ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01560

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 712 del 12/12/2016
Firmatari
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 07/12/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SANNICANDRO ARCANGELO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/12/2016
QUARANTA STEFANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/12/2016
RICCIATTI LARA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/12/2016
KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/12/2016
DURANTI DONATELLA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/12/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 07/12/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01560
presentato da
MELILLA Gianni
testo di
Lunedì 12 dicembre 2016, seduta n. 712

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   il primo firmatario del presente atto ha presentato, in data 9 marzo 2016, un'interrogazione a risposta scritta, n. 4-12414, il cui iter è ancora in corso, relativa al trattamento economico dei cappellani militari;
   anche il quotidiano Il Manifesto, il 4 dicembre 2016, ha riportato i dati contenuti nella nota integrativa del Ministero della difesa allegata al disegno di legge di bilancio per il triennio 2017-2019, dai quali risulta che per il 2017 è previsto che ci saranno 200 cappellani militari in servizio: 81 nell'Esercito, 31 nei Carabinieri, 30 nell'Aeronautica, 28 nella Guardia di finanza, 27 nella Marina e 3 svincolati dall'appartenenza ad un corpo specifico, per una spesa totale di 9.579.962 euro destinata al pagamento degli stipendi;
   poiché la nota integrativa, euro in più euro in meno, ipotizza cifre analoghe anche per il 2018 e il 2019, l'esborso totale ammonterebbe, nel triennio, a quasi 30 milioni di euro;
   da decenni Pax Christi – importante e autorevole movimento cattolico internazionale impegnato per la pace – e le comunità di base chiedono la smilitarizzazione dei cappellani, ma i vescovi continuano a respingere la proposta: la «militarità», spiegano, è una componente essenziale della missione pastorale dei cappellani «militari fra i militari»;
   infatti, i cappellani sono assimilati ai soldati e inseriti nella gerarchia militare: l'arcivescovo ordinario militare è assimilato ad un generale di corpo d'armata il quale, in base alle tabelle ministeriali, percepisce uno stipendio lordo di 124 mila euro annui (circa 9.500 euro al mese), il vicario generale è generale di divisione (o maggiore generale), con 107 mila euro annui (circa 8.000 euro al mese), l'ispettore è generale di brigata con 79 mila euro annui (6.000 euro al mese), il vicario episcopale, il cancelliere e l'economo sono assimilati ad un colonnello con 60-70 mila euro annui (4.500-5.000 euro al mese), il primo cappellano capo è un maggiore con 3.000-4.000 euro al mese, il cappellano capo è un capitano con 3.000 euro al mese, il cappellano semplice ha il grado di tenente con 2.500 euro al mese;
   come già evidenziato anche nell'interrogazione n. 4-12414, quindi, i salari dei cappellani militari non vengono pagati con i fondi destinati alla Chiesa cattolica, come è previsto dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 – «Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi» – che all'articolo 47 stabilisce che la quota dell'otto per mille di imposta sui redditi soggetti IRPEF venga ripartita dallo Stato italiano, con decorrenza dal 1990, in base alle scelte effettuate nelle dichiarazione dei redditi, fra se stesso e le confessioni religiose che hanno stipulato un'intesa ai sensi dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione;
   la suddetta norma stabilisce gli ambiti nei quali i soggetti beneficiari dell'otto per mille possono impiegare i fondi ricevuti, nonché il meccanismo di calcolo di tale quota; la scelta relativa all'effettiva destinazione viene effettuata dai contribuenti all'atto della presentazione della dichiarazione annuale dei redditi;
   in caso di scelte non espresse dai contribuenti la destinazione viene stabilita in proporzione alle scelte espresse (articolo 47);
   di conseguenza, in forza di tale sistema, a giudizio degli interpellanti, «perverso», tutti quei contribuenti che non esprimono alcuna scelta ai fini del riparto della quota dell'otto per mille – che sono la maggioranza, rappresentando quasi il 60 per cento del totale – contribuiscono comunque al sostentamento della Chiesa cattolica; a titolo esemplificativo, nel solo anno 2014 la CEI si è aggiudicata, a fronte del 38 per cento di opzioni espresse, l'82 per cento dell'intero ammontare cioè oltre un miliardo di euro, anziché 485 milioni di euro;
   eppure, le retribuzioni dei cappellani militari rimangono totalmente a carico della amministrazione statale, nonostante anche la riformulazione dell'articolo 17 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (servizio di assistenza spirituale), abbia confermato che non esiste alcuna «intesa» con la Chiesa cattolica che vincoli lo Stato a farsi carico della retribuzione dei cappellani –:
   se non ritengano, alla luce di quanto previsto dal Concordato tra lo Stato e la Chiesa cattolica, di dover assumere ogni iniziativa di competenza per escludere i cappellani militari dal bilancio del Ministero della difesa, realizzando così per le casse dello Stato, nel prossimo triennio 2017-2019, un risparmio di ben 30 milioni di euro.
(2-01560) «Melilla, Sannicandro, Quaranta, Ricciatti, Kronbichler, Duranti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gruppo religioso

imposta sul reddito

chiesa