ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01763

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 781 del 19/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: PALESE ROCCO
Gruppo: MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Data firma: 19/04/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE E IL MEZZOGIORNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 19/04/2017
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 19/04/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE E IL MEZZOGIORNO delegato in data 04/05/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01763
presentato da
PALESE Rocco
testo di
Mercoledì 19 aprile 2017, seduta n. 781

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, per sapere – premesso che:
   le risorse europee disponibili per finanziare le politiche di coesione del ciclo di programmazione 2014-2020, comprensive di cofinanziamento nazionale, ammontano per l'Italia a circa 130 miliardi di euro;
   dai dati resi disponibili dall'Agenzia per la coesione e riportati dalla stampa (si veda Sergio Rizzo su Corriere della Sera del 18 aprile 2017) risulterebbe che l'Italia, a metà del ciclo di programmazione, sarebbe tra i Paesi europei che hanno speso meno;
   prendendo in considerazione i tre fondi principali (Fesr, Fse, Feasr), su circa 74 miliardi di euro disponibili il nostro Paese avrebbe utilizzato solo 880 milioni con alcune regioni (si veda la Puglia) che su tutti e tre i fondi sarebbero addirittura a quota zero;
   quanto al fondo sviluppo e coesione (FSC), che ammonta a circa 49 miliardi di euro, esso è stato per la quasi totalità (44 miliardi di euro) destinato dal Governo italiano al finanziamento dei cosiddetti «Patti per il Sud», firmati in 9 regioni e in 12 città metropolitane italiane oltre un anno fa ma le cui delibere sono state registrate dalla Corte dei conti il 2 novembre 2016, come risulta dal sito internet del dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica;
   sempre in merito al finanziamento dei patti per il Sud, l'ultima legge di bilancio ha destinato alle politiche di sviluppo solo 4 miliardi di euro l'anno nel 2017, 2018, 2019, spostando gli altri 35 miliardi a dopo il 2020 prevedendo un meccanismo in base al quale se le regioni non trasformeranno in cantieri le opere previste nei Patti, entro il 2019, quei fondi torneranno al Governo;
   questo meccanismo già nel recente passato ha fatto sì che il Governo, senza in alcun modo sostenere o stimolare le regioni del Sud a rispettare le scadenze di impegno e di spesa dei fondi, si riprendesse «fiumi» di finanziamenti destinati alla crescita del Mezzogiorno per poi utilizzarli per tutt'altro fine (si vedano 5 miliardi di euro destinati al Mezzogiorno che 2 anni fa vennero «deviati» nelle regioni del Nord);
   è accaduto anche che il fondo di sviluppo e coesione fosse destinato al pagamento di debiti piuttosto che ad investimenti, vedi ad esempio il decreto fiscale, articolo 11, con cui il Governo nazionale ad ottobre 2016 attribuì 600 milioni di euro alla regione Campania e 90 milioni di euro alla regione Molise a copertura dei debiti del sistema di trasporto regionale su ferro, mediante corrispondente utilizzo proprio del fondo di sviluppo e coesione 2014-2020;
   i ritardi enormi accumulati dall'Italia nell'utilizzo dei finanziamenti europei a valere sulla programmazione 2014-2020 rischiano di pregiudicare la realizzazione di centinaia di interventi e di opere pubbliche strategiche e determinanti per lo sviluppo del Mezzogiorno;
   ai fisiologici ritardi, peraltro, si aggiunge quest'anno anche l'incertezza del quadro normativo relativo agli appalti, con l'approvazione da parte del Governo di un codice che poi è stato corretto con un decreto e che ha determinato la sospensione e la correzione di centinaia di appalti già in atto, tanto che, per garantire le risorse destinate alla ricostruzione post terremoto, il Governo ha dovuto prevedere 140 deroghe che neanche stanno producendo gli effetti sperati;
   questi finanziamenti sono tra le pochissime risorse disponibili nei bilanci regionali come competenza e cassa e non vengono spesi, perché manca un coordinamento costante con il Governo mancano anche norme atte a garantire che, qualora le regioni non rispettino gli impegni assunti all'atto della sottoscrizione dei programmi, il Governo possa esercitare poteri sostitutivi –:
   se il quadro illustrato in premessa relativo ai tempi della spesa dei fondi comunitari 2014-2020 da parte delle regioni italiane corrisponda al vero;
   se il Governo non ritenga di dover assumere iniziative per insediare una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio per fare una ricognizione puntuale dello stato attuale dell'utilizzo dei fondi da parte delle regioni e mettere a punto norme che prevedano, regione per regione e caso per caso, che il Governo possa sostituirsi alle regioni stesse non già riprendendosi i fondi e destinandoli ad altro, ma realizzando, per il tramite di un commissario, quelle opere previste nei programmi e non realizzate dalle regioni inadempienti;
   se il Governo, alla luce dei ritardi accumulati e dell’iter di approvazione, correzione e riapprovazione del codice degli appalti, non ritenga, sin d'ora, di dover assumere iniziative per chiedere una deroga all'Unione europea sui tempi di spesa e rendicontazione;
   se non ritengano di dover fornire elementi in merito alla situazione aggiornata dell'utilizzo delle risorse, illustrando la strategia che il Governo intende mettere in atto per scongiurare l'ipotesi che tali risorse destinate al Mezzogiorno vengano «deviate» su altri interventi in altre regioni o vengano definitivamente perse.
(2-01763) «Palese».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

utilizzazione degli aiuti

coesione economica e sociale

finanziamento comunitario