. 126

   PIRAS, MIGLIORE, PIAZZONI, NARDI, ZAN, PELLEGRINO e ZARATTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   il 18 novembre 2013 molti comuni della regione Sardegna sono stati colpiti da un violentissimo nubifragio, che ha causato la morte di 16 persone, un disperso e circa novecento sfollati. Territori devastati da frane, ponti crollati, quartieri sommersi, con voragini nelle strade e strade rurali spazzate via da torrenti in piena, nonché danni ingentissimi alle infrastrutture, alle abitazioni private, alle attività produttive e alle aziende agricole con centinaia di animali morti;
   a seguito dell'alluvione, il 19 novembre 2013 il Consiglio dei ministri ha, quindi, deliberato lo «stato di emergenza» per la regione Sardegna. E in queste ore sono state stanziate le prime risorse finanziarie a favore della regione, seppur va rilevata la loro complessiva esiguità e inadeguatezza, laddove da una prima stima, e per la sola Gallura, è plausibile parlare di 500 milioni di euro di danni;
   ancora una volta si è di fronte all'ennesima «tragedia annunciata». L'ennesimo evento meteorologico che costringe, purtroppo, a contare i morti e gli ingentissimi danni alle infrastrutture e alle popolazioni colpite. Nel nostro Paese sono più di 5 milioni i cittadini italiani che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico e oltre 6.600 i comuni che hanno all'interno del territorio aree ad elevato rischio di frana o alluvione;
   il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sulla base dei dati dell'Ispra, ha valutato che il costo complessivo dei danni provocati dagli eventi franosi ed alluvionali, dal 1951 al 2009, risulta di oltre 52 miliardi di euro, ossia circa 1 miliardo di euro all'anno. Più di quanto servirebbe per realizzare l'insieme delle opere di messa in sicurezza del rischio idrogeologico sull'intero territorio nazionale, individuate nei piani stralcio per l'assetto idrogeologico e quantificate in 40 miliardi di euro;
   i sempre più frequenti e intensi fenomeni alluvionali e calamitosi, che colpiscono il nostro Paese, mettono in luce drammaticamente, e ancora una volta, l'estrema fragilità del territorio italiano;
   una fragilità del territorio che viene acuita da politiche urbanistiche scellerate. Si ricordi che uno dei comuni più colpiti dal nubifragio in Sardegna è quello di Olbia, con buona parte della città completamente sommersa dall'acqua. Ma Olbia è anche la città che, in meno di 40 anni, ha visto susseguirsi 21 «piani di risanamento», che tradotto vuol dire condoni edilizi;
   i passati condoni edilizi, sotto questo aspetto, hanno contribuito fortemente ad alimentare la convinzione diffusa che sul territorio si possa compiere qualsiasi azione, anche senza avere l'autorizzazione di legge;
   in Sardegna ci si trova di fronte a una molteplicità di problemi del territorio, incancreniti ed irrisolti, che, oltre a mettere in luce l'incapacità dell'uomo di concepire un rapporto armonico con i fattori naturali, indicano un'idea di un'economia di «rapina», fondata su un profitto senza coscienza che ha urbanizzato ovunque, senza in alcun modo tenere in considerazione i rischi idrogeologici e la struttura del territorio;
   interi quartieri realizzati sul letto di fiumi, corsi d'acqua deviati in ossequio a esigenze urbanistiche, opere di manutenzione e minimizzazione del rischio mai realizzate, dighe mai completate a causa di infiniti contenziosi e procedure burocratiche inconciliabili con alcun elemento minimo di ragionevolezza e tutela della sicurezza;
   Onanì è un paese di 400 anime tuttora isolato da una settimana a questa parte; Torpè vive con l'incubo di una diga mai terminata, e che il 18 novembre 2013 ha subito seri danni strutturali; Bitti è un paese dove le infrastrutture sono letteralmente collassate; Uras convive con due corsi d'acqua che segnano il perimetro del paese e che hanno prodotto l'onda di piena che ha travolto cose e persone;
   le economie locali, in una regione già sconquassata dalla crisi economica e da tassi di disoccupazione tra i più alti del Paese, sono letteralmente scomparse: intere aziende agricole hanno perso l'intero raccolto di un anno, gli allevamenti ovini cancellati, le vigne di pregio rase al suolo, centinaia di persone senza più un elettrodomestico, né un bene che non sia una casa ancora da verificare nella sua tenuta strutturale;
   in Sardegna si registra un vero e proprio bollettino di guerra, che non può cadere sotto silenzio nel momento in cui, da qui a breve, si spegneranno i riflettori;
   i vincoli del patto di stabilità impediscono nei fatti ai comuni di adempiere alle funzioni di prevenzione e manutenzione del territorio loro consegnate dalle norme vigenti ed insistono persino sulle risorse ferme nelle casse comunali, risorse che spesso, se sbloccate, consentirebbero agli enti locali di mettere in campo una serie di azioni che potrebbero anche rivelarsi decisive nel limitare i danni alle cose ed alle persone;
   è ormai improcrastinabile un adeguato impegno del Governo al fine di poter finalmente finanziare con adeguate risorse finanziarie non solamente la ricostruzione dei territori sardi colpiti dall'alluvione, ma un piano pluriennale di interventi per il contrasto al dissesto idrogeologico nel nostro Paese, consentendo contestualmente la loro effettiva spendibilità, troppo spesso impedita a causa dell'obbligo del rispetto del patto di stabilità interno da parte delle regioni e degli enti locali. Peraltro, laddove si concede un allentamento dal patto di stabilità, questo avviene solamente per gli interventi di riparazione e non per le indispensabili opere di prevenzione per la messa in sicurezza del territorio e delle infrastrutture –:
   quali iniziative immediate si intendano avviare per aumentare le risorse finanziarie a favore delle popolazioni e dei territori colpiti, al fine di ripristinare rapidamente le infrastrutture andate distrutte e avviare una seria politica di prevenzione attraverso la messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti, nonché per favorire la delocalizzazione degli insediamenti ubicati nelle aree a maggior rischio idrogeologico. (3-00476)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Sardegna

idrogeologia

inondazione

corso d'acqua

delocalizzazione

settore agricolo

comune

politica sanitaria