ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01349

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 609 del 19/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRUNETTA RENATO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 19/04/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 19/04/2016
Stato iter:
15/09/2016
Fasi iter:

RITIRATO IL 15/09/2016

CONCLUSO IL 15/09/2016

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01349
presentato da
BRUNETTA Renato
testo di
Martedì 19 aprile 2016, seduta n. 609

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   Atlante è il nome del fondo d'investimento alternativo promosso dal Governo con risorse private per il settore bancario, lanciato dalla Sgr Quaestio di Alessandro Penati, Cariplo e aperto ad altri investitori per sostenere la ricapitalizzazione delle banche italiane e favorire la cessione delle sofferenze del sistema (che oggi ammontano a circa 80 miliardi di euro);
   in termini generali, il piano del Governo prevede la creazione di un fondo dotato di un capitale iniziale che oscilla tra i 5 e 7 miliardi di euro (a giudizio dell'interpellante del tutto insufficienti), le cui risorse provengono da banche, fondazioni, assicurazioni e da alcuni fondi pensione, e che vede anche la partecipazione di Cassa depositi e prestiti;
   l'obiettivo, a detta di Quaestio, è innanzitutto quello di «assicurare il successo degli aumenti di capitale richiesti dall'Autorità di Vigilanza a banche che oggi si trovano a fronteggiare oggettive difficoltà di mercato, agendo da back stop facility». Il secondo obiettivo sono «le sofferenze». Atlante «concentrerà i propri investimenti sulla tranche junior di veicoli di cartolarizzazione, potendo far leva su quelle a maggior seniority per le quali c’è un manifesto interesse da parte degli investitori»;
   in sostanza, però, l'obiettivo principale del Governo a giudizio dell'interrogante potrebbe essere quello di aggirare le regole europee che impongono dure condizioni in caso di sostegno pubblico, ovvero di aiuti di Stato alle banche, ed evitare così il lungo «braccio di ferro» con Bruxelles;
   il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, pur apprezzando lo spirito con cui intenda risolvere l'annoso problema del traballante sistema bancario italiano, ha già avuto modo di dichiarare che ne condiziona la fattibilità al giudizio delle istituzioni europee;
   la Commissione europea non ha infatti ancora avuto nessuna discussione di sostanza con il Governo italiano sui dettagli di questo «nuovo schema». Qualora la Commissione dovesse riscontrare la presenza nel piano italiano di elementi che possano costituire aiuti di Stato, scatterebbero le regole europee che prevedono misure drastiche per tutte le banche che ottengono aiuti pubblici, che si traducono in perdite per i creditori privati, compresi gli obbligazionisti privilegiati (a seguito delle nuove regole sul bail in entrate in vigore dall'inizio dell'anno);
   a fronte dell'incertezza dell'operazione, la reazione degli investitori non è stata infatti particola ente entusiasta. La pubblicazione di un documento informativo sul progetto Atlante, infatti, ha mandato in rosso i titoli bancari quotati a Piazza Affari, sintomo chiaro dei dubbi sull'effettiva efficacia e bontà del piano presentato dal Governo;
   per la Commissione europea, Atlante rischia infatti di essere considerato «aiuto di Stato», non solo perché prevede (anche se in forma limitata) l'intervento della Cassa depositi e prestiti (detenuta dal Ministro dell'economia e delle finanze), ma soprattutto perché l'ideazione del fondo e le scelte su come e quando utilizzarlo sono in ogni caso imputabili al decisore pubblico;
   l'interpretazione dell'Unione europea di ciò che equivale ad un aiuto di Stato può essere ampia: secondo le attuali linee guida di Bruxelles, infatti, anche un fondo interamente privato può essere definito come aiuto di Stato se il Governo agisce come «custode» delle risorse del fondo e se influenza o prende decisioni su come e quando usare i fondi;
   la dipendenza del settore privato per salvare altre banche senza far scattare le regole sugli aiuti di Stato è problematica anche perché rischia di danneggiare la forza delle banche sane che sono chiamate a contribuire. Si tratta di uno schema, come richiamato in un articolo del Financial Times, che aumenta le interconnessioni tra le banche, in piena contraddizione con l'obiettivo chiave dei regolatori dalla fine della crisi finanziaria del 2008, ovvero scoraggiare le banche dal detenere debito o azioni di altre banche per evitare, in caso di fallimento di un grande istituto di credito, perdite massicce per tutto il sistema finanziario;
   stesso concetto espresso anche dal think tank Bruegel (Brussels European and Global Economic Laboratory) secondo il quale l'idea di avere un fondo, finanziato dalle banche, che compra azioni bancarie invendute è pericoloso, poiché, con l'aumento delle interconnessioni nel sistema bancario italiano, aumenta esponenzialmente il rischio sistemico che potrebbe avere conseguenze molto gravi su un settore potenzialmente ancora debole;
   tra l'altro, se fosse così semplice «risolvere» tutti i problemi del settore bancario italiano, attraverso un fondo che si faccia carico della ricapitalizzazione e dei crediti in sofferenza degli istituti, per salvare l'economia italiana il Governo potrebbe varare per l'interpellante, paradossalmente, non uno ma tanti fondi quanti servono per le diverse categorie e settori: un fondo per i commercianti, un fondo per gli artigiani, un fondo per gli agricoltori, un fondo per i liberi professionisti. Con le stesse caratteristiche di Atlante: «privato», ma con partecipazione della Cassa depositi e prestiti; un fondo attraverso il quale si possa beneficiare di misure pubbliche straordinarie di welfare per i dipendenti in esubero. Cambiando, nello stesso tempo, nei punti che servono, il diritto fallimentare, e abbandonando il mercato per approdare a un modello di economia socialista di mutua assistenza;
   d'altra parte, in oltre due anni di Governo, l'Esecutivo guidato da Renzi ha dimostrato di non essere in grado di risolvere i problemi strutturali del Paese. Il fondo Atlante per le banche, che rischia di fallire prima ancora di aver visto la luce, così come è già accaduto per la « bad bank», è solo l'ultima dimostrazione, a giudizio dell'interpellante, della incapacità di agire del Governo e della sua ipocrisia –:
   quali siano i documenti in possesso del Governo in merito al progetto Atlante esposto in premessa;
   quali siano, nel dettaglio, gli obiettivi del progetto Atlante e i soggetti che hanno manifestato concretamente l'intenzione di aderire al fondo;
   se il Governo abbia valutato il rischio che la Commissione europea blocchi l'operazione in quanto si potrebbe configurare come «aiuto di Stato», e come intenda evitare che ciò accada;
   se vi sia da parte del Governo l'intenzione di replicare l'operazione per ulteriori categorie e settori, promuovendo fondi con i medesimi obiettivi di «salvataggio» per i diversi soggetti in difficoltà.
(2-01349) «Brunetta».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mercato finanziario

banca

crisi monetaria