ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01708

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 760 del 15/03/2017
Firmatari
Primo firmatario: D'UVA FRANCESCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/03/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15/03/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 28/03/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01708
presentato da
D'UVA Francesco
testo di
Mercoledì 15 marzo 2017, seduta n. 760

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   da numerosi articoli pubblicati sulla stampa locale siciliana, su tutti l'articolo apparso sul sito internet del quotidiano «Gazzetta del Sud» dal titolo «Gabrielli “Due nuovi hotspot a Messina e Mineo”» in data 7 marzo 2017, si apprende che il capo della polizia, dottor Franco Gabrielli, in occasione dell'audizione alla Commissione d'Inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti, ha dichiarato che l'Italia aprirà entro la fine del mese due nuovi hotspots, uno a Messina e l'altro a Mineo (Catania), in aggiunta ai quattro già operativi (Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto);
   sempre secondo quanto riportato dal quotidiano sopra citato, lo stesso capo della polizia, ha altresì sottolineato, che «l'Italia ha onorato gli impegni con l'Europa, dall'apertura degli hotspots alle identificazioni, ma non mi sembra che l'Europa abbia rispettato gli impegni sui ricollocamenti. Tutti vengono a farci le pulci, ma noi i compiti a casa li abbiamo fatti, mentre l'Europa per l'ennesima volta ci ha lasciati in braghe di tela»;
   queste determinazioni provengono, come noto, a seguito delle pressioni che l'Unione europea ha esercitato sull'Italia, avviando una procedura d'infrazione per l'asserita mancata identificazione dei migranti, poi ritirata;
   provvedimenti che comportano gravosissime conseguenze sulle condizioni socio-economiche dei territori individuati per l'apertura di nuovi centri, in particolar modo se predisposti all'accoglimento di diverse centinaia di migranti (come da stime per l’hotspot previsto a Messina) non contemperati da una chiara politica sull'accoglimento dei migranti da parte dell'Unione europea, che impartisce ordini allo Stato italiano, ma non dà seguito ai principi sull'accoglienza diffusa sovente proclamati, mancando incomprensibilmente di esercitare un'azione perentoria nei confronti dei Paesi non collaborativi;
   del resto, come apparso su un articolo riportato sul Corriere della Sera online del 16 ottobre 2016, in cui l'ex Ministro dell'interno Alfano, ha dichiarato «C’è stato un gesto di inaffidabilità gravissima da parte dell'Europa, che ci ha tirato un bidone sui migranti, non rispettando gli accordi sulla loro redistribuzione», non è concepibile che l'Unione europea imponga rigidamente l'istituzione di centri identificativi se mancano delle regole certe sulla successiva destinazione dei migranti, che restano così relegati in luoghi non adatti alla lunga permanenza;
   per tale ragione il sistema degli hotspots si è già rilevato ampiamente fallimentare, perché se non inserito in un quadro complessivo perfettamente funzionante in cui, a seguito della fase identificativa, i trasferimenti dei soggetti alle destinazioni loro assegnate siano rapidamente ed efficacemente eseguiti, in particolar modo con riguardo ai soggetti destinatari di ordine di respingimento, rischia di impattare violentemente sugli equilibri delle comunità locali;
   non è, dunque, di altri hotspots che il sistema accoglienza ha bisogno, per gli interpellanti bensì del consolidamento e di una migliore regolazione dello Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che può portare alla realizzazione di un'accoglienza integrata attraverso percorsi individuali di inserimento socio-economico;
   peraltro, l'esperienza fallimentare già sperimentata non può che ripetersi anche per la scelta dell'allocazione dei nuovi hotspots, nelle città di Messina e Mineo;
   in particolare, assolutamente inadeguato si rivela per gli interpellanti il sito individuato per la realizzazione del centro di prima accoglienza nella città dello Stretto, presso l'ex caserma di Bisconte, in un quartiere dove già adesso occorre gestire questioni di ordine sociale di non facile soluzione. La forzata allocazione in tale contesto di centinaia e centinaia di migranti produrrebbe soltanto un aggravio di tale situazione, rischiando di innescare gravi problematiche di ordine pubblico;
   per non parlare del centro di Mineo, già utilizzato come Cara, Centro di accoglienza per richiedenti asilo, oggetto di numerosi filoni di indagini anche legati all'inchiesta «Mafia Capitale», definito da molti un ghetto recintato da filo spinato, dove, come riportato dall'articolo apparso sul sito internet www.lasicilia.it del 17 gennaio 2017, si è tristemente venuti a conoscenza, per un verso, di «appalti truccati, corruzione elettorale, terrorismo e truffe sulle presenze gonfiate», per altro verso, della diffusione del fenomeno del caporalato e dello sfruttamento. Ciò ha già dimostrato che centri di questo tipo servano soltanto al proliferare di squallidi business, fucina di illegalità di ogni tipo, negazione di un'accoglienza integrata e vocata, come dovrebbe, alla tutela dei diritti umani –:
   se il Governo non intenda riconsiderare la determinazione di aprire nuovi hotspots nelle città di Messina e di Mineo, tenuto conto delle fallimentari esperienze già sperimentate e delle peculiarità dei siti individuati;
   se il Governo non intenda, prima di assumere tali determinazioni, rivendicare innanzi all'Unione europea la necessaria collaborazione che tutti gli Stati membri devono assicurare per risolvere il problema legato all'incessante flusso dei migranti verso le coste del territorio italiano.
(2-01708) «D'Uva, Villarosa, Lorefice, Brescia, Grillo, Cecconi, D'Ambrosio, Toninelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

migrante

condizione economica

aiuti alla riqualificazione