ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00009

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 4 del 26/03/2013
Trasformazioni
Trasformato il 20/06/2013 in 5/00407
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 26/03/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 26/03/2013
Stato iter:
20/06/2013
Fasi iter:

TRASFORMA IL 20/06/2013

TRASFORMATO IL 20/06/2013

CONCLUSO IL 20/06/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00009
presentato da
BINETTI Paola
testo di
Martedì 26 marzo 2013, seduta n. 4

   BINETTI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   ha destato molto interesse e grande preoccupazione il caso della piccola Sofia, la bimba fiorentina di 3 anni e mezzo affetta da leucodistrofia metacromatica, malattia degenerativa terminale che porta a progressiva paralisi e cecità;
   i genitori di Sofia hanno dato l'autorizzazione, seguendo la strada di molte altre famiglie, a sottoporre la bimba al nuovo metodo di cura sperimentato da «Stamina Foundation». Dopo la prima infusione di staminali, un giudice di Firenze ha imposto l'interruzione della cura, mentre altri giudici, in Italia, si sono pronunciati in maniera opposta;
   l'ampia discrezionalità in materia è possibile in mancanza di una specifica regolamentazione, perché non ci sono ancora sufficienti dati scientifici che confermino l'oggettiva validità della cura, per cui il responso è spesso completamente divergente sia in ambito clinico che tra gli stessi magistrati;
   sul caso è intervenuto anche il consiglio comunale di Firenze con un appello al Ministro della salute affinché la piccola Sofia possa essere curata con le staminali prodotte da «Stamina Foundation»;
   il Ministro della salute ha risposto che: «non è il Ministero a decidere se una terapia deve essere interrotta oppure no: nei mesi scorsi l'Aifa ha effettuato accertamenti e ispezioni, mentre la magistratura ha aperto alcune inchieste sul caso della “Stamina Foundation”, il cui protocollo è contestato sia dal Ministero della salute che dall'Aifa»;
   i risultati dell'indagini dell'Aifa – ha precisato il Ministro – sostengono che «il trattamento al quale era sottoposta Sofia era dannoso per la sua salute. Per questo la cura è stata interrotta». Obiezione a cui la mamma di Sofia ha ribattuto dicendo: «Dopo la prima infusione mia figlia è migliorata sotto diversi aspetti e soprattutto ha avuto salva la vita»;
   il Ministro della salute Renato Balduzzi ha comunque garantito a Sofia e a tutti gli altri bambini che hanno già iniziato questo protocollo di cura, la possibilità di fare la seconda infusione della cura già avviata; nel decreto-legge del 21 marzo si parla di: «una norma basata sul principio etico per un trattamento sanitario avviato, se non da gravi effetti collaterali, va proseguito»;
   in questo caso sembra esserci un evidente stato di conflitto tra il diritto dei genitori a garantire alla figlia il miglior trattamento disponibile in un determinato momento, anche se di natura semplicemente compassionevole e il dovere del Ministero di garantire la qualità dei trattamenti disponibili sulla base di specifiche evidenze scientifiche: resta sempre valido infatti l'antico imperativo ippocratico: «Primum non nocere»;
   se infatti il trattamento per Sofia proseguirà presso gli spedali civili di Brescia, restano fuorilegge i casi di molti altri bambini, il cui trattamento deve essere autorizzato dai giudici e successivamente condiviso e sostenuto sul piano operativo dal Ministero della salute; la disparità di posizioni nelle diverse regioni è vissuta dai genitori dei bambini affetti da patologia analoghe come una profonda ingiustizia, che aggiunge dolore a dolore e sofferenza a sofferenza;
   che sia la magistratura a decidere se si debba o meno proseguire una determinata sperimentazione esula dalla natura stessa della ricerca scientifica, dei suoi canoni teorici e dalla valutazione dei suoi risultati; all'ospedale Burlo-Garofalo di Trieste i risultati ottenuti con la sperimentazione in questione sono decisamente negativi e sono stati sospesi per ragioni cliniche: su cinque bambini sottoposti alla sperimentazione due sono morti e gli altri tre hanno dovuto sospendere la «cura», perché non solo non ne ricavavano vantaggi ma c'erano anche segni di peggioramento;
   d'altra parte la ricerca sulle cause e sulle possibilità di cura delle malattie rare in Italia è ancora fortemente penalizzata da una carente normativa specifica che sostenga gli investimenti nel campo dei cosiddetti farmaci orfani, mentre in Francia – ad esempio – esistono specifiche norme che facilitano gli investimenti e sostengono la sperimentazione;
   per una serie di ragioni di natura prevalentemente commerciale, la necessità di brevettare tempestivamente i metodi sperimentali per tutelarli da una forte concorrenza industriale, rendono più complessa una tempestiva trasparenza scientifica, indispensabile per garantire il malato da potenziali sperimentazioni prive di adeguato fondamento scientifico, che lo ridurrebbero ad una sorta di cavia; ma proprio per questo serve una normativa chiara a forte tutela del diritto dei malati ad una cura sicura –:
   quale sia il parere dato dai rispettivi comitati etici degli ospedali in cui si realizza la sperimentazione della «Stamina Foundation» (Brescia, Pesaro, Trieste, e altri);
   in che modo e in base a quali criteri si stia affrontando il caso di Sofia attorno al quale si è concentrata l'opinione pubblica e quali iniziative si intendano prendere per garantire a tutti i pazienti con malattie rare un equo accesso alle cure, anche a quelle di carattere sperimentale, e ai servizi socio-sanitari, per non lasciare sole le persone malate e le loro famiglie;
   se non ritenga necessario intervenire anche sul piano normativo, per garantire, per quanto di propria competenza, che, per quanto riguarda le malattie rare e i possibili trattamenti sperimentali, vengano adottate misure analoghe in tutto il Paese, per tutelare il diritto alla salute senza distinzioni regionali;
   se non ritenga urgente avviare uno studio scientifico rigoroso per sgombrare il campo da polemiche, di ricercatori e personaggi di cultura, favorevoli o contrari all'uso di terapie che non sembrano avere una comprovata efficacia e appaiono addirittura pericolose. (3-00009)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

legittimita'

metodo di valutazione

malattia

diritto alla salute

politica di sostegno

etica

terapeutica