ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01619

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 731 del 27/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 26/01/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PLACIDO ANTONIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/01/2017
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/01/2017
MARTELLI GIOVANNA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/01/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 26/01/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01619
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Venerdì 27 gennaio 2017, seduta n. 731

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   il 4 dicembre 2016, il referendum confermativo ha rigettato il testo di legge costituzionale recante «Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione»;
   il rigetto della riforma costituzionale apre inevitabilmente nuovi scenari rispetto al sistema del lavoro e, in particolare, delle politiche attive così come definite dal Jobs Act attraverso il decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, in particolare in relazione al modello di governance come definito dal citato decreto legislativo; si evidenzia oggi la problematica relativa a politiche attive che non tenevano conto delle eventuali ricadute dei risultati del referendum;
   il decreto legislativo n. 150 del 2015, in previsione di una riforma costituzionale che avrebbe restituito allo Stato la legislazione esclusiva sul lavoro, si è mosso in tale direzione;
   il decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, è stato preceduto dall'accordo-quadro (n.141/CSR) del 30 luglio 2014, sottoscritto tra lo Stato e le regioni che definiva, quella vigente, una fase di transizione in attesa di un cambiamento dell'assetto delle competenze tra Stato e regioni (articolo 117, Titolo V della Costituzione), e sulla base di tale assunto ripartiva così le competenze in materia di lavoro: al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la definizione dei Liveas; all'Anpal, le funzioni di coordinamento su scala nazionale della rete degli attuatori delle politiche attive; alle regioni le funzioni operative nella gestione delle politiche attive;
   l'accordo quadro del 30 luglio 2014 è stato oggetto di rinnovo 22 dicembre 2016 (n.238/CSR) quindi dopo l'esito referendario, con valenza per l'intero 2017, confermando anche la fase attuale quale fase di «transizione», posto comunque l'impegno «a ridefinire tempestivamente il contenuto del presente accordo qualora seguito dell’iter legislativo della riforma in atto (forse riferendosi alle riforme costituzionali), venga meno la fase di transitorietà e siano rideterminate le competenze in materia di servizi per l'impiego e politiche attive del lavoro»;
   il citato accordo-quadro prevede, tra l'altro che i due terzi dei costi per il personale a tempo indeterminato e dei costi di funzionamento dei servizi per l'impiego saranno a carico del Governo;
   oggi a Costituzione invariata le politiche del lavoro costituiscono materia di legislazione concorrente tra Stato e regioni, e spetta a quest'ultime la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali riservati alla legislazione dello Stato;
   agli interroganti appare incomprensibile il contenuto dell'accordo quadro stilato dopo il voto referendario e, soprattutto, le ingenti risorse economiche attribuite ad Anpal dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, tenuto conto di funzioni che avrebbero dovuto ridursi, visto il solo ruolo di mero coordinamento;
   è da sottolineare che tali risorse non si esauriscono esclusivamente in riferimento a quanto disposto dagli articoli 4 e 5, bensì, si estendono alla gestione di quei fondi strutturali (FSE) che passano dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali all'Anpal in qualità di autorità di gestione;
   l'impressione è che il voto referendario non abbia modificato la tabella di marcia definita dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, e che sia incongruo l'accordo Stato-regioni, stilato dopo il voto referendario, che continua a definire quella attuale una fase «transitoria»; da questo non può non derivare una richiesta di chiarimenti di merito, anche in riferimento al ruolo di Anpal che, come nulla fosse acceduto, ha già costituito il suo organico con la messa in mobilità coattiva del personale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e di quello proveniente dall'Isfol dal 1o dicembre 2016 rinominato Inapp –:
   se non ritenga necessario assumere iniziative per modificare la normativa vigente e il richiamato accordo quadro, tenuto conto dell'esito del referendum del 4 dicembre 2016 nonché delle previsioni decreto legislativo n. 150 del 2015, che non intervengono nell'ambito di una fase transitoria ma in un contesto che ha confermato le politiche attive del lavoro quali materia di legislazione concorrente tra Stato e regioni, spettando a quest'ultime la potestà legislativa, fatta salva la determinazione dei principi fondamentali riservati alla legislazione dello Stato.
(2-01619) «Scotto, Placido, Airaudo, Martelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto del lavoro

accordo quadro

revisione della costituzione